Rimini | Gnassi e i Condhotel: Ma il Pd in questa partita dov’è?
Il sindaco di Rimini Andrea Gnassi sui Condhotel. Pubblicato oggi su Facebook un intervento sul provvedimento inserito nel decreto ‘sblocca Italia’ con lo scopo di favorire la riqualificazione delle strutture alberghiere della riviera. “Cosa serve a una vera politica industriale del turismo? Ci facciamo bastare i Condhotel e via andare? Oppure proviamo a definire una disciplina complessiva?”, si domanda il sindaco che di queste cose è esperto e su cui avanza delle ipotesi.
“I distretti turistici maturi, Rimini ad esempio, hanno la priorità assoluta di individuare risorse per rigenerare i lungomari e la fascia turistica di costa. Ciò anche per salvaguardare gli alberghi, ‘circondandoli’ con contesti urbani riqualificati e attrattivi”.
Affinché ciò possa avvenire, però, sono necessarie alcune condizioni. “La Regione dica, senza imporre e calando dall’alto obiettivi di qualche dirigente inamovibile, se metterà a disposizione della riqualificazione urbana e dei sistemi turistici parte delle ingenti risorse dei fondi che l’Europa destina alle città per il 2014/2020”, osserva innanzitutto Gnassi. Ma non basta. Secondo il sindaco è necessario anche applicare “la procedura dell’accordo di programma tra pubblico e privato per rigenerazione di comparti individuati” ed è necessario che “il Parlamento si impegni per dare al Paese una agenda urbana che dia risorse alle città che riqualificano e rigenerano. Salvaguardare e dare possibilità e risorse agli alberghi per riqualificarsi significa fare norme con le quali 2 o 3 o 4 o 5 alberghi possono accorparsi liberando spazi e strutture per servizi, dalla ristorazione a spa- wellness a parcheggi”.
Il sindaco, quindi, tornando all’applicabilità dei Condhotel, parla di “defiscalizzazione per investimenti, nuove norme su distanze, premialità per superfici e volumi”, chiede di “individuare un fondo di rotazione, garantito da Cassa depositi e prestiti, per investimenti di medio/lungo periodo e accordi con il credito locale per tassi agevolati prevedere la defiscalizzazione della vendita di alberghi per agevolare il passaggio dall’affitto alla proprietà”. In questo contesto si cala l’“individuazione dei Condohotel come una delle possibilità all’interno di comparti urbani definiti dove sussiste un progetto d’insieme di rigenerazione urbana”. E quindi propone le sue modifiche costruttive al decreto ‘slocca Italia’. “Nello specifico il Condhotel, in un progetto d insieme, può riguardare una sola unità immobiliare e la percentuale di appartamenti è definita non dall’alto di una norma nazionale ma dalla programmazione e strumentazione urbanistica locale”, così come era previsto da una prima formulazione dell’articolo 31.
Gnassi poi tira in ballo la questione generazionale. “Nella discussione, anche riminese, sulla direzione in cui va il turismo c’è un tema chiaramente generazionale. L’impressione netta è che un’intera stagione di politici o ex politici, parlamentari o ex parlamentari, consulenti o ex consulenti non sappia né staccarsi né vedere oltre quegli anni Ottanta e Novanta che, per molti di loro, hanno rappresentato l’età dell’oro. Si spiega anche così il tentativo, legittimo seppur gravemente monco, di legare il cambio di modello turistico alla classica leva immobiliare, classica quanto la colpevolezza del maggiordomo in un altrettanto classico romanzo giallo. E’ una generazione che, molto probabilmente, fatica già nell’approccio a sintonizzarsi sui cambiamenti in atto e lo stesso accanimento nei toni sulla visione dei Condhotel (formula che peraltro nasce negli anni Novanta e già oggi mostre le sue crepe in diverse parti del mondo) quale ‘terra promessa di tutto e di più’ ne è palese dimostrazione”.
Fuori sincrono, secondo il sindaco, “il modo in cui alcuni di quella generazione stanno conducendo la discussione sui Condhotel a Rimini. Più che da analisti dei problemi qui siamo dalle parti dei ‘piazzisti di paese’. Con tutto il rispetto per i piazzisti di paese, naturalmente”.
Gnassi ne ha anche per Pizzolante e chiama in soccorso il suo partito democratico, che a Roma governa con Ncd. “Manca un protagonista che, almeno per quanto mi riguarda, attendo come Godot: il PD in tutte le sue articolazioni, nazionali, regionali, locali. Se ho capito bene quello che vuole per il turismo italiano il parlamentare dell’NCD- vendita delle spiagge, sport dell’Italia affidato alla voce di Berlusconi, condo hotel in ogni angolo della costa e dell’entroterra- ancora è troppo flebile la voce del Partito Democratico sullo stesso, nevralgico tema. La legge 106/2014, oltre che una buona legge, è la bussola; dunque cerchiamo tutti di non perderla per timore, timidezza o presunti ‘interessi diffusi’, tutti da dimostrare”.