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Rimini, il calcio festeggia il suo centenario


Il 2012 è l’anno del centenario del calcio a Rimini, del pallone, come si dice dalle nostre parti. Era infatti il 1912 quando prese di nuovo vita la sezione calcio dell’U.S. Libertas, la polisportiva che comprendeva varie attività come l’atletica, il nuoto, la ginnastica, il ciclismo. Nuovamente perché, già nel 1909, c’era stato un primo tentativo di fondarla, mentre i primi cenni sul “gioco del calcio” risalgono probabilmente al 1906.
E’ comunque dal 1912 che nasce la Libertas Rimini, società dalla quale attraverso varie vicissitudini nel corso dell’ultimo secolo, si arriva ai giorni nostri. La Libertas Rimini, dal punto di vista storico, è quindi l’origine del calcio biancorosso, anche se per arrivare alla Rimini Calcio è necessario introdurre la seconda anima pallonara della città.
Per volontà del regime fascista, nel 1925, nacque la squadra del Dopolavoro Ferroviario che giocava sul campo di via Roma denominato “la scatoletta” e che assieme allo Stadio del Littorio, fu teatro negli anni trenta di accesissimi derby. Al termine della stagione 1938/39, dalla fusione della Libertas e del Dopolavoro Ferroviario nacque la Rimini Calcio che fu ammessa al campionato di serie C.
Ecco perché in questa stagione, i giocatori del Rimini, per festeggiare il centenario, al fianco della classica divisa a scacchi biancorossi (i colori della Libertas), indossano la divisa nera con banda orizzontale biancorossa, la maglia nerocerchiata, come si chiamava a quel tempo la casacca del Dopolavoro Ferroviario. La terza divisa che il Rimini veste in questa stagione è invece una maglia bianca con banda rossa trasversale scelta per ricordare la divisa del 1962, anno del cinquantenario. Anche allora ci furono celebrazioni dell’evento e al Romeo Neri si disputò una storica partita tra le rappresentative nazionali di Italia e Irlanda, incontro finito per 6-0 per gli azzurri con due gol del biancorosso Oltramari.
Il centenario, oltre a un’occasione di festa, deve però essere spunto per riflettere perché, al pallone, si può dare tanta o nulla importanza, ma questa passione ha comunque attraversato la maggior parte di noi e accompagnato la storia della nostra città. Oggi il pallone è diverso, ci bombarda con uno spettacolo dove il personaggio conta quanto la prestazione, e mentre il calcio televisivo scandisce lo show, quello di provincia vissuto allo stadio è agonizzante. Poi c’è il sottobosco di questo sport quello sporco, brutto e cattivo che emerge con scadenza ormai ricorrente portando in superficie debolezze umane più che storie sportive. Se però si prende il pallone e si prova a guardarlo senza la sovrastruttura della modernità globalizzata, si scopre che l’ossigeno per la sopravvivenza si trova proprio al suo interno perché l’anima è rimasta la stessa. L’anima è quella che ancora oggi porta i bambini a mettersi gli scarpini e correre appresso ad un pallone come se all’interno ci fosse una bolla fatta di colori e sapori, come ci fosse una magia che va oltre lo spettacolo da vendere alle telecamere, oltre alle bassezze degli uomini.
L’anno del centenario è il momento per innaffiare i sentimenti, per riscoprire, anche e soprattutto da parte delle istituzioni, il valore sociale dello sport in una società che si mischia ma non si integra. Nella formazione del Rimini di oggi militano undici ragazzi della nostra terra e il settore giovanile biancorosso è un arcobaleno di 450 ragazzini con facce diverse. Il calcio oggi può essere un investimento sulla parte sana di questa passione, sui valori anche educativi del calcio come un microcosmo positivo pulsante della città. L’identità è la chiave, il sentimento, la tradizione, l’humus sul quale coltivare un calcio diverso. Il centenario è l’occasione per una scelta anacronisticamente contemporanea: vivere per sé e con sé, senza un domani che non parta da ieri. Il pallone da noi, come in tante altre città, può essere “solo” questo e il centenario diventa una leva per innalzare la propria singolarità, perché lo show in questo calcio è un altro: è quello che vive dentro la testa. L’onore e l’orgoglio di vivere in questa città, e perché no, lo spirito di appartenenza verso qualcosa che ci unisce.
Francesco Pancari

tortora-scuro

I 50 ANNI DI CL A RIMINI, UNA STORIA NATA IN VILLEGGIATURA


Sono passati 50 anni da quel 4 di ottobre del 1962, quando la Gioventù studentesca (Gs) di Rimini, qualche decina di ragazzi, fece il suo primo gesto pubblico. Oggi gli amici del movimento di Comunione e liberazione a Rimini e provincia sono sul migliaio. In 2mila hanno partecipato sabato alla giornata di inizio anno al palas.


In duomo mercoledì 3 ottobre alle 21 con la messa presieduta dal vescovo si ricorderanno cinquanta anni di una storia. “Il 4, che è anche la ricorrenza di san Francesco e il giorno in cui è morto don Giancarlo Ugolini, il Papa sarà a Loreto e non volevamo mettere nessuno nella condizione di dover scegliere”, spiega Manlio Gessaroli, chirurgo, responsabile di Cl a Rimini.


La messa sarà il primo di tre appuntamenti in programma per “ricordare – spiega Gessaroli – i primi istanti in cui da un niente è cominciata questa storia, per guardare cosa ne è scaturito fino ad oggi. Per noi sarà l’occasione di un viaggio verso l’origine per accorgerci che il carisma che abbiamo avuto il dono di incontrare è vivo oggi, è un avvenimento che riaccade e cambia oggi la vita di tanti”.


Successivamente, in programma l’incontro con don Julian Carron (presidente della fraternità di Comunione e liberazione), il 6 dicembre al palacongressi, e la presentazione di un libro-documentario sulla storia del movimento a Rimini a cura di Valerio Lessi con la collaborazione di Emanuele Polverelli.


“Don Carron sarà qui a testimoniare come ancora oggi il cristianesimo accade come fatto e non come ricordo. L'origine è un punto preciso nella storia che si ripete ogni momento. Il libro, invece, non riporta il punto di vista degli autori, quanto piuttosto il loro lavoro di ricerca sui fatti. Vogliamo che racconti le cose proprio come sono andate e ci aiuterà a ripercorrere la nostra storia a partire dall’entusiasmo dell’inizio passando per la diaspora del ‘68, gli anni di piombo, il borghesismo degli anni Ottanta, i Novanta, la crisi”.


Un libro che mostrerà cosa può nascere da una villeggiatura, da quei primi incontri tra i giessini milanesi in vacanza in riviera e gli studenti di don Ugolini al Valturio. Una storia locale che dopo il ’68, l’anno che sembrò spazzare via tutto, si è intrecciata con quella nazionale di Cl. Fu a Talamello, vicino Verucchio, che don Luigi Giussani, il fondatore di Gioventù studentesca, tenne l’incontro decisivo per la ripresa non solo a Rimini, ma in tutta Italia, del movimento.

Lunedì, 01 Ottobre 2012 16:07

50 anni cl rimini

Via Crucis del 1966 a Montegrimano, in primo piano don Giancarlo Ugolini

Lunedì, 01 Ottobre 2012 09:46

GIORNALAIO 01.10.2012

Rubriche

CARIM 2: CECCHI CONTINUA A CHIEDERE ‘GIUSTIZIA’. TASSA DI SOGGIORNO, GLI ALBERGATORI NON NE PARLERANNO CON I CLIENTI. OSPITARE IL CONGRESSO DEL TEMPO LIBERO E’ UN PRIVILEGIO DA 75MILA DOLLARI


Carim 2


Ieri passaggio di consegne tra Carollo e Bonfatti. “Va sottolineato, nel testo, la mancanza di un riferimento diretto all’azionista di controllo, la Fondazione. Niente di particolare, ma è un segnale: il passaggio da oltre il 70% delle azioni al 58,73% odierno, ha come conseguenza uno sguardo più ampio da parte del cda all’intero panorama dei soci”, La Voce di Romagna (p.9).


Il Corriere Romagna approfondisce le “accuse” di Enrico Cecchi, ex comandante delle fiamme gialle. «Le perdite da 180 e passa milioni di euro esistono, tutto il resto sono opinioni. A livello giuridico bisogna vedere se c’è dolo o colpa, ma l’ex consiglio di amministrazione e gli ex dirigenti hanno sbagliato e devono assumersi le loro responsabilità», (p.9).


Tassa di soggiorno


“«SE IL GOVERNO deciderà, come da tempo chiediamo e ci auguriamo per il bene del turismo nazionale, di sostituire l’imposta di soggiorno con la tassa di scopo, è evidente che quest’ultima non potrà che essere quantificata in base alle presenze turistiche, e dunque pagata dagli albergatori». Doccia fredda quella che viene dall’assessore regionale al Turismo Maurizio Melucci, sul capo della presidente dell’Associazione albergatori di Rimini. Momentaccio per Patrizia Rinaldis, che l’altro ieri aveva spiegato al ‘Carlino’ di auspicare la sostituzione della vacanza-tax con la tassa di scopo”, il Resto del Carlino (p.5).


Intanto, oggi è il primo giorno. Tra gli albergatori “tanti hanno già fatto sapere che al momento del check-out faranno finta di niente. Altri, invece, coordinati dal gruppo riminese Sos Albergatori, cercheranno di rimanere “nei limiti legali e del buonsenso”. Che sta a voler dire: una protesta pacifica ma fastidiosa. “La nostra linea è quella di spiegare ai clienti in partenza il tipo di tassa che andranno a pagare. Ma diciamo anche loro che potranno pagarla come no”, Nuovo Quotidiano (p.5).


“Un grande progetto pluriennale in cui amministrazione, albergatori e chiunque abbia a cuore il destino di Rimini, possa partecipare in un serio lavoro comune al fine di «riqualificare l’offerta della (ex?) capitale europea del turismo». E’ la strada individuata della Compagnia delle Opere per superare la crisi che non è certo frutto solo delle politiche dell’amministrazione approdate nella recente tassa di soggiorno. Responsabili al 50 per cento dell’attuale situazione sono anche gli albergatori riottosi da sempre a qualsiasi ipotesi di cambiamento”, Corriere (p.9).


Otium


La Voce continua a fare i conti attorno al congresso del tempo libero. Oltre al fato che negli sarebbero arrivati meno delegati paganti di quelli previsti, ce anche un altro fatto. “La convenzione del 2008, infatti, prevedeva l’esborso da parte di Convention Bureau, a favore di World Leisure Organization, soggetto detentore del marchio del congresso, di 75mila dollari statunitensi da pagare in tre rate (dal 2008 al luglio 2011). Un ‘fee’, prezzo da pagare per la concessione del privilegio di ospitare e organizzare il congresso”, (p.10).


Aeroporto “non all’altezza”: congressisti in fuga


“Congressi internazionali, un business milionario che Rimini si sta facendo sfuggire per colpa del Fellini. L’unico motivo che “brucia” la destinazione riminese lo scrivono, nero su bianco, le organizzazioni dei convegni di caratura europea che hanno bocciato la Riviera: «Difficoltà a essere raggiunta e mancanza di un aeroporto internazionale importante». Un colpo secco, come si legge ad esempio nell’ultimo “rifiuto” ricevuto dal Comitato organizzatore locale del sistema congressuale riguardo a Ertico, organismo della Commissione Europea costituito con l’obiettivo di rendere la mobilità più sostenibile. Un business mancato che avrebbe portato, nel 2013, 1.500 delegati per 3 giorni di lavori e per un indotto da distribuire sul territorio di circa due milioni e mezzo di euro”, Corriere (p.3).


Sulla Voce Paolo Gambi racconta l’inaugurazione del Technogym village a Cesena (p.3), “troppo per la Romagna” con tutti quegli ospiti da Napolitano a Clinton.


Il Nuovo Quotidiano intervista Claudio Carlini (p.6). La riviera secondo lui è cambiata. “Siamo diventati più freddi, più sofferenti. Abbiamo smarrito quella cultura dell'ospitalità che ci aveva reso famosi anche all'estero… E' cambiato il sistema, molti s'improvvisano imprenditori solo perché hanno qualche soldo da parte. Ma non hanno voglia, così l'albergo preferiscono darlo in affitto. Una volta c'era la gestione familiare, il lavoro era passione”.


Massimo Colombo è il nuovo presidente di Api Rimini, Corriere (p.4).


Dalla prima sul Corriere lettera di congedo di Maria Patrizia Lanzetti.

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LAMI (CDO RIMINI): IL PROBLEMA NON E' LA TASSA MA IL SOGGIORNO


Pubblichiamo l'intervento di Cristian Lami, presidente della Cdo di Rimini, nonchè albergatore. "Siamo sicuri che il problema sia la tassa e non il soggiorno?". Questa è la domanda centrale della lettera inviata ai giornali, che chiede una gestione serie dei fondi provenienti dalla tassa, un'ipotesi di spendig review locale per evitarla nel 2014 e una riflessione serie sul futuro turistico di Rimini. In poche parole la tassa di soggiorno potrebbe essere un'occasione per il cambiamento e non solo un problema.


Egregio Direttore,


stiamo seguendo con attenzione il dibattito sulla tassa di soggiorno e le comprensibili polemiche che si sono scatenate dopo la sua introduzione. Sicuramente in questa circostanza l’amministrazione non ha brillato per chiarezza e lungimiranza, ma, riguardo a quello che è successo, abbiamo una domanda: perché non abbiamo guardato ad altri comuni a noi limitrofi che hanno deciso di non applicarla, puntando ad essere più virtuosi nei loro bilanci? Non sarebbe il caso di avviare una seria spending rewiew locale che potrebbe permettere nell’arco di qualche anno la sospensione dell’applicazione della tassa?


Siamo coscienti che per almeno il 2013 l’amministrazione non farà alcun passo indietro. A questo punto l’odiato balzello può essere veramente l’occasione per farci tutti - operatori del turismo ed amministrazioni locali - una domanda: siamo sicuri che il problema sia la tassa e non sia il soggiorno?
Quello che è accaduto il 25 settembre al Teatro Novelli ha posto in evidenza, sempre che ce ne fosse ancora bisogno, che il settore turistico della nostra città versa in uno stato di profonda crisi. Da una parte c’è un contesto turistico mondiale sempre più competitivo, in continuo cambiamento. Chi ci governa, a livello nazionale e locale, non aiuta a rendere attraente, come dovrebbe, il nostro prodotto turistico: gli investimenti non sono facilitati, le rendite di posizione appesantiscono e aggravano il sistema non liberando nuove risorse (es. tante strutture gestite da affittuari strozzati). Ma il problema sembra essere sempre quello che qualcun altro non fa abbastanza, per esempio il comune o la politica, alimentando una sorta di permanente lamentela.



D’altra parte è evidente che c’è una reale difficoltà a cambiare: ogni circostanza é vista come negativa e mai come occasione per un cambiamento, come possibilità per ricominciare a imparare quello che fino a poco tempo abbiamo fatto e che credevamo di sapere fare. Ci ha colpito ascoltare in una chiacchierata fra amici un albergatore che a fine stagione ha dichiarato che si rendeva conto che doveva imparare di nuovo a fare l’albergatore. 
Il vero cambiamento non avviene per delibera comunale, ma si innesca quando ci sono persone, soggetti vivi, disposti a rimettersi in gioco, a riconquistare il gusto di “intraprendere” partendo dalla loro passione per l’ospitalità (che il mondo ci invidia!). Investire sulla formazione, mettersi insieme ad altri imprenditori per conquistare nuovi mercati e per poter sorprendere l’imprevedibile istante in cui intuisce che è necessario riorganizzarsi o scoprire nuove opportunità.


Questa è la sfida per gli albergatori, e non solo. Anche l’amministrazione comunale è di fronte a una sfida. 
Una città con vocazione turistica non si può più permettere le inadempienze dei servizi più importanti o la trascuratezza nella cura degli spazi pubblici. In questo occorre davvero un fronte comune. Qualunque sacrificio anche economico può essere affrontato con ragioni adeguate. Rispetto alla tassa di soggiorno, il Comune di Rimini dovrà rendere conto alla città in modo continuo e trasparente dell’utilizzo di queste risorse impegnandosi a destinarle, totalmente o in parte, alla realizzazione di un’opera che abbia finalità di rilancio turistico, che sostenga lo sviluppo e non per mantenere e conservare l’esistente, troppo spesso simbolo di assurde ed anacronistiche rendite.


Il futuro di Rimini come città turistica è legato a varie situazioni problematiche: tra queste sicuramente il più pericoloso e urgente è il sistema fognario. Occorre affrontare la questione con determinazione, sapendo che i progetti importanti per essere costruiti hanno necessità di tempo e risorse economiche. Più lasciamo passare il tempo, più c’è il rischio che l’immagine di Rimini venga lesa per sempre.


Sarebbe ora di avviare, per esempio, un grande progetto pluriennale in cui Amministrazione, albergatori e chiunque abbia a cuore il destino della nostra città possa partecipare in un serio lavoro comune al fine di riqualificare l’offerta della (ex?) capitale europea del turismo.

Come Compagnia delle Opere siamo interessati dalla sfida del cambiamento e mettiamo disposizione di tutti, albergatori e amministratori, quel contributo di esperienze e di relazioni frutto del lavoro di tanti imprenditori e tanti professionisti che, lontani dalla ribalta e dalla cronaca, ogni giorno lavorano con la coscienza di contribuire alla costruzione della propria impresa e quindi del bene comune.

Sabato, 29 Settembre 2012 10:30

GIORNALAIO 29.09.2012

Rubriche

CARIM 2, PARLA IL PRESIDENTE BONFATTI. TASSA DI SOGGIORNO: GLI SVIZZERI SCRIVONO A GNASSI. SOLDI DA BOLOGNA, IN ROMAGNA I CONTI NON TORNANO PER RIMINI. LA AUSL UNICA E I MILLE AMMINISTRATIVI RIMINESI


Carim 2


Sido Bonfatti presenta il suo ‘programma’. Il Corriere Romagna lo intervista (p.4). Anche il Resto del Carlino lo intervista (p.8). Il presidente della Provincia Stefano Vitali s’indigna perché al cda sono stati aumentati gli stipendi.


Dice Bonfatti. “La Banca Carim è eccessivamente sbilanciata nei suoi impieghi verso due settori economici, l’immobiliare e l’alberghiero. Ma è anche troppo esposta nei confronti di «un numero relativo di clienti dai quali ha avuto in passato forti ritorni, ma oggi sono motivo di rischio»”. “No all’azione di responsabilità Bonfatti l’ha decisamente esclusa. «Una decisione presa dai commissari - ha detto - che ritengo condivisibile». Non c’è un capitale andato disperso, come nei casi di fallimento. Non ci sono stati «approfittamenti personali»”, La Voce di Romagna (p.11).


Le condizioni della banca. “La raccolta totale è passata da 5,9 miliardi (bilancio 2009) a 4,6 del 30 giugno di quest’an - no, di cui quella “diretta” è passata da 4,1 a 3,0 miliardi. Nello stesso periodo, gli impieghi (cioè i finanziamenti a famiglie e imprese, sia a breve che a medio-lungo termine) sono passati da 3,3 mld a 2,8 mld (di cui quelli “deteriora - ti” in cui vi sono le sofferenze passano da 436 mln di euro a 548)”, Nuovo Quotidiano (p.9).


Rimini Cenerentola


“DIVIDE et Impera: Bologna matrigna lo fa da decenni alla Romagna, Cenerentola per finanziamenti dalla Regione rispetto alla ricchezza prodotta. E Rimini è storicamente il fanalino di coda dei tre territori romagnoli. Secondo molti avendo pagato la debolezza del principale partito, il Pci, rispetto a quelli più robusti di Ravenna e Forlì. Ricordate lo spregiativo ‘la sinistra balneare?” e poi la lista delle 'sviste', sulla scia del libro di Bonfiglio Mariotti, il Carlino (p.2).


Provincia unita


“La proposta di ieri al Cal era più che chiara: Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna saranno una Provincia unica. Nessuno ha parlato di capoluogo o presìdi, quelli sono dettagli”, l’ufficializzazione della proposta lunedì, Nuovo Quotidiano (p.11).


Ausl unica


“Attualmente nel solo settore amministrativo i dipendenti dell’Ausl sono circa mille (in totale l’Azienda Usl di Rimini ha 3.800 dipendenti: 900 medici, 2.000 infermieri e poco meno di 1.000 amministrativi), ma che essendo dipendenti pubblici non possono essere licenziati. E’ pensabile che, di concerto con i rappresentanti sindacali del settore, si arriverà al blocco del turn over per quanto riguarda tutte le persone che andranno in pensione”, il Carlino (p.3).


Tassa di soggiorno


“«L'amministrazione ci ha lasciati soli – sottolinea la presidente degli albergatori riminesi, Patrizia Rinaldis -. Non c'è stato il dibattito che doveva esserci sulla destinazione del gettito e sulle modalità». Ma soprattutto a dare più fastidio alla categoria è il fatto che Rimini sia stata l'unica città in riviera ad approvare il balzello. «Così è uno strumento di marketing molto svantaggioso»”, Nuovo Quotidiano (p.13).


Dopo i russi adesso anche gli svizzeri boicottano Rimini. Fernando Herrera, intermediario svizzero della Domo Reisen & Vertriebs Gmbh di Glattbrugg, scrive al sindaco Andrea Gnassi per contestare l’introduzione della tassa di soggiorno in dirittura d’arrivo il 1 ottobre, La Voce (p.13).


Bilancio


“25mila euro in meno per materiali didattici e sanitari: ovvero cancelleria, giochi, libri e attrezzature audio e video. E’ uno dei ritocchi approvati dal Comune con la delibera di salvaguardia del bilancio 2012”, La Voce (p.15).


Start Romagna


La maggioranza in commissione rischia di ritrovarsi nuovamente sotto. “Sono stati sudori freddi ieri mattina in V Commissione consigliare, quando la maggioranza, causa l’assenza di Bertino Astolfi e di Stefano Brunori, e l’assentarsi di Zerbini e Agosta, è rimasta temporaneamente in inferiorità numerica, rischiando seriamente di non riuscire a dare il via libera al duplice aumento di capitale di Start Romagna”, La Voce (15).


La Guardia di finanza stronca truffa ai danni dello Stato col tax free, Nuovo Quotidiano (p.7).

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PRATO, SELCIATO, MUSICA E  LUCI DAL BASSO PER IL NUOVO PARCO DEL VILLINO


Via della giunta alla riqualificazione del tratto pedonalizzato fra l’area Embassy e il palazzo Arpesella su via Vittorio Veneto a Rimini. Al centro dell’idea, la valorizzazione del villino Cacciaguerra che liberato dai corpi edilizi incongrui sarà nuovamente centrale e incorniciato mediante un gioco di curve, ellissi ed archi.
La pavimentazione sarà di selciato in elementi in porfido con fasce in pietra, intervallata da aiuole a prato. Ai bordi panchine di arredo urbano in corten come il nuovo impianto d’illuminazione pubblica. I percorsi pedonali saranno segnalati da corpi illuminanti bassi posti nel verde e un impianto di filodiffusione consentirà di garantire un ulteriore confort per la sosta.

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DOMENICHE A PIEDI, ANZI NO. LA GIUNTA LIBERA DAL BLOCCO LE STRADE PER ENTRARE E USCIRE DAI PARCHEGGI VICINI A E MARE


Il programma della giunta comunale di Rimini per ammorbidire i blocchi per il traffico nei mesi invernali è pronto e riguarderà le giornate del 7 ottobre, 4 novembre, 13 gennaio, 3 febbraio, 3 marzo, ovvero le prime domeniche dei prossimi mesi, dalle 8,30 alle 18,30. Accorgimenti che cercheranno di incontrare le richieste degli operatori economici della città.


“Abbiamo intrapreso un confronto ampio con associazioni ambientaliste, associazioni di categoria e organizzazioni sindacali per individuare misure efficaci in grado di integrare sul piano locale l’accordo”, dice l’assessore Sara Visintin.


In pratica, in considerazione della natura turistica del comune di Rimini e della concomitanza di tali blocchi con alcune fiere da tempo programmate all'interno del centro storico, sono esclusi dal blocco tutti quei percorsi che permetteranno agli automobilisti di raggiungere i parcheggi a servizio del centro e del mare.


I percorsi possibili


P.le Cervi, Settebello, Stazione fino alla SS.16 (percorso di accesso/uscita: SS.16 - via della Fiera e/o via Flaminia Conca – via Circonvallazione Meridionale – via Flaminia – via Tripoli – via Roma).
Malatesta, Scarpetti, Sartini fino alla SS.16 (percorso di accesso/uscita: SS:16 – via Marecchiese – via Valturio – Circonvallazione Occidentale – via Ceccarelli - via Fracassi – via Italo Flori).
Tiberio fino alla SS.16 (percorso di accesso/uscita: SS.16 – via Popilia e/o via Emilia – via XXIII Settembre – viale Tiberio).
• Viale Costantinopoli, viale Martinelli, via Rosmini, via Melucci, viale Siracusa, viale Portofino, via Chiabrera, via Firenze, viale Tripoli, via Sacramora, via Beltramini, via Morri, via Polazzi, via Verenin, viale San Salvador, viale Porto Palos, viale Borghesi, viale Domeniconi, viale Serpieri, viale Caprara, viale Mazzini, viale Dati, viale Toscanelli, viale Adige, via Coletti, viale Lucio Lando, via Ortigara, viale Carlo Zavagli, viale Principe di Piemonte, viale delle Regine (Regina Margherita, Regina Elena), Lungomare (Spadazzi, di Vittorio, Murri, Tintori), viale Vespucci, via Destra del Porto, via Colombo, viale Beccadelli.

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MAGGIORI SPESE (1,6 MLN) ENERGETICHE DEL COMUNE, LA MAGGIORANZA RIMPINGUA CON GLI AVANZI DI BILANCIO


Il milione e mezzo di spese fuori bilancio è stato sistemato. Ieri il consiglio comunale ha approvato a maggioranza (contraria la minoranza) una delibera che il consigliere del Pdl Gennaro Mauro fa fatica a mandare giù. Se nel mondo tutt’intorno domina la crisi, il Comune di Rimini spende centinaia di migliaia di euro in più di bollette (una tra le ragioni dell’aumento delle spese), ma ha dalla sua gli avanzi d’amministrazione a tappare i buchi.


“Come si fa a non esprimere forte disappunto nei confronti di un'amministrazione comunale che non tiene sotto controllo i propri conti? In consiglio mi ha disarmato la naturalezza con cui la maggioranza di centro sinistra ha preso atto dello sforamento di 1,5 milioni di euro delle stime dei costi che sono passati da 14 milioni a 15 milioni e seicentomila euro in solo pochi giorni. Ho impressione che si stia giocando sulla pelle della nostra comunità con i soldi di Monopoli”.


Né la soluzione agli sprechi proposta dall’assessore all’ambiente Sara Visintin è riuscita a tranquillizzare Mauro. “Si stanno predisponendo studi e analisi complesse per comprendere le ragioni del consumo energetico delle strutture di proprietà comunale e poter predisporre misure di contenimento dei costi. Come sempre, siamo all'anno zero, bisogna studiare, analizzare e programmare. Ma sono 70 anni che governano e hanno sempre studiato. Credo che sia davvero finito il tempo di studiare, Rimini in tutti i campi ha bisogno di interventi concreti e immediati”.

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TASSA DI SOGGIORNO, FIAVET: NOI DA SEMPRE CONTRO. IL TURISMO E’ RICCHEZZA COLLETTIVA, MA E' AIUTATO SOLO A PAROLE


Per Giovannino Montanari di Fiavet, non solo “si è conclusa la stagione turistica più avvilente degli ultimi decenni” ma sta anche per “riemergere un odioso balzello del passato, da applicare immediatamente nel territorio del comune di Rimini, dal 1 ottobre: l'imposta di soggiorno, una tassa giornaliera da far pagare a chi metterà piede nella nostra città e chiederà ospitalità in qualsiasi struttura alberghiera od extralberghiera”. Rimini come Venezia, dice Montanari, “ma anche lì l'imposta è al centro di mille polemiche, nella città che tutto il mondo sogna di visitare”.


La Fiavet, fin dall'inizio, ha sostenuto la necessità di non appesantire ulteriormente un settore in netta difficoltà. “Dobbiamo far capire alla società riminese che il turismo rappresenta per la città una ricchezza collettiva, economica e culturale, unica e straordinaria, che l'intera comunità deve sostenere e difendere. In questa situazione, penalizzare gli operatori e gli ospiti significa sconfessare nei fatti tanti proclami in suo favore, incoraggiando coloro che vedono nei protagonisti di questa attività ‘una banda di evasori’ negando che la ricchezza prodotta si distribuisca da sempre su tutti”.

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