Rimini | Servizio idrico, Riccione e Coriano chiedono studio di fattibilità
Manca uno studio di fattibilità economica per l’affidamento del servizio idrico provinciale. Lo sostengono gli assessori all’ambiente dei comuni di Riccione e Coriano, Susanna Vicarelli e Michele Morri ai sindaci del consiglio locale di Atersir, che quindi hanno chiesto all’Atersir di produrne uno. Il contratto con Hera è scaduto nel 2012, adesso la società gestisce servizi pubblici di fognature, depurazione e acquedotto in proroga fino a quando non si procederà, ma problemi sta anche creando la scelta della modalità.
Nei mesi scorsi, infatti, la questione aveva già tenuto banco, creando anche una spaccatura nella giunta riminese. La legge permette di scegliere tra un bando europeo o la possibilità di mantenere in house il servizio.
Puntuale la richiesta dell’assessore Vicarelli ai sindaci che chiede“di sostenere con noi la necessità di avere dati oggettivi prima di prendere una decisione tanto importante per il futuro del territorio riminese, una scelta da effettuare solo dopo avere potuto valutare tutti gli aspetti positivi e negativi di ogni tipo di affidamento, in house, doppio-oggetto o con gara europea”.
Lo studio commissionato da Atersir, “proposto in sede di Consiglio locale – aggiunge l’assessore Morri - per stessa ammissione del consulente non soddisfa la richiesta già presentata in precedenza dalle amministrazioni di Coriano e Riccione ed in particolare non riporta una verifica sulla fattibilità economico finanziaria delle modalità di affidamento in house o con gara a doppio oggetto”.
Nella lettera inviata ai sindaci, Vicarelli e Morri sottolineano, tra i vari punti, la mancanza di una pianificazione finanziaria che tenga conto del conto economico, del rendiconto finanziario e dello stato patrimoniale nella gestione in house cosi come la mancanza di un’analisi industriale dei costi operativi e dei fabbisogni di investimento.
L’assessore Morri conclude “senza uno studio pianificato la decisione da prendere sarà solo una decisione politica soggettiva per cui la modalità che voterò in Consiglio locale sarà quella uscita dall’esito referendario, quindi l’affidamento in house”.