Rimini | Sgombero villino Ricci, Pazzaglia: Dimostra i limiti dell’amministrazione
“Dopo lo sgombero di oggi Rimini è una città più ricca o più povera?”. La domanda se la fa il consigliere comunale Fabio Pazzaglia dopo lo sgombero del villino occupato in via Ceccarelli a Rimini dagli attivisti del Paz. “La risposta è davanti ai nostri occhi, basta guardare il villino che da poche ore è tornato ad essere uno spazio pubblico abbandonato”, sostiene Pazzaglia.
“Abbiamo sempre ritenuto che il destino del Villino Ricci e di Casa Madiba fossero profondamente intrecciati. Due immobili di proprietà del Comune per anni abbandonati al degrado. Grazie alle due occupazioni è stato squarciato il velo di ipocrisia. Di fronte all'inazione della giunta Gnassi, le due occupazioni hanno fatto comprendere l'enorme potenziale che si cela dietro il tema del riuso degli spazi pubblici abbandonati. In questi anni chi avrebbe dovuto gestire al meglio il patrimonio di edifici pubblici ha dimostrato tutti i suoi limiti. Il caso del villino in via Ceccarelli, donato al Comune per per volontà della defunta Professoressa Teresa Ricci, rimane emblematico”.
Pazzaglia cita “due atti ufficiali per rinfrescarci la memoria: l'eredità accettata dal Comune con delibera di Consiglio datata 26 luglio 2007 e l’atto di liberalità da cui derivò l’acquisizione al patrimonio comunale del villino, che vincolava il Comune a destinare tempestivamente l’immobile a finalità educative. A otto anni dall'occupazione, di cui quattro sotto l'attuale Giunta, nulla era stato fatto per rispettare la volontà della professoressa Ricci. L’abbandono in cui versava il villino era palese. Il venir meno alla parola data alla defunta oltre che essere immorale, aveva provocato anche conseguenze negative a danno della collettività: lo spreco di un bene pubblico che in otto anni si sarebbe potuto riempire di progettualità, gridava vendetta. Fino al giorno dell'occupazione i presupposti per la prosecuzione dello stato di abbandono del villino Ricci erano un dato di fatto”.
Quindi, conclude Pazzaglia, “diciamoci la verità: l'occupazione è stata l'unica parentesi degna di tutta questa vicenda che dura da troppi anni. L'occupazione ha dato concretezza alle volontà testamentarie della professoressa Teresa Ricci. Gli unici che escono a testa alta da questa vicenda sono proprio gli occupanti del villino Ricci mentre la Giunta dovrebbe andare a nascondersi: siamo arrivati a fine legislatura e non hanno saputo o voluto dare soluzione al tema del recupero a fini culturali e sociali del villino Ricci”.