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TERREMOTO: LA REGIONE DIROTTA 47 MILIONI PER SUPERARE L’EMERGENZA


L’Emilia Romagna assesta il bilancio, risparmia e mette in campo oltre 47 milioni di risorse regionali per la ricostruzione post terremoto. Si tratta di risorse ottenute senza incrementi della pressione fiscale in sede regionale, ma attraverso risparmi e l’ottimizzazione nelle spese di gestione (10 milioni di euro, di cui 2 provenienti dall’Assemblea legislativa), di oltre 15 provenienti dalla compartecipazione dell’Emilia-Romagna alla lotta all’evasione fiscale e di oltre 20 milioni di euro provenienti dal recupero di economie su opere a compartecipazione pubblica.


In particolare i 15 milioni ricavati dalla lotta all’evasione fiscale e destinati dalla Regione alle popolazioni e alle imprese colpite dal sisma arrivano grazie alla collaborazione avviata con l’Agenzia delle entrate, nella ricerca e nella sanzione dei contribuenti infedeli al fisco.


“L’obiettivo - spiega Simonetta Saliera, vicepresidente e assessore regionale al Bilancio - è quello di sostenere le popolazioni nel momento del bisogno e poi di utilizzare investimenti pubblici per la ricostruzione: la nostra priorità, come ha spiegato il presidente Errani, è quella di proseguire nelle azioni immediate di soccorso per superare la fase dell’emergenza per poi intervenire per la realizzazione, il ripristino e la ristrutturazione di scuole, municipi, ospedali, per un ritorno il più rapido possibile alla normalità di vita sia per le persone che per le imprese”.

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EMERGENZA SAN GIULIANO. BLITZ DELLA MOBILE NELL’HOTEL DI VIA ORTIGARA: 20 DENUNCE


L’unico modo per prenderli era sorprenderli alle prime luci dell’alba. Blitz della squadra mobile della polizia di Rimini, con il supporto della scientifica e dell’unità cinofila di Bologna all’ex hotel delle Nazioni in via Orticara, San Giuliano. Dopo aver constatato lo stato di estremo abbandono della struttura, gli agenti arrivati all’ultimo piano hanno trovato quello che cercavano. Dormivano su materassi adagiati a terra, in 20, tutti maschi, sono stati condotti in questura, si tratta di un campano pluripregiudicato e di 19 extracomunitari provenienti da Marocco, Tunisia e Albania.


“L’italiano – spiega il capo della squadra mobile Nicola Vitale – è stato affidato alla sezione anticrimine e ha avuto il foglio di via non essendo riuscito a dare una spiegazione plausibile del perché si trovasse là. Gli extracomunitari sono stato fotosegnalati, in 5 sono stati affidati all’ufficio stranieri non essendo in possesso del permesso di soggiorno. In due sono finiti in manette perché inottemperanti all’ordine del questore”.


In questura è stato chiamato il proprietario dell’albergo per presentare querela per occupazione abusiva di edificio. Da qui la denuncia per tutte e 20 le persone prelevate all’alba.
Da diversi anni abbandonato a se stesso, l’albergo è diventato abituale dormitorio per senza tetto e piccoli criminali. Non è la prima volta che la polizia è chiamata a svuotarlo. Questa volta, l’operazione è scattata a seguito dell’esposto presentato in questura da operatori turistici, commercianti e abitanti di San Giuliano. Segnalano “un andirivieni continuo di giorno e di notte che provoca turbamento e forte disagio nelle persone che si trovano in prossimità della struttura. Per non parlare delle implicazioni di carattere igienico-sanitario che un tale situazione provoca”.


Senza acqua, luce e gas, solo con materassi e coperte, la struttura è molto appetibile perché la si raggiunge facilmente attraverso la recinzione abbattuta. “La proprietà non ha interesse per la struttura, al Comune risulta tutto a posto. A noi no. Sappiano che dormono lì soggetti dediti ad attività criminose, che trascorrono la notte sulla spiaggia facendo furtarelli, altri sono spacciatori. Dal controllo fatto con le unità cinofile all’albergo però non è risultato nulla. Nascondono gli stupefacenti altrove”.


Il proprietario dovrà ora ripulire e mettere in sicurezza lo stabile, rendendo impossibile ogni possibilità di accesso. Nella denuncia alla questura, i cittadini e gli operatori del borgo segnalano problemi che definiscono “vere e proprie emergenze per San Giuliano Mare”. Per loro off limit è anche il parco Briolini dove sono presenti “gruppi di rom e senza tetto che utilizzano questo luogo come dormitorio occasionale, latrina a cielo aperto con conseguenze per la sicurezza e la salute dei frequentatori del parco, prevalentemente persone anziane, bambini e turisti”.

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AEROPORTO, QUASI 14MILA PASSEGGERI NEL WEEK END. BOOM DI RUSSI


Sessantasette voli e 13mila 733 passeggeri. Tornano anche i boeing da Mosca: i russi non hanno più paura del terremoto? Questo il bottino del Fellini per il week end. Scendendo nei particolari sono stati in 2.291 a mettere di nuovo piede a terra sulle piste dello scalo riminese venerdì, 8.817 sabato e 2.625 ieri. “Un bilancio davvero positivo”, dicono da Aeradria, soprattutto per il sabato che ha fatto “la parte del leone” con un aumento rispetto all’analoga giornata del 2011 di 1.164 passeggeri.
Dal Fellini fanno notare alcune particolarità, prima tra tutte il ritorno del Boeing 747-300 della compagnia aerea russa Transaero (Mosca Domodedovo), con 487 passeggeri in arrivo e dell’Airbus 330 della russa I-Fly (Mosca Vnukovo) con 383 passeggeri in arrivo.


Nel dettaglio sono quattro le compagnie russe ad aver volato su Rimini scegliendo di munirsi di aerei (Tupolev 204, Airbus 321, Boeing 757) con capacità oltre i 200 posti: Ural Airlines (4 voli - Mosca ed Ekaterinburg - per complessivi 861 passeggeri); Vim Airlines (1 volo - Mosca Domodedovo - 220 passeggeri); Red Wings (1 volo - Mosca Vnukovo - 202 passeggeri), Transaero (1 volo – Ekaterinburg - 180 passeggeri).


Al di là della Russia (Mosca, San Pietroburgo, Krasnodar, Ekaterinburg, Samara, Rostov), nel weekend (8-9-10 giugno) i voli su Rimini hanno riguardato le seguenti 18 città e 12 Paesi: Tirana (Albania), Parigi e Lourdes (Francia), Bucarest (Romania), Praga (Repubblica Ceca), Oslo (Norvegia), Norimberga, Karlsruhe/Baden-Baden, Francoforte, Stoccarda, Colonia (Germania), Londra (Inghilterra), Copenhagen (Danimarca), Helsinki (Finlandia), Lussemburgo (Lussemburgo), Catania, Palermo, Roma (Italia), Amsterdam (Olanda).

La Crocifissione nella sala del capitolo dell’ex convento dei Servi (distrutto nel 1944)

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Immagini perdute. La Crocifissione nella sala del capitolo dell’ex convento dei Servi (distrutto nel 1944)


«Nella Camera attigua alla Sagrestia che fu Capitolo dei Frati [Servi di Maria], si ammira un magnifico affresco, rappresentate un Crocefisso colla Vergine, S. Giovanni e la Maddalena in ginocchio. Due Angeli in aria raccolgono in coppe il prezioso Sangue. Sopra la Croce è un pellicano. La pittura è circoscritta da due pilastri con capitelli compositi: opera del secolo XV, ben conservata, e meritevole di molto riguardo. Ma quella Sala oggi è convertita in legnaia a servizio militare!» Questo scriveva Luigi Tonini nella sua “Guida del Forestiere nella Città di Rimini”, pubblicato nel 1864.


Il Tonini si prese a cuore la salvezza del dipinto e, mettendo in atto una procedura amministrativa, riuscì a permetterne la conservazione, quando l’ex Convento dei Padri Serviti divenne sede dell’Orfanotrofio femminile.
In tale situazione fu visto dal Soprintendente Onorario Alessandro Tosi nel 1925, che ne rilevò le misure: m. 3,50 di altezza, 1,80 di larghezza. La pittura era poi circoscritta ai lati da due colonne dipinte con capitelli compositi, che sostenevano la cornice, per un’altezza complessiva di m. 4,27.


Possiamo poi riprendere testualmente la descrizione del Soprintendente.
«Il quadro rappresenta Cristo in croce, figura di fattura squisita e di grande espressione. Ai piedi della croce sta la Vergine, vestita in abito di color rosso paonazzo, con sogolo bianco e un manto scuro sul capo che le scende sulle spalle. Tiene la mano sinistra al petto ed il braccio destro abbandonato lungo il corpo, con tutta la persona atteggiata a grande dolore.
Vicini alla Vergine, inginocchiato in atto di abbracciare il legno della croce, è figurata Maria Maddalena colla faccia lagrimosa e volta in alto a mirare Cristo morente. A sinistra, S. Giovanni in una veste dello stesso color rosso paonazzo, coi capelli riuniti in grosse e caratteristiche treccie ed un atteggiamento di vivo dolore. E’ una figura maestosa e piena di nobiltà.
Sopra queste figure si vedono due angeli; quello a destre ha una coppa in ciascuna mano, in cui raccoglie il sangue che cade dal braccio sinistro del Redentore. Anche queste due figure di angeli hanno ricche vesti dello steso colore rosso paonazzo e sono assai snelle e piene di vita.
In alto, sul legno dalla croce è figurato il Pellicano simbolo della Carità. Il fondo del quadro rappresenta un paesaggio montuoso ed il cielo è di color verde azzurro di bell’effetto.
Questo affresco è stato ritoccato in tempi posteriori: le stesse figure del quadro presentano marcate differenze. Perché mentre la figura di Cristo e della Madre hanno un carattere più primitivo e, se si vuole, alquanto duro, la figura invece di S. Giovanni e specialmente dei due angeli, pel panneggiamento delle vesti, pel loro atteggiamento vivo ed elegante, ricordano l’orto del Botticelli. E quando quest’affresco verrà ben ripulito ed accortamente ritoccato, srà uno dei migliori affreschi esistenti nella nostra Città.»


Il dipinto fu restaurato da Giovanni Nave, il valente restauratore che operò sugli affreschi di S. Agostino, nel 1925. Non molto si può aggiungere a proposito dell’iconografia del dipinto, non avendo più a disposizione l’immagine originale.
Risulta comunque evidente il richiamo al sangue del Redentore, sgorgato dal suo corpo come dal petto del pellicano, a redenzione e salvezza dell’umanità.


Nel 1944 caddero bombe che lesionarono le antiche absidi della chiesa dei Servi e distrussero sacrestia e parte dell’ex convento.
Difficile dire quanto e se sia rimasto qualcosa dell’ambiente ove si conservava la grande Crocifissione, oltre la parete tuttora visibile sul lato dell’antico chiostro.


P. G. Pasini, Guida breve per la chiesa dei Servi, IL PONTE, Rimini, 2010, p. 14.
A. Tosi, Questioni d’arte, sull’Ausa del 1925.
L. Tonini, Guida del forestiere nella città di Rimini, 1864, Ristampa anastatica, Luisè Editore, Rimini, 1993, p. 32.


Venerdì, 08 Giugno 2012 09:48

GIORNALAIO 11.06.2012

Rubriche

EREDI DI FELLINI E PROVINCIALISMO CULTURALE, ALLARME ABUSIVI, CINESI A RIMINI, I PARCHEGGI NON SONO UGUALI PER TUTTI


Fondazione Fellini


“Non basta alimentare carrozzoni pubblici per superare il provincialismo culturale che ha segnato il complicato rapporto con Fellini e la sua arte”, nella risposta di Carlo Andrea Barnabè alla lettera di un lettore, il Resto del Carlino a pagina 6.


Abusivi


“Blitz antiabusivismo nel fine settimana: recuperati 2mila oggetti tra cd, borse, scarpe e occhiali, per un valore di 20mila euro. I commercianti improvvisati beccati a dormire chi nel parco, chi stipati in 15 in una casa”, Corriere Romagna a pagina 3.


Cinesi al Palas


“La stampa dagli occhi a mandorla”, nel tour tra Marche, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, ospite a Rimini dell’Apt, resta affascinata dall’inaspettato centro storico e anche dal Palas. “L’obiettivo è proporre un viaggio tipo alla scoperta di queste tre regioni, con tappe nelle città più appetibili dal punto di vista del turismo in generale, ma anche d’affari e congressuale”, Nuovo Quotidiano a pagina 5. Chissà se ai giornalisti cinesi è piaciuta altrettanto quella piada al borgo San Giuliano…


Multato perché ripara casa


“COSA succede se arriva una scossa di terremoto e parte della facciata della casa cade in strada? Il Comune multa il proprietario. Non è uno scherzo, perché in questo caso il verbale è scritto chiaramente, come i 398 euro che il proprietario di uno stabile in via Garibaldi dovrà pagare, a meno di ricorsi, all’amministrazione comunale”, il Carlino a pagina 4.


Caos parcheggi


La chiusura infatti del grande parcheggio di via Fracassi, il Flori, che sarà inutilizzabile almeno per 1 anno (tanto dureranno i lavori per la realizzazione di 2 nuovi parcheggi, di cui uno sotterraneo), a cui si aggiunge in alcune mattinate l’indisponibilità anche di quelli adiacenti all’Ausl (il parcheggio della Rocca ospita il mercoledì e il sabato il mercato generale, mentre quello sotto le Mura è sede da qualche settimana, il mercoledì e il venerdì, del mercato ortofrutticolo e il sabato di un’appendice di quello generale) ha ridotto sensibilmente, anche di un centinaio, i posti auto disponibili”, Nuovo Quotidiano pagina 5.


Protestano dipendenti e utenti Ausl e intanto si riscopre che non sì è tutti uguali. “Mentre come capita spesso non mancano i privilegiati: come chi, come abbiamo visto con i nostri occhi, è entrato nel cantiere del Flori aprendo il cancello con le chiavi e ha tranquillamente parcheggiato”.

Giovedì, 07 Giugno 2012 10:28

GIORNALAIO 09.06.2012

Rubriche

TURISMO, GLI SCIACALLI DEL TERREMOTO RISCHIANO LA DENUNCIA. INTANTO RIMINI SI RIFA’ IL TRUCCO CON LA MOLO STREET PARADE. NOMINE PARROCI: INCOGNITA CRISTO RE. BILANCIO: LA GIUNTA RIMISCHIA LE CARTE PER I  RIMINESI ALTI MENO DI “UN METRO E UNA SPANNA”. GRANDI MANOVRE AL PORTO: SI ALZA LA RUOTA. PROTESTE A SANTA GIUSTINA, DILANIATA DA DEPURATORE HERA E BIOGAS


Gli sciacalli del terremoto rischiano la denuncia


L’assessore Galli si appella al ministro contro la campagna diffamatoria di un sito calabrese. “Ieri pomeriggio la task force dell’associazione albergatori insieme alla Provincia è riuscita a fare oscurare l’articolo ma ora non si escludono azioni legali.«Gli estremi ci sarebbero tutti – ha affermato la presidente di Aia Patrizia Rinaldis – intanto una diffida è già partita. Si tratta di una vera e propria manipolazione delle informazioni, una cosa aberrante, inqualificabile»”, Nuovo Quotidiano a pagina 7.


“Da quando la terra ha cominciato a tremare, c’è chi non avendo altro da fare si dedica allo sport peggiore: seminare il panico, inculcare nella mente dei turisti che la vacanza a Rimini si può trasformare in una tragedia. E per fare questo utilizza il dolore che ha colpito l’Emilia”, commenta Marco Letta sul Corriere Romagna a pagina 3.


Asili e bilancio, si rimischiano le carte


Sulla testa dei più piccoli sembra si stia giocando la partita per l’approvazione del bilancio. La giunta sta definendo i rincari delle rette degli asili e intanto in maggioranza si intravedono altre crepe. “Non sarà un aumento da poco. In nome «della maggiore equità», le rette delle tariffe per gli asili nido saliranno in media del 10%. «Ma è un incremento che riguarderà soltanto i redditi al di sopra dei 19 mila euro annui di Isee — precisa l’assessore al Bilancio Gianluca Brasini — Ci muoviamo secondo un principio di equità: giusto che in questa fase chi ha di più paghi di più»”, il Resto del Carlino.


Dopo il giorno dell’accordo (giovedì scorso) in maggioranza sul bilancio, forse qualcosa è cambiato. “La ‘stangata’ sui nidi e sulle altre tariffe a domanda individuale sostituirà l’aumento dell’Irpef per i redditi più alti, destinato a restare in un cassetto nonostante l’annuncio fatto dal segretario Pd Petitti. E i malumori in maggioranza continuano: ieri mattina in commissione Brunori (Idv) ha votato contro l’incremento dei nidi”, scrive Manuel Spadazzi. Sempre sul Carlino, alla crisi in maggioranza è dedicata la rubrica Noi riminesi di pagina 11.


Alla notizia del rincaro in commissione, “l'opposizione non ha voluto più sentire ragioni: si è schierata compatta contro la scelta dell'amministrazione.Tra i primi a farsi avanti è Fabio Pazzaglia di Sel e Fare comune: «Per le famiglie sarà un'altra Imu. L'anno scorso la retta ammontava a una media di 349 euro mensili per i redditi sopra i 18mila euro. Un aumento del dieci per cento si tradurrà in più 35 euro al mese. All'anno fanno trecento euro»”, Nuovo Quotidiano a pagina 9.


“La consigliera Giuliana Moretti lancia il suo emendamento: “Nel caso di tre o più bambini residenti e appartenenti allo stesso nucleo familiare, frequentanti contemporaneamente il servizio 0-6 anni sul territorio comunale con un Isee al massimo di 35 mila euro, si applichi ad ognuno una riduzione delle tariffe pari al 20%”. L’azzurra chiede poi lo stesso sconto anche per chi ha un figlio al nido privato e uno alla materna comunale”, La Voce di Romagna a pagina 11.


Prefettura salva


“La prefettura di Rimini è salva, almeno per il momento. Lo ha assicurato ieri il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, ai sindacati prefettizi, di polizia e dei vigili del fuoco convocati per il piano della spending review del Viminale. Nessun taglio dunque alle 17 prefetture indicate come presidi di sicurezza da eliminare”, Corriere a pagina 6.
In arrivo i rinforzi estivi, assicura il prefetto. «Anche per quest’anno sono assicurati i rinforzi estivi, circa 340 uomini come lo scorso anno, anche se probabilmente sarà più breve il periodo di permanenza. Ma per eventi importanti, come Notte rosa e Meeting, ci sanno rinforzi ad hoc».


Panoramica sul porto, si innalza la ruota (tra una settimana tutti su)


Porto bloccato. “GIRA la ruota per Rimini, con gli operai che ieri hanno iniziato a issare la struttura sulla quale si appoggerà la ruota panoramica. Il primo tir dalla Germania carico delle attrezzature necessarie per il montaggio della struttura, è arrivato giovedì all’ora di cena. Durante la sera e la notte sono arrivati altri sei tir che hanno finito per bloccare il traffico nella zona porto impegnati nelle fasi di scarico delle attrezzature. Ieri mattina gli operai hanno iniziato le prime fasi del montaggio. Servirà tempo prima di vederla alzarsi in cielo fino ai 55 metri dichiarati dal gruppo tedesco proprietario della ruota. Da lunedì a mercoledì prossimi il montaggio proseguirà senza soste, mentre dalla Germania arriveranno altri 7 tir con le restanti parti della struttura. Seguirà il tempo dei collaudi e sabato le gondole apriranno al pubblico”, il Carlino a pagina 7.


Diocesi


Sette parroci per sette parrocchie. “Don Elio Piccari, per anni braccio destro di don Oreste Benzi, se ne va in pensione’ a 75 anni. Il nuovo parroco alla Grotta rossa sarà don Renzo Gradara, che torna a guidare una parrocchia dopo tanti anni. Don Renzo manterrà il suo ruolo di direttore alla Caritas, così come lo stesso don Elio continuerà a lavorare per la parrocchia e per la comunità della Papa Giovanni”, il Carlino a pagina 4.


Per il resto: “L’altro congedo per limiti d’età è quello di don Benito Drudi a Rivabella (Nostra Signora di Fatima). Al suo posto arriverà don Gianmario Baldassarri, classe 1971, finora cappellano all’ospedale “Infermi” di Rimini. Da qui, si diceva, partono gli altri avvicendamenti. Alla cappella del nosocomio riminese arriva infatti, per gestire il servizio con don Giuseppe Arcangeli e il diacono Marcello Ugolini, don Gabriele Gozzi, da quattro anni a Borghi (San Cristoforo). Qui viene nominato don Giuseppe Vaccarini che lascia Sacro Cuore di Gesù (Miramare) dov’era dal 2003.Avrà la collaborazione del diacono Eugenio Facondini. A Miramare, altra comunità a dir poco impegnativa con oltre 7.500 parrocchiani, arriva don Giuseppe Bilancioni che lascia San Raffaele per passare il timone a don Giovanni Vaccarini, appena rientrato a Rimini dalla missione diocesana in Albania. Le ultime due parrocchie interessate da cambi di guardia sono San Domenico Savio (Padulli) che accoglie don Giampaolo Rocchi al posto di don Daniele Giunchi (vice assistente del settore Giovani di Azione Cattolica), e San Martino (Verucchio) dove don Stefano Bellavista, classe 1973, al suo primo incarico da parroco, eredita la guida di don Valerio Celli”, Nuovo Quotidiano a pagina 8.


Il rimpasto dei parroci, però, lascia un’incognita. “Resta ancora un’incognita la parrocchia di Cristo Re dalla quale è stato allontanato don Carlo Giustozzi e retta da don Raffaele Masinon ancora nominato parroco”, Corriere a pagina 11.


Problemi a Santa Giustina


Il paese è da sempre dilaniato dalla via Emilia e la circonvallazione progettata è stata affossata dalla Provincia perché per un tratto il cemento avrebbe invaso l’area fluviale del Marecchia posta sotto tutela. Alla fine della via Fiumicino, vecchia strada vicinale un tempo sterrata e larga al massimo tre metri, viene costruito il depuratore di Hera. E scoppiano le prime proteste. Nessuna modifica alla viabilità viene fatta, i camion continuano a entrare nella piccola via Carpinello dal pericolosissimo incrocio a due passi dal semaforo della statale e a immettersi nella minuscola via Fiumicino. Gli abitanti sono inferociti. Poi succede che Hera decide di raddoppiare il depuratore, i lavori inizieranno dopo l’estate. Raddoppieranno anche i camion, ma ancora nessuna modifica alla strada è prevista. Non è finita, la ciliegina sulla torta è l’impianto a biogas che i residenti si sono visti spuntare dietro casa qualche mese fa”, Giovanni Bucchi sulla Voce a pagina 7.


Su tutti i quotidiani Gnassi e Rinaldis presentano la Molo street parade del 30 giugno.

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MOLO STREET PARADE. SARDONCINI, MUSICA E MERCATINI. IL 30 GIUGNO LA RISPOSTA DI RIMINI AGLI SCIACALLI DEL TERREMOTO


Doveva essere semplicemente un “bulirone” di riminesità pura a 360 gradi, perché a “Rimini, sei chi sei”, tra musica, mercatini e ‘rustida’ sulla palata, tra mito e realtà, una lunga notte di festa. E invece la prima Molo street parade, il 30 giugno, diventa una risposta, “un grande contenuto”, che arriva in un momento “crisi economica e sociale e di gente che specula sul terremoto”. Una vetrina sulla ribalta nazionale ed internazionale “senza grandi aspettative”, per ora, “perché nessuno nasce imparato” e “senza puzza sotto il naso”. Eppure, suo malgrado, avrà il compito di far vedere che Rimini c’è, che è un posto sicuro, a chi ha subito le avances di sciacalli che si sono serviti del sisma in Emilia per dirottare i villeggianti lontano dalla Romagna “creando una psicosi”. “Ci sono dei tour operator internazionali, concorrenti nel Mediterraneo – dice il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi – che associano Rimini, la riviera, al terremoto. Noi siamo un posto sicuro e, anzi, abbiamo ospitato chi ha avuto dei problemi. A chi ci diceva ‘siete stati colpiti dal terremoto e ci sono le disdette’ rispondiamo con la nostra forza, la nostra capacità di offrire sempre qualcosa di innovativo”.


E a crederci sono anche gli albergatori. “Vogliamo dimostrare – dice Patrizia Rinaldis, da poco riconfermata alla presidenza di Aia – che siamo forse più forti noi di quello che è stato purtroppo il terrorismo mediatico al quale stiamo assistendo”.
L’occasione, dunque, per far vivere Rimini per dieci giorni, “dalla festa al molo alla Notte rosa, grazie a un prodotto di alta stagione”, dice la Rinaldis, per far vedere “che il territorio è vivo in questo momento perché vi assicuro che spesso, in quello che è un vero e proprio sciacallaggio, alcuni invitano addirittura ad andare su altre località. Io credo che in questo momento ce la dobbiamo mettere davvero tutta, facciamo vedere quello che abbiamo”. Il capo degli albergatori ha in mente un pubblico ben preciso, quello dei giovani.


“Quest’anno, magari, partiremo in sordina, ma, perché no, il prossimo forse faranno a botte per venire qua da noi. Io credo che abbiamo perso proprio la comunicazione dei giovani. I nostri ragazzi probabilmente andavano a cercare molti dei dj che abbiamo in programma in altre località. Adesso abbiamo l’opportunità noi finalmente di far parlare. Per cui io la trovo un’operazione molto importante”. La scintilla per accendere un motore per l’estate. “Finalmente rimettiamo in moto un sistema, finalmente rimettiamo in moto la nostra palata”.


Lungo il molo, quindi, dieci pescherecci ormeggiati si trasformeranno in grandi ‘consolle’ galleggianti ospitando sulle loro plance 45 deejay di fama nazionale e internazionale (tra cui Skin, ex vocalist degli Skunk Anansie, in buona compagnia con Luca Agnelli, Andrea Cirillo, Ricky Montanari, Andrea Arcangeli, Aladyn, NicoNote, Eron, dj Fabiana, Davide Nicolò).


Parola d’ordine ‘contaminazione’. “Un melting pop di stili sonori sull’acqua: dall’elettronica al rock, dal pop al liscio, dalla deep house all’indie, dal rock all’afro, passando per il dubstep, il chill out, ecc”.
Contaminazione tra mondi, generazioni e ‘appetiti’ e talenti diversi, con i pescatori ad arrostire i sardoncini appena pescati (10 quintali), giovani artisti e design riminesi in mostra (e in vendita) con le loro produzioni, i ragazzi dei locali a colorare la serata/nottata lunga dalle sette di sera a mezza notte.


“Siamo un posto vero. Dobbiamo – ridice il sindaco – rifare il lungomare, dobbiamo rifare la città. Dobbiamo lavorare sull’hardware, ma dobbiamo lavorare anche sul software, sul ‘prodotto immateriale’, sul mito, sull’affascinazione. E allora abbiamo voluto farlo in un luogo vero. La marineria riminese, il molo, la palata, la più grande musica nazionale e internazionale, i grandi dj. I riminesi che vanno in giro per il mondo, a Ibiza, a Berlino, a New York saliranno sulle plance dei nostri pescherecci. Mito e verità. Siamo un posto vero, non siamo un villaggio turistico di plastica”.

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CORPUS DOMINI, L’OMELIA DI LAMBIASI: “I CRISTIANI NON SOGNANO L’EGEMONIA SULLA CITTA’, MA…”


Rimini lo ha scritto nelle pieghe del suo tessuto urbanistico. “La configurazione architettonica della nostra città, con la cattedrale e il palazzo comunale al centro, e con le varie chiese incastonate nel tessuto urbano, restituisce plasticamente una immagine della realtà sociale, centrata attorno alla dimensione religiosa, còlta in stretta connessione con quella civile”, ha detto ieri il vescovo Francesco Lambiasi nella sua consueta ‘omelia alla città’ in occasione del Corpus Domini.


Sono due i messaggi conservati e tramandati da questa Rimini così fatta. “Il primo, che i cristiani non sognano l’egemonia sulla città, ma non possono rinunciare ad esserne l’anima e il fermento; secondo, che nel dialogo rispettoso e positivo tra la comunità ecclesiale e quella civile si tutela una sana e serena ‘laicità’. Laicità infatti non significa indifferenza dello Stato di fronte al fatto religioso, ma garanzia da parte dello Stato per la salvaguardia della libertà di religione (cfr Corte Costituzionale, sentenza n. 203/1989)”.


“Pertanto laicità ed eucaristia non si rapportano in proporzione inversa, per cui a fronte di un di più di fede ci sarebbe un di meno di laicità. Infatti la cultura eucaristica genera un nuovo modo di pensare e di vivere, percepibile anche al di là dei confini espressamente ecclesiali. L'eucaristia trasmette un segnale forte di un umanesimo integrale e plenario, rappresentabile nella figura di una ellisse a due fuochi, la persona e la famiglia”.


“La cultura eucaristica richiede a noi cristiani di essere non i cortigiani dei potenti, ma i servitori dei poveri; ricorda ai responsabili della cosa pubblica che occorre dare gambe a quel piano strategico con cui si è voluto disegnare il futuro della città nel segno della solidarietà e della fraternità, e all'insegna di una pacifica e civile convivenza; esige che il baricentro della nuova Rimini sia il bene comune e non il profitto dei pochi o il privilegio dei pochissimi a spese dei molti, dei moltissimi”.

Venerdì, 08 Giugno 2012 17:00

Fritto misto, ma rosa

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Fritto misto, ma rosa


Confessiamo di non aver capito. Chi sono gli ispiratori del programma della Notte Rosa dedicato alla luna? In un primo tempo erano citati Dante, Petrarca e Saint –Exupery. Poi sono comparsi Leopardi, Ariosto, Jules Vernes, Beethoven. Nell’ultima versione si dice che le citazioni vanno da Ludovico Ariosto ai Pink Floyd, da Jules Verne a Federico Fellini, passando per Michael Jackson (celebre la sua moonwalk, la camminata lunare), Beethoven, l’italianissima Loredana Bertè, George Melies e il suo celebre “Viaggio sulla Luna” del 1902, Italo Calvino, Pier Paolo Pasolini, Tonino Guerra e tanti altri ancora, tra citazioni dal passato e riferimenti alla contemporaneità. Un particolare tributo sarà poi dedicato a Lucio Dalla e al suo celebre brano “L’Ultima Luna”.


Vabbè, si dirà, lavori in corso che hanno portato la mitica “cabina di regia” ad affinare il programma. Può darsi. Ma agli ignoranti come noi risulta poi difficile trovare il filo, ovviamente rosa, che lega fra loro i mille componenti di questo fritto misto. Esiste questo filo?


Alla conferenza stampa di fine marzo avevamo appreso che l’omaggio a Tonino Guerra sarebbe stata la realizzazione di uno dei Progetti Incompiuti, Le zattere di mezzanotte. Apprendiamo adesso che sarà invece la recitazione della sua Odissea in dialetto. E vabbè, lavori in corso.
Apprendiamo poi che i grandi artisti in programma saranno in realtà tutte donne, per rendere ancora più rosa questa Notte. E poi scorriamo i nomi di Samuele Bersani, Francesco Renga, Luca Carboni, Mirko Casadei, Elio e le Storie Tese, Dente. E allora davvero non ci capiamo più niente.


Un grande luna park rosa: venghino, signori, più gente entra e più rosa si vede. Di questi tempi forse ce n’è bisogno.


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