Rimini | Trasformazione Am, assemblea nella prima metà di aprile
Dopo essere passata al vaglio dei 26 soci (i Comuni della provincia e la Provincia) torna al mittente, ovvero il Comune di Rimini, la delibera che dispone la trasformazione di Agenzia mobilità in srl e la sua successiva fusione nella futura Agenzia romagnola a guida ravennate. Ieri in commissione consiliare sono state approvate alcune modifiche agli statuti di Amr e Pmr, i due soggetti in cui sarà scissa Am per permetterle di entrare nell’Agenzia romagnola senza portare in dote i guai, soprattuto quelli economici, del Trc. L’assemblea dei soci di Am che dovrà valutare definitivamente la delibera, slittata qualche settimana fa, è prevista ora entro la metà di aprile (si legge nella delibera).
“Nel percorso che ha portato la delibera in tutti i consigli comunali - spiega l’assessore alle partecipate del Comune di Rimini, Gian Luca Brasini - sono state presentate delle richieste di emendamenti. Alcuni sono stati ritenuti accoglibili. Soprattutto quelli presentati dai Comuni più piccoli che hanno chiesto una definizione più precisa dei costi di Pmr preoccupati dal fatto che la società erediterà gli asset di Am e dunque anche il Trc”. La richiesta molto esplicita da parte dei Comuni, pur approvando la delibera, è quella di rimanere fuori dai costi del filobus di costa. Ma c’è anche la richiesta più generale di definire a 360 gradi chi pagherà da qui in avanti cosa e quanto. Anche perché “il disavanzo in una società che si occupa di trasporto pubblico locale è endemico (cioè inevitabile, ndr)”, ci tiene a ricordare l’assessore Brasini.
Le modifiche agli statuti, spiegate nel dettaglio da Mattia Maracci di Rimini Holding, riguardano la ripartizione dei contributi consortili (articolo 9), con ripercussioni anche sulla redazione dei bilanci (articoli 22 e 23). Si introduce inoltre la necessità del quorum per la validità delle sole assemblee con a tema il Trc e quindi per l’approvazione di ogni delibera che riguardi l’opera: sarà sempre necessaria la maggioranza, 14 soci su 26 (per l’approvazione delle altre delibere dovrà esserci il voto favorevole di soci pari al 90% del capitale sociale).
“La perdita prevista per il funzionamento - spiega Maracci - data dalla differenza tra ricavi e costi sarà ripianata da tutti i soci in proporzione alle quote di partecipazione, mentre la perdita prevista data dal costo dell’affidamento di tutti i servizi di trasporto pubblico sarà ripartita tra i soci in proporzione ai chilometri di servizio”. Nella prima stesura si parlava di un 20% della perdita da colmare in proporzione alle quote di capitale e di un 80% in proporzione ai chilometri di servizio. Ma ci sono modifiche più sostanziali in merito ai contributi consortili se si parla di Trc o altri investimenti.
“Per quanto riguarda i costi del Trc - spiega Maracci - vale l’Accordo di programma del 2008 che di fatto esclude tutti i Comuni che ne sono fuori. In pratica, saranno i Comuni di Rimini e Riccione ad accollarsi le spese dal momento che al 30esimo anno riceveranno in ‘regalo’ da Am il bene”. Nel caso, aggiunge il presidente di Am Roberta Frisoni sollecitata da una domanda del consigliere 5Stelle Gianluca Tamburini, si dovesse mai mettere mano alle altre due tratte del Trc, quella dalla stazione di Rimini alla Fiera di Viserba e quella dalla stazione di Riccione fino a Cattolica, “esistono delle disposizioni delineate in precedenza, ma comunque si dovrebbe andare a definire accordi specifici”.
Quindi tolto di mezzo il Trc resta da capire come verranno coperti i disavanzi da investimenti. “Per gli investimenti in rete (ovviamente Trc escluso) e per la manutenzione di opere utili alla rete tutti i soci parteciperanno in proporzione alla quota capitale. Per gli investimenti a fruizione esclusivamente territoriale e per la manutenzione di opere a fruizione territoriale dovranno essere i soci fruitori a farsene carico in proporzione al grado di fruizione”, spiega Maracci. “Sarà l’assemblea dei soci a stabilire se un bene è in rete o meno”, aggiunge Brasini.
La delibera in questione è passata in consiglio comunale a Rimini il 18 dicembre scorso (nell’ambito di una assemblea burrascosa), ma più o meno una settimana dopo è stata approvata la legge di stabilità che richiede, in fatto di partecipate, la riduzione del numero ad ogni ente oppure la riduzione dei costi. Su questo chiede chiarimenti Gioenzo Renzi. “Leggo che si predeve tra il 2015 e il 2016 un disavanzo da Pmr di 920mila euro e di 423mila da Amr. Avete pensato a come far fronte alla situazione anche alla luce delle legge di stabilità che vi chiede di ridurre i costi delle partecipate entro il 31 marzo?”. La risposta di Brasini: “Lo studio Ferreti ci prospetta un perdita per Am nello stesso periodo di 1,4 milioni mentre con la scissione noi prevediamo di risparmiare 100mila euro”.
Prende parte al dibattito anche il consigliere 5Stelle Carla Franchini per chiedere che nella delibera, attesa adesso in consiglio comunale, siano inseriti i dettagli delle perdite del Trc che graveranno sui Comuni di Rimini e Riccione. Chiosa finale del presidente della prima commissione Nicola Marcello (Ncd): “Mesi fa siamo stati tacciati di strumentalità perché abbiamo richiesto più commissioni per comprendere al meglio questo che è un passaggio molto delicato. Oggi, di fronte alle modifiche che è stato necessario introcurre, capiamo che forse fu la maggioranza ad essere troppo frettolosa in dicembre”.
Vale la pena ricordare che i Comuni di Coriano, Montefiore, Riccione e Bellaria la delibera l’hanno bocciata in toto, senza ipotizzare emendamenti.