Rimini | Aeroporto, Uil: Perché Enac non autorizza la società che ha vinto il bando?
“Metteremo in campo tutte le azioni possibili, faremo tutto ciò che è in nostro possesso per porre la parola fine a questa ennesima presa in giro”, la Uil di Rimini chiede chiarezza attorno agli ultimi ritardi nella riapertura dell’aeroporto di Rimini, tra certificazioni Enac ancora mancanti e i contratti con le compagnie aeree che Airiminum fa fatica a chiudere.
“Noi - spiegano il segretario provinciale del sindacato, Giuseppina Morolli, e il segretario Uiltrasporti Rimini, Saverio Messina - siamo indignati da quello che sta succedendo intorno alla questione aeroporto. Rimaniamo alquanto perplessi dall’assoluto silenzio e immobilismo di tutti. Nessuno è interessato al futuro di questa importante infrastruttura? A che serve avere la Fiera, due (anzi tre) Palacongressi, considerarsi la porta d'accesso dell’Adriatico e mettere in discussione l'esistenza dell’aeroporto? A che serve avere buttato 52 milioni di euro (all’incirca il buco prodotto da Aeradria, ndr), tasse di noi tutti cittadini? A cosa serve dire che vogliamo essere un territorio attraente, quando non siamo in grado nemmeno di agire ed intervenire per mettere la parola fine a questa ennesima bufala? Si cari cittadini quella dell’aeroporto è veramente una tragicomica”.
Secondo la Uil, “oggi occorre avere coraggio, occorre che qualcuno ci dica quello che sta succedendo: le istituzioni, il prefetto che tanto si è prodigato. Ora ci poniamo degli interrogativi che vogliamo esternare: perché l’Enac non autorizza la società che si è aggiudicata per trent'anni la gestione dell'aeroporto ad aprire, se aveva tutte le carte in regola per aver vinto la gara perché oggi sta succedendo tutto questo? I nostri parlamentari locali si sono addormentati? I nostri rappresentanti in Regione cosa stanno facendo? Le nostre categorie economiche come mai stanno in silenzio? Il presidente della Camera di commercio non ha nulla da dire? Mi dispiace la Uil non è più disponibile in questo territorio a stare in silenzio, occorre dare la sveglia a chi per troppo tempo in questo territorio è stato e continua ad essere silente”.