Rimini | Fondazione Carim, unanimità per le attività 2015
Il consiglio generale di Fondazione banca Carim ha approvato all’unanimità il Documento programmatico previsionale per il 2015. Si prevede di investire sul territorio 1,9 milioni, confermando la cifra dello scorso anno. Si guarda in particolare al sociale e formativo come ambiti d'investimento, ai quali saranno destinate il 72 per cento delle risorse. “L’area riminese – sottolinea il vicepresidente della Fondazione, Leonardo Cagnoli - sta attraversando una situazione delicata e critica. Ai perduranti e gravi effetti della crisi economica, e di alcuni settori in particolare, si è aggiunto un graduale processo di de-infrastrutturazione istituzionale e sociale che rischia di indebolire ancor più il nostro territorio. La Fondazione rimane un presidio importante per le comunità locali e le loro istanze”. E' per questo che nella ripartizione dello stanziamento si è tenuto conto dei bisogni prevalenti, tanto che alla macro area sociale (Educazione, Anziani, Volontariato) è stato assegnato il 72,63% delle risorse.
Dalla Fondazione fanno il ruolo svolto in alcuni prioritari interventi che rivestono specifico rilievo per la comunità locale. Tra questi, la gestione di Castel Sismondo a Rimini e il sostegno al Campus riminese dell’Università di Bologna, attraverso la società di gestione Uni.Rimini, di cui la Fondazione è azionista di maggioranza (e a cui saranno destinati circa la metà dei fondi). Ci sono poi la gestione del servizio di assistenza domiciliare per anziani non autosufficienti, che si rivela sempre più prezioso in un contesto di contenimento delle politiche sociali, la partecipazione al percorso del Piano Strategico di Rimini e del suo territorio, l’impegno per la business plan competition ‘Nuove idee, nuove imprese’ volta a stimolare start up e cultura imprenditoriale. A questi si aggiungerà nel 2015 il progetto di realizzazione di un incubatore d’impresa, che troverà sede in Palazzo Buonadrata, vocato ai servizi per il turismo, che potrà offrire un apporto rilevante sul piano dell’innovazione.
Proprio per la consapevolezza del ruolo di servizio e d’interesse comune che svolge, la Fondazione intende far notare la particolare penalizzazione di cui le Fondazioni bancarie sono fatte oggetto dal punto di vista fiscale. La Legge di stabilità presentata di recente dal Governo, ad esempio, prevede un aumento rilevante della tassazione sui dividendi incassati dagli enti non commerciali. L’Associazione nazionale delle Fondazioni (Acri) calcola che negli ultimi quattro anni la fiscalità gravante sulle Fondazioni bancarie si sia più che triplicata, passando da 100 a 360 milioni di euro all’anno.
“Ogni euro in più di tasse è un euro in meno distribuito al territorio” – sottolinea Cagnoli. “Non stiamo parlando di società commerciali o con fini di lucro, ma di soggetti che riversano direttamente sulle comunità locali le risorse che ottengono dall’impiego del loro patrimonio. In sostanza, spremere le Fondazioni significa costringerle ad erogare di meno sottraendo, quindi, ulteriori risorse ai territori locali”. Per questo l’Acri ha annunciato iniziative per richiedere la modifica di quanto previsto nella Legge di stabilità al vaglio del Parlamento.