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AUMENTO CANONI ERP, I SINDACATI: “NON LI ABBIAMO CONCORDATI”. E AVANZANO L’IPOTESI DEL RIASSETTO DI ACER


Dal 1 maggio a Rimini i canoni mensili delle case popolari sono aumentati “mediamente da 103 a 138 euro. Il provvedimento riguarda oltre 1.050 appartamenti sul territorio del comune di Rimini. Il canone minimo passa da 30 a 70 euro mensili”. I sindacati a distanza di tre settimane ci tengono a precisare che “non hanno concordato questi incrementi”.


Nella questione entrano con un documento condiviso Massimo Fusini per Cgil e Sunia, Massimo Fossati per Cisl e Sicet, Giuseppina Morolli per Uil e Uniat. “Il provvedimento – ammettono – si accompagna ad altre iniziative, sostanzialmente tese a mettere in atto controlli più stringenti sui redditi, allo scopo di favorire un più esteso turn over, anche e soprattutto in considerazione dell’alto numero di richiedenti inseriti nelle relative graduatorie. Noi aggiungiamo inoltre che, tra le tante cose che occorre cambiare, c’è anche la composizione delle graduatorie, per attribuire il giusto valore al concetto di residenza. Ma ora, indubbiamente, il punto centrale di cui discutere resta l’aumento del canone”.


E’ necessario, secondo i sindacati, un “ragionamento più ampio e complessivo sul tema casa” in funzione del contesto di crisi. La proprietà di un’abitazione diventa sempre più cosa “inaccessibile”. E’ necessario “orientarsi verso la locazione piuttosto che alla proprietà, sostenere l'affitto con misure fiscali idonee, attivare forme di housing sociale”. E’ tempo di nuove scelte che “comportano delle conseguenze sul piano organizzativo e operativo”.
Guardando al nuovo i sindacati si riferiscono al “funzionamento di Acer”, più “interessata a dilatare il proprio perimetro gestionale e guadagnarsi per questa via un maggior peso politico. Invece noi pensiamo che il punto da cui partire siano le nuove politiche abitative e da queste, conseguentemente, prevedere un diverso assetto e una nuova funzionalità sia di Acer sia della pubblica amministrazione”.
In particolare per quanto riguarda “il problema del reperimento di risorse per il mantenimento e la qualificazione del patrimonio dell’edilizia residenziale pubblica, meglio sarebbe stato prima procedere a una rivisitazione del modo di funzionare di Acer, per vedere come superare eventuali criticità, come in parte si era iniziato a fare con la precedente amministrazione”.

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8 MILIARDI PER FONDO SANITARIO REGIONALE, 445 MILIONI PER LA NON AUTOSUFFICIENZA. A RIMINI 502 MILIONI


Sfiora gli 8 miliardi il finanziamento regionale per il 2012 alla Sanità, a Rimini arriveranno 502,582 milioni. Per la precisione, ammontano complessivamente a 7.999,081 milioni le risorse a disposizione, di questi 7.849,081 sono la quota parte dell’Emilia-Romagna del riparto del Fondo sanitario nazionale (secondo l’accordo condiviso tra le Regioni ma non ancora approvato dalla Conferenza Stato-Regioni), 150 milioni provengono direttamente dal bilancio della Regione.


Sembra che il Fondo sanitario abbia un incremento rispetto al 2011 del 2 per cento. “In realtà – ha spiegato l’assessore per la salute Carlo Lusenti – l’incremento è pari a zero. Nel 2012, infatti, la normativa nazionale prevede l’obbligo di copertura di tutte le quote di ammortamento di competenza dell’anno, relative agli investimenti in strutture e tecnologie realizzati dalle Aziende Sanitarie, che per la nostra Regione sono circa 160 milioni di euro”.


Crescono, invece, inevitabilmente i costi per beni e servizi (farmaci, materiale sanitario, servizi di lavanderia, pulizia, utenze ), con un incremento che è pari al 3,5 per cento annuo in tutto il Paese.


La Regione, inoltre, a fronte del totale azzeramento del Fondo nazionale per la non autosufficienza nel 2012, ha stanziato risorse aggiuntive per il Fondo regionale per la non autosufficienza, che ammonta complessivamente a 445,6 milioni, di cui 135 sono da bilancio regionale.


Rispetto poi ai tempi di pagamento ai fornitori di beni e servizi alle Aziende sanitarie, Lusenti ha detto che “il miglioramento di questi tempi rappresenta una priorità”. Per questo le Aziende sanitarie sono tenute ad utilizzare risorse aziendali.
Il tema delle risorse, per Lusenti, è comunque ineludibile ed è da affrontare nell’ambito della discussione sul nuovo Patto per la salute da sottoscrivere tra Governo e Regioni.
“Consideriamo che a seguito delle manovre del Governo Berlusconi nel 2010 e nel 2011 al Servizio Sanitario Nazionale mancano 17 miliardi nel triennio 2012-2014, che si traducono in meno 1,5 miliardi per l’Emilia-Romagna. Tutte le Regioni - ha detto Lusenti - giudicano la condizione delle risorse insostenibile a fronte della insopprimibile esigenza di garantire l’esigibilità dei livelli essenziali di assistenza a tutti i cittadini e pongono l’urgenza di rivedere, in sede di discussione sul nuovo Patto per la salute, le risorse nel triennio 2012-2014 e di comprendervi anche le risorse per investimenti strutturali e tecnologici poiché senza innovazione la sanità pubblica non può reggere”.


Il riparto delle risorse 2012


Dello stanziamento complessivo (7.999,081 milioni), al finanziamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (i servizi per la tutela, la cura e il recupero della salute garantiti a tutte le persone) sono destinati 7.458,045 milioni.
Le risorse sono suddivise in parte tra le Aziende Usl secondo criteri espliciti e predefiniti (in prevalenza sulla base della numerosità della popolazione al 1 gennaio 2011, ponderata tenendo conto delle caratteristiche socio-demografiche, di bisogno sanitario e di assistenza) ed in parte: per il finanziamento a servizi aggiuntivi rispetto ai Livelli Essenziali di Assistenza nazionali (come ad esempio prestazioni odontoiatriche, certificazioni sportive, interventi per lavoratori colpiti dalla crisi economica, erogazione di farmaci per persone in difficoltà economica), per il finanziamento del sistema integrato Servizio sanitario-Università, per la realizzazione di progetti e funzioni sovra-aziendali, per il contenimento delle liste d’attesa, per la qualificazione dell’attività di eccellenza dell’assistenza ospedaliera, e a garanzia dell’equilibrio economico-finanziario.


E’ stata prevista una linea di finanziamento dedicata ai fattori della coagulazione del sangue per il trattamento di pazienti emofilici per 24,7 milioni e un accantonamento di 120 milioni da ripartire a fine anno per la piena copertura degli ammortamenti.


Alle Aziende Usl le risorse sono così assegnate:


Piacenza 484,432 milioni;
Parma 699,163 milioni;
Reggio Emilia 799,419 milioni;
Modena 1.083,884 milioni;
Bologna 1.418,557 milioni;
Imola 213,825 milioni;
Ferrara 619,853 milioni;
Ravenna 642,641 milioni;
Forlì 318,260 milioni;
Cesena 327,664 milioni;
Rimini 502,582 milioni.


Assegnati direttamente alle Aziende Ospedaliere, Ospedaliero-Universitarie e Istituto Ortopedico Rizzoli 99,393 milioni che si aggiungono alle risorse che le Aziende Usl riconoscono alle stesse Aziende Ospedaliere e Ospedaliero-Universitarie sulla base degli accordi per la fornitura di prestazioni a favore dei cittadini residenti.


Gli obiettivi di salute


Gi obiettivi sono fissati per tutte le Aziende sanitarie e quindi per l’insieme del Servizio sanitario regionale in una logica di rete, di cooperazione e di omogeneità di offerta e di accesso in tutto il territorio. Eccone alcuni.
Nell’ambito di tutti i processi di cura, con attenzione particolare alle situazioni più fragili, si richiede di strutturare competenze e strumenti per l’ascolto dei problemi, la comprensione, la comunicazione rispettosa ed efficace.
Dovrà essere assicurata la presa in carico delle persone vittime di maltrattamento e abuso (donne e bambini).
Dovranno essere adottati interventi per la sicurezza delle cure e il risarcimento dei danni. Particolare attenzione si richiede, ad esempio, per la sicurezza dei percorsi pre e post operatori (delibera di Giunta regionale 1706/2009) e per il rischio infettivo.
Dovrà essere assicurata la partecipazione ai programmi di innovazione e ricerca per il miglioramento continuo dei servizi. E’ richiesto l’ulteriore sviluppo del programma regionale di realizzazione delle Case della salute (che riuniscono in un solo luogo i servizi per bisogni che non necessitano di ricovero).
Un’attenzione particolare viene richiesta riguardo ai percorsi di presa in carico di persone con patologie croniche (in particolare diabete e scompenso cardiaco).
Si richiede di attuare i programmi aziendali per garantire le prestazioni specialistiche (visite ed esami) nei tempi previsti dalla normativa.
Per l’assistenza farmaceutica si dovrà lavorare per l’appropriatezza prescrittiva e per favorire l’uso dei farmaci con brevetto scaduto (farmaci generici).

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REGIONE, AL VIA IL PIANO ANTI PRECARIATO. VENTI MILIONI PER LE AZIENDE


Parte oggi il Piano anti precarietà della Regione per l’occupazione dei giovani. In palio finanziamenti per 20 milioni. Fino al 31 gennaio prossimo, le aziende potranno presentare domanda per ricevere gli incentivi per assumere o stabilizzare giovani tra i 18 e i 34 anni.


Le nuove assunzioni a tempo indeterminato saranno incentivate per un lavoratore uomo con 7 mila euro, per una lavoratrice con 8 mila. La trasformazione di un contratto di apprendistato in contratto a tempo indeterminato sarà incentivata con 3 mila euro per i lavoratori e 4 mila per le lavoratrici, mentre la trasformazione di altri tipi di contratto, diversi dall’apprendistato, riceveranno 6 mila euro per gli uomini e 7 mila per le donne. I giovani devono essere disoccupati e inoccupati in possesso della dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro rilasciata dal centro per l’impiego, o lavoratori discontinui.


Le domande devono essere presentate alla Provincia in cui si trova l’impresa, dopo aver assunto o trasformato una tipologia di contratto diversa dal tempo indeterminato. Le assunzioni e le trasformazioni devono essere instaurate tra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2012, e devono prevedere per il giovane assunto una retribuzione lorda minima di almeno 15 mila euro annui.


Gli incentivi saranno graduati, da 0 al 150 per cento, attribuendo premi maggiori alle aziende che non hanno licenziato al 31 dicembre 2011. Così se l’azienda ha licenziato da meno di 12 mesi non avrà diritto ad alcun incentivo, se ha licenziato nel periodo compreso tra 12 e 24 mesi riceverà solo il 50 per cento dell’incentivo, il 100 per cento se sono da 24 a 36 mesi che non licenzia e se sono almeno 36 mesi riceverà il 150 per cento.


Il contratto di lavoro dovrà essere mantenuto per almeno 3 anni, periodo in cui l’azienda non potrà ricorrere agli ammortizzatori sociali per i lavoratori assunti, pena la revoca dell’incentivo. Il monitoraggio dell’andamento delle assunzioni e del mantenimento in organico dei lavoratori assunti con l’incentivo sarà effettuato dalla Regione ogni 6 mesi attraverso il Sistema Informativo Lavoro dell’Emilia-Romagna.
Informazioni più dettagliate sono reperibili sul sito: http://formazionelavoro.regione.emilia-romagna.it/piano-giovani

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I TAGLI AL FONDO PER LA PRODUTTIVITA', GIULIANA MORETTI (PDL) E "LA CARITA’ PELOSA"


La bozza di previsione di bilancio 2012 lo prevede: nella lista dei risparmi anche qualche taglio alla voce ‘personale’. Giuliana Moretti, Pdl, parla della “volontà della giunta di tagliare di oltre il 33 per cento il premio di produttività destinato ai 1150 dipendenti del comune di Rimini, che passerà da 1milione 264 euro del 2010 a 850mila euro”. Preoccupata è la rappresentanza sindacale per “la difficoltà dei dipendenti, molti dei quali percepiscono uno stipendio attorno ai mille euro”.


Gli stessi tagli non hanno toccato altre categorie di lavoratori comunali. “Effettivamente si può riscontare come il fondo di produttività dei dirigenti sia rimasto invariato in questi anni, nonostante i dirigenti siano diminuiti”, spiega Giuliana Moretti. “Le Rsu hanno denunciato, da parte dell'amministrazione, la mancanza totale di coinvolgimento nel fare una scelta che comporta un notevole sacrificio e soprattutto il fatto che come sempre il sacrificio sarebbe richiesto a chi guadagna meno”.


L’equità è uno dei quattro punti della strategia di bilancio del Comune, almeno negli intenti, tema che “in un momento di sacrificio emerge con una certa urgenza. Perché chiedere sacrifici a chi guadagna mille euro e non a che ne guadagna 6000?”. E’ la domanda.


“In questo momento in cui i cittadini saranno spremuti da imu, irpef e quant'altro ritengo che fare una politica socialmente equa significhi innanzi tutto evitare di tagliare a chi ha meno per non dover poi restituire il mal tolto sottoforma di sussidio o assistenza agli stessi soggetti a cui si è tolto precedentemente. Continuando a riaffermare quel concetto assistenzialista e di carità pelosa tipo della sinistra. Per questo ho chiesto alla presidente del Consiglio (Donatella Turci, Pd, ndr) una riunione di tutti i capigruppo consiliari insieme all'assessore al bilancio Brasini al fine di verificare altre possibilità per realizzare un risparmio sulla spesa del personale prima dell'approvazione del bilancio preventivo. La richiesta era stata fatta per questa settimana ma vista la mancata di disponibilità dell'assessore si svolgerà martedì mattina”.

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FOGNE E BOLLETTE, MOV5STELLE: “CONTRO NOI ACCANIMENTO BIPARTISAN”


Cosa avranno mai fatto per ritrovarsi protagonisti-vittime anche a Rimini (dove non hanno vinto le elezioni) di tutta l’attenzione bipartisan delle ultime ore? Se lo domandano anche loro. Chi? I grillini che ne hanno tanto per il sindaco Andrea Gnassi, tanto per il consigliere comunale Gennaro Mauro. I temi sono quelli arcinoti della balneazione/fogne e del teleriscaldamento.


“Inizia il sindaco sulle nostre richieste sui tavoli di confronto aperti chiesti sul problema della balneazione”, dicono, “che non sono mero sfruttamento elettorale”. Alle elezioni mancano ancora 4 anni fanno notare. “Noi vorremmo solo un tavolo di confronto con la cittadinanza per affrontare una volta per tutte il problema del mare a Rimini, non è con un cartello più o meno visibile che risolviamo la situazione, e forse nemmeno con un tubo da 26milioni. Gli investimenti sono ingenti e le risorse ridottissime, i proclami non servono più a nulla. Definirsi "l'amministrazione delle fogne" distraendo risorse nel TRC e nel Teatro Galli aiuta solo la prossima amministrazione a ritrovarsi in fogne più profonde”.


Mauro, invece, è reo di aver definito “inutile e costosa una Commissione Consigliare indetta dalla nostra consigliera Franchini sul tema del Teleriscaldamento, problema che investe solo 1540 famiglie riminesi (calcolando le utenze commerciali si arriva alla cifra di 1592) che si ritrovano a dover pagare tariffe quasi doppie rispetto a una famiglia dotata di riscaldamento convenzionale”. Questione che potrebbe risolversi con la rinuncia di Sgr al progetto.


Secondo i grillini a creare scompiglio è la loro “fastidiosa iperattività consentita dagli strumenti che la legge ci fornisce. Promuovere commissioni e consigli tematici su TRC, balneazione, spiaggia, teleriscaldamento è tenere alta l'attenzione su temi che la politica locale preferisce sopire. Tranquilli, cari politici, chiederemo commissioni anche sulla Murri, Novarese, Seminario, Fiera, Palacongressi, Rimini Holding, Aeradria, Agenzia Mobilità: cioè in tutti quei posti dove vengono bruciate le tasse dei cittadini ed indebitate le future generazioni. E' questo il compito che i cittadini ci hanno affidato con il loro voto e che non vogliamo deludere”.

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IMU, LA PROTESTA DEI SINDACI DEL PD. LUNEDI’ APPENDERANNO LE FASCE ALLA PREFETTURA


Scenderanno in piazza separandosi (solo momentaneamente) delle loro fasce tricolori sotto le finestre della Prefettura i sindaci del Pd della Provincia di Rimini. Gli amministratori, richiamati alla questione ieri sera dal segretario provinciale, Emma Petitti, si sono dati appuntamento per lunedì prossimo alle 11,30 in centro “per manifestare contro Imu e patto di stabilità, per chiedere un vero federalismo al governo e per respingere il ruolo di ‘gabellieri’ che lo Stato sta imponendo agli enti locali nei confronti della popolazione”.


Il gruppo sfilerà fino alla Prefettura, dove tutti i sindaci depositeranno simbolicamente le fasce tricolori, presentando un documento ufficiale con le richieste e le posizioni del PD e dei suoi amministratori, in attesa dell’appuntamento dell’Anci a Venezia del 31 maggio. “Siamo in una vera trincea amministrativa – Emma Petitti parafrasa l’immagine usata dal sindaco ieri nel presentare la bozza di bilancio e ne riprende alcuni contenuti - con tre manovre Tremonti e una manovra Monti che siamo costretti a pagare a livello locale”.


Le richieste del Pd e dei suoi sindaci “sono chiare: no a questo patto di stabilità che sta massacrando i Comuni e non fa alcuna distinzione fra quelli virtuosi e non. Chiediamo almeno una moratoria di 24 mesi; no a questa Imu, una tassa che non resterà sul territorio per pagare i servizi ai nostri cittadini, ma verrà invece riscossa dai nostri Comuni costretti a fare i gabellieri per conto dello Stato; no a questo federalismo al contrario, che toglie trasferimenti e risorse agli enti locali. E' il momento di affrontare il riassetto in senso federale del Paese, riprenderci l'autogoverno, l'autonomia, il municipalismo vicino ai cittadini che ha sempre contraddistinto il nostro riformismo”.

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Sabato notte. Anzi, domenica 20 maggio, ore 4.03


Mia moglie, esattamente 2 minuti prima, si alza e mi raggiunge in salotto, preoccupata: "Stai male?" "No, guardo i gol di Drogba e torno nel letto" "I gol di chi?" Non le rispondo: si comincia a tremare.
Quattro pensieri: porca puttana come in Cile - i bambini - chissà se stanno tutti bene - adesso arriva lo tsunami... Una parola: paura.
Il lampadario balla, lo spazzolino con la testa di scimmia in bagno anche. Poi tutto tace.
Già non riuscivi a dormire prima, figuriamoci addosso, con l'ansia d'un grido stretto in gola.


"Un grido vasto come il cielo. A cui solo il cielo se ha parola, se ha parola umanamente comprensibile, se ha gesto, se ha amicizia, se ha pietà, può rispondere. Lo faccia, Dio. Faccia il suo mestiere. Noi facciamo il nostro ora: che è quello di gridare verso di Lui." - Davide Rondoni


Soundgarden - Boot camp
"There must be something else. There must be something good. Far away"
Con questa canzone - ultimo pezzo dell'ultimo disco - i Soundgarden chiudevano la loro stratosferica carriera, anno 1994. Con questa speranza si è aperta la mattina del mio 20 maggio, davanti a un cumolo di macerie.



Artisti uniti per l'Abruzzo - Domani
E adesso chi si prenderà la briga di organizzare il prossimo "we are the world" tutto italiano?
A essere sinceri, questo pezzo gli era venuto proprio bene a Lorenzo & co: mettili tu insieme J-Ax e Fabri Fibra, Grignani e Manuel Agnelli...



U2 - Sunday bloody sunday
Viene da chiedersi quante volte dovremo cantare questa canzone. E anche sta volta era una domenica.
"No more!"



P.O.D. - Alive
Perché dopo questi momenti di gambe che tremano e voce che muore in gola, dove tutto può crollare, viene naturale sentirsi ancora vivi.
"I feel so alive for the very first time!". "Così la gente si ricorda che la vita è una", ha scritto un mio collega su Twitter.



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Martedì, 22 Maggio 2012 09:42

GIORNALAIO 23.05.2012

Rubriche

PREVISIONE DI ‘SBILANCIO’, LA MANOVRA DI BRASINI. TELERISCALDAMENTO: SGR GETTA LA SPUGNA. CRISI: ALBERGHI ALL’ASTA. PREFETTURA: L’ACCORPAMENTO ROMAGNOLO E' TUTTA COLPA DI MAZZUCA. PD: PARTE LO SCONTRO TRA I POSSIBILI EREDI DELLO SCRANNO DI ZAVOLI. CDA AIA, PER LA RINALDIS SEMPRE PIU’ FACILE MANTENERE LA POLTRONA


Bilancio o sbilancio


Ieri il sindaco Gnassi e l’assessore Brasini hanno convocato i giornalisti per presentare, ancora una volta il bilancio di previsione per il 2012 e sono dolori. “«Mancano 23.694.346 euro di trasferimenti statali rispetto al 2011», attaccano il sindaco Andrea Gnassi, l’assessore al Bilancio Gianluca Brasini e l’assessore ai Lavori pubblici Roberto Biagini, nella conferenza stampa online e in streaming. La spesa prevista quest’anno è di 130 milioni. Le entrate 113 milioni. «Lo sbilancio, non chiamatelo buco — dice Gnassi — è 17 milioni, tagli compresi», riporta il Resto del Carlino a pagina 4 nell’articolo di Mario Gradara.


L’immagine usata dal sindaco è efficace: “Oggi siamo come nel 1944: fuori i bombardamenti e noi nel bunker”, scrive il Corriere Romagna a pagina 3. Riguardo all’IMU e alla rateizzazione Marco Letta scrive che “il governo ne concede tre da giugno a dicembre. Poi entra in campo il Comune: fino a 12 rate in due anni, a tasso d’interesse legale. Già che c’è, l’assessore Brasini ricorda che Rimini non si avvale di Equitalia. «Il nostro concessionario è Corit, rispetto a Equitalia la percentaule di esito positivo è più alta, proprio perchè Corit è locale»”.


Teleriscaldamento e Sgr, verso la fine della tenelovela?


“La Società gas Rimini è pronta a stracciare il contratto trentennale per la gestione del teleriscaldamento dei Peep Viserba, Marecchiese e Gaiofana (1500 utenti circa) «senza chiedere danni e risarcimenti». L’annuncio è arrivato ieri mattina, quando davanti alla commissione 2 riunitasi per il problema delle bollette ritenute troppo alte, l’amministratore delegato della Sgr, l’ingegnere Bruno Tani, ha sorpreso tutti con questa uscita. «Non è vero che le tariffe del teleriscaldamento sono più alte – spiega – e la gestione per noi non è certo conveniente». Anzi, «con questo clima di caccia alle streghe, abbiamo avuto un grave danno di immagine»”, scrive Giovanni Bucchi su La Voce di Romagna a pagina 15. Ed è chiaro che per la società di Tani il danno di immagine si è fatto sentire: “I numerosi esposti presentati in Procura hanno portato più volte i militari di Guardia di finanza e carabinieri a bussare alle porte della Società gas Rimini”, riporta Brahim Maarad a pagina 7 del Nuovo Quotidiano di Rimini.


Crisi, ville e alberghi


Si concentra sulla crisi il Carlino. A pagina 3 il servizio di Grazia Buscaglia sulle ville e la loro messa in vendita, mentre a pagina 5 la storia di un albergatore costretto a vedere il proprio albergo messo all’asta raccontata da Manuel Spadazzi.


Prefetture e Romagna


L’onorevole Giancarlo Mazzucca del Pdl entra nel dibattito sulle prefetture, possiamo dire a gamba tesa: «Ho chiesto ufficialmente l’accorpamento delle prefetture di Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena - spiega il parlamentare forlivese - Ciò rappresenterebbe un primo passo verso la costituzione della Provincia unica. Sono ottimista perché da parte del Ministero del’interno ho notato una certa attenzione all’argomento. Un processo di aggregazione di cui si è cominciato a parlare in tempi non sospetti, rilanciato dalla proposta del sindaco di Forlì Roberto Balzani e che ora può contare sul sostegno anche di diversi e importanti esponenti del Pd, come l’ex presidente della Provincia di Ravenna Gabriele Valbonetti e il presidente della Provincia di Rimini Stefano Vitali. Si tratta dunque di una proposta bipartisan, per la Romagna e per i romagnoli», racconta a Tamara Antonioli a pagina 13 della Voce.


Pd, parte lo scontro interno


Curioso retroscena a pagina 13 della Voce di Giovanni Bucchi sul Pd sulla corsa al posto da senatore in vista del 2013. “Primarie o no per i candidati, lo scontro è avviato. Soprattutto per lo scranno in Senato di Sergio Zavoli, conteso da due ex Ds: l’ex segretario provinciale Lino Gobbi e l’ex sindaco di Riccione, Daniele Imola. Il primo da Filiberto non ha avuto remore nell’indicare anche il ‘rivale’ (assente alla cena) tra i principali responsabili della sconfitta di Coriano. Ma Imola può contare sul sostegno dell’attuale segretario Emma Petitti e dell’assessore regionale Maurizio Melucci. A rovinare i giochi ci si mette pure Alberto Ravaioli. L’ex sindaco non disdegnerebbe affatto un posto in Senato, sostenuto dall’ala ex Margherita”.


Albergatori, lista unica per il rinnovo del cda


Sarà tutto facile per Patriza Rinaldis. O almeno così sembra dall’articolo della Voce a pagina 15: “Correrà come candidata a una poltrona nel Cda con altri diciotto albergatori nella stessa lista (poi sarà votata presidente dal nuovo consiglio). Gli sfidanti saranno al massimo alcuni outsider, candidature singole senza raggruppamento. Il che rende ancora più scontata la vittoria della maggioranza Rinaldis-Ermeti. E’ la prima volta che succede, negli ultimi 18 anni c’era sempre stata una seconda lista”.

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RIMINI 2012, PROVE DI BILANCIO: SONO 17 I MILIONI A MANCARE ALL’APPELLO


Bilancio di previsione 2012: sono 17 i milioni da recuperare, la differenza tra le entrate e le uscite. “Non si tratta di un buco – precisa subito il sindaco Andrea Gnassi – perché non siamo noi a spendere di più di quanto previsto”. Il bilancio per mandare avanti la baracca a Rimini nel 2012 ammonta a 130 milioni all inclusive (anche trasporto pubblico per 3 milioni e il nevone per 900 mila euro stanno dentro) mentre le entrate arrivano a 113 milioni e dunque tirando una bella linea col segno meno la differenza fa 17milioni di “sbilancio”.


Sono 23,69 i milioni in meno di trasferimenti statali: quest’anno il Comune di Rimini ne riceverà 9,41 invece di 33,1. Facendo alcuni calcoli (con l’imposta allo 0,4 sulla prima casa e allo 0,76 sulla seconda) il Ministero ha stabilito che dall’imu Rimini guadagnerà 85 milioni di euro, di “questi – fa notare il sindaco – solo 34 (poco più del 40 per cento) arriveranno al Comune mentre 50 (il 60 per cento scarso) andranno allo Stato”. Di fatto le cose andranno comunque diversamente e basandosi sulla vecchia ici che portava 36 milioni il conto dell’imu per Rimini dovrebbe arrivare a 49 milioni di cui 13 per lo Stato. Una “fregatuta” l’imu (ribattezzata polemicamente isu), secondo il sindaco, che sarà comunque una delle quattro le leve fiscali su cui dopo intensi studi si concentrerà lo sforzo di bilancio dell’amministrazione, assieme ad addizionale irpef, la tassa di soggiorno e le tariffe.
Su cinque punti in bilancio, inoltre, l’amministrazione non intende scendere a compromessi: welfare, istruzione e sicurezza che assorbiranno da soli il 40 per cento della spesa, cultura e turismo. La manovra dovrà essere approvata dal Consiglio entro giugno.


L'imu sulla prima casa in questa nuova bozza è stata portata dallo 0,4 allo 0,5: un punto in più dell'aliquota base Governo. “Perché i valori catastali su cui si calcola l'imposta a Rimini – spiega il sindaco – sono inferiori anche del 15 e del 20 per cento rispetto ad altri comuni limitrofi”. Per gli immobili diversi dalla prima casa è allo 0,99; 1,06 per le case sfitte; 0,76 per i canoni concordati; 0,1 per i fabbricati agricoli. Porterà nelle casse del Comune 14,5 milioni.
Altra novità sulla discussa imposta, la possibilità per i cittadini riminesi di pagarla in 12 rate lungo 2 anni senza aggio (pagando solo gli interessi legali), a partire dal 16 dicembre. “La terza rata – spiega l’assessore Gianluca Brasini – ci è sembrata totalmente inutile: meglio rateizzare fino a 2 anni anche per andare verso un rapporto diretto con i nostri cittadini, per chiedere loro relazione e collaborazione. La rateizzazione sarà comunque possibile per chi ha più bisogno”.


Tra le agevolazioni previste la franchigia a 200 euro e l’esenzione di 50 euro a figlio fino a 26 anni di età e fino al quarto (e non oltre), questione su cui si è già espressa negativamente l’associazione famiglie numerose. Previste anche agevolazioni per un importo di 1,7 milioni per anziani residenti in case di riposo, cooperative di edilizia a proprietà indivisa, fabbricati agricoli e canoni concordati


Capitolo addizionale irpef: invariata l'aliquota allo 0,3 con l’annunciata esenzione sui redditi fino a 15mila euro (certificati da isee) che interesserà oltre 29mila riminesi.
La tassa di soggiorno, applicata dal 1 ottobre (ma non su chi ha meno di 14 anni e su chi resta almeno sei giorni), porterà in cassa 500mila euro, mentre ancora in fase di studio la quarta leva della manovra finanziara: aumenti alle tariffe.
Due, invece, le tasse cassate dall’amministrazione: l'imposta di scopo, che valeva 2,4 milioni, e quella sui passi carrai.


In atto anche revisioni di spesa a partire dall’illuminazione pubblica. Con il subentro di Enel Sole a Hera Luce Rimini si è assicurata energia e manutenzione per 5 milioni di euro risparmiando 800mila euro all’anno (per otto anni) da reinvestire in ristrutturazione degli impianti e dei semafori.
Tagli previsti anche per gli incarichi esterni (370 mila euro) e per il personale. Non saranno aperti nuovi mutui. Fuori bilancio gli oneri di urbanizzazione perché “se consumi il territorio, ciò che incassi va al territorio”.
Sono 6 i milioni destinati alla salvaguardia della balneazione a al risanamento fognario, 600mila euro per la sala del commiato al cimitero, 100mila in previsione della sanatoria paesaggistica.

Martedì, 22 Maggio 2012 16:38

Hera comunista. Parola di Eugenio Pari

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Hera comunista. Parola di Eugenio Pari


Nei giorni scorsi il Sindaco di Rimini ha giustamente invitato l’AD di Hera Chiarini a ridurre il proprio compenso superiore a quello del presidente degli Stati Uniti Obama. L’invito, che speriamo non rimanga vano, è sacrosanto perché i cittadini non possono continuare a pagare stipendi di questo tipo a dei manager pubblici.


Da qualche parte si deve cominciare, ma occorre affrontare il vero nodo della questione: Hera è immersa in un mare di debiti e qualcuno prima o poi dovrà chiedere conto di questa situazione che rischia di diventare insostenibile. In sostanza è importante porre la questione di principio sulle retribuzioni del management, ma la questione vera sta nei risultati negativi conseguiti da Hera, infatti solo fra il 2010 e il 2011 l’indebitamento finanziario netto passa da 1860,2 milioni di euro a 1.987,2 milioni. Tra il 2010 e il 2011 il debito di Hera aumenta di 127 milioni di euro. A peggiorare e a depauperarsi è il patrimonio dei soci cioè i comuni, quindi un bene collettivo dei cittadini.
(fonte: http://be.gruppohera.it/schemi_bilancio/posizione_finanziaria_netta/081.html)


La “gallina dalle uova d’oro”, nei confronti della quale i comuni hanno privilegiato politiche industriali incentrate sull’incenerimento dei rifiuti piuttosto che sulla raccolta differenziata, non produce più profitti e si squarcia il velo anche su un altro aspetto: la tanto decantata liberalizzazione dei servizi che avrebbe prodotto la quotazione in Borsa di Hera è stato il manto ideologico dietro il quale si è coperto il vero processo, cioè la finanziarizzazione dei servizi pubblici. A promuovere e sostenere questo percorso, si badi, non sono stati i famigerati speculatori finanziari, ma i comuni di centrosinistra e centrodestra della Romagna e dell’Emilia che per mandato costituzionale dovrebbero agire nell’interesse dei cittadini. I processi di finanziarizzazione hanno reso sempre più critica la situazione finanziaria di un bene di cui sono soci e proprietari, di cui i cittadini sono soci e proprietari. È questo il vero aspetto su cui occorre intervenire, le altre scelte sono “cortine fumogene” strumentali ad cambiamento “perché nulla cambi”.


Il sistema di Hera è una società pubblica teoricamente, ma assolutamente privata nella realtà, in cui si realizza perfettamente il modello del capitalismo finanziario di tipo chandleriano. I dati pubblicati sul sito del gruppo ci dicono che fra il 2009 e il 2010 l’azienda ha subito una contrazione dei ricavi del 16%, mentre il margine operativo lordo è aumentato del 10,6% solo grazie alla cessione del 25% di Herambiente ad un operatore estero del settore, Eiser Infrastructured. Una operazione puramente finanziaria su cui i soci, cioè i comuni, quindi i cittadini abbiano potuto dire nulla. La costituzione di Herambiente SRL, che si occupa di infrastrutture, particolarmente di inceneritori, ha prodotto come effetto sulle scelte industriali, sulle scelte che più incidono sulla qualità della vita dei cittadini come ad esempio se creare incenitori o potenziare la raccolta differenziata, il risultato che nè i comuni e tanto meno i cittadini possano dire nulla e siano informati sulle scelte.


Il management di Hera è assolutamente autoreferenziale e con la scusa che la società è quotata in Borsa il riferimento è diventato unicamente il mercato. Il management fa un ragionamento di questo tipo: “noi dobbiamo rispondere al mercato, alla quotazione in Borsa” e questo è il motivo per cui fanno praticamente ciò che vogliono, i comuni lasciano fare perché poi si spartiscono gli utili, utilizzati per interventi tutt’altro che inerenti ai servizi ambientali o idrici.


Una visione liberale, non comunista, prevede tre spazi: il mercato, il pubblico e l’individuo, ognuno di questi ha un proprio livello di responsabilità, Hera, invece, è diventata totalmente irresponsabile grazie alle scelte, o meglio non scelte, delle amministrazioni che l’hanno creata.


Ora, non servono scoop o allarmismi, ma chiare politiche volte a ridare al settore pubblico un ruolo di peso nell’economia, bloccando i processi di privatizzazione – finanziarizzazione dei servizi pubblici, mettendo al centro l’interesse collettivo e usando le imprese partecipate come volani per lo sviluppo. D’altra parte, si tratterebbe di dare coerenza al pronunciamento quasi plebiscitario dei cittadini in occasione dei referendum sui servizi pubblici dello scorso giugno.


Eugenio Pari


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