Caro Pdl, non è un bello spettacolo
Chi mi ama mi segua! Così almeno si dice. Ma il problema, per il gruppo consiliare del Pdl di Rimini, è chi seguire. O, fuor di metafora, chi stare a sentire, visto che tanti dei suoi componenti sembrano andare in ordine sparso, alla ricerca - ognuno - della propria visibilità soltanto.
E’ comprensibile, il momento è difficile anche a livello nazionale: Alfano è alla ricerca del quid, Berlusconi è alla ricerca di Renzi (Matteo) per fare sbocciare rose tricolori, e il partito si sta piano piano liquefacendo, complice anche il sostegno al governo Monti.
Il Pdl a Rimini è all’opposizione e di solito questa situazione dovrebbe aiutare l’unità delle truppe, la convergenza delle forze, lo stesso orizzonte di intenti; e invece? Invece vedendo alcuni episodi, c’è da chiedersi che cosa abbiano in testa. Prendiamo il bilancio: Renzi, noto dissidente ma comunque ancora nel gruppo, fa il suo comunicato, Gennaro Mauro il suo, Eraldo Giudici un altro ancora. Tre comunicati dai quali, con santa pazienza, uno dovrebbe tirar fuori la posizione del Pdl Riminese sul bilancio. Ma cambiando esempio e il nome dei consiglieri, il risultato non cambia.
E poi basta guardare quello che accade in consiglio. Come quando, per esempio, martedì scorso, Renzi pronuncia una dichiarazione di voto a nome del gruppo, Gennaro Mauro, subito dopo, chiede la parola per specificare la propria posizione e la Presidente Donatella Turci è costretta a spiegargli che il consigliere Renzi ha parlato a nome del gruppo e quindi anche suo. Facce allibite tra i banchi della minoranza, la maggioranza sorride, gli elettori del pdl probabilmente meno.
Perché forse si aspetterebbero di vedere un partito che, con il contributo, la personalità e la creatività di ogni consigliere, facesse un’opposizione vera, anche comunicativamente, senza perdersi in beghe interne. Ma soprattutto senza dare l'impressione che, per loro stessi, il suddetto partito sia ormai finito, sbriciolato, e sia venuto il tempo di capitalizzare in proprio non si sa quale credito di visibilità e autorevolezza cittadina. In realtà regalando agli altri, quelli che siedono sui banchi della maggioranza, la parte degli statisti. Che non sembrano proprio meritarla.
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