Rimini | Welfare e Piano strategico, il vescovo: Al centro sempre la persona
In 250 ieri alla sala Manzoni della curia per assistere al convegno “Rimini welfare” organizzato dal Piano strategico del Comune di Rimini. “Il convegno - spiegano dal Comune - è stata l'occasione per fare il punto, insieme alla vasta rete di istituzioni, cooperative, associazioni e operatori, sugli ultimi quattro anni di politiche nell'ambito dei servizi alla persona a Rimini”.
Padrone di casa, il vescovo di Rimini Francesco Lambiasi ha sottolineato “il ruolo centrale che la persona sempre deve avere in ogni luogo ed istituzione pubblica, in particolare nell'ambito sempre più delicato e sotto pressione del welfare; l'auspicio è quello di continuare nella bontà del percorso intrapreso nella costruzione corale di una città viva e vivibile, quindi una città aperta, dove la solidarietà non è una parola altisonante vuota, dove si dà la precedenza alle fasce più povere e da vivere, non come aggregato di individui, ma tessuto di relazioni”.
Il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, ha evidenziato come “l’impatto della crisi economica sul tessuto comunitario genera nuovi bisogni e nuovi bisogni alimentano un modo radicalmente diverso di intendere e distribuire la spesa sociale che, nonostante i ripetuti tagli dall'alto, questa amministrazione si è sempre impegnata a sostenere. Per farlo siamo partiti dal primo anello della catena: consentire a tutti i ‘portatori d’interesse’ (pubblici e privati) un percorso formativo che desse senso e concretezza alla svolta importata con il ‘welfare di comunità’, dove ognuno partecipa a pieno titolo al benessere della propria comunità”.
Tra gli ospiti, Stefano Zamagni, tra i pionieri e maggiori esperti nazionali di economia sociale e terzo settore, che nella sua analisi ha voluto porre l'attenzione su come “il progetto di welfare di Rimini rappresenta un esempio unico che può e deve essere imitato da altri territori, un percorso lungo e paziente di cui si stanno cominciando a raccogliere i frutti. Un percorso di avanguardia che Rimini ha voluto intraprendere in maniera convinta e con coraggio, ma anche con nozione di causa, visto che nel prossimo futuro il modello qui già intrapreso sarà sostenuto anche dalla riforma nazionale che riguarderà il terzo settore. Sì la crisi c’è, esiste, e i numeri sono lì a dimostrarlo, ma credo che siamo prossimi ad un punto di svolta, avverto un clima culturale, umori e sentimenti diversi e questo mi fa essere ottimista. E lo sono perché i riminesi hanno una dote: quando percepiscono un rischio serio affrontano il cambiamento, e lo fanno in fretta”.