Rimini | Lavoro, una commissione prefettizia per la pubblica amministrazione
Il prefetto di Rimini, Claudio Palomba, si è impegnato a tener conto delle ricadute delle politiche sul lavoro del Governo sul territorio e ad istituire una commissione per compiere una ricognizione della pubblica amministrazione verificando eventuali carenze di organico e conseguenti mobilità. Una prima riunione è attesa già prima di Natale. Inoltre, aggiungono i sindacati, ha condiviso il fatto che il blocco della contrattazione e del reddito di milioni di pubblici dipendenti oltre che impoverire le persone genera negatività al nostro turismo.
Questa mattina i delegati di Cgil, Cisl e Uil, prima di incontrare il prefetto, hanno messo a tema lo sciopero generale del 12 dicembre: prima di tutto il lavoro e un piano di investimenti concreto per una vera ripresa dell'economia e dell'occupazione.
"Vogliamo un Governo che faccia meno proclami e che sia più pragmatico - ha detto la Segretaria Generale UIL Giuseppina Morolli - che intervenga nei confronti della disoccupazione, del riassetto industriale, del riassetto idrogeologico (visti gli enormi problemi che sta mostrando il nostro Paese); che ascolti le parti sociali e in particolare chi rappresenta quella parte di popolazione su cui continua a gravare tutto il peso della crisi economica".
Il giudizio unanime è che il Governo ha fatto molte promesse ma le condizioni di vita di milioni di lavoratori sono peggiorate, il sistema di tutele è sempre più ridotto e anche il sistema di protezioni sociali è fortemente indebolito.
"Esprimiamo la nostra contrarietà - ha ribadito il Segretario generale della CGIL Graziano Urbinati - al Jobs Act e alla Legge di Stabilità per le ricadute negative che avrà sui lavoratori. Abbiamo proposte alternative, per esempio in materia di fisco e sul modo in cui si possono recuperare risorse per fare investimenti e creare nuovo lavoro che è la vera emergenza del Paese. Siamo contrari a Jobs Act e Legge di Stabilità perchè sono leggi sbagliate ed inefficaci".
"Sono sei anni che questi lavoratori non vedono il rinnovo del loro contratto, hanno perso dai due ai quattromila euro, che sono davvero tanti. Come si fa a pensare che gli 80 euro possano sostituire il contratto dei dipendenti pubblici? E come si fa ad immaginare una riforma senza la partecipazione di chi ci lavora? I Paesi europei che sono già usciti dalla crisi sono quelli che hanno finanziato la ricerca, la scuola, l'università e hanno migliorato la qualità del servizio pubblico. Noi invece siamo all'anno zero delle riforme", è il commento del segretario generale della Cisl Romagna Massimo Fossati sulle ragioni dello sciopero delle categorie del pubblico impiego.