Rimini | Elezioni, i sindacati: Astensionismo pessimo biglietto da visita per governatore
Sulle elezioni regionali interviene con un intervento su youtube il segretario generale della Cgil di Rimini, Graziano Urbinati. "Le prime dichiarazioni dei politici, vedi il presidente del Consiglio Renzi, si sono limitate a considerare le percentuali dei voti al proprio partito relativamente allo striminzito 38% dei votanti (Rimini 33%). Chiamerei questo comportamento autoreferenzialità o peggio ancora indifferenza nei confronti dei cittadini perché l'importante, evidentemente, è farsi eleggere anche se non si rappresenta quasi nessuno", chiarisce subito Urbinati. "La logica che a governare siano solo le elites può star bene a Matteo Renzi, così come quello di una deriva antidemocratica, che lascia praterie aperte ai fascismi di varia natura, fa comodo a Matteo Salvini".
Secondo Urbinati, "tentare continuamente, come sta facendo il Governo e i suoi emuli, di delegittimare le rappresentanze sociali e le piazze piene delle proteste dei lavoratori e dei pensionati, quelli che pagano il prezzo più alto della crisi, non porre nessun argine alla "questione morale" che dilaga, genera disaffezione nei confronti della politica e delle istituzioni. La politica è responsabile di questo ulteriore strappo alla democrazia del nostro Paese e dovrebbe trarne le debite conseguenze. Ma, se non si interviene con politiche volte a favorire la crescita e nuovo lavoro, anziché togliere diritti ai lavoratori, se non si interviene sul mare magnum della illegalità e sulla condotta immorale di certa politica, si impoverisce ancora di più un pezzo di Paese che è in gran parte quello che oggi non vota più, mettendo in pericolo le stesse libertà conquistate dal dopoguerra ad oggi".
La responsabilità degli eletti all'assemblea regionale, a partire da quelli riminesi (dove il risultato è stato il peggiore della Regione), quindi, saranno quelle di mettere a tema "le crisi aziendali e le infrastrutture (Palace, Fiera, TRC, Aeroporto, Polo del Benessere/Novarese)
entrino da subito nelle agende dei neo-consiglieri regionali riminesi".
Il giorno dopo commenta anche la Uil regionale. "La campagna elettorale senza argomenti si è conclusa e le urne, azzoppate da un astensionismo più che annunciato (degna di nota l’inanità delle dichiarazioni ad andare a votare), hanno decretato il vincitore ufficiale. A Stefano Bonaccini, la Uil Emilia-Romagna augura un buon lavoro che auspichiamo cominci in fretta", sottolineano i vertici bolognesi del sindacato . "Pur con il massimo rispetto dovuto ad ogni voto, quel 37,7% è un biglietto da visita che minerebbe la forza e la credibilità di un qualunque presidente. A maggior ragione per chi si trova ora nella condizione di guidare una Regione come l’Emilia Romagna. Questa astensione è un non voto dal chiaro significato: gli emiliano romagnoli chiedono una classe politica con una migliore etica e una sterzata immediata a politiche che cozzano contro i reali bisogni delle persone".
Dalla Uil, quindi, ribadiscono come "la politica twittata si esaurisce nello spazio dei 140 caratteri. Non costruisce, non progetta e non dà risposta. Come quelle che devono essere date ai 10.597 mila ore di Cig del mese di ottobre in Emilia Romagna. Ore che si concretizzano in 62mila persone la cui vita è appesa a filo dei sempre troppo insufficienti finanziamenti della Cassa integrazione. L’Emilia Romagna è una regione in piena crisi, senza una prospettiva. Occorre dunque che il nuovo presidente si rimbocchi le maniche e cominci al più presto a lavorare. Questo senza farsi avviluppare dall’immancabile e per certi versi prevedibile gioco del ‘tirare la giacca’ nella formazione della nuova Giunta. Giunta che, auspica la Uil Emilia Romagna, sia davvero all’altezza di una situazione per certi versi drammatica".