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Fusione Hera Acegas. I commenti di Galvani (Fds), Mauro (Pdl), Giorgetti (Pd)


“Ben scavato vecchia talpa... sembra proprio il caso di dirlo dopo l'esito del voto in Consiglio Comunale sulla fusione Hera Acegas Aps e l'apertura all'aumento di capitale di Fondo strategico italiano”. A raccogliere allori è Savio Galvani, consigliere comunale di Fds in seno alla maggioranza all’interno della quale è stato da sempre contrario assieme a Stefano Murano di Idv alla fusione Hera Acegas. “Come Fds abbiamo messo in evidenza l'esigenza di avviare un processo di scorporo del sistema idrico integrato per sostenerne la ripubblicizzazione proprio perché si tratta di un servizio che per sua connotazione deve rimanere vicino al territorio. Il valore politico del voto espresso nel consiglio comunale di Rimini riveste una particolare importanza perché in democrazia tutti i voti sono utili e non possono essere cancellati dalla logica numerica dell'azionariato. Per questa ragione va stigmatizzato il forte segnale politico che, in questo modo, abbiamo trasmesso anche nelle relazioni interne al Patto di sindacato”.


Gennaro Mauro (Pdl). “Gnassi può anche esprimere un voto contrario nell’ambito del patto di sindacato, ma lo fa ben consapevole che il suo voto sarà ininfluente sulla decisione finale, sicuro di non inimicarsi gli amici bolognesi che vogliono la fusione tra Hera e il gruppo triestino-padovano. Così ottiene anche l'obiettivo di tener buoni due assessori della sua giunta, e l'ala sinistra che lo sostiene”. E’ questo il due più due politico di Mauro rispetto alla votazione in consiglio comunale ieri a Rimini che ha bocciato la fusione Hera Agegas, con il parere contrario anche del sindaco.
“Il sindaco non convince, però, quando parla di difficoltà a rappresentare le problematiche del territorio in seno al patto di sindacato degli azionisti pubblici di Hera. Gli voglio ricordare che quasi tutti i possessori delle azioni pubbliche sono sindaci che hanno in tasca la tessera del Partito democratico”, dice. Piuttosto, il sindaco “prenda in seria considerazione l’eventuale vendita delle azioni Hera detenute dal Comune. Solo così potrà reperire risorse finanziarie per dare avvio al piano fogne”.


Dal versante del Pd, Alessandro Giorgetti fa notare che “attualmente, come socio di Hera, il Comune di Rimini è socio di un'azienda che occupa oltre 700 lavoratori nell’ambito della Provincia di Rimini. Hera è una realtà pubblica che funziona. Nell’ambito provinciale di Rimini fra il 2005 e il 2011 ha realizzato investimenti operativi per circa 110 milioni di euro, e interventi avranno evidenza nel prossimo futuro, come il raddoppio depuratore di Santa Giustina e relativa condotta o il progetto Rimini Isola incluso nel Piano della salvaguardia della balneazione”.

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Fusione Hera Acegas, Petitti (Pd): La società resterà pubblica


Secondo il segretario provinciale del Pd, Emma Petitti (ieri ‘capogruppo per l’astensione’ in un consiglio che ha bocciato la fusione Hera Acegas), in tutta la faccenda c’è “un equivoco” da cui “sgomberare il campo”. In difesa del voto dei consiglieri del Pd, Petitti dice che “occorre distinguere fra l'obiettivo del progetto industriale, che mira a creare una delle aziende più importanti del paese rafforzando il ruolo pubblico grazie anche all'ingresso del Fondo strategico italiano, e la regolazione del sistema idrico ambientale, che non dipende dalle aziende, alle quali spetta la gestione dei servizi”.


Se da un lato, quindi, è innegabile per diversi motivi “la valenza strategica dell'aggregazione” che ha incassato il parere favorevole del sindacati, dall’altro le criticità ci sono e “riguardano non tanto il merito, quanto il metodo seguito e il rapporto fra azienda e territori”. Visto che aumenterà il numero dei “i Comuni coinvolti nella società che nascerà a seguito dell'aggregazione, le singole quote di partecipazione pubblica dei singoli enti locali o delle loro holding subiranno un assottigliamento. Il timore è quello della riduzione del peso dei singoli Comuni soci nel rapporto con l'azienda, e del progressivo allontanamento di Hera dai territori e dai cittadini”.


Il territorio riminese, invece, “intende fare sentire il proprio peso nel rivendicare investimenti consistenti e strategici, a partite dal piano di salvaguardia della balneazione e dal progetto Rimini isola, i cui effetti positivi non riguardano solo la città di Rimini, ma tutta la riviera”. Altra questione è quella della “necessità di una riduzione dei compensi dei manager Hera in linea con le aspettative di rigore e contenimento dei costi espresse dai cittadini”.


Ci sono però dei paletti, ricorda il segretario Petitti. Il 26 luglio “il Patto di sindacato dei soci pubblici che riunisce i Comuni capoluogo e che controlla il 58 per cento di Hera aveva dato parere positivo sull'accordo quadro siglato fra Hera e Acegas-Aps sempre lo scorso luglio”. C’è anche la scelta del 2003 del Comune di Rimini e degli altri soci “di collocare Hera sul mercato azionario” scenario in cui “la fusione con Acegas dovrebbe dare certezze sul valore della partecipazione, sulla competitività e sulla capacità di investimento, anche nella prospettiva di concorrere a gare per l’assegnazione dei servizi, a partire da quelle imminenti per il servizio di distribuzione gas”. Non è fattore secondario perché “se Hera dovesse perdere la gestione a favore di grandi gruppi, italiani o anche esteri, ne deriverebbe un danno sia come ricadute economiche sul territorio, sia come tutela occupazionale”.


Ultimo nodo. “Hera e Acegas resteranno pubbliche, non c’è nessun cedimento al mercato o privatizzazione”. I Comuni soci si sono impegnati a mantenere e, a garantire anche per il futuro, che “la società quotata risultante dall’aggregazione avrà una loro partecipazione pari almeno al 51 per cento delle azioni. Questo dovrebbe sgomberare il campo anche dall'equivoco sulla regolazione del sistema idrico ambientale e sul contrasto fra la fusione e il referendum sull'acqua pubblica dello scorso anno. Le fonti sono infatti tutte in mano pubblica, le reti sono di proprietà degli enti pubblici, mentre il soggetto che effettua la distribuzione, Hera, è e come detto resterà a maggioranza pubblica”.

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Fusione Hera Acegas, Lombardi (Pdl): La sinistra usa il mercato per ottenere potere


Il fatto che vari sindaci del Pd abbiano votato contro a questa fusione pure essendo vincolati al voto del patto di sindacato, da un lato dimostra ancora una volta l’uso strumentale delle deliberazioni comunali, ma dall’altro certifica che la sinistra non può più tenere i piedi in due scarpe: liberalismo economico e statalismo comunista non sono conciliabili ed i nodi stanno sempre più venendo al pettine”, fa notare il consigliere regionale del Pdl Marco Lombardi in attesa dell’assemblea dei soci Hera lunedì a Bologna dove probabilmente si delibererà per l’accorpamento.


“La fusione Hera Acegas ha finalmente fatto scoppiare – secondo Lombardi – tutte le contraddizioni di un sistema politico amministrativo egemonizzato dalla sinistra che da anni usa le regole del mercato non per ampliare la concorrenza ma per allargare il proprio potere”, dice.


Qualcosa però è cambiato. “La crisi e la diminuzione di risorse pubbliche, non consente più alla sinistra di usare il mercato a suo uso e consumo e di improvvisarsi liberale. Oggi se si aderisce alle regole del mercato queste vanno seguite fino in fondo e se il pubblico abdica al proprio ruolo di controllore della qualità e del giusto costo dei servizi pubblici locali, crea dei danni ai propri cittadini”.

A bloccare Hera è stata dunque “l’influenza politica sui suoi organi amministrativi”, da sempre “evidente”, accanto al fatto che il “suo strapotere tecnico-organizzativo rispetto all’organo che avrebbe dovuto controllare il servizio (ato) era ed è imbarazzante”.


Protagonisti dela vicenda sono, da un lato  “i Comuni, che dovrebbero controllare”, ma “sono soci e percepiscono gli utili”, dall’altro “Hera” che “è quotata in borsa e quindi deve rispondere ai criteri imposti dal mercato per non perdere valore azionario”. In questo scenario, “capiamo perché oggi molti, anche a sinistra cominciano ed essere spaventati ed a ripensare all’intero modello. La nuova disciplina sull’ato regionale prova ad aumentare il potere di controllo pubblico, ma se alle petizioni di principio non seguiranno fatti concreti ed una forte volontà politica, tutto il meccanismo risulterà vano”.


Il Pdl riminese, invece, ha da “sempre sostenuto l’opportunità per gli enti pubblici di vendere le azioni di Hera, sia per far fronte ad investimenti immediati e necessari, sia per rompere quel pericoloso cordone ombelicale tra il controllore ed il controllato. La sinistra ci ha sempre criticato in questa posizione salvo oggi fare una clamorosa marcia indietro”.

9b

L'Assessorato ci sgrida sui refusi. L'aspettiamo nel merito


L’assessorato al Turismo della Provincia di Rimini ci inoltra la seguente precisazione.
In riferimento all’articolo ‘Notte Rosa. Le percentuali del desidero (o dell’ansia)’, l’assessorato al Turismo della Provincia di Rimini richiede la pubblicazione della seguente precisazione:
“L’articolista, in diverse parti del pezzo giornalistico in oggetto, dimostra nella migliore delle ipotesi di non padroneggiare appieno la materia descritta. In particolare risulta del tutto improprio il riferimento alla presunta discordanza tra posti letto disponibili e pernottamenti effettivi durante la Notte Rosa. Come dovrebbe ben sapere ogni operatore dell’informazione, e soprattutto chi ha lavorato per quasi 10 anni in questo assessorato, ai posti letto alberghieri (139.811) si aggiunge la disponibilità nelle cosiddette Residenze Turistico Alberghiere, vale a dire residence e meuble (6.420 posti), e quindi nell’extralberghiero, in special modo campeggi (altri 26.633). Questo porta il totale dei posti letto disponibili in provincia di Rimini a 172.864, come chiunque può verificare accedendo allo stesso sito internet consultato dall’estensore dell’articolo, e dunque le 149.352 presenze nella giornata del 6 luglio 2012 è dato più che realistico e giustificato, senza dover ricorrere a commenti sarcastici, evidentemente infondati. Un singolare errore da parte dell’articolista/ex collaboratore dell’assessorato, al quale dunque- se non ‘dare i numeri’- può essere serenamente rimproverato in questo caso di aver preso ‘fischi per fiaschi’’. Verso lo stesso può essere inoltre rovesciata la prospettiva che gli fa intravedere in un refuso numerico tanto marchiano da apparire di primo acchito non plausibile (+ 304,1%), quasi una ‘furbata sperando nella disattenzione dei cronisti di Inter-Vista’. Con lo stesso metro perché l’articolista compara nel pezzo le presenze della Notte Rosa 2012 con quelle del 2001 (quando peraltro la manifestazione neanche esisteva..)? Voleva forse trarre in inganno il lettore con un improbabilissimo raffronto decennale? Oppure si è trattato di un mero errore materiale, confondendo 2001 con 2011? Chi lo sa!
In definitiva, verrebbe da pensare che la prospettiva di portare avanti una inutile polemica, fa dare i numeri…e i fiaschi!”.


Un vecchio saggio potrebbe commentare: chi di refusi colpisce, di refuso perisce. Il nostro (2001 invece di 2011) appare subito come un banale lapsus calami, che accade una volta e, si spera, mai più. Nella tabella inviata dalla Provincia le percentuali mega-galattiche non erano solo nel totale (quello da noi citato) ma in ogni giorno del week end Notte Rosa. Insomma, un refuso dietro l'altro che autorizza un po' di ironia che a quanto pare in Corso d'Augusto e in Piazza Malatesta è passata di moda e ce ne dispiace.
Nella scheda mandata dalla Provincia non era specificato se le presenze fossero solo alberghiere o extra-alberghiere, abbiamo supposto fossero solo le alberghiere: nessun problema a riconoscere il nostro infortunio. Anche se, pure in questo caso (in relazione cioè ai posti complessivi), ne risulterebbe un pienone quasi ferragostano d'altri tempi, il che non era emerso dai commenti del giorno dopo. Anzi, la presidente degli albergatori per giustificare l'andamento non esaltante aveva dichiarato che le presenze non sono importanti.
In ogni caso quel pezzullo apparteneva al genere letterario del corsivo (un sorrisino e via), ciò che volevamo dire sulla Notte Rosa era nell'altro articolo, sul quale l'Assessorato non dice nulla. Chi tace, cosa fa?

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Rimini | Lunedì sciopero Start Romagna, l’azienda: Manifestazione strumentale


Lo sciopero “strumentale”, secondo la società, dei dipendenti di Start Romagna è previsto per lunedì. Oggi si sarebbe dovuto tenere un incontro tra azienda e sindacati che non ci sarà. Start Romagna reputa “grave” (si legge nella nota della società) l’“ultima richiesta del sindacato di spostare il tavolo di confronto già fissato per venerdì 12 ottobre al giorno 17 ottobre, sapendo che è in corso una dichiarazione di sciopero per il 15 ottobre”. Rinvio che è, secondo la società, “segno di debolezza, mancanza di responsabilità e serietà”.


La vicenda va avanti da un anno senza che si sia riusciti a raggiungere una intesa a causa di “contraddizioni e mancate condivisioni tra le stesse organizzazioni sindacali” che “hanno prodotto un ritardo grave nell’apertura di tavoli di confronto attuativi di un accordo che ha segnato una tappa fondamentale nel percorso di fusione di Start Romagna”.


Gli strumenti per raggiungere intese e regolamentare i rapporti tra azienda e lavoratori esistono, dice la nota citando l’accordo sul Premio di Risultato 2011 e il Codice di relazioni sindacali, “strumento che Start Romagna ha definito da tempo con il sindacato e che ancora oggi, nonostante le numerose sollecitazioni di Start, non si è riusciti ad attivare”. Tutta colpa “di un sindacato per troppo tempo silente e inadempiente su tematiche che interessano regole e comportamenti di tutta Start”.

Venerdì, 12 Ottobre 2012 09:53

GIORNALAIO 12.10.2012

giornalaio

Fusione Hera Acegas: Rimini dice no il Pd riminese dice ni. Turismo a mezzo servizio, di Angelo: il sindaco ha la delega ma è troppo impegnato in 3mila altre cose. Università (l'altra delega del sindaco): l’indotto per il centro storico


Fusione Hera Acegas


Rimini ha detto no (ma il Pd ci ha creduto solo a metà). “Un esito che è sembrato essere ‘scontato’ quando l’assessore al Bilancio Gianluca Brasini ha spiegato che il parere negativo non sarebbe servito a nulla (la fusione è stata in sostanza già decisa dalla maggioranza del patto di sindacato di Hera, cioè dai Comuni più importanti dell’Emilia Romagna) ma era importante per «dare un segnale politico chiaro»”, Corriere (p.7).


Il Pd “CONTRARIO alla fusione Hera-Acegas, ma spaccato”, ilRestodelCarlino (p.7). “Al fianco del segretario Emma Petitti, tra i favorevoli all’astensione, si sarebbero schierati, oltre ai già dichiarati Morolli, Donati e Zoffoli, anche il presidente del consiglio comunale, Donatella Turci, Abramo Fraternali e Francesco Angelini. Con Agosta ed il fronte del no anche Vincenzo Gallo oltre a Savio Galvani della Federazione della Sinistra e Stefano Murano Brunori dell’Idv. A tarda serata rumors davano il sindaco Gnassi anche lui pronto a votare no”.


“Le «perplessità sulla fusione» tra Hera e Acegas sono «più che giustificate» per il vice presidente della Provincia e rappresentante dell'Italia dei Valori Carlo Bulletti, che spezza una lancia in favore dei dubbi espressi già nei giorni scorsi dal presidente della Provincia Stefano Vitali e dal sindaco Andrea Gnassi. Bulletti si chiede invece perché da tali perplessità «la segretaria del Pd di Rimini non viene minimamente toccata. A questa notizia mi son chiesto perché? Quali sono gli interessi del Pd riminese: i cittadini o il mercato azionario?»”, NuovoQuotidiano (p.9).


“«Non prendiamo un granchio, non confondiamo il tema della fusione con quello delle tariffe e delle fogne» ha ribadito la Petitti mercoledì sera alla riunione di maggioranza. Nessuno sembrava darle retta. Poi ieri alle 15.30 la riunione del gruppo consiliare: lei, scura in volto, quasi non parla. Con Agosta sono ai ferri corti. Quindi la commissione delle 17: non è tra i commissari, ma gira nei corridoi, ostenta sorrisi ma non rilascia dichiarazioni, «aspettiamo a vedere come va». Una cosa però la dice: «Non voto contro»”, LaVocediRomagna (p.15).


Turismo


“Manca un responsabile del turismo in Comune”, dice alla Voce Richard di Angelo (p.11). “«La partita degli eventi legati al turismo - dice lo storico titolare del Rose&Crown - non può non prevedere la messa in campo di una mini-consulta, o tavolo che sia, di imprenditori che possono dare un contributo importante in maniera costante, con una progettualità coerente per il futuro». Una richiesta che la Confcommercio spiega di «aver già fatto più volte, ma il sindaco su questo non ci sente. Secondo noi sbaglia».


Alcool e minori


“Il Comune corre ai ripari e per placare l’abuso d’alcol e i problemi in zona vecchia pescheria studia tre soluzioni: zonizzazione della città; eliminazione di vendita di bottiglie e lattine di tutte le dimensioni; obbligo di consumazione all’interno dei locali. Tutte ipotesi al vaglio, conferma l’assessore Sadegholvaad. Anche se prima della soluzione finale «il confronto con le categorie sarà fondamentale»”, Corriere (p.5). D’accordo Confesercenti: «Non ci arricchiamo sulla pelle dei ragazzini».


I soldi che girano in centro storico


“LA SPERANZA in via Angherà, è quella naturalmente di veder salire il numero delle matricole (tra ritardi e ripescaggi) da qui a dicembre. Solo 879 iscritti al primo anno, contro i 1.192 che si contavano in questo periodo lo scorso anno, sono veramente pochi”, ilCarlino (p.2). “Tra camere in affitto, pasti, trasporti, fotocopie, caffè, uno studio commissionato da Uni.Rimini (il consorzio degli enti che sostengono l’ateneo riminese) aveva stimato in almeno 15 milioni di euro all’anno l’indotto, alla media di 4mila euro a studente”.


“Il Comune amministrato dal centrosinistra che, dopo decenni di politiche penalizzanti per il centro storico, scopre di dover riparare ai danni causati e batte cassa in Regione, con la richiesta di un finanziamento di 150mila euro legato alla legge regionale 41 del 1997, con la promessa di mettere sul piatto 50mila euro di risorse comunali tra il 2013 e il 2014. La giunta di Palazzo Garampi ha votato martedì scorso la delibera con cui approva il piano e chiede il contributo a Bologna, che a quanto pare lo concederà”, LaVoce (p.13).


Aumento di capitale per Start Romagna


Cna e Confartigianato alle prese con la concorrenza sleale dei trasporti pubblici. “In un bilancio aggregato come quello di Start Romagna - si legge nel comunicato - come si può distinguere l’utilizzo del carburante dedicato al Tpl che notoriamente costa almeno il 20% in meno se utilizzato per il trasporto turistico? Inoltre con che contratti e a che condizioni vengono distaccati gli autisti assunti per il Tpl al trasporto Bus turistico?”, LaVoce (p.14).


Bagnini ancora divisi sulle mosse del governo per la direttiva servizi, su tutti i quotidiani. “«No al bando ad evidenza pubblica per le concessioni demaniali». Lo sostengono in coro le quattro sigle dei balneari Sib Confcommercio, Fiba Confesercenti, Cna Balneatori e Assobalneari Confindustria. Una presa di posizione netta «e piena di disappunto » all’indomani dell’i ncontro avuto dal ministro Piero Gnudi”, Corriere (p.8).


Al via la 43esime edizione del Pio Manzù, su tutti i quotidiani.

nero

Rimini | Fusione Hera Acegas non passa in commissione. Quanto varrà lunedì a Bologna?


Poco prima dell’inno nazionale al consiglio comunale a Rimini oggi alle 19,15, la commissione bilancio convocata in fretta e furia ha detto no alla fusione tra Hera e Acegas (lo stesso farà il consiglio). Dieci i contrari (Pdl, M5S, Sel, Idv, Fds, Lega e qualche Pd, cioè Marco Agosta e Giovanni Pironi, il presidente Samuele Zerbini era assente), tre gli astenuti (tutti del Pd: Giovanna Zoffoli, Sara Donati e Mattia Morolli), un solo favorevole (Bertino Astolfi).


“Abbiamo scelto di stare dalla parte dei cittadini”, ha detto Giuliana Moretti (Pdl) con un piede fuori dalla commissione e uno dentro al consiglio. “Abbiamo scelto di non tener conto di quanto prospettato dalla delibera, ovvero l’aumento delle quotazioni per Hera da 0,88 a 1,30 in caso di fusione. Lo abbiamo fatto anche perché noi rispetto a Hera, un moloch voluto e creato dalla sinistra (se dai vita a una società per azioni non è che poi ti aspetti che non faccia utili), siamo sempre stati dalla parte della gente e abbiamo sempre chiesto che l’azienda pensasse più ai servizi e meno alle quotazioni in borsa”.


Già nel pomeriggio Gennaro Mauro (Pdl) aveva ribadito che “il Popolo della libertà è contrario alla fusione, perché risulta essere solo un’operazione di natura finanziaria che non produrrà riduzioni di costi e risparmi sulle tariffe, ma solo la creazione di un azienda con dimensioni maggiori, meglio attrezzata a difendere la propria posizione dominante di mercato, quando sarà il tempo di partecipare alle gare pubbliche di conferimento del servizio”.


C’è qualcosa che non torna, però, in tutta la vicenda: il peso che avrà effettivamente la votazione del consiglio di Rimini in assemblea dei soci a Bologna lunedì mattina (non pari, ma vicino allo zero) e dunque cosa succederà davvero a Hera.

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Notte Rosa. Le percentuali del desiderio (o dell'ansia)


Forse è la prospettiva di dover chiudere presto bottega che fa dare i numeri, ma ultimamente con le statistiche la Provincia non ci prende.
Avevamo chiesto all’ufficio provinciale di mandarci i dati sulle presenze turistiche della Notte Rosa 2012 messi a confronto con il 2011. Dopo una settimana e più si fa viva la segreteria dell’Assessore Fabio Galli con una bella tabella dove alla voce “Variazione % presenze notte rosa 2012 su notte rosa 2011” spicca un bel +304,1%.
Ovviamente abbiamo strabuzzato gli occhi. Possibile? E tutti quei lamenti degli albergatori sulla stagione andata male? Osserviamo meglio: nel 2001 le presenze sono 411.719 e nel 2012 sono salite a 434.692, anche un somaro in matematica capisce che la percentuale di crescita non può essere a tre cifre.
Chiamiamo l’Assessorato per risolvere il mistero della moltiplicazione delle presenze. Non risponde nessuno. Torniamo all’Ufficio Statistica. Sorpresa, costernazione, “ma come è possibile?”. Inoltro per e-mail la tabella ricevuta e anche la statistica deve arrendersi all’evidenza. L’Ufficio, con grande solerzia, le rispedisce in tempo reale con le percentuali giuste: l’aumento è stato solo del 5, 58%.
Come sia potuto accadere non lo sappiamo: un maldestro copia e incolla? Una furbata sperando nella disattenzione dei cronisti di Inter-Vista? Chi lo sa!
Ma la giostra dei numeri ha un altro aspetto che dovrebbe essere chiarito. Sappiamo (vedi statistiche della Provincia reperibili sul sito) che al 31 dicembre 2011 i posti letto alberghieri nella provincia erano 139.811. Apprendiamo dalle statistiche della Notte Rosa che il 6 luglio 2012 dormivano a Rimini 149.352 persone, diecimila in più dei posti letto disponibili. Anche qui i conti non tornano. Siamo tornati agli Sessanta quando gli albergatori facevano dormire la gente nei sottoscala o nelle proprie camere private? Altro che crisi, allora!
Si apprende poi dal Carlino che non c’è coincidenza fra i dati del censimento della popolazione e quelli in possesso dalla Provincia.
Viene proprio da pensare che la prospettiva di chiudere fa dare i numeri!

Giovedì, 11 Ottobre 2012 19:57

Notte Rosa. Una riflessione necessaria

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Notte Rosa. Una riflessione necessaria


Adesso che le luci sono spente, si può fare un ragionamento serio sulla Notte Rosa? Speriamo di sì .
I fans della Notte Rosa sostengono essenzialmente due cose: che la Notte Rosa è buona perché fornisce l’immagine di una Riviera dove succedono eventi che scaldano il cuore dell’immaginario collettivo, che è diventata un prodotto turistico che porta presenze.
Su quest’ultimo aspetto si hanno i dati sulle presenze della Provincia che l’esperienza invita a prendere sempre con cautela. Risulta che paragonando il lungo week end 2012 (6-8 luglio) con il corrispettivo del 2011 (1-3 luglio) le presenze sono cresciute del 5 per cento. Nel 2012 sono invece calati gli arrivi, passati da 107.572 a 101.760 (calo del 5,7%). Evidentemente nell’anno della crisi anche la Notte Rosa ha perso molto della sua capacità di attirare turisti. L’aumento delle presenze può essere spiegato con una maggiore permanenza di quanti sono arrivati o dal fatto, così risulta dai dati, che c’erano già numerose presenze in Riviera prima del week end.


Ma l’analisi dei numeri non è l’unico elemento di valutazione. La domanda da porsi è se sono stati raggiunti gli obiettivi che con la Notte Rosa si volevano ottenere. Se si va a rileggere il famoso “concept” elaborato da Andrea Gnassi o le dichiarazioni dell’allora assessore provinciale al turismo, risulta evidente che all’evento si affidava il compito di recuperare un’immagine dolce e positiva della Notte in Riviera, dopo gli anni dello sballo da discoteca. La Notte Rosa doveva essere un evento paradigmatico che mostrasse al mondo come in Riviera ci si potesse divertire senza gli eccessi degli anni Ottanta e Novanta. Doveva essere un evento apri-pista, che introducesse una nuova stagione.


La domanda allora è: la Notte Rosa quanto ha cambiato nel divertimento notturno in Riviera? Al di là della notte di inizio luglio, sono sorte iniziative imprenditoriali, locali, tendenze, che possono far dire senza ombra di dubbio che la scommessa è stata vinta, che in Riviera la notte è tornata alla grande ed in un modo diverso da quello degli anni Ottanta e Novanta?
La risposta purtroppo è: no. E non solo perché nelle ultime edizioni è emerso prepotente il problema dello sballo alcolico (altro che notte dolce!) ma perché non si è segnalata nessuna nuova iniziativa imprenditoriale nel segno di una nuova concezione del divertimento. Tanto è vero che l’estate del 2012 si segnala per l’ultima invenzione del direttore artistico Andrea Gnassi, la Molo Street Parade, alla quale viene affidata la mission di rilanciare la notte in Riviera. Quasi un’ammissione del fallimento della Notte Rosa.


Nelle ultime settimane un libro e un articolo di Pier Pierucci hanno rievocato la stagione del Riviera Culture Club, cioè di quel periodo in cui la creatività imprenditoriale dei riminesi si è imposta sul mercato del divertimento. E l’ha fatto senza eventi di traino, senza investimenti pubblici, ma semplicemente annusando l’aria, assecondandola e rischiando in proprio. Un metodo totalmente diverso da quello che oggi sembra andare per la maggiore. Come c’è l’industria assistita che da anni mantiene in vita aziende decotte e senza appeal sul mercato, in Riviera (dove non ci facciamo mai mancare niente) stiamo inventando il divertimento perennemente foraggiato dall’intervento pubblico. La stagione delle discoteche più famose d’Europa non era nata così.


È possibile che a rilanciare la notte possa essere un perenne “laboratorio” assistito? L’epoca delle discoteche, con le sue luci e le sue ombre, fu un fenomeno imprenditoriale capace di intercettare le tendenze del momento. Adesso tutto deve essere affidato alle sensibilità artistiche e di immaginazione del sindaco? Se prodotto turistico legato alla notte deve esserci, non può essere assistito. O nasce dall’imprenditoria locale o si riduce ad una operazione di immagine e pertanto ha il fiato corto.

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Infortuni: a Rimini pescatore cade a bordo nave, batte la testa e muore


Un pescatore di 47 anni, nato a Pesaro, è morto stanotte intorno alle 4,35 a bordo del peschereccio 'Marinella' a largo di Rimini. L'uomo lavorava sull'imbarcazione con un collega quando è caduto, ha battutto violentemente la testa ed è morto. A chiamare i soccorsi è stato l'altro uomo che era a bordo e che ha subito riportato il peschereccio in porto.


Inutile l'intervento del 118. Il medico legale, giunto sul posto insieme al Pm di turno, ha infatti constatato la morte per arresto cardio-circolatorio e trauma cranico. A raggiungere il 'Marinella' subito dopo l'incidente è stata la Capitaneria di Porto di Rimini. (AdnKronos)

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