Martedì, 22 Maggio 2012 15:58

Francesco Micheloni IDEALE

Francesco Micheloni

IDEALE

 

A cura dell’attività elettiva della Scuola Secondaria Superiore

Condotta da Michela Pozzi e Juan Carlos Ceci

In collaborazione con Meris Monti


Scuola Secondaria Superiore - Contrada Santa Croce 48 - 47890 San Marino

22 maggio- 15 giugno


Lun-Ven 8.30 - 18.00 - Sabato 8.30 – 14.00

 Presentazione e inaugurazione - Martedì 22 maggio ore 17

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ALMA MATER: LAUREATI SEMPRE PIU’ GIOVANI E INTERNAZIONALI DOPO LA LAUREA VOGLIONO CONTINUARE A STUDIARE


I laureati 2011 dell’Università di Bologna sono più giovani, in corso e internazionali dei “colleghi” degli altri atenei. E' la fotografia scattata da AlmaLaurea nel XIV Profilo dei laureati. L'indagine ha coinvolto 15.238 giovani usciti dall’Ateneo nel 2011. Tra questi, 8.002 laureati di primo livello (laurea triennale), 4.884 laureati nei percorsi magistrali biennali.


I laureati di primo livello 2011


Il 68 per cento dei laureati di primo livello non ha i genitori laureati; la media nazionale è del 75 per cento. Significa che per la maggioranza dei casi il titolo accademico entra per la prima volta in famiglia, anche se i laureati bolognesi partono da una condizione più avvantaggiata (il 31 per cento ha almeno un genitore laureato contro il 24 per cento del totale). Il traguardo della laurea è raggiunto in media a 25,2 anni (la media nazionale è di 25,7). Elevata è la regolarità negli studi: il 47 per cento conquista il titolo in corso (il 22,5 per cento si laurea al primo anno fuori corso) contro il 38 per cento a livello nazionale. I laureati dell’Università di Bologna di primo livello che hanno svolto tirocini e stage sono il 57 per cento, percentuale leggermente inferiore alla media nazionale (60 per cento). L’esperienza di studio all’estero coinvolge il 14 per cento dei laureati di primo livello (la media nazionale è del 10 per cento).


L’86 per cento dei laureati dell’Alma Mater, contro l’87 per cento della media nazionale, si dichiara complessivamente soddisfatto del corso di studi (il 31 per cento lo è “decisamente”).
Alla domanda se si iscriverebbero di nuovo all’Università risponde “sì”, ed allo stesso corso dell’Ateneo, il 68 per cento dei laureati, un valore superiore alla media nazionale (66 per cento). Una percentuale che aumenta considerando anche i laureati che si riscriverebbero all’Alma Mater, ma cambiando corso (17 per cento).


E dopo la laurea? Il 74 per cento dei laureati dell’Università di Bologna intende proseguire gli studi, meno di quanto avviene nel complesso dei laureati (77 per cento).


I laureati magistrali 2011


I laureati magistrali dell’Università di Bologna portano per la prima volta il titolo accademico in famiglia nel 64 per cento dei casi. L’analisi condotta mette in evidenza che si tratta di giovani che hanno concluso i loro studi in corso nel 56 per cento dei casi – e altri 30 su cento terminano gli studi con un anno di ritardo – contro il 47 per cento della media nazionale.
L’età media alla laurea nel complesso dei laureati magistrali dell’Università di Bologna del 2011 è di 26,9 anni (la media nazionale è di 27,8 anni).


Si riscontra una consistente quota di chi fa esperienza di stage: 52 laureati magistrali dell’Università di Bologna su cento (a livello nazionale è il 54,5 per cento). Il 21 per cento compie esperienze di studio all’estero (oltre la metà con Erasmus o altro programma Ue): una quota elevatissima se si considera che la media nazionale è del 15,5 per cento. L’esperienza universitaria compiuta con la laurea magistrale risulta ampiamente apprezzata (sono decisamente soddisfatti 34 laureati su cento, altri 53,5 esprimono comunque una valutazione positiva). Tanto che 73 laureati su cento la ripeterebbero. Da segnalare che anche al termine degli studi magistrali rimane elevata la quota di chi intende proseguire la formazione: il 39 per cento (in particolare, il 15 per cento vuole fare il dottorato di ricerca).


I laureati a ciclo unico 2011


L’approfondimento fa riferimento ai 1.680 laureati 2001 delle lauree a ciclo unico coinvolti nell’indagine.
Si tratta di laureati più favoriti dall’ambiente familiare di provenienza, che li vede uscire nel 47 per cento dei casi da famiglie con almeno un genitore laureato, quasi tutti con diploma liceale (91 per cento). Arrivano al traguardo a 26,4 anni (la media nazionale è 26,7). Il 46 per cento ha fatto esperienza di stage (a livello nazionale è il 42 per cento). Il 23 per cento ha fatto esperienza di studio all’estero (la media nazionale è del 17 per cento). L’esperienza universitaria compiuta con la laurea specialistica a ciclo unico risulta ampiamente apprezzata (sono decisamente soddisfatti 36 laureati su cento, altri 54 esprimono comunque una valutazione positiva). Tanto che 78 laureati su cento la ripeterebbero. Da segnalare che anche al termine degli studi magistrali rimane elevata la quota di chi intende proseguire la formazione: il 61 per cento. Questo avviene in particolare per effetto dei percorsi formativi obbligati dopo la laurea in Medicina e Giurisprudenza per l’accesso alle professioni.

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COMUNI VALMARECCHIA: LA PROSSIMA SETTIMANA PARTIRA’ L’ITER PER LA LIQUIDAZIONE DEI 2 MILIONI PER IL PASSAGGIO IN ROMAGNA


“Già la prossima settimana sarà attivato l’iter procedurale nei confronti del Ministero dell’Economia e delle Finanze, affinché lo stesso proceda a definire le modalità di erogazione e i criteri di ripartizione necessari alla liquidazione del contributo”. Il contributo in questione riguarda i 2 milioni di euro che i Comuni della Valmarecchia devono ricevere a seguito del passaggio in Emilia Romagna. La notizia sull’avvio dell’iter arriva dai parlamentari Elisa Marchioni (Pd) e Sergio Pizzolante (Pdl), che, in qualità di parlamentari dell’attuale maggioranza che sostiene il governo Monti, si sono “attivati presso il Ministero per gli Affari Regionali per sollecitare l’erogazione del contributo finanziario”.

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REGIONE, 900MILA EURO PER LE POLITICHE GIOVANILI


Novecentomila euro per i giovani dell’Emilia Romagna, la giunta regionale ha approvato il finanziamento a sostegno di interventi rivolti ad adolescenti e giovani (promossi da enti locali e da soggetti privati).
Nel dettaglio ammontano a 400 mila euro le risorse messe a bando di competenza delle Politiche giovanili e destinate a progetti degli enti locali rivolti ai ragazzi tra i 15 e i 29 anni, mentre 500 mila euro sono le risorse di competenza delle Politiche sociali per finanziare iniziative proposte da soggetti privati senza fini di lucro e dedicate ai ragazzi tra i 10 e i 25 anni.


E’ un dovere degli enti locali assumersi le proprie responsabilità - sottolinea l’assessore alle Politiche giovanili Donatella Bortolazzi - per ogni singolo euro di risorse pubbliche speso, come sempre la Regione farà la propria parte insieme agli enti del territorio”.


Il progetti e i soggetti beneficiari


Per quanto riguarda i progetti degli enti locali, sono finanziabili da 1 a 4 progetti per ogni provincia e, ciascuno, fino ad un massimo del 70 per cento della spesa. Le priorità di intervento riguardano gli spazi di aggregazione giovanile in cui si svolgono attività che favoriscono il protagonismo giovanile, con progetti per incentivare la cittadinanza attiva ed esperienze di coinvolgimento diretto nella gestione di realtà associative e gruppi informali, e la promozione fra i giovani dell’impegno civico e del volontariato. Così come le iniziative per il consolidamento delle attività di informazione e comunicazione rivolte ai giovani e per la promozione di azioni propedeutiche al lavoro.


Per quanto riguarda, invece, i progetti degli enti privati, 100 mila euro saranno destinati a progetti di rilevanza regionale che coinvolgono almeno tre province mentre 400 mila euro a progetti di rilevanza provinciale. I soggetti potenzialmente beneficiari sono le associazioni di promozione sociale iscritte ai registri regionali o provinciali (art. 4 legge regionale 34/2002), le organizzazioni di volontariato iscritte ai registri regionali o provinciali (art. 2 legge regionale 12/2005), le cooperative sociali iscritte all’Albo regionale (legge regionale 7/1994) e gli enti privati (come parrocchie, oratori, enti ecclesiastici previsti dalla legge regionale 206/2003).
Il finanziamento della Regione Emilia-Romagna potrà coprire fino al 50 per cento del costo dei progetti con l’obiettivo di favorire opportunità educative e per il tempo libero dei ragazzi e di valorizzare i luoghi dove si incontrano, con attenzione particolare alle azioni volte alla promozione del benessere e a contrastare disagio, emarginazione sociale e discriminazione.

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Birra, curiosità e abbinamenti di un prodotto sempre più italiano


Una delle nuove frontiere culinarie italiane è la birra. Un recente studio dell’Università di Roma Tor Vergata parla persino di “rinascimento” italiano nella produzione di questa bevanda tanto apprezzata soprattutto in questa stagione, con l’estate e gli europei di calcio sempre più vicini.


L’Emilia-Romagna, anche in questo campo, non è da meno. Esistono almeno 38 produttori nella nostra regione, superata solo in quantità da Lombardia (77) e Piemonte (59). Non a caso una sezione importante di Sapore, la fiera internazionale dell’alimentazione che si tiene ogni anno a Rimini, dedica una parte importante proprio alla birra. Nell’edizione 2012, sono stati tre produttori emiliano-romagnoli ad aggiudicarsi le prime tre posizioni per i prodotti migliori, battendo le centinaia di aziende italiane e straniere presenti.


La bevanda ha antiche origini. Già nella civiltà babilonese ed egiziana, millenni prima della nascita di Cristo, si sorseggiava la birra, che aveva un profondo significato religioso e propiziatorio. In Mesopotamia, per esempio, la dea della vita, Ishtar, traeva da questo liquido tutta la sua forza. Gli antichi Romani, invece, preferivano il vino. È con i barbari, e in particolare con i longobardi, che la birra iniziò a diffondersi in Italia, prodotta, soprattutto, in abbazie e monasteri, come ancora oggi succede in alcuni Stati europei.


Negli ultimi anni, oltre a uno sviluppo nella produzione, c’è stata anche una vera e propria riscoperta culinaria di questa bevanda. Da classico accompagnamento della pizza a un ingrediente di alta cucina. Il famoso chef stellato Claudio Sadler, dell’omonimo ristorante milanese, quest’anno, alla manifestazione enogastronomica Identità Golose, ha persino ricevuto il premio “Birra in cucina”. Una sua ricetta sono i gamberi al vapore, mele cotte a bassa temperatura, verza marinata e velo di birra Moretti rossa, azienda con cui lo chef da anni collabora per realizzare menu e serate ad hoc. Altre proposte culinarie firmate da Sadler? Tante, dall’antipasto al dessert, come la crema bruciata di baccalà e spuma di patate alla birra doppio malto o il birramisù.


Birra come ingrediente, ma anche come accompagnamento non solo di pizza e partita. Del resto ne esistono tante varietà e, come il vino, possono abbinarsi senza problemi a qualsiasi piatto. Qualche esempio: con i formaggi saporiti servite birre scure, come quelle di tipo Old Ale o Stout. Con la pasta meglio una Ale, una birra ad alta fermentazione, non molto alcolica, mentre con il risotto si accompagnano bene le birre a bassa fermentazione, come una Lager o una Pilsner/Pils. Con la carne rossa vi consiglio una bock, densa, corposa, con un deciso sapore di malto mentre con il pollo meglio scegliere qualcosa di più speziato o fruttato. Provate una weizen, una birra di frumento, leggermente aspra e molto dissetante, come accompagnamento di una bella insalatona estiva: tutto avrà più gusto. E per finire, il dessert: abbinate una birra scura, corposa, dal sapore intenso, magari con sentori speziati soprattutto se davanti a voi avete un dolce a base di frutta.


Carlotta Mariani




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A proposito del Palacongressi. Premessa e qualche numero


L’astronave di via della Fiera non decolla, e questa non è una buona notizia. Sono stati gli stessi comandanti in capo, il presidente Roberto Berardi e il direttore Stefania Agostini, ad ammetterlo, anche se le loro dichiarazioni erano tutt’altro che pessimistiche: “Siamo moderatamente soddisfatti, ma c’è ancora tanto da lavorare”. Traducendo dalla lingua criptica dei manager pubblici il messaggio è: le cose non stanno andando come pensavamo.


Tutti ricorderanno di quali attese era stato circondato il Palacongressi. Finalmente una struttura che farà da volano alla nostra economia turistica, che lancerà definitivamente la stella di Rimini nel firmamento dei congressi, che segnerà il decollo definitivo di un turismo che dura dodici mesi all’anno. Sembrava insomma che dopo l’inaugurazione l’astronave sarebbe partita per il suo lungo viaggio secondo il programma di volo che i suoi progettatori avevano stabilito.
E invece? E invece l’astronave stenta pure a partire. Questo 2012 vede 54 eventi già confermati (e non sono pochi, va riconosciuto) per un totale di 135 mila congressisti. I timonieri dell’astronave sperano ancora di raggiungere quota 200 mila, ma appare chiaro a chiunque che si tratta solo di un pensiero consolatorio. I congressi sono attività che si programmano per tempo, non è escluso che nei prossimi mesi si possa raccogliere qualche altro evento, ma arrivare quasi al raddoppio delle presenze appare francamente difficile.


Dove sta il problema? Berardi ed Agostini hanno offerto in pasto all’opinione pubblica i dati emersi da un’indagine di una rivista specializzata. Dall’indagine emerge che sul nuovo Palacongressi nessuno ha niente da obiettare, ma se l’astronave si vende bene non altrettanto si può dire della destinazione Rimini. E i difetti della città sono una difficoltosa accessibilità, una scarsa capacità attrattiva, una rete di strutture ricettive non ancora adeguate alle esigenze della clientela business. Insomma, se il Palacongressi non funziona, la colpa è della città che ancora non è al livello del proprio gioiello.


Questo è un tema su cui ci sarebbe molto da dire e da discutere. Soffermiamoci per un attimo sull’obiettivo indicato per l’anno 2012: 200 mila presenze congressuali. I timonieri hanno aggiunto che è rimandato al 2016, cioè al quinto anno di attività, l’obiettivo più ambizioso delle 500 mila presenze.


Ma cosa c’era scritto nello studio di fattibilità (anno 2000) sulla base del quale è stato progettato il Palacongressi nelle sue dimensioni così faraoniche? C’era scritto che il primo anno, cioè quello in corso (lasciando perdere il 2011 che ha avuto solo tre mesi di apertura), avrebbe visto complessivamente 274.802 congressisti varcare la soglia dell’astronave, ovvero 256.802 per congressi e 18.000 per mostre e manifestazioni diverse. Quindi l’obiettivo indicato per il 2012 è già inferiore del 20 per cento rispetto a quanto indicato nel piano di fattibilità. Il piano invece già prevede per il 2016 gli obiettivi rilanciati dagli amministratori: 540 mila presenze congressuali.
Il piano di fattibilità era basato sulle “magnifiche sorti e progressive” dell’astronave: al decimo anno di attività avrebbe tagliato il traguardo delle 840 mila presenze complessive. Tale cifra era ottenuta indicando la percentuale del 20,7 di utilizzo delle 16 sale (pari a 13.500 posti), a fronte di un utilizzo italiano che era dell’11 per cento e di un tasso di utilizzo europeo che era del 22 per cento.


Il piano indicava anche cifre da far comparire come a Paperone i dollari negli occhi degli albergatori: a regime i pernottamenti congressuali sarebbero aumentati del 482 per cento. La royalty per presenza alberghiera era indicata in 9.600 lire pari all’8 per cento di 120.000 lire di tariffa media alberghiera. A parte che le royalties sono già arrivate al 10 per cento, ma ci si chiede quanti alberghi nel 2000, cioè dodici anni fa, praticassero una tariffa di 60 euro per pernottamento e prima colazione (il congressista non fa la pensione completa).


L’impressione – diciamolo pure – è che tutto fosse un po’ gonfiato, dalle presenze ai ricavi, per giustificare la necessità dell’opera faraonica.


Ma siccome a questa osservazione ci sono tante obiezioni (erano previsioni prima dell’11 settembre, la globalizzazione ha fatto passi avanti, ecc.), di queste ci occuperemo nelle prossime puntate.
(continua)


Valerio Lessi


Lunedì, 21 Maggio 2012 09:22

GIORNALAIO 22.05.2012

Rubriche

FOGNE COSTOSE, INTERVISTA A MARIA CRISTINA GATTEI. TURISMO, I RUSSI RE D’INVERNO. TERREMOTO, SOLIDARIETA’ ROMAGNOLA. SANATORIA SPIAGGE: NESSUN BAGNINO L’HA ANCORA RICHIESTA


Situazione fogne, tra liquami e pulizie degli scarichi


Continua a concentrarsi La Voce di Romagna sulla situazione delle fogne, dopo che ieri ancora una volta sono stati aperti gli sforatori. “Si tratta della terza apertura negli ultimi otto giorni, una media piuttosto alta, soprattutto se si pensa che secondo il calendario dal prossimo fine settimana scatta l’attività balneare”, scrive Tamara Antonioli a pagina 13.


Prosegue con un’intervista a Maria Cristina Gattei. “Se il raddoppio del depuratore di Santa Giustina «non porterà benefici se non gestionali», ben venga lo sdoppiamento della rete di Rimini Nord, «ma chiediamo date e luoghi di partenza dei lavori». Stroncato invece il progetto di Rimini Isola, «una delle operazioni di distrazione di massa più abili»”.


E intanto la pulizia degli sforatori costa e anche molto: “il Comune ha speso 464mila euro per la pulizia dei canali Ausa e Sortie affidata alla Edil Turci (appalto da 366mila euro) e per la sistemazione della porzione di spiaggia davanti ai dodici sbocchi delle fosse consortili (98mila euro, per la maggior parte alla Eco Demolizioni). L’ingegnere di palazzo Garampi Massimo Totti ha firmato un verbale d’urgenza per finanziare questi interventi che devono essere fatti «prima dell’inizio effettivo dell’attività balneare che per l’anno 2012 deve avere inizio ‘non oltre l’ultimo fine settimana (sabato e domenica) di maggio» così come previsto dall’ordinanza balneare della Regione. Tradotto, entro il week-end non ci devono essere più cantieri in riva al mare, a partire da quello dell’Ausa che lo stesso Totti ha assicurato sarà chiuso entro oggi. Un rush finale per concludere i lavori in tempo”, scrive Giovanni Bucchi.


Turismo, russi primi


Arrivano i dati della provincia sui primi tre mesi dell’anno e riservano qualche sorpresa: “sugli scudi ancora una volta il segmento russo: +8,7% sul 2011 quanto a presenze. Ovvero, le notti trascorse in riviera, che ammontano alla cifra record di 89.616. Dopo lo storico sorpasso sugli ‘herr Fritz’ tedeschi nel 2010, tocca all’Italia. Le presenze russe sono superiori alle notti trascorse da lombardi (78.466) e emiliano romagnoli (76.036), i due principali bacini interni. Bene — rileva la Provincia — anche le presenze dalla Germania (+8,1%) e dalla Svizzera (+20,4%). Maluccio da Regno Unito (-3,6%) e Svezia (-3,5%)”, scrive Mario Gradara su il Resto del Carlino a pagina 3.


Fanno sorridere la Voce, “i dati dell’entroterra riminese, aspetto su cui la Provincia punta molto e che ha fatto registrare performance oltre la media: +5,6% di arrivi, +14,9% di presenze, con un ottimo +32,5% per il turismo estero i dati dell’entroterra riminese, aspetto su cui la Provincia punta molto e che ha fatto registrare performance oltre la media: +5,6% di arrivi, +14,9% di presenze, con un ottimo +32,5% per il turismo estero”.


Terremoto


Mente in Emilia si fa fronte all’emergenza, Rimini offre la propria solidarietà. Lo racconta un albergatore sul Corriere Romagna a pagina 5: «Chiedo ai miei colleghi una botta d’orgoglio di fronte a un dramma così grande e così vicino a noi. Con altri due albergatori abbiamo deciso di mettere a disposizione i nostri tre hotel e la mia residenza alberghiera: 150 posti letto». Intanto continuano i controlli in tutta la provincia, i tecnici non stanno riscontrando alcun problema.


Spiaggia, nessuna richiesta di sanatoria


Mentre al Tourquoise è stato smontato tutto, sul Carlino a pagina 9 Manuel Spadazzi scrive che: “ieri a palazzo Garampi l’assessore al Demanio Roberto Biagini ha convocato nuovamente i tecnici dei bagnini, per confrontarsi sulla sanatoria. La riunione serviva soprattutto a far chiarezza su cosa si può effettivamente sanare in spiaggia, e in quali tempi. A oggi, va detto, nessun operatore della spiaggia di Rimini ha presentato la richiesta di sanatoria e pertanto anche quella per l’accertamento di compatibilità (da inviare alla Soprintendenza), che garantirebbe ai bagnini sonni tranquilli per l’estate. Il rischio è quella di un’altra stagione ‘bollente’ sulla sabbia, tra controlli e sequestri”.

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CREDITORE ARMATO DI TAGLIERINO GETTA NEL PANICO AZIENDA DI SAN GIOVANNI IN MARIGNANO. LA CONDANNA DELLA CGIL


Creditore spazientito tiene in scacco lo stabilimento Gir+A&F di San Giovanni in Marignano armato di taglierino. L’azienda è in liquidazione. “Quello che si pensa succeda solo altrove o che si legge sui giornali nazionali, ha trovato una sua realizzazione anche in un’azienda del nostro territorio” è il commento di Roberta Ceroni, segretario generale Filtecm Cgil Rimini.


Il fornitore vanta presso l’azienda un credito da riscuotere. Questa mattina si è presentato in ditta per parlarne con i propri referenti. Tutto sembra tranquillo, lo stesso uomo non aveva lasciato trasparire alcun segno di sofferenza, ma “all'improvviso è esploso in un momento di pazzia, ha estratto un taglierino e ha incominciato a ferirsi, reagendo con violenza a quanti hanno tentato di fermarlo ed aiutarlo”, racconta la Ceroni.
Per fermarlo sono dovuti intervenire i carabinieri e sul posto sono risultati indispensabili anche ambulanza e medico. Il fornitore, fortunatamente, non è in pericolo di vita.


“Anche volendo pensare ad un atto dimostrativo, è emblematico della maniera in cui il dilagare della crisi esasperi gli animi. L'azienda, il liquidatore per essa, ci ha comunicato che sta tentando diverse piste per trovare soluzioni possibili per far fronte ai propri impegni e auspichiamo che ci riesca. D’altra parte, pur comprendendo gli stati d'animo esacerbati e la disperazione dei quali politici e governanti sembrano non essere ancora pienamente consapevoli, come Cgil continueremo a protestare e a chiedere misure più eque per superare la crisi, ma anche a condannare qualsiasi atto che metta a rischio la sicurezza e la salute propria e altrui”.

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SISMA EMILIA, ERRANI: “DANNI INGENTISSIMI, INUTILI LE STIME”. 5MILA GLI SFOLLATI. OLTRE MILLE VOLONTARI


Sono quasi 5mila (per la precisione 4.914) gli sfollati del sisma che ha colpito nella notte tra sabato e domenica l’Emilia, 7 le vittime. Il numero si riferisce alle persone ospitate la scorsa notte presso i campi e le strutture di prima assistenza allestiti dalla Protezione civile regionale. Di queste 1288 nel ferrarese, 266 nel bolognese, 3360 nel modenese. Sono in fase di completamento ulteriori strutture per fornire assistenza ad altre 1310 persone. I numeri arrivano dalla relazione del governatore Vasco Errani in consiglio.


“La nostra priorità - ha detto Errani facendo il punto degli interventi in corso - è stata quella di dare subito assistenza alle persone. Ora dobbiamo accelerare il più possibile le verifiche sulla stabilità delle abitazioni, per facilitare il rientro degli abitanti. Stiamo parlando di danni ingentissimi, per le abitazioni, le imprese, i centri storici e i beni culturali, inutile fare stime. Avvieremo un confronto col Governo sulla ricostruzione, stiamo studiando un meccanismo con i Consorzi fidi per anticipare i finanziamenti necessari”.


Per assicurare il soccorso alla popolazione sono state attivate le risorse della Colonna Mobile regionale integrata con moduli forniti dalle Regioni Friuli Venezia Giulia, Provincia Autonoma di Trento, Marche, Toscana, Umbria, Anpas (associazione nazionale pubblica assistenza) e Ana (associazione nazionale alpini) nazionali, con il coordinamento del Dipartimento nazionale.


Sono in corso verifiche con le Prefetture, le Province ed i Comuni per valutare l’ eventuale esigenza di attivare ulteriori moduli assistenziali per la popolazione.Per organizzare e gestire le attività assistenziali sono stati attivati 731 volontari di protezione civile della Regione oltre a circa 300 delle altre Regioni. E’ stato attivato un posto medico avanzato a Mirandola per assicurare pur in condizioni di emergenza la prosecuzione dell’ attività sanitaria, altrimenti interrotta per inagibilità dei presidi ospedalieri di Finale Emilia e Mirandola.


L’attività di rilevamento dell’agibilità degli edifici


E’ in corso il censimento danni da parte dell' Agenzia di protezione civile regionale, con il supporto del Dipartimento nazionale di Protezione Civile e il Servizio regionale Geologico Sismico e dei Suoli. Alle 8 squadre attivate ieri e composte da 16 tecnici del Nucleo di valutazione regionale, si sono aggiunte nella giornata di oggi altre 12 squadre di tecnici regionali e 5 squadre del Trentino. E’ stata già acquisita inoltre la disponibilità di altre Regioni per l’attivazione a partire da domani di ulteriori 20 squadre di rilevatori. Questa attività viene svolta in stretto coordinamento con Sindaci e amministrazioni provinciali, Vigili del Fuoco e Soprintendenze ai beni architettonici.


Sette i decessi e 47 i feriti. Domani in Consiglio dei Ministri la richiesta di stato d’emergenza


Sette le vittime del sisma, mentre altre 47 persone hanno riportato traumi per i quali è stato necessario provvedere al ricovero ospedaliero. Gli sfollati sono circa 5 mila. Nella giornata di ieri il presidente Errani ha trasmesso al Presidente del Consiglio dei Ministri la richiesta di dichiarazione di stato di emergenza nazionale, che verrà approvata domani dal Consiglio dei Ministri.


Le caratteristiche del sisma


Alle ore 4.03 un terremoto di magnitudo 5.9 ha colpito l’ Emilia Romagna, in particolare le province di Modena, Ferrara e Bologna, a una profondità di 6.3 km con epicentro nel comune modenese di Finale Emilia (dati INGV Istituto nazionale Geofisica e Vulcanologia).
L’evento sismico ha colpito anche le province di Mantova e Rovigo. In Emilia – Romagna i Comuni tra i 10 ed i 20 km dall’epicentro sono: Camposanto, Medolla, Mirandola, San Felice sul Panaro, Cavezzo, San Posidonio nel modenese; Crevalcore, Malalbergo e Pieve di Cento in provincia di Bologna. In provincia di Ferrara: Ferrara, Sant’Agostino, Poggio Renatico, Mirabello, Vigarano Mainarda, Cento e Bondeno. All’evento principale ha fatto seguito alle ore 5.02 un’altra scossa di magnitudo 4.9 nelle stesse province, ed altre scosse di minore entità. Al momento si tratta di circa 120 scosse, la maggior parte delle quali inferiori a magnitudo 2.

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SISMA IN EMILIA, SONO 26 I VOLONTARI DELLA PROTEZIONE CIVILE DI RIMINI A LAVORE NELLE ZONE COLPITE


Domenica pomeriggio da Rimini sono partiti alla volta delle zone colpite dal terremoto 20 volontari della Protezione civile provinciale muniti di strumentazioni specializzate, mentre sono 5 i riminesi rimasti a Cavezzo (nella provincia di Modena) che a turnazione in loco per garantire pasti (2mila al giorno) alla popolazione sfollata. Questa mattina è dunque partito un funzionario specializzato per attivare e coordinare i centri di emergenza a Finale Emilia, dove rimarrà almeno fino alla giornata di venerdì. Sono dunque 26 i riminesi impiegati nelle zone del sisma.


Nel riminese, intanto, proseguono i sopralluoghi dei tecnici specializzati nelle scuole della provincia, partiti ieri, per verificare eventuali danneggiamenti del patrimonio edilizio: al momento, non hanno riscontrato danni. A causa del perdurare dello sciame sismico rimane tuttavia alta l’attenzione e dunque oltre al monitoraggio continuo dei tecnici, è stato richiesto anche ai presidi di segnalare prontamente eventuali danneggiamenti delle strutture scolastiche.

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