Poste, 81mila identità digitali attivate nel riminese
(Rimini) Circa 81mila Identità Digitali Poste ID rilasciate. È questo il traguardo raggiunto da Poste Italiane in provincia di Rimini, dove molti cittadini hanno effettuato la richiesta tramite il canale messo a disposizione dall’Azienda. L’Identità Digitale di Poste Italiane consente di accedere in modo sicuro e veloce a tutti i servizi abilitati allo SPID, il Sistema Pubblico d’Identità Digitale che permette ai cittadini e alle imprese di utilizzare un’unica password per tutti i servizi online delle Pubbliche Amministrazioni e imprese aderenti, garantendo la spinta digitale necessaria alla ripartenza del Paese.
«Poste Italiane è il più prezioso motore di innovazione e digitalizzazione del Paese, che collega fisicamente e digitalmente clienti, cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione - ha dichiarato l’Amministratore Delegato, Matteo Del Fante durante la recente presentazione del nuovo piano strategico “Sustain and Innovate” 2024 – e un esempio è l’identità digitale SPID distribuita per oltre l’80% da Poste che ne gestisce gli accessi. Si tratta di 15 milioni di italiani».
Verucchio, Poste torneranno a orario pieno
(Rimini) Alla vigilia di Pasqua, la sindaca di Verucchio Stefania Sabba e il consigliere comunale Paolo Masini hanno “incontrato” in videoconferenza il responsabile relazioni istituzionali della macroarea Centro Nord di Poste Italiane Paolo Pinzani e la direttrice della filiale di Rimini nonché responsabile della rete dei 64 uffici provinciali Patrizia Pagliarani per fare un punto della situazione sull’ufficio di via dei Martiri 5 a Verucchio alta che da quasi un anno ha visto ridursi l’orario di apertura alle sole mattinate di lunedì, mercoledì e venerdì causa limitazioni Covid.
Già dalla fine dell’estate sono iniziati i confronti fra il Comune e Poste Spa, sia telefonici che con un doppio scambio di lettere in cui l’amministrazione evidenziava tutti i disagi sofferti da una popolazione per lo più anziana costretta a lunghe attese in mezzo alla strada aggravate specie in inverno dalle temperature rigide e spesso e volentieri pioggia e nebbia. Per questo, oltre a sollecitare il ritorno all’apertura sei giorni a settimana per spalmare la fruizione dei servizi, l’amministrazione aveva suggerito nuovi locali, facendosi anche portavoce della petizione di iniziativa popolare che aveva registrato un centinaio di firme in pochi giorni. Istanze che la sindaca Sabba ha riproposto anche nel nuovo confronto in video, auspicando magari la creazione di una saletta di attesa con Poste Shop in locali più ampi e in sicurezza, mentre il consigliere Masini ha suggerito l’introduzione del servizio prenotazione.
Il dottor Pinzani ha spiegato di essere reduce da una serie di incontri sul tema nelle regioni di sua competenza, evidenziando come il progressivo ritorno all’orario pieno dei vari uffici sia stato interrotto a metà febbraio da un nuovo incremento dei contagi causa varianti e si stia quindi facendo il massimo sforzo fra positività e quarantene varie per non retrocedere e chiudere di più in attesa che vaccini e Covid dettino i tempi delle riaperture.
Fornendo però, nuovamente incalzato dalla sindaca Sabba, due rassicurazioni sui servizi verucchiesi. La prima sull’ufficio di via dei Martiri: i due referenti hanno cioè ribadito che non vi è alcuna intenzione di chiudere o ridurre l’operatività dell’ufficio postale di Verucchio, che la razionalizzazione è dovuta solo ai problemi del Covid e che non appena si avrà una maggior normalità si tornerà all’ordinario.
La seconda in merito a eventuali traslochi, da non escludere a priori. E’ stato consigliato anzi di formalizzare la proposta via mail, così da attivare la struttura immobiliare dell’Azienda che si occupa di queste iniziative e, nel caso, procede con trattative, sopralluoghi tecnici e quant’altro. Non è invece possibile allo stato attuale introdurre il servizio appuntamenti perché l’ufficio è sprovvisto dello strumento ‘gestore attese’, ma Pinzani e Pagliarani hanno ricordato che tale opportunità è attiva per i prodotti finanziari e la richiesta dello Spid e che è ancora operativo l’accordo con l’Arma dei Carabinieri per il ritiro della pensione e consegna a domicilio della stessa per conto di persone ultra 75enni che vivono sole e non possono recarsi in ufficio.
La sindaca Stefania Sabba e il consigliere Paolo Masini, nel ringraziare i vertici di Poste per la disponibilità e le rassicurazioni fornite, ribadiscono la necessità di un ritorno alla normalità degli orari al più presto e la disponibilità a testare ogni nuovo e ulteriore servizio che l’azienda volesse introdurre.
Zaki cittadino onorario di Rimini
(Rimini) Il consiglio comunale di Rimini ha conferito ieri a Patrick Zaki la cittadinanza onoraria. Tre le motivazioni. “Per essere divenuto un simbolo della lotta universale contro la privazione dell’insopprimibile diritto alla libertà individuale, la violazione dei diritti umani e l’arbitrio nell’imporre un’immotivata e ingiusta carcerazione”, la prima ma non sola. Zaki infatti è anche uno studente dell’Alma Mater, uno studente “dell’università di Bologna, che ha una sua sede anche nella città di Rimini”, ed è stato considerato dal consiglio comunale “dunque un nostro studente universitario”. Infine, “perché Rimini, città decorata della medaglia d’oro al valore civile, si riconosce nei valori della pace, del rifiuto di ogni violenza e costrizione individuale e collettiva è, quindi, considera ogni persona sottoposta privazione di libertà un suo concittadino”. Per certi "versi Zaki è un simbolo di chi in tante, ahimè troppe, parti del mondo si batte per le libertà individuali e sociali", è il commento dell'assessore Jamil Sadegholvaad.
La cittadinanza onoraria è stata approvata su proposta del Sindaco e in accoglimento delle sollecitazioni arrivate da diverse realtà del territorio, a partire dall'Associazione "Sarà", i cui rappresentanti sono stati ricevuti questa mattina in Residenza Comunale per la simbolica consegna dell'attestato che certifica che da ieri Patrick Zaki è un cittadino riminese.
Il rettore Francesco Ubertini, ringraziando il Comune di Rimini per l’iniziativa, ha ripercorso le tappe della vicenda di Patrick Zaki, arrestato il 7 febbraio 2020 all’aeroporto del Cairo, mentre stava tornando a casa per un breve periodo di pausa prima di iniziare il suo secondo semestre di studi all’Università di Bologna, dove si era iscritto al Master europeo GEMMA in Studi di genere e delle donne. Patrick era arrivato in Italia nel settembre 2019 con una prestigiosa borsa di studio Erasmus Mundus, ottenuta dopo un rigoroso processo di selezione che ha visto quasi seicento domande da parte di studentesse e studenti di tutto il mondo.
“Nei mesi che ha trascorso nelle aule del nostro ateneo –ha spiegato il rettore Francesco Ubertini - Patrick ha condiviso il desiderio di conoscenza e la volontà di formarsi nella direzione di uno scambio interculturale, senza mai dimenticare la difesa dei diritti della persona, l’inclusione e il rispetto delle diversità come fonte di ricchezza umana, sociale e culturale. Patrick è un giovane coraggioso, leale e forte, ma abbiamo tutti paura che questi lunghi mesi di detenzione e di profonda incertezza sulla sua salute, rendano la situazione ancora più drammatica. All’indomani dell’arresto organizzammo una marcia studentesca, dal cuore della zona universitaria fino a Palazzo d’Accursio. Fu un momento molto toccante e da allora la nostra attenzione è costante, così come è immutata la speranza che la richiesta di Patrick di tornare alla sua vita possa essere ascoltata. Tante associazioni e istituzioni del nostro paese e del mondo intero si sono unite a noi, tanti cittadine e cittadini di tutta Italia ci hanno scritto a testimonianza di quanto sia fondamentale il livello di conoscenza e l’amore per quello spirito critico che è il vero motore di cambiamento e abbattimento di cechi assolutismi. Lasciatemi enfatizzare lo spirito della nostra comunità, che da quasi mille anni protegge i suoi strumenti e che ha il coraggio di alzare la voce e di battersi per loro. Non sempre accade. Il conferimento della cittadinanza onoraria – ha concluso il Rettore - non è solo un atto simbolico. È il modo più alto con cui la comunità riconosce Patrick, e con lui gli studenti, come parte dì sé. È un modo per non lasciarlo solo, per non dimenticare. È un modo per chiedere giustizia, nel rispetto dei diritti umani culturali e civili”.
Sulla decisione del consiglio comunale intervengono anche Amnesty International Rimini, Inoltre - Alternativa Progressista, Legambiente ONLUS, Arcigay Rimini "Alan Turing", Station To Station. "Il Consiglio Comunale è stato introdotto dalle parole del presidente del Consiglio Comunale Sara Donati, che ha sottolineato come “quando si tratta di verità, di giustizia e di diritti umani, occorre battersi. Rimini è una città accogliente, aperta, legata alle tradizioni così come alle innovazioni. Rimini ha saputo negli anni lanciare segnali forti anche fuori dai suoi confini, attraverso i potenti strumenti dell'arte, simboli di libertà, di espressione di sé, di autodeterminazione. Per questa ragione il conferimento della cittadinanza onoraria a Patrick Zaki non rappresenta un mero riconoscimento. È un grido al quale ci uniamo, che accomuna studenti, studiosi, artisti e attivisti dei diritti umani. Una mobilitazione, un grido che parte in Italia, dalle università e dai Comuni, dalle associazioni, che ha trovato ampia condivisione anche nel nostro territorio, e non si è spento con l'arrivo della pandemia grazie all'impegno di tante realtà. A queste si accompagna la pressione della Farnesina, il lavoro diplomatico che ancora però non ha esordito la scarcerazione di Patrick Zaki, per questa ragione ho sottoscritto anche la richiesta indirizzata al Presidente del Consiglio Draghi e al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per la concessione della cittadinanza italiana. Dicono che il peggior incubo per un prigioniero politico sia essere dimenticato. Ecco, a Rimini non dimentichiamo Patrick”.
Le associazioni ringraziano "sentitamente il Consiglio Comunale di Rimini e il Sindaco Andrea Gnassi per aver riconosciuto la cittadinanza onoraria a Patrick Zaki. Un particolare ringraziamento alla Presidente del Consiglio Sara Donati che ha sostenuto fortemente questa iniziativa, anche con l'esposizione del ritratto di Patrick in consiglio comunale lo scorso dicembre. È un grazie che proviene dalle associazioni e dalle persone che da tempo si battono per la liberazione di Patrick Zaki, incarcerato ingiustamente e vittima innocente di una guerra ai valori di libertà che caratterizzano la nostra democrazia. Un gesto alto e profondo, quello compiuto dal Consiglio Comunale di Rimini. Questo ampio fronte in difesa di Patrick Zaki sostiene le persone che più hanno bisogno di tutela. Con la difesa di Patrick Zaki difendiamo i nostri fratelli e sorelle, le nostre figlie e i nostri figli e chiunque sia parte di una società che non deve mai abbandonare nessuno. Abbracciare la causa di Zaky significa cercare di costruire un mondo migliore, dove ogni persona possa essere libera di esprimere le proprie idee e il proprio essere, dove non prevalga la paura, dove i diritti fondamentali siano garantiti senza discriminazione alcuna."
Docuserie SanPa, i Muccioli querelano: "assolute falsità"
(Rimini) I figli di Vincenzo Muccioli, Giacomo e Andrea, hanno deciso di querelare per diffamazione aggravata Netflix, a seguito della realizzazione e della messa in onda del documentario dedicato al padre, fondatore dellacomunità terapeutica di San Patrignano. Lo ha riportato questa mattina il Corriere Romagna e lo ha rilanciato l'agenzia Ansa. "'SanPa. Luci e tenebre a San Patrignano', la docuserie di Netflix che riporta anche lunghi stralci di intervista ad Andrea Muccioli, avrebbe offeso la memoria del padre Vincenzo. Secondo i figli di Muccioli, assistiti dall'avvocato Alessandro Catrani, la serie fa una ricostruzione distorta della storia della comunità e del fondatore (Ansa)".
“Netflix , grande multinazionale della comunicazione, ha prodotto e messo in onda in Italia e nel mondo una docu-serie televisiva sulla vita di Vincenzo Muccioli, padre dei nostri due assistiti Andrea e Giacomo Muccioli. Ciò a ben 30 anni dalla di lui morte", spiegano i legali di Andrea e Giacomo, Alessandro Catrani e Francesca Lotti. "I figli del Fondatore di Sanpa lamentano, innanzitutto, come, all’interno della docu-serie, Vincenzo Muccioli venga indicato come misogino e omosessuale. La causa della sua morte, inoltre, viene attribuita all’Aids. Ovvero ad un’infezione da Hiv, contratta a causa del suo stile di vita e dei suoi comportamenti privati. I familiari rilevano che nessuna di tali affermazioni, indiscrezioni, pettegolezzi, presentati a milioni di persone, è vera. Quindi ne lamentano la assoluta falsità".
Gli stessi "lamentano come si diffami, al di là di ogni legittima opinione sulla vita e l’operato di Vincenzo Muccioli, l’immagine e la memoria di una persona scomparsa, un grande padre ed un uomo che ha dedicato la sua esistenza al Bene, violando altresì i più elementari principi di privacy. Tutto ciò ha investito gravemente la vita dei nostri due assistiti, i figli Andrea e Giacomo. Dalla messa in onda della fiction la loro vita privata e quella dei loro familiari (figli, mogli, ecc.) è stata travolta, da continue domande, richieste da parte di amici, conoscenti, persone comuni, sulla veridicità di quanto affermato e rappresentato nella docu-serie. Si sono trovati colpiti e feriti in quanto c’è di più prezioso: memoria, reputazione e onorabilità di un padre scomparso".
La legge, "però, consente di porre rimedio a questa situazione. Consente di proteggere i privati cittadini dagli effetti, devastanti sulle loro vite, causati da una docu-serie realizzata da un gigante della comunicazione. Dal punto di vista giuridico e dal nostro punto di vista professionale, in questo caso anche umano, la querela che abbiamo presentato per conto dei fratelli Muccioli è nostro avviso ineccepibile.
Diffamazione e violazione delle leggi sulla privacy, sono per i famigliari di tutta evidenza. Sarà, peraltro, la magistratura a valutare la sussistenza di violazioni di legge, le eventuali responsabilità penali e a quantificare il danno recato alla memoria di Vincenzo Muccioli e alla vita di tutti i suoi eredi”.
7 aprile
Si torna a scuola | 22 positivi a Pasquetta | I Muccioli querelano
Aggiornamento coronavirus: 22 positivi (su pochi tamponi), 176 guariti
(Rimini) Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 345.196 casi di positività, 791 in più rispetto a ieri, su un totale di 13.003 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 6,1%, comunque poco indicativa dell’andamento generale visto il numero di tamponi effettuati, che nei giorni festivi sono in numero inferiore rispetto agli altri giorni. Inoltre, sempre nei festivi, in particolare quelli molecolari vengono disposti soprattutto su casi per i quali spesso è atteso il risultato positivo.
Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, in maggioranza già immunizzati, gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni, e le persone dai 75 anni in su; proseguono le vaccinazioni anche per il personale scolastico e le forze dell’ordine. Nessuna pausa, infatti, anche durante le festività pasquali: gli operatori sono stati attivi, domenica, giorno di Pasqua, e ieri, lunedì dell’Angelo. Alle ore 14 sono state somministrate complessivamente 966.150 dosi; sul totale, 310.718 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.
Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 327 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 272 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 344 sono stati individuati all’interno di focolai già noti. L’età media dei nuovi positivi di oggi è 43 anni. Sui 327 asintomatici, 178 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 14 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 8 con gli screening sierologici, 6 tramite i test pre-ricovero. Per 121 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica. La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 258 nuovi casi e Modena (179); poi Reggio Emilia (108), Cesena (71), Ravenna (43), Piacenza (41), Forlì (33), Rimini (22). Seguono le province di Ferrara (16), Parma (14) e Circondario imolese (6). Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione.
Il Report settimanale sull’andamento dell’epidemia in regione contiene anche i dati di contagio in ambito scolastico. In particolare, i dati sono relativi a tutti i contagi che, sul territorio regionale, hanno interessato, a partire dal 14 settembre 2020, inizio delle scuole, fino al 4 aprile 2021, rispettivamente studenti/alunni e docenti/operatori scolastici di servizi educativi 0-3 anni, scuole per l’infanzia, scuole primarie di I grado, scuole secondarie di I e II grado. Oltre al numero assoluto, è anche indicata la percentuale dei casi positivi rispetto a tutti i casi di positività registrati in Emilia-Romagna nello stesso periodo. Infine, una tabella fotografa la situazione contagi in ambito scolastico nel periodo 22 marzo- 4 aprile 2021, nel quale si sono registrati 1.703 nuovi casi fra bambini e studenti/alunni dai servizi 0-3 anni alle superiori e 141 nuovi casi fra docenti e personale scolastico.
Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 8.434 tamponi molecolari, per un totale di 4.066.564. A questi si aggiungono anche 4.569 tamponi rapidi. Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 2.066 in più rispetto a ieri di cui 176 a Rimini e raggiungono quota 262.117. I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 70.890 (-1.313 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 67.317 (-1.372), il 95% del totale dei casi attivi.
Purtroppo, si registrano 38 nuovi decessi: 2 in provincia di Piacenza (entrambe donne, di 83 e 96 anni); 5 nel parmense (tre donne di 75, 86 e 93 anni e due uomini, di 70 e 84 anni); 4 nella provincia di Reggio Emilia (due donne di 74 e 88 anni; due uomini, entrambi di 83 anni); 5 nella provincia di Modena (una donna di 83 anni, e 4 uomini, rispettivamente di 66, 92, 96 e 97 anni); 5 nella provincia di Bologna (una donna di 62 anni e 4 uomini: 61, 73, 77 e 84 anni); 5 nella provincia di Ferrara (tre donne di 78, 81 e 93 anni, e due uomini di 73 e 92 anni); 6 in provincia di Ravenna (una donne di 88 anni, e 5 uomini di 45, 79, 80 e due di 81 anni); 5 in provincia di Forlì-Cesena (una donna di 87 anni, e 4 uomini, rispettivamente di 69, 76, 79 e 88 anni). Nessun decesso nella provincia di Rimini. Infine, si segnala il decesso di una donna di 84 anni diagnosticata dall’Ausl di Modena ma residente in provincia di Mantova. In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 12.189.
I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 367 (+1 rispetto a ieri), 3.206 quelli negli altri reparti Covid (+58).Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 9 a Piacenza (-1), 32 a Parma (+2), 33 a Reggio Emilia (+2), 65 a Modena (-2), 101 a Bologna (-2), 20 a Imola (numero invariato rispetto a ieri), 41 a Ferrara (+1), 18 a Ravenna (-1), 12 a Forlì (+1), 6 a Cesena (invariato) e 30 a Rimini (+1).
Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 21.998 a Piacenza (+41 rispetto a ieri, di cui 32 sintomatici), 24.013 a Parma (+14, di cui 7 sintomatici), 41.480 a Reggio Emilia (+108, di cui 61 sintomatici), 59.068 a Modena (+179, di cui 123 sintomatici), 74.456 a Bologna (+258, di cui 121 sintomatici), 11.778 casi a Imola (+6, di cui 4 sintomatici), 21.027 a Ferrara (+16, di cui 6 sintomatici), 27.077 a Ravenna (+43, di cui 27 sintomatici), 14.320 a Forlì (+33, di cui 26 sintomatici), 17.209 a Cesena (+ 71, di cui 51 sintomatici) e 32.770 a Rimini (+22, di cui 6 sintomatici).
Coronavirus, in ER l'88% è variante inglese. Domani rientro a scuola
(Rimini) Pronti al rientro. Da domani, mercoledì 7 aprile, anche in Emilia-Romagna riaprono nidi e materne, e si torna in aula fino alla prima media (inclusa), come stabilito dal Governo. Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha firmato un’ordinanza, che recepisce l’aggiornamento del protocollo per la gestione di casi Covid-19 confermati in ambito scolastico in aree a elevata prevalenza di varianti del virus, misure anticipate nei giorni scorsi.
“Siamo pronti a riaprire dopo un lavoro di condivisione che aveva l’obiettivo di creare le condizioni di sicurezza necessarie- sottolineano la vicepresidente della Regione, Elly Schlein, e gli assessori regionali alla Scuola e alle Politiche per la Salute, Paola Salomoni e Raffaele Donini-. Misure che abbiamo presentato ai sindacati e sulle quali ci siamo confrontati con l’Ufficio scolastico regionale. Inoltre, stiamo proseguendo a vaccinare il personale scolastico, grazie alla preziosa collaborazione con i medici di base, un traguardo che vogliamo centrare al più presto. È però importante che la guardia non venga abbassata. Per questo, alla vigilia del rientro nelle aule, ci appelliamo a tutti affinché i comportamenti siano i più prudenti e cauti possibili, nel pieno rispetto delle regole di sicurezza e prevenzione”.
Le misure contenute nell’ordinanza. Modalità di contact tracing, tempi per la quarantena, modalità di riammissione a scuola, vaccinazione anti-Covid, misure aggiuntive di contenimento del contagio: allegate all’ordinanza ci sono le indicazioni per un rientro in piena sicurezza. Sono allo studio da parte della Regione misure specifiche di sostegno destinate ai servizi educativi per l’infanzia e la scuola materna, per cui è già convocato il tavolo di monitoraggio sulle riaperture dei servizi educativi per l’infanzia (0-6 anni) con enti gestori pubblici e privati e organizzazioni sindacali.
Confermata anche l’impossibilità di svolgere lezioni di educazione fisica al chiuso, fatta eccezione per i licei ad indirizzo sportivo, e lezioni di canto e di musica con strumenti a fiato, fatta eccezione per i licei musicali. L’ordinanza ha validità fino al 30 aprile. In questo periodo, in caso di passaggio della regione in fascia arancione, le misure previste saranno valide anche per il ritorno in presenza di altre classi fino al ciclo completo delle superiori.
Più controlli. Priorità al completamento della vaccinazione per tutti i lavoratori del mondo della scuola. Essa riguarda il personale educativo, insegnante, ausiliario e ai collaboratori a vario titolo coinvolti nei servizi educativi per l’infanzia e nelle scuole di ogni ordine e grado, con la possibilità per il personale scolastico assistito in altra regione di essere comunque vaccinato in Emilia-Romagna. Confermata la campagna di screening in farmacia per alunni, familiari e per lo stesso personale scolastico, con la possibilità per tutti loro di effettuare gratuitamente tamponi rapidi.
Confermata la possibilità di maggiori controlli. Le Aziende sanitarie potranno effettuare interventi rapidi per la limitazione e il contenimento di focolai scolastici, lì dove dovessero nascere. Svolgeranno poi azioni preventive di controllo, d’intesa con i dirigenti scolastici, con l’effettuazione di tamponi a campione, su base volontaria. Tale azione preventiva riguarderà in particolare i comuni o territori con alta incidenza di nuovi casi ogni 100mila abitanti: qui vi potrà essere un’estesa azione di screening in ambito scolastico utilizzando test antigenici molecolari sempre su base volontaria.
La circolazione del virus in Emilia-Romagna: per l’88% è variante inglese. L’attività regionale di sorveglianza sulla diffusione di varianti del virus SARS-CoV-2 ha documentato la crescente presenza in Emilia-Romagna della variante “VOC 202012/01, Regno Unito”, che è divenuta al momento prevalente rispetto al ceppo virale originario. Dall’ultima indagine effettuata su indicazione del ministero della Salute, la prevalenza di varianti in Emilia-Romagna è risultata complessivamente del 96,5% rispetto al virus originale (88% per la variante VOC 20212/01).
La variante VOC 20212/01 ha dimostrato di avere una maggiore trasmissibilità (superiore del 37% rispetto ai ceppi non varianti), che si traduce in un maggior numero assoluto di infezioni, determinando un incremento anche nel numero di casi gravi con conseguente impatto sui sistemi sanitari.
È necessario, quindi, rafforzare le attività di tracciamento e gestione dei contatti dei casi Covid-19. Anche per questo, le persone contagiate, e per questo sottoposte a isolamento, divenute asintomatiche e trascorsi i 14 giorni previsti, potranno rientrare a scuola dopo aver effettuato il tampone che sancisca la negatività. In caso di positività effettueranno un ulteriore tampone al 21esimo giorno.
Potranno invece rientrare dopo 14 giorni con tampone negativo, le persone in quarantena perché contatti di positivi, ovviamente in assenza di sintomi e a seguito della comunicazione di fine quarantena rilasciato dalla Ausl. Per coloro che rifiuteranno di sottoporsi a tampone la quarantena durerà fino al 21esimo giorno
Smaltimento amianto, riapre il bando comunale
(Rimini) Con un'apertura prevista a partire dal prossimo lunedì 12 aprile, il Comune di Rimini ripropone - anche per il 2021 - il bando per ottenere contributi finalizzati allo smaltimento di manufatti contenenti amianto. Un aiuto a fondo perduto per un totale di 20 mila euro, concesso ai privati cittadini che rimuovono e smaltiscono manufatti contenenti amianto quali: lastre, pannelli, utilizzati per la copertura di edifici e come pareti divisorie non portanti, o ancora tubi per acquedotti o fognature, tegole, canne fumarie, serbatoi per contenere acqua ecc.
Riccione, erogati oltre 500 buoni spesa
(Rimini) Tutti erogati entro Pasqua i buoni spesa messi a disposizione dal Comune di Riccione con l'utilizzo di parte dei fondi statali per la zona rossa. L'erogazione delle somme, destinate all'acquisto di generi di prima necessità, alimentari e farmaci, è stata effettuata con una ricarica sulla tessera sanitaria dei residenti nel Comune di Riccione, in possesso dei requisiti richiesti dal bando. I buoni spesa sono stati divisi in due tranche: un primo gruppo con 126 istanze di nuclei familiari per un importo complessivo assegnato di buoni spesa pari ad euro 30.955. Questo primo gruppo è relativo a nuclei familiari che non hanno mai percepito buoni spesa. Un secondo gruppo relativo a 422 istanze di nuclei familiari che hanno già ottenuto il buono spesa sulla base della domanda presentata nel 2020 e che non sono assegnatari di sostegni pubblici continuativi (reddito di cittadinanza e/o pensione di cittadinanza) alla data di compilazione della domanda, per un importo complessivo assegnato di buoni spesa pari ad euro 116.280.
"Un ringraziamento di cuore agli uffici comunali del Settore servizi alla Persona per aver fatto in modo di concludere entro Pasqua l'erogazione dei buoni spesa - ha detto l'assessore ai Servizi alla persona, il vice sindaco Laura Galli -. E' stato un lavoro lungo di verifica dei requisiti e di approvazione delle domande. A distanza di un anno dai buoni spesa elargiti dallo Stato con i fondi della Protezione civile, non è arrivato altro ai cittadini e come avevamo previsto le domande da parte delle famiglie sono aumentate. Esattamente un anno dopo, le condizioni economiche di tanti nuclei familiari sono peggiorate, perché la pandemia non è stata risolta, le chiusure sono continuate e il lavoro non è aumentato. E' per questo motivo, che come Comune di Riccione abbiamo tenuto duro nonostante ci fosse stato chiesto da alcune categorie un impiego di questo denaro in altri settori. Abbiamo confermato i buoni spesa e sono certa che sono stati un aiuto concreto per tante famiglie. A Riccione siamo certamente tra le comunità più fortunate in Italia, ma anche da noi vanno rispettate e aiutate quelle fasce svantaggiate della popolazione che a causa del Covid rischiano di aumentare come ha già evidenziato la Coldiretti che ha parlato di 5,6 milioni di italiani oggi in povertà assoluta".
Boss arrestato, Sadegholvaad: non abbassiamo la guardia
(Rimini) Domenica è stato arrestato il boss Giuseppe Calvaruso, ritenuto dalla procura antimafia di Palermo il capo del potente clan siciliano di Pagliarelli. "Un giovane ‘manager’ di Cosa Nostra, che gestiva un notevole giro d’affari all’estero, mantenendo un saldo controllo del territorio nazionale. Alcuni organi d'informazione riportano un suo recente trascorso anche a Rimini dove, secondo queste notizie, collaborava con un’azienda attiva del settore edile dopo la sua scarcerazione del 2016", fa notare l'assessore per la sicurezza del comune di Rimini, Jamil Sadegholvaad. "Un ‘passaggio’ nel nostro territorio che, al di là di ogni considerazione di merito, serve ancora una volta a richiamare la necessità di tenere altissimo il livello di attenzione sulle ramificazioni della malavita organizzata che rischiano di attecchire anche a Rimini, soprattutto alla luce della grave crisi economia che la pandemia sta alimentando e dalle difficoltà di imprese e aziende nella prospettiva della ripartenza post Covid. Un fenomeno che nel nostro territorio coinvolge in primo luogo le attività del settore turistico, che per caratteristiche sono quelle più permeabili, ma che in passato ha dimostrato di sapersi insinuare anche negli altri settori cardini dell’economia locale. Ed è per questo che sono indispensabili iniziative coordinate, a partire dal recente rinnovo del protocollo sull'Osservatorio contro la criminalità organizzata, un progetto che consente di approfondire le dinamiche della criminalità organizzata nel territorio riminese, promuovendo la consapevolezza e conoscenza del fenomeno. Ma sono diversi i protocolli e i programmi di prevenzione e contrasto su vari aspetti più specifici come il contrasto al lavoro nero, la sicurezza sul lavoro, gli appalti, che spesso sono la spia di fenomeni di criminalità di più ampio raggio. Il territorio in questi anni ha dimostrato innanzitutto una nuova consapevolezza dell’appetibilità del nostro tessuto economico agli occhi della malavita, consentendo quindi di alzare la guardia. Oggi abbiamo intessuto collaborazioni forti, che vedono la Prefettura, forze dell’ordine, istituzioni relazionarsi e lavorare in sinergia con categorie, ordini professionali, sindacati. Scambio di informazioni, dialogo, azioni condivise: questa è la strada per difenderci da chi tenta di avvelenare la nostra economia sana, è lo è ancora più oggi, consapevoli che le ferite lasciate dalla pandemia hanno reso l’intero sistema Paese più vulnerabile”.