Riccione | Sedicenne morto per ecstasy al Cocoricò, identificato pusher
Identificato dai carabinieri il presunto pusher che ieri ha ceduto una pasticca di ecstasy a Lamberto Lucaccioni, il 16enne di Città di Castello (Perugia), morto dopo essersi sentito male mentre ballava al Cocoricò di Riccione. Decisiva per l'identificazione sarebbe stata la testimonianza degli amici che erano con lui.
Lamberto si è sentito male in pista al Cocoricò, intorno alle 4 della scorsa notte, sotto gli occhi dei due amici che subito l'hanno aiutato portandolo fuori dal locale, dove staziona sempre un'ambulanza del 118. Trasportato d'urgenza all'ospedale Ceccarini, è deceduto poco dopo. Pare avesse assunto 'mdma', ossia ecstasy.
Il ragazzo era in vacanza a Pinarella di Cervia (Ravenna) con altri due amici di 17 anni. Alloggiava con i genitori di uno dei due compagni in un appartamento per le ferie. Ieri sera i tre ragazzi hanno preso il treno per Riccione, per andare a ballare al Cocoricò.
Il magistrato di turno ha disposto l'autopsia. I genitori sono arrivati in nottata a Riccione da Città di Castello. Al momento le indagini dei carabinieri si concentrano per capire dove i minorenni abbiano comprato droga e se in discoteca erano state servite loro bevande alcoliche. Si sta già valutando l'ipotesi di sospensione dell'attività del locale, provvedimento che può essere richiesto al Questore o al Comune di Riccione.
I carabinieri al momento indagano per morte conseguente ad altro reato, ossia lo spaccio di droga.
Cocoricò: lottiamo contro droga. Il Cocoricò di Riccione e la sua 'piramide', uno dei locali più noti in Italia, è stato, nella sua lunga storia, frequentato anche da chi cercava lo 'sballo' come forma di trasgressione, ma da alcuni anni ha virato sul divertimento sano, come indica uno slogan davanti al locale e la collaborazione con le forze dell'ordine. Poco meno di un mese fa, il 26 giugno, la discoteca si era 'trasferita' a San Patrignano dove, per i 1.500 ragazzi della comunità, aveva organizzato una grande festa in occasione della giornata mondiale della lotta alla droga.
L'auditorium della comunità si era trasformato in una grande discoteca grazie ai dj del locale, incoronato dal mensile britannico 'DjMag' come la più importante discoteca italiana e la 16/a nel ranking mondiale. "Per anni - commenta ironicamente il disc jockey più 'storico' del Cocoricò, Claudio Coccoluto - siamo stati i maggiori fornitori di clienti a San Patrignano: c'è stato un momento in cui la trasgressione veniva comunicata come un super divertimento.'Lo sballo del sabato sera': già che lo chiami così, lo stai incoraggiando e legittimando. Non mi è stato mai bene questo atteggiamento, mi sono battuto per far capire che tutta la droga del mondo non vale un milligrammo di endorfina prodotta dal piacere di stare bene, ascoltare la musica".
Una linea di condotta confermata e sottolineata dal patron del locale, Fabrizio De Meis: "il divertimento sano e sicuro eleva il lavoro svolto in questi anni dal Cocoricò sia dal punto di vista artistico, sia della sicurezza e del contrasto dell' eccesso e dello sballo".
Codacons, servono più controlli. Se nel corso delle indagini emergerà che la droga che ha portato alla morte del sedicenne è stata assunta all'interno del locale, dovrà essere disposta la chiusura della discoteca Cocoricò di Riccione. Lo afferma il Codacons. "Discoteche e locali hanno il compito di vigilare su ciò che accade all'interno delle strutture, e di vietare l'ingresso e la vendita di droghe nelle aree di loro competenza - dice il presidente Carlo Rienzi - Se la morte del sedicenne è avvenuta a causa di ecstasy assunta all'interno della discoteca, ciò significa che i controlli da parte della struttura sono stati inidonei, e pertanto chiederemo la chiusura del Cocoricò". "Vogliamo conoscere - aggiunge l'associazione - anche quanti e quali controlli siano stati eseguiti dalle forze dell'ordine lungo le strade che portano alle più note discoteche di Rimini e Riccione, sul fronte della guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di stupefacenti, e cosa sia stato fatto dalle autorità locali competenti contro la diffusione e la vendita di droghe sul territorio” (Ansa).