Quattro domande a Miserocchi su “cosa (non) succede in città”

Giovedì, 07 Giugno 2012

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Politica e associazioni. Quattro domande a Miserocchi su “cosa (non) succede in città” 


Facendo seguito al nostro articolo della scorsa settimana (Sorpresa. Parli del sindaco e ti accorgi di cosa (non) succede in città) abbiamo chiesto a Fabrizio Miserocchi, coordinatore provinciale del PdL, di rispondere ad alcune domande.


In questo momento di crisi particolare, che richiederebbe un dialogo “forte” tra la politica e la società, non le sembra che dalla scena pubblica siano invece quasi completamente sparite le associazioni di categoria?
Non direi sparite dalla scena pubblica. I rappresentanti delle associazioni sono ben ancorati ad un sistema para-pubblico che cerca di galleggiare in un'economia riminese sempre più disorientata, e che fatica a reagire ad una crisi che sta consumando posizioni di rendita fino a ieri date per scontate.
Ci sono segnali isolati, ma il tema purtroppo è la sopravvivenza, una vera azione comune non è stata avviata.


Perchè raramente intervengono sulle questioni che le riguardano? Hanno paura di disturbare il manovratore? Non le sembra "strano" questo silenzio?
E' un silenzio attendista, che si aspetta sempre da qualcun altro la soluzione dei problemi: dalla politica e dai partiti (cattivi) che non hanno fatto, non hanno detto, non hanno previsto. In parte la critica è giustificata e documentata, in parte no. Chi si è accontentato di salvare il proprio particolare oggi tende ad assolversi. Ma il così detto "sistema", in cui da 20 anni è cristallizzato il mondo associativo riminese, dov'era? Ben incastonato su poltrone e strapuntini che garantivano piccoli privilegi mentre tutto intorno si sgretolava. Politica compresa.


Non le pare che comunque ci sia una crisi di rappresentanza di queste associazioni che sono sempre più autoreferenziali e non espressione di una base?
La crisi è di rappresentanza e di rinnovamento. La politica a Rimini, bella o brutta, capace o incapace, nel giro di pochi anni ha trasformato il proprio corpo in profondità, se non altro cambiando le facce e avviando un faticoso passaggio generazionale: Petitti, Vitali, Gnassi, io stesso (ma anche Marchioni e Pizzolante). Sono quarantenni che si sono assunti la responsabilità di salire a bordo di zattere in un mare in burrasca, sono persone che hanno deciso di metterci la faccia. La sfida è avviare un confronto, anche energico, sul "cambiamento", per mutare il volto della città. Saremo giudicati sulla concretezza dell'agire non sulle teorie, in una logica dell'alternanza che ormai i cittadini hanno assimilato oltre ogni schema ideologico e aldilà del partitismo. Le associazioni? Mah, ditemelo voi quali passaggi sono stati fatti... Non mi piace parlare per categorie astratte, ci sono persone attive ma non basta, non è più l'urgenza da affrontare ma l'emergenza. Ci è chiesto di più.


In un quadro così delineato, come si può ripristinare il rapporto tra la politica e la società, con chi (fisicamente) dialogare per conoscere e recepire le istanze della società civile?
Questo pone un problema reale. I normali canali di contatto sembrano essere saltati e raggiungere le vere istanze non è così semplice. Io posso dire la mia esperienza e il lavoro che stiamo facendo nel PDL. Il metodo si chiama incontro, cioè ascoltare e conoscere il più possibile: il commerciante, non i commercianti, l'albergatore non gli albergatori, l'impresa non gli imprenditori, il professionista non l'ordine... E’ la continua tensione ad uscire dall'indistinto per mettersi di fronte a facce precise con esigenze ma anche idee, suggerimenti e voglia di partecipare inaspettati. E' faticoso, rischioso perché si beccano gli insulti, in questo clima, ma non ho in mente un'altra strada in un momento storico in cui la scarsa credibilità dei partiti ha travolto tutti, anche chi sul territorio, la politica, la fa semplicemente per passione.
Ho una convinzione, che se i partiti continueranno solo a dire di chi è la colpa, affosseranno se stessi e quel poco di vitalità che ancora la società sa esprimere. Se daranno delle risposte concrete e faranno cose concrete, da qualsiasi parte vengano, una speranza di ripresa c'è, per tutti!


Ultima modifica il Giovedì, 07 Giugno 2012 20:25