Rimini | Associazione a delinquere per Aeradria, Gnassi: Accusa inaccettabile e umiliante
Fallimento Aeradria, il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi ha ricevuto la notifica del sequestro di beni per quasi 750mila euro questa mattina, prima di partire per Roma, dove lo attendeva “un importante incontro su canoni pertinenziali e beni demaniali”, spiega lui stesso. “Nell’atto, insieme al mio, ci sono - precisa Gnassi - i nomi di altri 33 indagati tra amministratori societari, ex sindaci e sindaci in carica, privati, presidenti e ex presidenti di associazioni di categoria, ex presidenti di Provincia, cittadini”.
Lo stato d’animo del primo cittadino coinvolto nell’inchiesta della Procura di Rimini sul fallimento di Aeradria, con l’accusa (tra le altre) di ‘associazione a delinquere’ “è quello di chi si sente a posto con la propria coscienza, avendo sempre e costantemente agito con atti e iniziative alla luce del sole per tutelare e salvaguardare un’infrastruttura strategica per il nostro territorio come l’aeroporto. E non muta il mio giudizio”. Il sindaco Gnassi trova “l’accusa di appartenere a una ‘associazione a delinquere’ così totalmente infondata, financo abnorme, da apparire inaccettabile e umiliante allo stesso tempo. Credo di non apparire eccessivo se dico che ‘leggere’ alla stregua di una cupola criminale (addirittura pensata nel 1999 e architettata propulsivamente da ‘registi’ istituzionali nel 2005), un rapporto di governance pubblico/privata lineare per sostenere l’aeroporto di Rimini (va detto, al pari di molte altre realtà nazionali e europee) sia qualcosa di più simile a un teorema che a un atto di accusa”. Dell'argomento InterVista si era già occupata, non molto tempo fa.
Associazione a delinquere, rimarca il sindaco, “con una gestazione ed esecuzione lunga quasi 15 anni per sostenere e rilanciare una infrastruttura pubblica fondamentale per l’economia del territorio, decine di persone diverse coinvolte tra cui 4 sindaci in carica, nessuno che ci abbia guadagnato un euro: sono queste e molte altre le cose che lasciano perplessi, pur rispettando il difficile compito degli investigatori. Ai quali, se mi si permette, andrebbe fatto semmai un appunto sul metodo di interpretare leggi e garanzie, preferendo da due anni a questa parte (due anni in cui, nonostante lo screditamento continuo, non sono mai stato sentito da alcuno sui fatti in questione) il lampo mediatico ad annunciare il tuono agli interessati”.
Gnassi fa sapere di aver già consegnato al suo "legale di fiducia il decreto per la sua analisi e per la richiesta di riesame ai giudici del Tribunale".