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12 05 2015 | Rimini | Am, sì dei soci alla srl

Martedì, 12 Maggio 2015

tortora-scuroRimini | Am, sì dei soci alla srl

 

Oggi l’assemblea dei soci di Agenzia mobilità ha approvato a maggioranza (contrari i Comuni di Riccione, Bellaria e Montefiore Conca) la trasformazione dell’Agenzia in società consortile a responsabilità limitata. Rinviata per mancanza di competenza la votazione dei nuovi regolamenti del futuro organismo.
Il sindaco di Riccione, Renata Tosi, ha contestato l’approvazione perché basata su uno statuto “non adeguatamente depositato” presso la sede sociale. “Lo Statuto del nascente consorzio Amr sul quale i Comuni soci devono esprimere il proprio assenso, attraverso i propri consigli comunali, deve essere depositato formalmente presso la società nei termini previsti dalla legge”, ha ribadito Tosi. 
“Una prassi”, ha dichiarato il sindaco di Riccione, “che espone i sindaci, che oggi hanno invece votato la trasformazione secondo uno Statuto fatto circolare dal comune di Rimini, senza che questo, nonostante alcune alchimie protocollari, sia stato legittimamente depositato nei termini previsti per legge, ad una serie di probabili responsabilità personali. A nessuno infatti è sfuggito che si è approvata un’operazione di trasformazione e una successiva operazione di scissione e aggregazione che, senza nessuna perizia di valutazione terza, dispone già un debito strutturale di oltre 1 milione di euro l’anno, a cui ogni Comune, per la propria parte, dovrà far fronte. E non basta rilevare anche che nessun Comune tra tutti coloro che oggi l’hanno approvato ha provveduto ad inserire nel proprio Bilancio di previsione una voce a copertura di questo impegno. Il che lascia credere che, al di là della legittimità dell’approvazione, su cui intendo procedere legalmente, resta aperto per tutti loro il rischio che si fa certezza di dover contabilizzare a breve tale importo tra i debiti fuori bilancio”. “Ancora una volta - conclude il sindaco di Riccione Renata Tosi - si va avanti con un modo di procedere improvvisato e disorganico, all’interno del quale il comune di Rimini si ostina ad interpretare un ruolo impositivo ed egemonico, che senza tenere conto dei rischi che possono condurre a vere e proprie azioni dirette di responsabilità, obbliga i sindaci targati Pd, ad avvallare un’operazione che tutto si può permettere fuorché la fretta e l’improvvisazione”.


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