GIORNATA DELL’ECONOMIA. MAGGIOLI: “IL PUBBLICO DEVE 40MILIONI ALLE IMPRESE: RIFORMULARE IL PATTO DI STABILITA’”. I DATI AGGIORNATI
Oggi in occasione della Giornata dell’economia, dalla Camera di commercio sono arrivati alcuni aggiornamenti statistici rispetto ai dati pubblicati col rapporto sull’economia della Provincia nel marzo scorso. I numeri confermano la gravità della crisi: da un lato un credito sempre più ristretto, a febbraio ancora in calo gli impieghi a favore delle imprese (-1,5%); dall’altro il drammatico aumento nel primo trimestre 2012 delle ore di cassa integrazione totale: +38,7%, per un totale di 1,7 milioni di ore. Nel 2011 i crediti che le imprese vantano nei confronti delle pubbliche amministrazioni locali soggette al “patto di stabilità” hanno superato i 40 milioni di euro.
La Giornata dell’economia si è svolta nella cornice del Palazzo del Turismo di Rimini. Hanno partecipato Manlio Maggioli, presidente della Camera di commercio, e Giuseppe Savioli, presidente della Fondazione dei dottori commercialisti ed esperti contabili. Maggioli ha presentato una agenda in otto nodi critici. Scioglierli sarà inderogabile per uscire dalla crisi. “Ciò – ha detto il presidente - che è più urgente in assoluto recuperare, a livello locale, è una comunità di intenti: tra pubblico e privato; tra categorie economiche; tra banche e imprese; tra lavoro e capitale. Non c'è uscita dalla crisi e credibile progetto di sviluppo e crescita economica senza un patto condiviso che parta dalla salvaguardia di quanto la nostra comunità locale ha saputo costruire nei decenni scorsi, sapendo che le sfide che abbiamo davanti ci impongono scelte e alleanze nuove e coraggiose”.
Ad aprire l’agenda inderogabile la questione del credito per le imprese. “E’ necessario ribadire con forza che il rapporto di collaborazione tra banche e impresa è fondamentale per garantire la prosecuzione delle attività economiche e che, pertanto, regole che rendono eccessivamente complessa e selettiva la concessione del credito, rischiano, come di fatto sta accadendo da ormai molti mesi, di soffocare quel sistema economico e produttivo che a parole dicono di voler sostenere”. D'altra parte le imprese hanno problemi anche a riscuotere i crediti che vantano nei confronti delle pubbliche amministrazioni locali soggette al “patto di stabilità”: ammonta a più di 40 milioni di euro il totale dei crediti vantati nel 2011 da imprese locali. “Occorre pertanto riformulare il ‘Patto di Stabilità’ che sta uccidendo le nostre imprese, come non è più accettabile il ritardo dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni”, avanza Maggioli.
Nel primo trimestre 2012 si assiste a un drammatico aumento delle ore di cassa integrazione totale pari al +38,7%, quasi 1,7 milioni di ore autorizzate. Il settore maggiormente interessato è quello manifatturiero. Il tasso di disoccupazione in provincia di Rimini è in aumento nelle previsioni di questo 2012 rispetto all'8% del 2011 e preoccupa soprattutto quello giovanile (dai 15 ai 29 anni) che si aggira sul 12%, anche se più basso della media regionale e nazionale.
Maggioli, a proposito del mercato del lavoro (secondo punto in agenda), si fa portavoce delle preoccupazioni a livello locale circa la riforma Fornero “soprattutto per quanto riguarda la cosiddetta “flessibilità in entrata”. Le associazioni d'impresa temono che l'aggravio dei costi e la stretta rispetto alle attuali forme contrattuali, penalizzino fortemente alcune attività e in particolare le piccole imprese che operano nel settore del turismo, del terziario e dei servizi in genere, oltre che dell'artigianato”.
In agenda al terzo e quarto posto snellimento della burocrazia e legalità. “Lo snellimento burocratico deve procedere di pari passo con la salvaguardia della legalità e di una corretta competizione di mercato, soprattutto nelle procedure di appalto e di gara pubblica”. Sui controlli fiscali Maggioli dice che “elusione ed evasione fiscale sono fenomeni da riprendere duramente: ma occorre fare attenzione a non creare una psicosi da ‘caccia alle streghe’”. Ne ha anche per le imposte, quinto punto in agenda, in particolare per l’imu. “Le associazioni di rappresentanza degli operatori turistici sono fortemente contrarie perché la considerano un aggravio di spesa in grado di scoraggiare i turisti e rendere meno competitive le nostre destinazioni. Ritengono che l'imposizione di tale tassa, insieme all'eventuale incremento dell'IVA, oltre alla già avvenuta reintroduzione dell'IMU, rappresentino un insieme di norme con un forte impatto negativo sul settore. Più in generale, il turismo sente il bisogno di un progetto di rilancio che interessi sia la riqualificazione dell'offerta che la qualità urbana”.
Sesto punto, o meglio nota dolente, le infrastrutture. “Siamo carenti per quanto riguarda tutte le principali via tradizionali di comunicazione: strade, linee aeree e ferroviarie. E lo siamo anche dal punto di vista della diffusione delle nuove vie di comunicazione, quelle cosiddette immateriali: la presenza della banda larga. È necessaria, infine, nell’ottica di una riorganizzazione territoriale, per una perfetta integrazione del Sistema Congressuale Riminese, una gestione comune dei due Palazzi dei Congressi. Altre soluzioni non faranno il bene della nostra economia”. Settimo e ottavo posto in agenda per la sicurezza della balneazione e per la tutela del reddito agricolo.
A Savioli è toccata l’analisi dei bilanci delle società di capitali. “Dall’analisi si evince l’immagine complessiva di un comparto territoriale che, nonostante gli sconquassi creati dalla crisi, ha tenuto ed in cui tutti hanno fatto la loro parte, creando le condizioni per la ripresa: il credito concesso alle imprese non si è incrementato, ma neppure ridotto; gli imprenditori hanno mantenuto i nervi saldi, reinvestendo gli utili e aumentando le dotazioni patrimoniali delle proprie imprese; hanno ristrutturato l’indebitamento senza ridurre gli organici”.
Al termine della mattinata, Marco Zavatta ha ricevuto un premio di laurea erogato dalla Federazione nazionale cavalieri del lavoro consistente in 5mila euro, per la tesi “Destination management. Differenze fra destinazioni di massa e destinazioni d’elite: i casi di Rimini e del Madagascar”.
Aggiornamento dati statistici
Mercato del Lavoro I dati derivanti dalla banca dati SILER (Sistema Informativo Lavoro Emilia-Romagna) ed elaborati dal Centro Studi Politiche del Lavoro e Società Locale della Provincia di Rimini ci mostrano, al 1° trimestre 2012, la seguente situazione in termini di avviati (lavoratori che hanno instaurato almeno un rapporto di lavoro dipendente nel trimestre) e avviamenti (rapporti di lavoro dipendente instaurati nel trimestre): - 17.082 Avviati (erano 14.615 al 1° trimestre 2011) con una variazione percentuale del +16,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Per ciò che riguarda il “genere”, prevale quello femminile, con il 52,4% degli Avviati (+25,3%), su quello maschile (47,6% sul totale, +8,9%), mentre per ciò che concerne la “nazionalità”, prevale quella italiana, con il 70,6% degli Avviati (+13,1%), su quella straniera (29,4% sul totale), anche se è quest’ultima che fa registrare l’incremento percentuale maggiore (+27,1%); - 20.425 Avviamenti (erano 17.686 al 1° trimestre 2011) con una variazione percentuale del +15,5% rispetto al periodo gennaio-marzo 2011. Da sottolineare che ben l’83,5% degli Avviamenti interessa il macrosettore dei “Servizi” (di cui il 37,8% il settore del Turismo, inteso come settore alberghiero e ristorazione), e che, riguardo alla “tipologia di contratto di assunzione”, la stragrande maggioranza degli Avviamenti (il 91,6% degli stessi) avviene con contratto a tempo determinato e altri contratti atipici, e solo una piccola quota (l’8,4%) con contratto a tempo indeterminato. Per ciò che concerne la Cassa Integrazione Guadagni, intesa come Cassa Integrazione Ordinaria e Straordinaria (rappresentanti i due strumenti di intervento previsti dalla legislazione ordinaria), nel 1° trimestre 2012, in provincia di Rimini, si è avuto una riduzione complessiva del numero di ore autorizzate del 7,2% (da 580.993 ore del 1° trimestre 2011 a 539.111 ore del 1° trimestre 2012); diversa la dinamica nei due casi, in quanto ad un aumento della CIG Ordinaria del 33,6% (da 249.535 ore del 1° trimestre 2011 a 333.502 ore del 1° trimestre 2012) si contrappone una diminuzione della CIG Straordinaria del 38,0% (da 331.458 ore del 1° trimestre 2011 a 205.609 ore del 1° trimestre 2012). Notizie non molto confortanti arrivano, invece, dalla cosiddetta Cassa Integrazione in Deroga (espressamente prevista sulla base dell’accordo tra Regione Emilia-Romagna, UPI, ANCI e parti sociali del 18 maggio 2009), dove si riscontra un notevole incremento del numero di ore autorizzate dell’80,6% (da 635.155 ore del 1° trimestre 2011 a 1.147.235 ore del 1° trimestre 2012); ciò può essere dovuto, da un lato, all’incremento delle richieste delle imprese per l’accesso diretto ai trattamenti in deroga, dall’altro alle richieste delle stesse imprese dopo aver esaurito gli interventi previsti dalla legislazione ordinaria. Il forte incremento della CIG in deroga influenza quindi negativamente la Cassa Integrazione Guadagni complessivamente intesa (Ordinaria, Straordinaria e in Deroga); la CIG totale, infatti, passa da 1.216.148 ore autorizzate del 1° trimestre 2011 a 1.686.346 ore autorizzate del 1° trimestre 2012, con una variazione percentuale del +38,7%. Il “settore” che maggiormente ha risentito del ricorso alle tre tipologie di Cassa Integrazione Guadagni, nei primi tre mesi del 2012, è stato quello manifatturiero con quasi 900mila ore autorizzate (in particolar modo l’abbigliamento con oltre 430mila ore e la meccanica con circa 160mila ore) mentre i “settori” che hanno peggiorato, in maniera più netta, la propria situazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente sono stati il commercio (+319,1% ore) e l’edilizia (+105,2% ore); infine, la “tipologia di occupati” maggiormente interessata alla CIG è quella degli operai con oltre 1 milione di ore autorizzate, rispetto a quella degli impiegati (poco più di 620mila ore), anche se quest’ultimi sono quelli che fanno registrare il maggior incremento percentuale (+148,2% ore autorizzate agli impiegati rispetto al +10,3% degli operai). In ultimo, risulta utile analizzare gli indicatori di fonte Istat Forze Lavoro aggiornati al 2011. Il tasso di occupazione in provincia di Rimini si è attestato, nel 2011, al 64,8% (maschile: 75,7%, femminile: 54,2%) in aumento rispetto al 63,9% del 2010; nel confronto regionale e nazionale, il nostro territorio ha valori inferiori a quelli dell’Emilia-Romagna (67,9%) e superiori a quelli dell’Italia (56,9%). Il tasso di occupazione giovanile 15-29 anni è più basso rispetto a quello generale, con una quota che nel 2011 è arrivata al 45,9% (maschile: 52,0%, femminile: 39,7%), in aumento rispetto al 42,2% del 2010; tale quota risulta essere comunque superiore rispetto a quella regionale (42,7%) e nazionale (33,7%). Il tasso di disoccupazione in provincia di Rimini si è attestato, nel 2011, all’8,0% (maschile: 4,9%, femminile: 12,1%) in aumento rispetto al 7,8% del 2010; nel confronto regionale e nazionale, il nostro territorio ha valori superiori a quelli dell’Emilia-Romagna (5,3%) e inferiori a quelli dell’Italia (8,4%). Il tasso di disoccupazione giovanile 15-29 anni è più alto rispetto a quello generale, con una quota che nel 2011 è arrivata all’11,8% (maschile: 7,8%, femminile: 16,7%), in diminuzione rispetto al 18,0% del 2010; tale quota risulta essere comunque inferiore rispetto a quella regionale (13,6%) e nazionale (20,5%).
Credito Il 2011 è stato un anno in cui si sono verificati fatti importanti che hanno reso complesso lo scenario economico e finanziario. Fino al mese di giugno le aziende hanno goduto di un periodo di moderata ripresa o quantomeno di continuità rispetto al 2010 che aveva dato segnali positivi rispetto alla regressione dei fatturati registrati nel 2009. Dalla fine di giugno il mercato finanziario ha mostrato i primi segnali di instabilità. Ciò è confermato dai dati sugli Impieghi bancari, di cui abbiamo l’aggiornamento, da fonte Banca d’Italia, al 29/02/2012; a partire dal 30/06/11 non solo, infatti, sono diminuiti gli Impieghi totali (da 12.768 milioni di euro a giugno 2011 a 12.628 milioni di euro a febbraio 2012, -1,1%) ma, nello specifico, si è avuto un calo degli Impieghi alle Imprese (che rappresentano il 70% degli Impieghi totali), quantificabile in un -1,5% (da 9.024 milioni di euro a giugno 2011 a 8.889 milioni di euro a febbraio 2012). I dati che però confermano la ristrettezza del credito sono relativi ai Finanziamenti bancari; nello specifico alla consistenza dei Finanziamenti per cassa accordati e all’erogazione dei Finanziamenti oltre il breve termine e agevolati, aggiornati all’anno 2011. Riguardo alla consistenza dei Finanziamenti per cassa accordati, in provincia di Rimini, questi ammontano, al 31/12/11, a 12.494 milioni di euro, con una variazione percentuale negativa, rispetto al 31/12/10, del 6,6% e altrettanto negativa, rispetto al 31/12/09, del 7,7%. Le garanzie reali che assistono tali finanziamenti sono, in un primo momento, incrementate, passando dai 5.781 milioni di euro al 31/12/09 ai 5.999 milioni di euro al 31/12/10 (+3,8%) e, nell’ultimo anno, anch’esse diminuite, arrivando a 5.770 milioni di euro del 31/12/11 (-3,8% sul 2010); il dato significativo è, però, la percentuale delle garanzie richieste sul totale dei finanziamenti accordati, che negli ultimi anni è andata costantemente in crescendo (42,7% nel 2009, 44,8% nel 2010, 46,2% nel 2011). Per ciò che riguarda, poi, l’erogazione dei Finanziamenti oltre il breve termine, in provincia di Rimini, tra il 01/01/11 e il 31/12/11 sono stati erogati 2.288 milioni di euro, di cui la quasi totalità (2.275 milioni, 99,4% sul tot.) a tasso non agevolato. Nel confronto con lo stesso periodo del 2010, si assiste ad una netta diminuzione di tali finanziamenti del 20,0% (a differenza dell’incremento del 4,6% che si era riscontrato nel 2010 rispetto al 2009). Anche per ciò che concerne, inoltre, l’erogazione dei finanziamenti agevolati la situazione, in provincia di Rimini, non è confortante: 12 milioni di euro di finanziamenti erogati nel 2011, con una variazione percentuale del -55,6% sul 2010 e del -69,2% sul 2009. Alla riduzione del credito concesso da parte delle banche, si aggiungono, per contro, i dati sulle Sofferenze bancarie che spiegano la difficoltà della clientela (imprese e non) nel restituire il finanziamento avuto dalle medesime banche; i dati dicono che, in provincia di Rimini, al 31/12/11, le Sofferenze ammontano a 745 milioni di euro, con un incremento annuale del 36,2% e biennale dell’80,4%. In questo complesso scenario l’intervento dei Consorzi Fidi è stato molto importante per le imprese, anche se contraddistinto da crescenti difficoltà; il loro compito è quello di agevolare l’ottenimento del credito da parte del sistema bancario e attenuare la rischiosità dell’operazione di finanziamento attraverso il rilascio di garanzie a costi accessibili. Purtroppo la “stretta” del credito, nel 2011, ha in parte “soffocato” lo sforzo dei Confidi, i quali, pur deliberando e garantendo diverse somme, si sono dovuti successivamente scontrare con la mancata erogazione, da parte sistema bancario locale, di parte dei finanziamenti garantiti dai Confidi medesimi; ciò sta oggi creando un clima di sfiducia nelle imprese del territorio, molte delle quali rinunciano alle richieste di finanziamento pensando che comunque non riusciranno ad ottenere il credito richiesto. In questa fase di difficoltà, e in attesa che l’economia riparta col piede giusto, risulta quindi fondamentale ricreare un clima di fiducia tra imprese e banche, con i Consorzi Fidi che possono rappresentare un utile strumento di intermediazione.
Import-Export Al 31/12/11, in provincia di Rimini, l’Import ammonta a 677.374.610 € mentre l’Export fa segnare 1.842.854.946 €: il saldo della bilancia commerciale risulta essere quindi ampiamente positivo facendo registrare nel periodo considerato un +1.165.480.336 €. Il 91,8% delle importazioni ed il 99,0% delle esportazioni riguarda il settore di attività Prodotti delle attività manifatturiere. I sottosettori principali, in termini di import, sono rappresentati dai Prodotti tessili e dell’abbigliamento (23,1% del totale import), Prodotti alimentari, bevande e tabacco (20,3%) e Macchinari ed apparecchi (7,7%), mentre, in termini di export, sono costituiti dai Prodotti tessili e dell’abbigliamento (37,0% del totale export), Macchinari ed apparecchi (20,3%) e Mezzi di Trasporto (16,2%). Per ciò che concerne il principale mercato di approvvigionamento e di sbocco, questo è costituito dall’area geografica dell’Europa (con il 63,4% di quota import e 69,9% di quota export), al cui interno si contraddistinguono i Paesi dell’Unione Europea, i quali assorbono oltre la metà delle importazioni e delle esportazioni (per l’esattezza, il 55,6% delle importazioni totali e il 52,0% delle esportazioni totali); seguono l’Asia, come secondo mercato di approvvigionamento (30,9% sul totale), e l’America, come secondo mercato di sbocco (13,7%). In termini di confronto temporale con il 31/12/10, al 31/12/11 sia l’import che l’export fanno segnare un buon incremento, rispettivamente dell’10,0% (da 615.898.165 euro del 2010 a 677.374.610 euro del 2011) e del 22,2% (da 1.508.660.111 euro del 2010 a 1.842.854.946 euro del 2011), continuando il trend positivo riscontrato nel 2010.
Attività Economiche In provincia di Rimini le imprese totali attive iscritte al Registro Imprese, al 31/03/12, sono risultate essere 35.724, contro le 35.516 dello stesso periodo dell’anno precedente, con un incremento dello 0,6%. Il settore con il maggior numero d’imprese è il Commercio con 9.303 imprese (26,0% sul totale); seguono il settore delle Costruzioni con 5.686 imprese (15,9% sul totale), le Attività dei servizi di alloggio e ristorazione con 4.604 imprese (12,9%), le Attività immobiliari con 3.178 imprese (8,9%), l’Agricoltura, silvicoltura e pesca con 2.934 imprese (8,2%) e l’Industria manifatturiera con 2.795 imprese (7,8%). A livello di forma giuridica, prevalgono nettamente le imprese individuali con 19.811 unità (55,5% sul totale, -0,1% rispetto al 31 marzo 2011) a cui fanno seguito le società di persone con 9.488 unità (26,6% sul totale, +0,7%) e le società di capitale con 5.760 (16,1%), le quali rappresentano la forma giuridica che, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ha fatto registrare il maggiore incremento percentuale (+2,8%). Interessante è anche l’analisi dell’Artigianato, che costituisce non un settore di attività economica bensì una modalità di gestione dell’impresa, che in provincia di Rimini è molto rappresentativo. Le imprese artigiane attive iscritte al Registro Imprese, al 31/03/12, sono risultate essere 10.631, contro le 10.553 dello stesso periodo dell’anno precedente, con una variazione percentuale del +0,7%; dette imprese artigiane costituiscono il 29,8% delle imprese totali attive (10.631 su 35.724). Il settore economico con il maggior numero d’imprese artigiane è quello delle Costruzioni con 4.622 imprese (43,5% sul totale delle imprese artigiane), seguito dal settore dell’Industria manifatturiera con 2.076 imprese (19,5%), mentre la forma giuridica nettamente più diffusa è costituita dall’impresa individuale con 7.731 unità (72,7% sul totale artigiano).
Congiuntura manifatturiera Il settore manifatturiero in provincia di Rimini ha manifestato, nell’anno 2011 rispetto all’anno 2010, una diminuzione della produzione dello 0,2% e un aumento sia del fatturato dello 0,1% sia degli ordinativi dello 0,3%; tale valori risultano essere inferiori a quelli fatti registrare in Emilia-Romagna (produzione: +1,9%, fatturato: +1,9%, ordinativi: +1,4%) e in Italia (produzione: +1,4%, fatturato: +2,6%, ordinativi: +1,2%). Riguardo alle dinamiche temporali delle tre variabili congiunturali analizzate, occorre dire che, in provincia di Rimini, gli incrementi si sono registrati, rispetto agli stessi periodi dell’anno precedente, nel 1° e 4° trimestre 2011 (eccetto gli “ordinativi” che fanno ancora registrare nel 4° trimestre un -3,2%) mentre si sono avute flessioni, sempre rispetto ai rispettivi trimestri del 2010, sia nel 2° che nel 3° trimestre 2011. Scenari Previsionali al 2014 E’ utile menzionare che il quadro complessivo delle tendenze del sistema economico provinciale deriva dallo studio effettuato da Unioncamere Naz.le e Prometeia – Scenari di sviluppo delle economie locali italiane. Gli scenari previsionali, aggiornati ad Aprile 2012, riguardano principalmente le dinamiche del valore aggiunto, del commercio con l’estero e del mercato del lavoro e contengono analisi fino al 2014.
In sintesi: - Per ciò che riguarda il valore aggiunto (a valori reali), in provincia di Rimini nel 2012 ci sarà un tasso di decrescita pari al 2,2%, in sintonia con i tassi negativi dell’Emilia-Romagna (-1,3%) e Italia (-1,5%); nel biennio 2013-2014 si assisterà, invece, ad un tasso di crescita medio annua pari a 0,9%, analogamente a ciò che avverrà a livello regionale e nazionale, con quest’ultimi due ambiti territoriali che però registreranno tassi di crescita superiori (rispettivamente del +1,7% e +1,1%). - Per ciò che concerne l’export (a valori reali), in provincia di Rimini nel 2012 si registrerà un decremento percentuale del 2,9%, a differenza degli incrementi che si avranno in Emilia-Romagna (+2,9%) e Italia (+2,8%); nel biennio 2013-2014 avremo, al contrario, un incremento percentuale medio annuo dell’1,8%, che sarà però inferiore rispetto al trend regionale (+4,3%) e nazionale (+4,1%). La propensione all’export (export/valore aggiunto x 100) provinciale nel 2012 rimarrà sostanzialmente stabile rispetto al 2011 (da 22,3% nel 2011 a 22,2% nel 2012) per poi crescere lievemente, arrivando al 22,6% nel 2014; l’aumento sarà comunque decisamente inferiore rispetto a quello che si avrà sia in Emilia-Romagna (da 37,7% nel 2011, a 39,3% nel 2012, arrivando a 41,3% nel 2014) che in Italia (da 25,9% nel 2011, a 27,0% nel 2012, giungendo a 28,6% nel 2014), ambiti nei quali si avranno aumenti dell’indicatore già a partire dall’anno in corso. - Infine, nel mercato del lavoro riminese si evidenzierà, nel 2012, una decrescita delle unità di lavoro, quantificabile in un -0,8%, in linea con quella che si registrerà anche in ambito regionale (-0,9%) e nazionale (-1,0%), proseguendo tale trend negativo, anche se con tassi medio annui più contenuti, anche nel biennio 2013-2014, con un -0,5%, in controtendenza rispetto alla crescita regionale (+0,4%) e nazionale (+0,2%). Nel 2012, inoltre, ci si attende, in provincia di Rimini, un tasso di disoccupazione (persone in cerca di occupazione/forze lavoro x 100) pari all’8,3% (in aumento rispetto all’8,0% del 2011), valore superiore a quello che ci si aspetta per quest’anno in Emilia-Romagna (5,6%, in aumento rispetto al 5,3% del 2011) e inferiore a quello che si avrà, sempre per quest’anno, in Italia (9,0%, in aumento rispetto all’8,4% del 2011). La situazione pare destinata comunque a migliorare nel biennio successivo, quando il tasso di disoccupazione, in provincia, calerà nettamente, attestandosi al 7,0% nel 2014, in linea con ciò che avverrà a livello regionale e nazionale, dove saranno presenti, peraltro, diminuzioni più contenute rispetto alla stessa dinamica provinciale (da 5,6% nel 2012 a 4,8% nel 2014 in Emilia-Romagna, da 9,0% nel 2012 a 8,6% nel 2014 in Italia). Dal quadro previsionale appena delineato si evince come l’economia della provincia di Rimini, nel 2012, verterà ancora in una situazione di relativa difficoltà, dato che gli indicatori analizzati presentano tassi di crescita negativi. La situazione economica migliorerà nettamente, invece, nel biennio 2013-2014 quando i suddetti indicatori (eccetto le unità di lavoro) saranno in crescita; nota di merito, in particolare, per il tasso di disoccupazione che dovrebbe raggiungere, a fine periodo, valori più bassi da quando è iniziata la crisi nel 2009.
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