Rimini | Consiglio comunale, odg rinviato: la minoranza abbandona l’aula
Ieri la minoranza in consiglio comunale a Rimini ha abbandonato l’aula, mentre l’assessore Gian Luca Brasini si apprestava alla presentazione del bilancio preventivo del 2015. Pochi attimi prima era successo un fatto che le opposizioni non hanno digerito. Il rinvio dell’ordine del giorno sul Servizio idrico integrato.
Dopo l’ora dedicata alle interrogazioni, il consigliere di Rifondazione comunista Savio Galvani chiede che l’ordine del giorno, proposto da Fabio Pazzaglia (FareComune) e sottoscritto dallo stesso Galvani, sia trattato nella seduta successiva del consiglio. Lo scopo, spiega, sarebbe quello di dare maggiore spazio al tema. Pazzaglia e altri consiglieri della minoranza, soprattutto dai banchi dei 5Stelle, insorgono, ma il presidente del consiglio Vincenzo Gallo mette ai voti e la maggioranza ottiene il rinvio.
La minoranza esprime quindi la sua volontà di abbandonare l’aula, additando il presidente Gallo di aver abusato dei suoi poteri, e lascia i banchi. Di conseguenza Gioenzo Renzi di FdI chiede il rinvio anche della presentazione del bilancio. La maggioranza boccia. Brasini inizia a raccontare di spese e di entrate, di tasse e di crisi, di opere e di servizi, ma ogni volta che si gira a destra può vedere solo banchi vuoti.
Il rinvio ha permesso alla maggioranza di prendere tempo, così che la sinistra possa presentare un odg con il quale strappare al Pd un impegno in favore dei valori referendari.
L’affidamento a Hera del servizio è scaduto da due anni, e la società gestisce in proroga. I Comuni riminesi stanno andando verso l’indizione di un bando europeo per il servizio, ma la sinistra ‘di sinistra’, che nel 2011 si è impegnata nel referendum per l’acqua pubblica (vincendolo), non gradisce e sta propugnando l’ipotesi della creazione di una società in house (la legge che ne prevedeva lo smantellamento, infatti, non sembra più in vigore). Savio Galvani e l’assessore Sara Visintin, tutti e due di Rifondazione, hanno preso sul tema una posizione in forte contrasto con quella della giunta, arrivando quasi a sfiorare la crisi di maggioranza. La situazione è quindi delicata. Ma sembra che né Visintin, né Galvani, alla fine lasceranno i seggi conquistati anche grazie alla campagna referendaria.