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11 05 2015 | Rimini | Asl Romagna, i sindacati approvano l’atto aziendale

Lunedì, 11 Maggio 2015

tortora-scuroRimini | Asl Romagna, i sindacati approvano l’atto aziendale

 

“Sono state apportate importanti modifiche ed integrazioni richieste da Cgil, Cisl e Uil”. E’ questo l’imprimatur dei sindacati sull’atto aziendale della Asl romagnola, un documento che “conferma una visione comune sulle modalità organizzative della nuova azienda, utili per applicare i principi condivisi relativi al nuovo ruolo di Distretti, Ospedali e Rete Oncologica”. Il testo a cui i fa riferimento è quello approvato dal nuovo direttore generale, Marcello Tonini, il 2 aprile. “Ora - chiosano i sindacati - concluso il confronto, l’assetto organizzativo dell’Azienda dovrà iniziare a concretizzarsi in coerenza con i principi convenuti e con il contributo e il sostegno della Regione che ha fortemente voluto costituire un’Azienda che per complessità di rapporti istituzionali e dimensione territoriale è unica nel nostro paese, anche in assenza di policlinici universitari”.


Nel documento, spiegano Cgil, Cisl e Uil, “viene previsto per i Distretti un nuovo e più incisivo ruolo nella risposta di salute ai bisogni dei cittadini (l’assistenza territoriale dovrà progressivamente prepararsi a integrare maggiormente l’assistenza ospedaliera e a sostituirla ogni qual volta il ricovero non abbia valore aggiunto per le condizioni di salute della persona) e sono state poste le basi per la costruzione di un sistema orientato da un lato sull’integrazione tra i servizi ospedalieri, dall’altro sull’integrazione della rete ospedaliera con la rete dei servizi territoriali”.


L’Atto aziendale, inoltre, “ribadisce che il “reticolo” è il principio fondante del nuovo modello organizzativo e che i Presidi Ospedalieri dovranno essere visti come un unico Ospedale a rete. In questa impostazione le prestazioni sanitarie del reticolo ospedaliero rappresentano il punto fondamentale d’intervento della fase acuta, mentre il Distretto, inteso in questo caso come il luogo dove si garantisce tutta l’Assistenza Primaria (Case della Salute, gestione della cronicità, Sanità Pubblica, Salute Mentale e Dipendente Patologiche, specialistica ambulatoriale) deve essere il punto nodale della presa in carico del paziente che deve trovare nel territorio il primo e fondamentale elemento di risposta al bisogno di salute e la continuità assistenziale che spesso latita dopo le dimissioni dall’ospedale”.


Nel Distretto il cittadino potrà accedere “ad un’assistenza primaria qualificata, capillare quanto più possibile diffusa ed erogata con continuità. Per questo si prevede altresì una particolare attenzione nel potenziamento delle attività amministrative e di accoglienza a diretto contatto con i cittadini nonché delle strutture di erogazione dei servizi e per il controllo della spesa, che non può rappresentare un’ attività oggi direttamente gestita da professionisti sanitari, a cui vanno richieste invece diagnosi, cure ed assistenza alla persona”.


Altro punto per i sindacati è l’introduzione dei “concetti organizzativi di policentricità e di ambiti territoriali: il primo consono al territorio della Romagna, dove la distribuzione delle popolazione non permette di individuare un centro e una periferia e il secondo transitorio, per accompagnare, attraverso una fase intermedia, lo sviluppo di un nuovo modello organizzativo attento alla necessità dei servizi da garantire nella massima prossimità possibile della residenza dei cittadini”.


Recepito anche il concetto di autosufficienza a livello romagnolo con lo sviluppo di “prestazioni oggi non garantite direttamente sul territorio da strutture pubbliche, evitando, come succede oggi, che i cittadini debbano ricercare risposte in altri contesti regionali o extraregionali”.


La gestione della Asl sarà, infine, partecipata “e si prevede che gli atti e i regolamenti successivi ai quali si fa riferimento nel presente atto aziendale saranno oggetto di confronto con le organizzazioni sindacali”.


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