Rimini | Esondazione Mavone, Renzi: Indaghi la procura
“Poiché a due settimane dalla alluvione, non vengono fuori le responsabilità, non mi resta che rivolgermi alla Procura della Repubblica, per l’accertamento dei responsabili, e perché è ora che ‘chi sbaglia, paghi’”. Determinato ad arrivare in fondo alle cause della tracimazione in diversi punti del torrente Mavone al Borgo dei ciliegi di Vergiano, il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Gioenzo Renzi, intende rompere “le reticenze delle autorità, Comune, Provincia, Consorzio di bonifica”. Sotto la lente “l’argine sinistro nel tratto di 300 metri a valle di Casale di Sant’Ermete con le acque che hanno allagato i terreni agricoli, la Strada Marecchiese”.
Le autorità, spiega Renzi, “scaricano la colpa sui fossi e canali di scolo insufficienti ed inefficienti, tombinati con sezioni ridotte, interrati, ostruiti dalla vegetazione per la mancata manutenzione da anni, quando erano loro stessi che dovevano vigilare sul rispetto delle regole ed effettuare interventi di prevenzione e messa in sicurezza su un territorio,di cui era ben noto il rischio idraulico”.
Le autorità, quindi, secondo Renzi, “non vogliono riconoscere che la causa principale degli allagamenti, come ho già detto la settimana scorsa nell’assemblea pubblica di Spadarolo e in Consiglio comunale, è stata la tracimazione del Mavone, dove il profilo dell’argine è stato addirittura “arato” fino al ciglio della sponda del torrente, con la mancata osservanza della fascia di rispetto dei 5 metri, “rasato” e “ribassato” rispetto all’altezza di sicurezza”.
Renzi conclude ricordando che “sulla richiesta dei “rimborsi danni” dovuti a fronte delle negligenze, non si può pensare di “farla franca” come con la mancata risposta dell’Assessore Visentin in Consiglio Comunale o dietro le battutine del neo Presidente della Regione Bonaccini che “ha invitato i privati a non farsi troppe illusioni, ma chiedere non costa nulla”.