Rimini | Enit, Babbi si dimette
A due mesi dalla scadenza del mandato Andrea Babbi si dimette dall’incarico di direttore di Enit, l’Ente nazionale per la promozione del turismo. La decisione era nell’aria ed stata formalizzata con l’approvazione da parte della Corte dei conti del nuovo statuto dell’ente da cui scompare la figura del direttore generale. Ma alla base ci sarebbero anche altre motivazioni.
Secondo il sito del Corriere, che riporta il testo di una lettera del commissario straordinario Cristiano Radaelli al ministro del Turismo Franceschini e alla direzione generale del Mibact, Babbi avrebbe evaso “la richiesta di adottare tempestivi provvedimenti per ripristinare la piena applicazione del vigente regolamento”. Così facendo, “il direttore generale perseverava nella sua condotta che, per la sua evidente volontarietà, appare integrare una insubordinazione di tale gravità dal ledere irrimediabilmente il vincolo fiduciario sotteso al rapporto di lavoro”. Da quanto si legge sul Corriere, sulla testa di Babbi penderebbe quindi una richiesta di licenziamento per sprechi, tutto il cda dell’ente sarebbe indagato e il Ministero ha richiesto alcuni documenti allo scopo di vederci chiaro sulla nomina di Babbi.
Da parte sua il direttore generale, sempre al Corriere, dichiara di lasciare “di comune accordo col commissario Radaelli dopo l'approvazione di un bilancio in cui, come mi era stato chiesto, sono stati tagliati i costi”. Un'uscita caldeggiata da Radaelli, secondo cui comunque “Babbi verrebbe relegato all’inattività” per effetto del nuovo statuto. Situazione da cui potrebbero derivare, come conseguenze richieste risarcitorie legate al demansionamento oppure accuse di dispendio di risorse pubbliche.
Babbi ha annunciato le sue dimissioni “in una lettera a Matteo Renzi il 2 giugno, a Dario Franceschini l'11 giugno. Avevo già detto al ministro che avrei chiuso la mia fase con la fine del commissariamento, quindi già a novembre, e poi c'è stata questa prorogatio e una riforma, che doveva essere fatta in 4-5 mesi, si è protratta tutti questi mesi. Anche il commissario Cristiano Radaelli, con cui in questi mesi ho sempre collaborato, sapeva che avrei lasciato. Ho servito il mio Paese in questi mesi come meglio ho potuto”, si legge sul Sole24Ore.
Mesi di difficoltà. “Non rinnego niente anche delle difficoltà e delle amarezze. Sono rattristato perché in fondo la politica non conosce il turismo e non ama il turismo e non ha capito quello che abbiamo tentato di scrivere nel piano strategico assieme ad altre cento persone, che il turismo è la leva per far crescere il nostro Paese e basterebbe veramente poco”. Babbi risponde all’Ansa circa i presunti abusi relativi alla sua nomina, per cui il Ministero ha richiesto tutta la documentazione all’Ente e che sono oggetto di un’indagine della procura di Roma. “Se ci sono stati vizi di forma, chi deve verificarlo lo verificherà. Ribadisco, al limite sono stato vittima di questi vizi, sono arrivato qui perché la Corte dei Conti aveva registrato il mio contratto che quindi fino a prova contraria è regolare”.
Dimettendosi Babbi presenta l’esercizio finanziario 2014. “Ho presentato il nuovo bilancio Enit: in due anni ho tagliato le spese generali del 16%, i costi del personale del 6,8%, stiamo discutendo con i sindacati perché da cento ore di straordinario del 2014 siamo passati a 70 e ho chiesto un ulteriore taglio, i 18 milioni di funzionamento che il ministero ci dà sono stati ridotti a 16, i risparmi che abbiamo attuato, la collaborazione per la vendita dei biglietti dell'Expo quando ormai la scadenza era molto vicina (gli organizzatori stessi hanno riconosciuto che 5 milioni di biglietti ai tour operator all'estero non li avrebbero venduti senza di noi), le sedi all'estero, su 23 la metà sono state ripensate e riviste integrandole con ambasciate e uffici Ice, nel 2015 risparmieremo 850 mila euro”. Al 31 dicembre l’avanzo d’amministrazione era pari a 5,5 milioni, il patrimonio immobiliare valutato in 38,4 milioni.