Riccione | Trc, Indino (Confcommercio) a favore della variante
“Se Trc deve essere, obtorto collo, Trc sia, ma che almeno si cerchi di preservare quanto più possibile l’ambiente, i denari pubblici e il buon senso”. Lo dice il presidente della Confcommercio provinciale, Gianni Indino.
“Da tali presupposti nasce il nostro giudizio favorevole nei confronti della variante proposta dall’amministrazione riccionese che prevede lo spostamento del tracciato da sopraelevato a raso, una soluzione che eviterebbe nuove gettate di cemento e nuovi muri, senza inficiare il normale funzionamento dei mezzi, anche grazie all’impiego di semafori intelligenti per la gestione del traffico veicolare e pedonale. Una soluzione che oltre a garantire un minore impatto ambientale, attraverso l’eliminazione di diversi cavalcavia, consentirebbe un deciso risparmio di costi e di tempi”.
Da sempre la categoria ha sostenuto “con fermezza” la sua “contrarietà al Trc”, ricorda Indino. “Un’opera vecchia, superata, dagli elevati costi tanto di realizzazione quanto di funzionamento e mantenimento; un progetto che a ogni piè sospinto (vedi la trasformazione di moderni sistemi di mobilità in ordinari bus) dimostra la sua inadeguatezza alle esigenze di mobilità del nostro territorio, vero fattore strategico per il presente e il futuro della nostra destinazione turistica”.
Eppure, “i lavori procedono, aumentano le porzioni di città interessate dai cantieri, aumentano i disagi per chi vive e opera in prossimità degli stessi. E’ sufficiente prendere un treno tra Riccione e Rimini per avere una visione d’insieme su quella che definirei una ferita, sempre più ampia e sempre più profonda, inferta al nostro territorio”.
I cantieri vanno avanti, “nonostante le proteste dei residenti e degli operatori, costretti questi ultimi a fare i conti a fine giornata con il cassetto vuoto, perché tagliati fuori dalla viabilità ordinaria, senza parcheggi nelle vicinanze, in alcuni casi difficilmente raggiungibili addirittura a piedi”.
Così Confcommercio “si fa portavoce della vera e propria disperazione di questi imprenditori, come delle preoccupazioni di tanti altri, non interessati direttamente dai cantieri del Trc, quanto invece dal trovarsi ad operare in un prossimo futuro in una città spaccata in due, in cui la separazione tra ‘mare’ e ‘monte’ sarà ancora più pronunciata e deleteria per quell’idea di città ospitale ‘a misura di turista’ che la Perla Verde ha sempre restituito ai suoi visitatori”.