Rimini | Gassmann drammaturgo al Novelli con il suo “inno alla libertà”
Da mercoledì a venerdì prossimi, alle 21 al teatro Novelli di Rimini, Alessandro Gassmann presenterà un riadattamento dello spettacolo di Dale Wasserman, tratto dall’omonimo romanzo di Ken Kesey, ‘Qualcuno volò sul nido del cuculo’. Lo definisce “un inno alla libertà”.
Il testo racconta, attraverso gli occhi di Randle McMurphy, uno sfacciato delinquente che si finge matto per sfuggire alla galera, la vita dei pazienti di manicomio statunitense e il trattamento coercitivo che viene loro riservato. Nel 1971 Dale Wasserman ne realizzò, per Broadway, un adattamento scenico, che costituì la base della sceneggiatura dell'omonimo film di Miloš Forman, interpretato da Jack Nicholson e entrato di diritto nella storia del cinema. La drammaturgia di Wasserman, è ora rielaborata dallo scrittore Maurizio de Giovanni, che, senza tradirne la forza e la sostanza visionaria, l'ha avvicinata cronologicamente e geograficamente. Randle McMurphy diventa Dario Danise e la sua storia e quella dei suoi compagni si trasferiscono nel 1982, nell'Ospedale psichiatrico di Aversa.
“La malattia, la diversità, la coercizione, la privazione della libertà sono temi – spiega Alessandro Gassmann - che da sempre mi coinvolgono e che amo portare in scena con i miei spettacoli. Temi tutti straordinariamente presenti in Qualcuno volò sul nido del cuculo. Con Maurizio de Giovanni, che ha curato l’adattamento del testo, abbiamo deciso di ambientare la vicenda in una clinica psichiatrica italiana nel 1982”.
Tutto ha inizio “con l'arrivo di un nuovo paziente che deve essere ‘studiato’ per determinare se la sua malattia mentale sia reale o simulata. La sua spavalderia, la sua irriverenza e il suo spirito di ribellione verso le regole che disciplinano rigidamente la vita dei degenti, porterà scompiglio e disordine, ma allo stesso tempo la sua travolgente carica di umanità contagerà gli altri pazienti e cercherà di risvegliare in loro il diritto di esprimere liberamente le loro emozioni e i loro desideri”.
Il suo McMurphy, spiega Gassmann, “è un ribelle anticonformista che comprende subito la condizione alla quale sono sottoposti i suoi compagni di ospedale, creature vulnerabili, passive e inerti. Da quel momento si renderà paladino di una battaglia nei confronti di un sistema repressivo, ingiusto, dannoso e crudele. E, attraverso di lui, i pazienti riusciranno ad individuare qualcosa che continua ad esser loro negato: la speranza di essere compresi, di poter assumere il controllo della propria vita, la speranza di essere liberi”.
Per l’attore romano il testo “è una lezione d’impegno civile, un grido di denuncia che scuote le coscienze e che fa riflettere. Le videografie, che spesso utilizzo nei miei spettacoli, mi permetteranno di tradurre in immagini i sogni e le allucinazioni dei cosiddetti ‘diversi’. L'obiettivo che mi pongo è, come sempre, quello di riuscire a far emozionare un pubblico di ogni età, soprattutto i più giovani che forse non conoscono quest’opera che è un vero e proprio inno alla libertà”.