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IN CONSIGLIO COMUNALE SI VOTA PER SIRIA E  SEMPLIFICAZIONE AMMINISTRATIVA. SUL TAGLIO AL FONDO PRODUTTIVITA’ I DIPENDENTI VANNO VIA SENZA RISPOSTE


Ieri in Consiglio comunale, dopo una lunga caccia al tesoro, o meglio alle interrogazioni perdute nei meandri delle commissioni si è arrivati alla presentazione del bilancio di previsione 2012 & co. da parte dell’assessore Gian Luca Brasini che ha preambolato invitando quanti intendano presentare emendamenti, da qui in avanti, a farlo per benino e cioè corredandoli di una sorta di sostenibilità economica (un po’ come si fa per le proposte di legge, per intendersi).


Ora di fronte a due emendamenti ritirati lunedì su irpef e tassa di soggiorno, restano da votare solo quelli del Pdl sulle detrazioni imu.
“E’ che noi non abbiamo a disposizione gli stessi strumenti e i tecnici che ha Brasini per fare delle proiezioni economiche”, commenta Giuliana Moretti (Pdl).
“Esempio è la battaglia che stiamo facendo sull’imu – spiega – dove bisogna provare a vedere se si riesce a fare diversamente. Noi non siamo in grado ma crediamo che siano troppi gli sprechi nelle partecipate su cui si poteva intervenire, non si è poi messa mano alla riorganizzazione macchina comunale. Loro agiscono come Monti: si basano solo sulle tasse”.


L’oggetto del contendere sono le detrazioni. Da un lato sindaco e giunta a dire che possono esistere solo quelle previste (franchigia 200 euro, 50 euro per figlio, canoni condordati-fabbricati agricoli-anziani in case di riposo) perché così impone il governo. “In altri Comuni è andata diversamente”, dicono dalla minoranza.
“Quello che noi pensiamo – spiega la Moretti – è che sulle agevolazioni abbiamo tempo per lavorarci fino a settembre. Allora vale la pensa inserire più categorie possibili nel regolamento, perché poi, se non dovessero esserci i fondi necessari, ci sarebbe tutto il tempo utile per modificare”.
L’opposizione con i suoi emendamenti aggiungerebbe situazioni come quelle di chi ha fatto da poco un mutuo o di chi magari può aver perso il lavoro a causa della crisi. E’ un modo differente, secondo la Moretti, di intendere il compito amministrativo. “Per me la prima riforma del welfare è questa: applicare meno tasse affinché i cittadini non siano costretti poi ad accedere a forme di assistenzialismo. Evitare di toglierglieli prima di tasca i soldi per poi non doverceli rimettere dopo con il welfare. E’ per questo che per quello che mi riguarda sarebbe stato meglio mettere mano proprio al welfare e far risparmiare i cittadini sulle tasse”.


E qui, la differenza di visione dell’imu e del welfare dipende dal differente posizionamento politico. “Il comune potrebbe fare a meno di dare direttamente certi servizi ed evitare di tassare indiscriminatamente tutti per questi. Perché per esempio io magari pago le tasse per mantenere un asilo che poi non è nemmeno quello a cui mando mio figlio. Ecco, io vorrei un Comune meno assistenzialista e che toglie meno ai cittadini sin dall’inizio”.


Il Consiglio è poi andato avanti, dopo la presentazione del bilancio con la discussione e votazione di alcuni punti all’ordine del giorno. Si è riusciti ad approvare, con voto unanime, la mozione sulla "semplificazione amministrativa" presentata dal consigliere comunale Carla Franchini (M5S). Meno bene è andata a Gioenzo Renzi (Pdl) che si è visto respingere la mozione sulle "banchine del porto canale dal ponte Tiberio al ponte della Resistenza: controlli, qualità ambientale, sicurezza", e a Marco Casadei (Lega) sulla sicurezza in centro storico. Votate entrambe per appello nominale, la prima è stata respinta con 15 voti contrari, 9 favorevoli, 4 astensioni; la seconda con 16 voti contrari, 4 favorevoli, 5 astensioni.


Anche l’assessore Biagini, ha riconosciuto che da venti anni mi batto con conoscenza per la riqualificazione del bacino del Ponte di Tiberio al fine di rendere frequentabile questa importante area della città ai cittadini e turisti”, dice Renzi. “Ieri sera, però, il sindaco Gnassi, senza entrare neanche nel merito, ma, solo per partito preso, ha dato l’ordine di votare contro. Ci è sembrato più interessato a fagocitare personalmente e politicamente tutto e tutti che a considerare e raccogliere le proposte nell’interesse della città. E’ inutile, allora, che il sindaco Gnassi continui a parlare, di anello verde”.


In apertura di seduta il Consiglio comunale ha approvato con voto unanime l’ordine del giorno presentato dal consigliere Fabio Pazzaglia inerente "a favore del popolo siriano". In questo caso il Consiglio ha votato in favore anche della discussione anticipata dell’odg, cosa che non è accaduta per quello presentato dal Pdl sui tagli al fondo per la produttività del dipendenti, presenti in aula, che alla fine non si è discusso perché il Consiglio a mezza notte ha capito che forse era l’ora di andare a casa.


“Avevamo chiesto di anticipare la discussione proprio perché c’erano i dipendenti e non si poteva pretendere che rimanessero lì fino a mezzanotte. Del resto il tema va discusso adesso, non si può rinviare. Sono stati dei codardi perché se si tratta di dire a queste persone che non si può fare nulla per loro bisogna che prendano coraggio e lo facciano”, dice Giuliana Moretti.
“Forte disappunto per l’accaduto” registra anche Gennaro Mauro (Pdl). “I numerosi dipendenti comunali presenti come pubblico, delusi hanno silenziosamente abbandonato la sala”.

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LA LETTERA DI AGOSTA: DIFENDO LA DIGNITA’ DEL CONSIGLIO, IL MIO E’ UN ATTO DI RESPOSABILITA’


Il giorno dopo, parla Marco Agosta, capogruppo del Pd in consiglio comunale. E lo fa non muovendo mezzo millimetro indietro. Fermo lì, al banco vuoto di ieri, perché, scrive nella sua lettera aperta al sindaco, “quando, su alcune delibere tecniche propedeutiche al Bilancio di previsione del Comune il capogruppo del partito di maggioranza che sostiene il sindaco esce dall’aula non è per caso”. Né è casuale, secondo Agosta, la reazione di ieri pomeriggio di Gnassi, “che trasuda di livore; scomposta”.


Agosta entra nel merito dei famosi emendamenti ritirati lunedì sera, temi che in altre circostanze “avrebbero trovato una sintesi negli atti amministrativi in poche ore”. “Eppure ti proponi come il sindaco per eccellenza della partecipazione dei cittadini alla vita pubblica”.


L’emendamento sull’irpef (presentato da Pazzaglia) prevedeva “ritocchi sulle fasce di reddito più alte, pur mantenendo il criterio della progressione, hanno un forte significato simbolico e pratico”, scrive. “Tradotto: chi ha di più lascia qualcosa in più, per coprire i bisogni di base della comunità su alcuni servizi in sofferenza agli ultimi”. Perché, spiega “quest’anno saremo tutti ‘spremuti come limoni’” per racimolare i soldi per pagare tasse che andranno a coprire il debito pubblico depauperando i servizi nelle comunità locali. “A maggior ragione le fasce medio basse saranno quelle in maggiore sofferenza. A loro va la nostra massima attenzione”.


Ragionamento che vale anche rispetto al fondo per la produttività dei dirigenti: “ridistribuiamolo agli stipendi degli amministrativi di base”, per i quali, invece, il fondo di produttività è stato abbassato di 400mila euro.


Del regolamento della tassa di soggiorno (qui l’emendamento era stato presentato a doppia firma, Agosta-Morolli) dice “farraginoso, non adeguatamente concertato, delega in bianco alla giunta sotto il profilo del quantum, della sua applicazione o revoca, generico su dove verranno spesi i proventi riscossi con l’imposta, ecc”.


E tuttavia il problema non è il fatto che ci sia qualcosa “che non va”, il problema è un altro.
Il bilancio è blindato, ognuno può avere i suoi ‘se’ e i suoi ‘ma’, ma una volta condivise le linee generali dell’impianto non si tocca più nulla”. “E poco importa se la minoranza in commissione implora il tempo per ‘studiare le carte’ e qualche consigliere di maggioranza di approfondire nel merito”.


Agosta ha ancora in bocca il sapore del giorno del famoso “cambio di passo” per Rimini. “Alcune immagini cariche di significato in cui abbiamo creduto in molti quando abbiamo vinto le elezioni comunali, con il fiume di cittadini che entrava nel Palazzo comunale da te ribattezzato la ‘casa comune’, trasparente, di vetro, aperta a tutti, sono diventate cartoline sbiadite”, scrive.


“Non abbiamo bisogno di consumare l’impegno politico nell’arco di un’immagine ripetuta, magari patinata, da spendere sui media e la stampa per i tuoi cittadini per dire “ci sono”, quando il confronto non c’è più. La partecipazione è solo una facciata: i cittadini che chiedono di essere ricevuti e tu non incontri, le categorie e i mondi imprenditoriali che chiedono segnali e fatti che tu non dai, la maggioranza che vuole aiutarti ad amministrare questa città sottoponendoti i problemi che incrocia e che tu mal sopporti nel delirio della tua autosufficienza”.


E se ieri non è stato Gnassi a richiamare alla responsabilità i consiglieri ‘fuoriusciti’ oggi è il leader della rivolta a richiamare il sindaco. “Il mio ruolo, come il tuo, ci impongono responsabilità: tra queste, quella di mia competenza è di difendere la dignità del consiglio e il ruolo dei consiglieri del Partito democratico, il tuo partito”. “Il Bilancio è un atto di responsabilità verso la nostra comunità, tanto più in questo momento di difficoltà per il lavoro, per le imprese, per i nostri cittadini e per quello che succede a 100 chilometri da casa nostra. Non può essere che questo senso di responsabilità che abbiamo, in quanto consiglieri di maggioranza, sia preso come pretesto per trasformare quel ragazzo del Pd pieno di passione per la politica nell’uomo solo al comando. Perché non dura Andrea”.


Agosta ne ha anche per la Petitti, che ieri è stata molto dura con i ‘fuoriusciti’, la “nostra segretaria che a parte i superlativi roboanti, non ha ancora messo a fuoco il suo ruolo in questa delicata partita”.


In conclusione cita il detto andreottiano secondo cui “il potere logora chi non ce l’ha”. “A me pare che in casa nostra il potere logori chi ne ha troppo”.

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IL PDL AL SINDACO: “GNASSI STUPISCICI: SFIDA TUTTI AL CONFRONTO SULL’URBANISTICA”


Sulla mancata maggioranza in commissione per il parere sul Bilancio entra Fabrizio Miserocchi, coordinatore provinciale Pdl. “E’ evidente lo stato confusionale in cui si trova Gnassi a un anno dalla sua elezione”, dice il segretario".


A causare stress nel primo cittadino è la pressione a cui lo sottopongono “opinione pubblica e media che manifestano una palese delusione per non aver visto nemmeno l’abbrivio dei progetti ormai diventati slogan stantii, al grido di “io non ci sto” invia messaggi strani su vecchie logiche, nuovi approcci e urbanistica”.


Scomposto l’attacco ad Agosta & co, secondo Miserocchi, “in virtù di un mandato esclusivamente personale, quasi divinatorio, ricevuto dagli elettori. Facendo un gioco di parole sarebbe il “nuovo” voluto dal popolo contro il “vecchio apparato” ma imposto dal “vecchio apparato “ al popolo che non lo ha certo votato in modo plebiscitario”.


Poi il coordinatore del Pdl passa alla sostanza, perché dice, questa è una “confusione appunto che a noi non interessa”.
Il vero problema è l’approvazione del bilancio, scadenza il 30 giugno 2012, pena il commissariamento del Comune di Rimini.
“Il bilancio che questa giunta si presta a varare è un pessimo strumento di programmazione, arriva colpevolmente in ritardo compromettendo gli investimenti 2012 e penalizzando con tassazioni inique categorie sociali a rischio. Continua la riproposizione del costoso welfare vecchio stile, nessuna innovazione, peggioramento della burocrazia, solo sforbiciate generiche e tasse una ricetta facile ma scontata e inutile per risolvere la crisi”.


Secondo Miserocchi, “Gnassi è avviato ad un fallimento politico e considera le opinioni altrui un inciampo nella sua ascesa mediatica, o peggio considera le obiezioni figlie di velenosi e oscuri interessi”.


L’invito è chiaro. “Caro sindaco fa qualcosa di concreto, indica un punto di lavoro reale importante per questa città in difficoltà e sfida tutti al confronto alla luce del sole, urbanistica compresa”.

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Politica e associazioni. Quattro domande a Miserocchi su “cosa (non) succede in città” 


Facendo seguito al nostro articolo della scorsa settimana (Sorpresa. Parli del sindaco e ti accorgi di cosa (non) succede in città) abbiamo chiesto a Fabrizio Miserocchi, coordinatore provinciale del PdL, di rispondere ad alcune domande.


In questo momento di crisi particolare, che richiederebbe un dialogo “forte” tra la politica e la società, non le sembra che dalla scena pubblica siano invece quasi completamente sparite le associazioni di categoria?
Non direi sparite dalla scena pubblica. I rappresentanti delle associazioni sono ben ancorati ad un sistema para-pubblico che cerca di galleggiare in un'economia riminese sempre più disorientata, e che fatica a reagire ad una crisi che sta consumando posizioni di rendita fino a ieri date per scontate.
Ci sono segnali isolati, ma il tema purtroppo è la sopravvivenza, una vera azione comune non è stata avviata.


Perchè raramente intervengono sulle questioni che le riguardano? Hanno paura di disturbare il manovratore? Non le sembra "strano" questo silenzio?
E' un silenzio attendista, che si aspetta sempre da qualcun altro la soluzione dei problemi: dalla politica e dai partiti (cattivi) che non hanno fatto, non hanno detto, non hanno previsto. In parte la critica è giustificata e documentata, in parte no. Chi si è accontentato di salvare il proprio particolare oggi tende ad assolversi. Ma il così detto "sistema", in cui da 20 anni è cristallizzato il mondo associativo riminese, dov'era? Ben incastonato su poltrone e strapuntini che garantivano piccoli privilegi mentre tutto intorno si sgretolava. Politica compresa.


Non le pare che comunque ci sia una crisi di rappresentanza di queste associazioni che sono sempre più autoreferenziali e non espressione di una base?
La crisi è di rappresentanza e di rinnovamento. La politica a Rimini, bella o brutta, capace o incapace, nel giro di pochi anni ha trasformato il proprio corpo in profondità, se non altro cambiando le facce e avviando un faticoso passaggio generazionale: Petitti, Vitali, Gnassi, io stesso (ma anche Marchioni e Pizzolante). Sono quarantenni che si sono assunti la responsabilità di salire a bordo di zattere in un mare in burrasca, sono persone che hanno deciso di metterci la faccia. La sfida è avviare un confronto, anche energico, sul "cambiamento", per mutare il volto della città. Saremo giudicati sulla concretezza dell'agire non sulle teorie, in una logica dell'alternanza che ormai i cittadini hanno assimilato oltre ogni schema ideologico e aldilà del partitismo. Le associazioni? Mah, ditemelo voi quali passaggi sono stati fatti... Non mi piace parlare per categorie astratte, ci sono persone attive ma non basta, non è più l'urgenza da affrontare ma l'emergenza. Ci è chiesto di più.


In un quadro così delineato, come si può ripristinare il rapporto tra la politica e la società, con chi (fisicamente) dialogare per conoscere e recepire le istanze della società civile?
Questo pone un problema reale. I normali canali di contatto sembrano essere saltati e raggiungere le vere istanze non è così semplice. Io posso dire la mia esperienza e il lavoro che stiamo facendo nel PDL. Il metodo si chiama incontro, cioè ascoltare e conoscere il più possibile: il commerciante, non i commercianti, l'albergatore non gli albergatori, l'impresa non gli imprenditori, il professionista non l'ordine... E’ la continua tensione ad uscire dall'indistinto per mettersi di fronte a facce precise con esigenze ma anche idee, suggerimenti e voglia di partecipare inaspettati. E' faticoso, rischioso perché si beccano gli insulti, in questo clima, ma non ho in mente un'altra strada in un momento storico in cui la scarsa credibilità dei partiti ha travolto tutti, anche chi sul territorio, la politica, la fa semplicemente per passione.
Ho una convinzione, che se i partiti continueranno solo a dire di chi è la colpa, affosseranno se stessi e quel poco di vitalità che ancora la società sa esprimere. Se daranno delle risposte concrete e faranno cose concrete, da qualsiasi parte vengano, una speranza di ripresa c'è, per tutti!


Lunedì, 04 Giugno 2012 10:15

GIORNALAIO 06.06.2012

Rubriche

BILANCIO, IL GIORNO DELLO SCHIAFFO: LE FACCE MOGE DELLA GIUNTA, IL PDL CHE CHIEDE LE ELEZIONI, AGOSTA CHE RISCHIA IL POSTO. COMUNE SPRECONE. SCARICHI A MARE. CARABINIERI. PREFETTURA. GRANDI EVENTI E ALBERGATORI


Bilancio: il giorno dello schiaffo


Prima o poi doveva arrivare. “PALAZZO GARAMPI non è La7. E Agosta non è la Gruber. Così Andrea Gnassi, che una settimana fa in tv da ‘Lilli la rossa’ era stato candidato come leader del Pd nazionale, ieri si è preso un sonoro ceffone proprio dal suo partito tra le mura domestiche”. E’ Stefano Muccioli su il Resto del Carlino a commentare in prima la lunga giornata di ieri. “Il sindaco evoca lo spauracchio delle urne, ma stavolta è la legge a far la voce grossa: se non si approva il bilancio entro il 30 giugno, tutti a casa e si torna al voto. Ovviamente non succederà: si troverà la medicina per guarire i mal di pancia della maggioranza. Chi soffre è invece la città, costretta a navigare a vista da un’amministrazione in bilancio provvisorio da sei mesi. Gnassi, con i conti, arriva in ritardo: è l’ultimo in Regione”.


Parla di golpe “degli insoddisfatti” La Voce di Romagna a pagina 11.


Nell’occhio del ciclone il capogruppo del Pd in consiglio Marco Agosta. “Ieri, nella riunione del Pd convocata in tutta fretta dal segretario Emma Petitti, il capogruppo ha ribadito che lui non cambia posizione. «Questa è l’ultima goccia. Stavolta non mi fermano», ribadiva Agosta. Il quale era arrivato ai ferri corti con Gnassi già per i piani particolareggiati ‘stoppati’ dal sindaco, poi per la sanatoria giudicata troppo elevata per i bagnini. E ora, con la ‘scusa’ del bilancio, Gnassi e Agosta sono arrivati alla resa dei conti”, il Carlino a pagina 3. Intanto Pdl, Mov5Stelle e Sel confermano una loro certezza: il sindaco “è un pericolo per la città”.


L’opposizione chiede elezioni anticipate. “L'opposizione però ci va giù molto pesante: «Gnassi deve assumersi le proprie responsabilità. Se non è in grado di farlo, è ora che vada a casa», taglia corto il consigliere di Sel e Fare comune Fabio Pazzaglia. La pensa così buona parte dei colleghi. Gioenzo Renzi (Pdl) si porta avanti: «E' il caso di andare alle elezioni anticipate»”, Nuovo Quotidiano a pagina 6.


Agosta invece rischia la testa. “Anche i vertici del partito (sia provinciali che regionali) non l’hanno presa bene. Così ieri, prima del consiglio, il Pd ha convocato d’urgenza i suoi rappresentanti in aula. All’ordine del giorno la possibile sfiducia al capogruppo Agosta. Ma alla fine non se n’è fatto nulla. «Un chiarimento doveroso - spiega il segretario comunale Federico Berlini - perché volevamo capire l’intento dei tre consiglieri. Ma il tempo era poco, nei prossimi giorni dovremo approfondire meglio. Certo è grave che fra di loro ci sia anche il capogruppo»”, Corriere Romagna a pagina 3.


Comune sprecone (per usare parole usabili), 5 chilometri di carta igienica in un anno


“Carta igienica e salviette asciugamani costano care. Almeno al Comune di Rimini, che in questi giorni ha rifatto i conti stabilendo una spesa annua di ben 25.800 euro più Iva, totale 31.190 euro”. Facciotto non si accontenta. “Abbiamo confrontato i prezzi praticati dalla convenzione Intercent E.R. del 2009, con la spesa effettuata dal Comune di Rimini. Se dividiamo i 25.800 euro netti per il prodotto di punta della convenzione, la confezione da 10 rotoli di carta igienica ‘maxi’ in pura ovatta di cellulosa, da 16 euro alla confezione, si scopre che con questa cifra si potrebbero comprare 1.612,5 confezioni, cioè 16.125 rotoli, ciascuno di 400 metri di lunghezza. Sarebbe come dotare ogni dipendente comunale di quasi 13 rotoli ogni anno (12,6 per la precisione). Considerando la lunghezza dei rotoli, ogni dipendente avrebbe così a disposizione 5.040 metri di carta igienica ogni anno. Una bella cifra”, sulla Voce a pagina 15.


Mare, allarme rosso


Ieri divieto di balneazione lungo la costa riminese. “IL VERO PROBLEMA però resta quello di piazzale Kennedy. Solo una settimana fa il Comune aveva terminato l’intervento di pulizia del canale Ausa, e la sistemazione delle condotte in quel tratto. Un intervento molto apprezzato da tutti gli operatori della zona, che speravano così di veder attenuato il problema degli scarichi per la zona di piazzale Kennedy. «E invece lunedì è bastato il primo sversamento per vanificare molto del buono che era stato fatto per ripulire il canale — osserva Stefano Mazzotti, il titolare del bagno 27 — Il canale si è subito intasato, le pompe aspiravano sabbia e non funzionavano correttamente. E l’odore, quello ve lo lascio immaginare...». Niente di nuovo sotto al sole, insomma, se non che almeno per piazzale Kennedy si sperava che gli interventi appena compiuti riuscissero ad attenuare i problemi degli scarichi”, il Carlino a pagina 6.


L’anniversario dell’arma


Il colonnello Luigi Grasso è “orgoglioso” dei suoi uomini. Festeggiato dai carabinieri il 198esimo dell’Arma. “Poi ricordando che siamo in un periodo difficile in cui i reati predatori sono protagonisti, ha però dato elementi di speranza sottolineando come nei primi mesi di quest’anno i delitti siano stati in lieve calo mentre sono aumentati del 5 per cento i reati scoperti. Dall’inizio del 2011 ad oggi i carabinieri hanno arrestato 1139 persone e ne hanno denunciate 4mila”, il Carlino a pagina 5.

Grandi eventi


Gli operatori di Rimini rispondono alle osservazioni di Pasquinelli e Goldin dei giorni scorsi, su Nuovo Quotidiano a pagina 9.
Confesercenti: «Non si tratta di non collaborare - spiega Simonetti - ma di capire che Rimini, a differenza di altre città, ha un’offerta turistica più variegata, che non rimane incantata di fronte a un grande evento, perché ha una certa esperienza».
Aia: «Rimini ha dato tutto quello che poteva dare. Basta con le solite critiche alla città che lo accoglie e che alla fine lo ringrazia anche!», la risposta della Rinaldis.


Il presidente di Aia, inoltre, è stato intervistato dal Corriere a pagina 8 su alberghi in affitto, tassa di soggiorno, terremoto, tagli.


Prefetture


Annullato l’incontro del ministro Cancellieri con il sindacato. Claudio Palomba firmatario di un documento in cui “si chiede: «Il ministro vuole presentarci un bel pacchetto già incartato? O ha deciso che non è poi così necessario sentire le organizzazioni sindacali?» ricordando che è già indetta per il 13 giugno una giornata di mobilitazione generale cui le organizzazioni sindacali invitano tutti a partecipare e «nel corso della quale saranno assunte ulteriori iniziative contro il comportamento dilatorio del ministro Cancellieri»”, Corriere a pagina 6.


Aeroporto di Forlì


Nelle grinfie del procuratore Sottani. “La messa in liquidazione di Seaf Spa da parte dei soci pubblici, nelle scorse settimane, ha accentuato l’approfondimento dell’inchiesta promossa dalla Procura di Forlì già dal gennaio del 2010”, Corriere a pagina 22.

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IL PAPA A RIMINI PER IL MEETING? NO, LA RISPOSTA DI PADRE LOMBARDI


E’ durata poco la festa per la possibilità sempre più certa di una visita di Benedetto XVI a Rimini in occasione del Meeting per l’amicizia fra i popoli. La smentita è autorevole, arriva direttamente da padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana.


Il Papa non verrà al Meeting di Rimini, almeno a quanto è dato saperne ora, perché la cosa a padre Lombardi non risulta. Lo dice rispondendo alle domande di alcune agenzie di informazione questa mattina nel corso dell’ormai consueto aggiornamento con i giornalisti sulle indagini relative alla fuga di documenti riservati dal Vaticano. Padre Lombardi ha fugato i dubbi dubbi nati da alcune notizie apparse sulla stampa (come per esempio sul solitamente ben informato http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/news/dettaglio-articolo/articolo/papa-pope-el-papa-cl-rimini-15765/).

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BILANCIO PESANTE, GNASSI: SE NON SI APPROVA NON SARO’ SOLO IO LASCIARE LA POLTRONA


«Uno sterile e nocivo rito della vecchia politica», così il sindaco di Rimini Andrea Gnassi reagisce, si rialza in qualche modo, dopo il ko in commissione di questa mattina (ancora rinviate le votazioni sul Bilancio). Una presa di posizione, quella dei consiglieri di maggioranza che hanno abbandonato l’aula, che «non prende atto delle condizioni oggettive in cui gli enti locali stanno faticosamente componendo le loro programmazioni finanziarie, nell’anno forse più drammatico della crisi economica». Secondo Gnassi «quanto accaduto quest’oggi» (e che definisce «imboscate di palazzo») sarebbe «a tutti gli effetti, uno schiaffo non tanto al sindaco o alla giunta ma alla città, ai cittadini alla base ampia del centro sinistra al gruppo del Pd».


Gnassi si fa scudo dei «cinque mesi di lavoro, duro, massacrante», del «governo che tratta i Comuni alla stregua di esattori», delle «condizioni economiche che aumentano esponenzialmente le richieste di sostegno, aiuti, rafforzamento del welfare». Richiama il percorso di condivisione della manovra, «la nostra ipotesi, più volte illustrata e presentata alle forze politiche, sociali e economiche riminesi». Un confronto su larga scala «dimostra che questo nuovo approccio è capito dalla gente».


A non capire il sindaco sono invece «pochissimi consiglieri del Pd, esperti in vecchie logiche». C’è una regia, secondo Gnassi. «Probabilmente c’è qualcuno che ha pensato o sta pensando che passata la nottata elettorale si possa ricominciare da dove ci si era fermati prima del voto. Con lo sviluppo quantitativo, con il cemento dei Piani particolareggiati e la difesa di interessi particolari o consociativi, con regole ad elastico non uguali per tutti e non in tutte le parti della città. Qualcuno ha detto: “diamo un segnale”».


Allora se segnali si hanno da dare, anche Gnassi ne ha. Per la sua città: «Il patto elettorale non ammette deroghe o tradimenti su un nuovo modello di sviluppo sostenibile per Rimini».


Per i consiglieri: «E’ noto a tutti che sull’approvazione, o meno, del Bilancio previsionale si può andare a casa, non è necessario quindi che sia io a richiamare alla responsabilità».


Degli emendamenti sull’equità del Pdl dice che sono «una proposta in zona Cesarini, fintamente “per i più poveri”».

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BILANCIO, IN COMMISSIONE GIUNTA AL TAPPETO. QUATTRO DELLA MAGGIORANZA ABBANDONANO L’AULA E L’OPPOSIZIONE CHIEDE IL RINVIO DEL VOTO


Bilancio: la notte porta consiglio, si dice. Di fatto, non c’è la maggioranza in Commissione. Rinviata nuovamente la votazione su imu, irpef e tassa di soggiorno. Dai banchi dell’opposizione dicono grazie. Grazie ai consiglieri di maggioranza. Grazie a chi a un certo punto ha preso e se ne è andato via, Marco Agosta, Giovanni Pironi, Samuele Zerbini (presidente della commissione Bilancio), Bertino Astolfi. Agosta lo ha fatto anche ieri sera durante una riunione convocata dal sindaco, sempre più in difficoltà, per sondare gli umori in maggioranza. A onor del vero anche Zerbini ha disertato la riunione di ieri, come Astolfi e Brunori.


Una riunione affinché la giunta potesse dormire tranquilla, ieri notte. Affinché oggi filasse tutto liscio. Si votasse in favore dell’istituzione di imu con relativo regolamento, della definizione delle aliquote e delle detrazioni, oltre che per abolizione di imposta di scopo, regolamento e conferma aliquota irpef, tassa di soggiorno e regolamento. E ieri sera, dopo il ritiro degli emendamenti su irpef (Pazzaglia) e tassa di soggiorno (Agosta, Morolli), la crisi in maggioranza sembrava essere rientrata. Alle 10, quando la riunione di maggioranza è stata chiusa, sembravano tutti d’accordo. E invece no. Questa mattina le cose sono andate diversamente. La notte porta consiglio, si dice.


I tempi stringono, il Bilancio va approvato entro fine mese, pena il commissariamento (anche se per il regolamento imu c’è tempo fino a settembre). E allora, adesso cosa succede? “Siamo riusciti a far rinviare la commissione – spiega Giuliana Moretti, Pdl – perché rispetto agli emendamenti presentati, assolutamente ragionevoli, nella direzione di rendere più equa l’imu considerando le diverse condizioni dei cittadini (i diversi tipi di difficoltà che si incontrano oggi, mutui accesi, perdita del lavoro, ecc.), anche i consiglieri di maggioranza hanno mantenuto l’apertura dimostrata la settimana scorsa. Apertura che, al contrario, non c’è stata da parte della giunta, una giunta che evidentemente non ha considerato minimamente l’opinione dei consiglieri”.


E’ accaduto così, che la minoranza consiliare questa mattina si è ritrovata ad essere maggioranza, una condizione “surreale”.
“Abbiamo scelto di non votare. Abbiamo, invece, presentato anche altri emendamenti sulle detrazioni, sul comodato d’uso ai figli, perché di fatto dovendo approvare il regolamento entro settembre secondo noi è meglio davvero contemplare tutte le situazioni che hanno diritto a detrazioni. Se poi non dovessero esserci i soldi si fa sempre in tempo ad apportare le modifiche necessarie. Mentre esponevamo le nostre ragioni ci siamo accorti che la giunta (nel caso Gian Luca Brasini, ndr) era chiusa. Poi Agosta se ne è andato. Dopo di lui anche gli altri e noi siamo stati nelle condizioni di chiedere il rinvio”. Questo significa che prima di votare in Consiglio il Bilancio bisognerà convocare una ulteriore commissione.


E adesso che la spaccatura in maggioranza si è palesata nella sua reale evidenza, su un tema fondamentale, cosa farà la giunta? Sembra che qualcuno abbia chiesto al sindaco di mollare (non l’imu, la poltrona quella sì).
In soccorso del primo cittadino è invece presto arrivato il segretario provinciale del Pd, Emma Petitti. “Gravissimo e irresponsabile” quanto accaduto in commissione, dice. Soprattutto dopo che la “lunga riunione di maggioranza di ieri si era conclusa con la condivisione del percorso e delle priorità costruite in questi mesi dal Pd insieme a sindaco e giunta, e approfondite positivamente con l'assemblea comunale e tutti i circoli”.


Secondo il segretario la scelta dei quattro di abbandonare la seduta sarebbe “del tutto inspiegabile”, “un metodo che appartiene al passato della politica italiana e riminese che il Pd non ha nessuna intenzione di assecondare e comprendere”.
Emma Petitti chiama alla responsabilità i suoi cui chiede “un chiarimento per evitare che anche in futuro si possano ripetere analoghe situazioni che non sarebbero comprese e tanto meno tollerate dai cittadini e dagli elettori di centro sinistra. L'obiettivo resta l'approvazione nei tempi previsti di questo bilancio, base del governo e della coesione sociale della città”.


Tra poco l’inno nazionale darà il la al Consiglio per la presentazione del Bilancio senza voti. C’è da procurarsi un posto in prima fila. Zerbini (dice che ci sarà) intanto da parte sua ha già convocato la prossima commissione: giovedì alle 17,30. “Gli animi si sono scaldati – dice –, ma il dibattito in fase di Bilancio è normale – sottolinea – così come il fatto che possano verificarsi momenti di tensione”.

Venerdì, 01 Giugno 2012 10:12

GIORNALAIO 05.06.2012

Rubriche

BILANCIO, RITIRATI GLI EMENDAMENTI DELLA MAGGIORANZA SU IRPEF E TASSA DI SOGGIORNO. L’IDEA: IMU PER ADEGUARE LE CASE ALLE NORME ANTISISMICHE. DI ANGELO A GNASSI: DIRIGENTE A TEMPO PIENO E TAVOLO TECNICO PER IL TURISMO (NON BUTTARE VIA I PROJECT). GRANDI MOSTRE: PIU’ DI MEZZO MILIONE DI VISITATORI CON GOLDIN. CARIM: INTERVISTA A PASQUINELLI. TURISMO: UNA LEGGE PER GLI ALBERGHI. DON ORESTE SANTO SUBITO PREGA PER NOI


Don Oreste santo


Per don Oreste un convegno in ottobre con il ministro Andrea Riccardi della Comunità di Sant’Egidio e intanto “nel centro di documentazione della Papa Giovanni sono conservati gelosamente alcune testimonianze dei ‘miracoli’ che sarebbero da attribuire al prete, scomparso il 2 novembre 2007 a 82 anni. «Ma preferiamo non parlarne, almeno fino a quando non si aprirà il processo di beatificazione. Sarebbe controproducente», spiegano alcuni dei più stretti collaboratori del don. Di sicuro ci sono almeno una decina di episodi che avrebbero del miracoloso, che sarebbero avvenuto per intercessione di don Oreste”, il Resto del Carlino a pagina 5.


Bilancio oggi in Consiglio


Rientrano i distinguo della maggioranza rispetto alle proposte della giunta su irpef e imu, ma ancora non sono rose e fiori. “Una maggioranza tutta rose e fiori, quindi? Non proprio. I battibecchi non sono mancati e sarebbe stato strano il contrario. Innanzitutto a far storcere il naso a Gnassi, come spesso accade negli ultimi tempi, è stata l’Idv. Stefano Murano Brunori, rappresentante del gruppo, ha infatti disertato l’incontro affidando i suoi pensieri e le sue indicazioni su Imu, Irpef e altro ad una mail...Brunori però non è stato l’unico assente all’incontro di ieri pomeriggio. Mancava Bertino Astolfi, anche lui esponente unico del gruppo Rimini per Rimini e nel quarto d’ora finale, Samuele Zerbini, presidente della commissione bilancio e nell’ultimo quarto d’ora finale, al momento di tirare le somme, anche Marco Agosta, capogruppo del Pd, è stato costretto ad andarsene”, La Voce di Romagna a pagina 15.


Imu: assalto ai caf per sapere quanto si pagherà. “Racconta Claudio Palmetti, responsabile organizzativo della Cgil: «I nostri uffici sono stati presi letteralmente d’assalto, le file sono davvero molto consistenti, stiamo registrando almeno il 30-40% in più della gente che normalmente si rivolge a noi. Quelli che con l’Ici facevano tutto da soli, adesso non sanno più cosa fare e chiedono aiuto. D’altronde la scadenza della prima rata è alle porte: metà giugno»”, il Resto del Carlino a pagina 3.


Sulla Voce la storia di una donna (dipendente comunale) con una figlia disabile e le sue ragioni per non pagare l’imu, a pagina 13.


Per coronare il capitolo quotidiano di imu l’idea dell’assessore provinciale Meris Soldati. “Contro il rischio sisma, sconti all’Imu per finanziare gli interventi di messa in sicurezza delle case”, “Sanare i luoghi in cui studiamo, lavoriamo e viviamo», ragiona l’assessore, sarebbe anche un modo per ridare lavoro al settore edile ora piegato dalla crisi (188 aziende chiuse e 1.500 posti di lavoro persi nell’ul t imo anno). Quale la ricetta, dunque? «Sburocratizzare le procedure perché sono troppi nove mesi per l’evasione di una pratica sismica - aggiunge la Soldati -; pensare a un pacchetto di incentivi locali per interventi sulla sicurezza edilizia (magari abbattendo percentualmente l’Imu comunale o altre imposte) da prevedere almeno nei bilanci 2013. Un pacchetto che si aggiunga alle leggi e ai finanziamenti statali già previsti per lo stesso obiettivo. Certo, sta al Governo definire esenzioni e agevolazioni riguardanti ad esempio l’Imu ma se si dovesse aprire anche un piccolo spiraglio su questa o altre imposte, ritengo opportuno prendere in seria considerazione ogni contributo o incentivo fiscale ulteriore atto a elevare il grado di sicurezza individuale e collettivo»”, Corriere Romagna a pagina 5.


Un anno con Gnassi


Nuova puntata sul Nuovo Quotidiano sull’anno di Gnassi sindaco. Le associazioni di categoria lo assolvono, erede di una situazione difficile in una congiuntura particolare. Di Angelo gli dà due dritte: “un paio di suggerimenti: «L'assessorato al turismo, il più importante per la nostra città, non ha un dirigente di settore a tempo pieno. Inoltre, sarebbe opportuno istituire un tavolo tecnico formato da personalità del mondo delle imprese. Un tavolo tecnico, non politico, per dare concretezza e agilità alla macchina del turismo». Altra proposta: «Considerato il momento di scarse risorse, io prima di buttare i project ci penserei un attimo»”, a pagina 8.


Su tutti i quotidiani i numeri della mostra appena chiusa dalla Fondazione, Da Vermeer a Kandinsky (130mila visitatori), e anche alcune osservazioni di Goldin sul tessuto imprenditoriale riminese, confermate da Pasquinelli.


“Agli occhi di Goldin e di Massimo Pasquinelli, il presidente della Fondazione Carisp e partner della mostra, queste capacità non bastano. Della serie: “Se non utilizzi 130mila ‘risorse’, allora c’è qualcosa che non va”. Attenzione, “non si tratta di sfruttare il turista - chiarisce Pasquinelli - ma di offrirgli ospitalità in tutti sensi, a partire delle nostre bellezze, dall’entroterra, alla gastronomia. Ci vuole un cambio di mentalità altrimenti, ed è già successo, torna fuori il tipico egoismo riminese, dove ognuno pensa per sé”. Come dire: “O ci svegliamo o rimaniamo tagliati fuori”. E un po’ lo siamo già rimasti, quando alcune agenzie dopo la visita alla mostra, hanno dirottato il vitto e alloggio dei gruppi fuori della provincia. Assurdo? Eppure è successo qui da noi”, Nuovo Quotidiano a pagina 17.


Carim 2


Il 30 settembre scade ufficialmente il periodo di commissariamento. Per arrivarci sani vanno bene anche le obbligazioni, ma senza abusarne. Questo il Pasquinelli pensiero. Il presidente ha in mente anche strade alternative: «C’è un’altra possibilità - afferma Pasquinelli -. La Fondazione è titolare di azioni Carim che vengono conservate come oggetto di contrattualistica con le assicurazioni e la compagnie di servizi». E si potrebbe agire su questa leva. «Ma l’importante - chiude il numero uno di Palazzo Buonadrata - è che Banca d’Italia si sia resa conto che Carim è una banca del territorio e per il territorio», Corriere Romagna a pagina 9.


Alberghi in affitto


Sul Corriere a pagina 10 Bruno Paternò risponde a Maurizio Melucci (che indicava nella pratica di dare e prendere in affitto gli alberghi una delle causa dei mali di Rimini): «Per risolvere il problema degli hotel in affitto occorre una legge imposta dal governo che invece non è mai stata fatta».


Sulla Voce a pagina 11 intervista a Marco Gori, presidente dei notai. Anche per loro è crisi, ‘affari’ in calo del 30 per cento.

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GRANDI MOSTRE, PASQUINELLI: “UN ATTEGGIAMENTO MIOPE LASCIA QUESTA RISORSA INUTILIZZATA”


Una risorsa inutilizzata, con tutte le ripercussioni del caso, quella dei 130mila visitatori per la mostra appena chiusa a Rimini ‘Da Vermeer a Kandinsky’. Oltre mezzo milione i visitatori a Rimini per gli eventi di fondazione Carim a cura di Linea d’ombra.


“E’ una sofferenza intima e profonda – apre il presidente Massimo Pasquinelli presentando i risultati dell’ultimo grande evento a Castel Sismondo – constatare come le agenzie abbiano portato alcuni gruppi che hanno visitato la mostra a dormire fuori Rimini, considerando che albergare qui è un’inezia. Perché non è possibile il contrario e cioè partire da Rimini per scoprire tutta la Romagna? Perché i 130mila che visitano la mostra a Castel Sismondo non possono poi andare anche a visitare il duomo di San Leo?”.


Il tema è quello del mancato accordo tra le varie realtà economiche cittadine nella promozione, leggasi pure ‘sfruttamento’, della mostra anche a livello turistico da parte degli operatori interessati.


“Rimini è una provincia spendibile dalla cosa alla collina con i Montefeltro che passano il testimone ai Malatesta. Guardando all’offerta dei musei si va, accanto a quelli civici, dal museo paleontologico di Mondaino a quello del mare di Ravenna. C’è San Marino, repubblica che vive pienamente la sua autonomia ed è al tempo stesso completamente legata al territorio. E’ necessario mettere in moto un meccanismo”.


E’ necessario superare la logica campanilistica, che Pasquinelli definisce “egoismo tipico riminese”, di “miopia”. Perché accadesse davvero ci vorrebbe “un cambiamento profondo che riguarda le persone, una mutazione di mentalità un cambio di cuore”.

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