STIPENDI DIRIGENTI HERA: LA LETTERA DEI SINDACI ROMAGNOLI E LE REAZIONI DI LOMBARDI, VITALI, FAVIA
I sindaci di Cesena, Forlì, Rimini scrivono a Hera per chiedere di abbassare i compensi dei manager. Dalla relazione sulle remunerazioni dei dirigenti pubblicata sul sito del gruppo risulta che il presidente Tomaso Tommasi prende 350mila euro di compenso fisso più 117mila600 per oneri speciali. Il vice presidente Giorgio Razzoli prende in totale 111mila 275 euro. L’amministratore delegato Maurizio Chiarini prende 353mila 110 euro di compensi fissi e 119mila 361euro.
Le reazioni politiche alla mossa dei sindaci romagnoli non si sono fatte attendere.
“Va combattuta l’idea che si esce dalla crisi rendendo tutti un po’ più poveri e tassando tutti un po’ di più”, è il pensiero di Marco Lombardi (Pdl), “perché invece dalla crisi si esce se aumentiamo la ricchezza per tutti riducendo la pressione fiscale ed eliminiamo gli sprechi della macchina pubblica”. Secondo Lombardi varrebbe la pena, per Rimini, valutare “concretamente la possibilità di uscire dalla compagine azionaria di Hera”, come anche invita anche la legge n.27 del 2012 del Governo Monti, imponendo agli enti pubblici di vendere le proprie azioni nelle multiutility quotate in borsa, una parte entro il 2013 ed una parte entro il 2015. “Vista la necessità di un moderno aeroporto per la nostra economia turistica e preso atto delle difficoltà per far fronte al finanziamento delle importanti opere strutturali che Aeradria ha dovuto fare, il Comune capoluogo non potrebbe vendere le azioni di Hera anticipando le direttive del Governo, e investire parte di questa liquidità in Aeradria ridimensionando o magari escludendo la Provincia dalla compagine sociale?”, si domanda Lombardi.
Entusiasta della lettera di Andrea Gnassi, Paolo Lucchi e Roberto Balzani è Stefano Vitali (Pd), presidente della Provincia di Rimini. “Credo – dice Vitali – serva sempre avere presente come Hera, al di là della quotazione in Borsa, sia società prima di tutto legata ai territori e ai suoi cittadini, delegata a gestire servizi primari dagli stessi territori e cittadini che per questo contribuiscono mensilmente a retribuire il lavoro svolto. In una fase in cui i Comuni soci stanno perseguendo azioni consistenti di riduzione in ogni ambito amministrativo, partecipate comprese, anche sulla questione degli stipendi del management sia più opportuno allinearsi alle indennità percepite da dirigenti di un Ente pubblico territoriale piuttosto che da top manager privati”.
I sindaci firmatari della missiva dovrebbero aver partecipato assieme ad altri all’assemblea degli azionisti dove si è votato in favore del mantenimento degli stipendi. Come hanno votato? “Ma come ha votato Andrea Gnassi sindaco di Rimini? Come ha votato Fabrizio Matteucci di Ravenna? Come ha votato il Sindaco di Forlì Roberto Balzani? E Tagliani (Ferrara), Lucchi (Cesena)? Sono tutte domande lecite, e non è accettabile che i cittadini, indiretti soci di Hera, non possano avere accesso al verbale della riunione per sapere come hanno votato le persone che, teoricamente, dovrebbero rappresentarle. Infatti stranamente la relazione della votazione è sparita dal sito di Hera...”, si chiede il Movimento 5 stelle. Il consigliere regionale grillino Giovanni Favia, ha lanciato su Facebook un invito ai cittadini: “Chiedete via mail al vostro sindaco cosa ha votato all’assemblea degli azionisti”.
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