Rimini | Mercato, gli ambulanti: Perché non lasciamo piazza Malatesta
“Lo spostamento voluto dall'amministrazione è privo di opportune verifiche circa l’idoneità dei luoghi e della tutela del tessuto economico e sociale”, lo afferma il comitato degli ambulanti di piazza Malatesta Comar.
Per loro la sede che definiscono “storica” di piazza Malatesta e piazza Cavour “garantisce caratteristiche fondamentali per un mercato ambulante”.
L’opposizione alle decisioni della giunta comunale, alle prese con la riqualificazione di quei luoghi, ha portato il Comitato a presentare quattro ricorsi al Tar di Bologna, l’ultimo oggi con richiesta di sospensiva della delibera contestata.
Sono diverse le motivazioni degli ambulanti, a partire dall’esigenza di compattezza. “Qui dove siamo - spiegano - tutte le attività sono adiacenti ed i fruitori possono scegliere tra le varie offerte beneficiando di una competizione sana ed indispensabile”.
C’è poi la questione dell’accessibilità, perché “la ragionevole distanza dovuta alla vicinanza di tutti i banchi è affrontabile anche dalle persone che hanno difficoltà motorie”.
Trovandosi tra piazza Malatesta e piazza Cavour da settant’anni, inoltre, proprio in quei luoghi il mercato trova riconoscibilità e identità, “una caratteristica indispensabile all’idoneità del mercato”.
Il mercato come lo si è visto fino ad ora è, secondo gli ambulanti, “integrato con la città: l’attuale, storica collocazione ha una proporzione corretta tra superficie utilizzata, distanze da percorrere e densità urbana. Quella che è stata individuata come nuova area mercatale, al contrario, con i suoi 33mila metri quadri di vastità e ben 100mila di superficie impegnata (tre volte quella attuale) è sì più ampia, ma notevolmente frammentata e disomogenea, come immediatamente percepibile dall’esame della planimetria”.
La sistemazione proposta dal Comune tra sette aree diverse (Gramsci, Arco, Tre Martiri, Bastioni, IV novembre, Dante, Padane), dunque, non è per gli operatori idonea.
“Il mercato - sottlineano dal Comar - risulta disgregato, perché posto in aree differenti, ben 7, dunque sette gruppi di banchi, senza neppure poter beneficiare di raggruppamenti per categorie di prodotti”. A ciò si aggiunge il fatto che “la distanza minima confortevole della camminata a piedi aumenterebbe perché il perimetro del mercato risulta essere troppo ampio”. Sarebbe quindi un mercato “di difficile accesso, per le frequenti interruzioni tra i piccoli gruppi di banchi, e per la presenza della via Roma, la strada urbana più importante e trafficata attorno al centro storico, che taglia il mercato dai parcheggi”.
L’area, infine, risulta già congestionata dalla presenza del mercato coperto e di alcune scuole, tra cui la scuola media Panzini (la cui preside ha protestato contro lo spostamento del mercato), il Ceis, l’asilo Baldini ed il liceo classico Giulio Cesare, nonché Conad city e Coin sul corso, “creando un forte assembramento in un area estremamente ristretta e distante dai parcheggi”.
In definitiva, “il nuovo progetto di mercato risulta privo di proporzione, rispetto alla città storica (presentandosi più come una serie di piccoli mercatini), rispetto alle distanze da percorrere per visitarlo interamente e per raggiungere i parcheggi e rispetto alla distribuzione economica e sociale che verrebbe improvvisamente dirottata sulla parte opposta della città, lontano dal suo cuore storico, modificando equilibri economici e sociali senza dotarli delle caratteristiche richieste”.