Giovedì, 15 Marzo 2012 12:16

LA CITTA' AI TEMPI DELLA CRISI

Il Centro Culturale “Il Portico del Vasaio” presenta
LA CITTA' AI TEMPI DELLA CRISI
15 marzo 2012, ore 21.00
Museo della Città, Sala del Giudizio 
Strumenti per la cultura. A proposito di sussidiarietà
Marco Cammelli, ordinario di diritto amministrativo della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Bologna e Presidente della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna

Gianni Varani, giornalista

Introduce

Massimo Pulini, assessore alla cultura del Comune di Rimini


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LOMBARDI: “INTERROGHERÒ ERRANI SULLA SANATORIA DEI BAGNINI DI RIMINI”


La ‘sanatoria spiagge’ di Rimini non è questione cruciale solo per i bagnini, questo il pensiero del consigliere regionale Pdl Marco Lombardi che giudica “grave errore” quello di chi pensa che in gioco ci sia il futuro di una sola categoria.


“Per la rilevanza che ha il nostro prodotto balneare e all’interno di questo la spiaggia, il problema coinvolge l’intera offerta turistica della nostra città”. A ciò si aggiungerebbe l’'incapacità' del Comune di “dare risposte in tempi rapidi ad eventuali richieste di permessi nuovi avanzati dagli operatori di spiaggia, per sanare ciò che in passato ha tollerato, vorrebbe imporre delle sanzioni economiche pesantissime”.


La gravità della situazione non solo perché “la stagione è alle porte”, ma anche perché “se non si trova una soluzione per la prima volta da quando esiste il nostro modello turistico potrebbe offrire ai nostri ospiti meno di quanto gli abbiamo promesso nei nostri ‘pacchetti’”.


Non secondario, infine, il problema legato alla “disparità di condizioni tra le spiagge del nostro Comune e quella degli altri limitrofi che hanno trovato un valido rimedio al problema, potrebbe umiliare Rimini di fronte al mondo”.


Tutte queste considerazioni saranno alla base dell’interrogazione di Lombardi per chiedere l’intervento nella vicenda del presidente della giunta regionale “per ‘suggerire’ una via d’uscita che non penalizzi in maniera eccessiva gli operatori di fronte alla inadeguatezza della Amministrazione”.



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LIQUIDITA' ALLE IMPRESE CREDITRICI, IL COMUNE APPROVA L’ACCORDO CON PROVINCIA E CAMERA DI COMMERCIO


Il primo marzo era arrivato il sì della giunta provinciale. La Camera di commercio istituirà un fondo iniziale di 80mila euro. Nel 2011 le banche hanno anticipato più di 1milione 600mila euro


Anche la giunta del Comune di Rimini ha ratificato ieri il protocollo con Provincia e Camera di Commercio per assicurare la liquidità alle imprese creditrici degli enti pubblici attraverso la cessione dei crediti a favore di banche o intermediari finanziari e aperture di linee di credito agevolate.


In virtù dell’accordo le aziende che vantano crediti nei confronti del Comune bloccati dal Patto di stabilità potranno scontare le proprie fatture dietro una semplice certificazione del credito da parte dell’ente locale nei confronti della banca. Allo scopo la Camera di commercio di Rimini istituisce un fondo iniziale 80mila euro (maggiorando di 20mila euro rispetto alla quota del 2011). Lo scorso anno l’ammontare complessivo di somme certificate e anticipate dagli istituti di credito è stato di 1milione 691mila euro.


“Crisi economica, difficoltà nell’erogazione del credito alle imprese, vincoli di finanza pubblica resi sempre più stringenti dal rispetto del Patto di stabilità – ha detto l’assessore alle Risorse finanziarie Gian Luca Brasini – ci spingono a individuare strumenti per assicurare in tempi brevi la liquidità necessaria ai fornitori degli enti. Con questo protocollo, facilitando lo sblocco del credito alle imprese creditrici vogliamo dare una risposta concreta alle difficoltà delle nostre aziende su un fronte delicatissimo come quello della liquidità, decisivo e basilare per il loro stesso futuro in un momento difficilissimo per tutta l’economia”.


Con la sottoscrizione del protocollo sarà così creato un elenco di soggetti “operatori finanziari” (banche o intermediari finanziari) disposti a fornire concessioni di credito e aperture di linee di credito agevolate a imprese creditrici dell’amministrazione provinciale, del Comune di Rimini e anche degli altri comuni che vorranno aderire all’iniziativa.



Lunedì, 12 Marzo 2012 09:13

IL GIORNALAIO 15.03.2012

Rubriche

MAGGIOLI PARLA. SPIAGGE, STOP ALLA SANATORIA. TRENI: RIMINI A PIEDI. EDILIZIA: CHI COMANDA? AEROPORTO DIMEZZATO


Silenzio parla Maggioli


Dopo giorni di silenzio il presidente della Camera di commercio dà la sua versione dei fatti: “Questa volta è lui a chiedere un passo indietro a chi avrebbe dato giudizi nei tempi e nei modi sbagliati o a chi, come Rifondazione comunista, ha annunciato una mobilitazione contro il numero uno dell’ente”, scrive la Voce di Romagna a pagina 15.


E il Resto del Carlino a pagina 8 precisa ancora meglio: “il presidente della Camera di commercio ne ha anche per il sindaco Adrea Gnassi e il presidente della Provincia Stefano Vitali, tra i primi a chiedergli di dimettersi. «In questi anni la Camera ha interloquito con le istituzioni solo per rappresentare gli interessi e i bisogni delle imprese e non è mai intervenuta per metterne in discussione la legittimità di rappresentanza». E dei rappresentanti. Pare tra l’altro che Maggioli ce l’abbia con Gnassi e Vitali, usciti sui giornali senza aver annunciato prima al presidente la loro posizione”.


Bagnini, niente sconti


Brutta sorpresa per gli stabilimenti balneari. Ne parla il Carlino a pagina 2: “Con il nuovo regolamento per sanare gli abusi, i titolari delle spiagge tra il porto e Miramare andrebbero a pagare tra i 60mila e i 120mila euro, per mettere in regola giochi, attrezzature, pedane, gazebo, piante... Tariffe tutt’altro che riviste, quelle che ha presentato ieri mattina in commissione l’assessore al Demanio, Roberto Biagini. Ignorate quindi le richieste bipartisan di abbassare le sanzioni per i bagnini. Di sconti neanche l’ombra.”
Scrive Spadazzi: “Gnassi, assente ieri perché impegnato a Roma per la Questura, finisce per diventare il grande accusato. Sarebbe stato lui a impuntarsi sul regolamento, a decidere di non concedere sconti sulla sanatoria chiesti da maggioranza e minoranza”.


E i bagnini attaccano. Dalla Voce a pagina 11: «“Il sindaco si è sempre negato a questa categoria, e anche oggi non si fa vedere”. Mauro Vanni, presidente della cooperativa bagnini Rimini sud e titolare del bagno 62, prende di mira prima di tutto Andrea Gnassi, assente ieri perché a Roma per un incontro sulla nuova Questura (vedi articolo a pagina 16). Dopodiché, Vanni - che ha preso la parola a fine commissione - rilancia: “Questa soluzione proposta è impraticabile per la nostra categoria, il tari ario è inapplicabile. Si va da 40-50mila euro di sanzioni come minimo a oltre 100mila euro”. Nel mirino ci finisce anche l’assessore Roberto Biagini: “E’ andato a Ravenna in Soprintendenza, ma a differenza dei suoi colleghi di altri Comuni è tornato con un pugno di mosche. Questa è una sconfitta politica, e noi da domani iniziamo a smontare tutto. Se questa è la spiaggia che volete, dovete almeno avere il coraggio di dirlo”».


E il più duro di tutti è il capogruppo del Pd Marco Agosta: “«Il documento presentato non è la sintesi che abbiamo condiviso in maggioranza». Papale papale? «Le cifre non sono quelle che auspicavamo. Non sono sostenibili. Il documento non è condiviso, non porta a un risultato condiviso. Quelle cifre non consentono agli operatori di pagare: noi chiediamo 20mila euro al massimo, qua si parte da 60mila e si sale. Il lavoro non è completato. Rimini ha una sua identità, ha una spiaggia che offre servizi. Se la giunta vuole fare cassa, non la farà perché i bagnini smonteranno tutto »”, si legge a pagina 3 del Corriere Romagna. Dall’altra parte il capogruppo del Pdl Giuliana Moretti dice: “L’amministrazione è solo «apparentemente spaccata». «Da una parte la giunta procede come un panzer, dall’altra la maggioranza prende le distanze e recita il copione di chi sta dalla parte degli operatori». Il Pdl invece vuole affrontare la questione al di fuori della stanze per «pochi intimi». E indica la via d’uscita. «Nonostante esista la legge sovraordinata che considera un danno al paesaggio tutto ciò che insiste sul demanio, crediamo che l’amministrazione abbia un ampio spazio di manovra. Non siamo a Capo Verde, la nostra forza sono i servizi. Non si può chiedere un esborso di 30-100mila euro a bagnino. Ciò che emerge è che l’amministrazione ha deciso di fare cassa in modo piuttosto pesante»”.


Rimini, tagliata fuori


Se non accade qualcosa, Rimini rischia di rimanere a margine di tutte le vie di comunicazione del futuro. E’ il grido d’allarme del presidente della provincia di Rimini Stefano Vitali: “Di questo passo, nel giro di 20 anni, la Riviera rischia di essere completamente tagliata fuori», a pagina 5 del Carlino. “No. Perché la recente riforma proposta dal ministro Passera sugli aeroporti, e la situazione di stallo della nuova Ss16, per non parlare della mancanza di investimenti sull’alta velocità dipingono un quadro devastante”.


Geometri: ma chi comanda a Rimini?


“«Ci chiediamo chi comanda a Rimini». Adriano Leardini, presidente dell’Ordine dei geometri, non usa tanti giri di parole per rappresentare il disagio delle professioni nel momento in cui salgono i gradini di Palazzo Garampi: burocrazia, giungla normativa, zero certezze, tempi infiniti. «Andiamo su e ci mandano giù, di qua, di là, otto assessori e nessuno dà una risposta». Solo una battuta? Ma va là. «Abbiamo una burocrazia che non ci dà certezza del diritto, dopo 35 anni di professione sono nelle condizioni di dovere dire a un cliente: non so cosa puoi fare». Per Leardini l’amministrazione ha perso un paio di treni importanti. «Uno è il Piano casa, interpretato come strumento per favorire l’abusivismo, invece avrebbe messo in moto le piccole attività. Abbiamo poi chiesto l’abbattimento degli oneri: negli ultimi anni sono stati rilasciati due o tre permessi di costruire, ma fra tutti i balzelli si arriva a 80-90 mila euro. In altre realtà li calano, Rimini continua ad alzarli», riporta Marco Letta per il Corriere Romagna. Tutto questo mentre continua la crisi dell’edilizia. E’ sempre il Corriere Romagna a dedicare un approfondimento. E’ il presidente dei costruttori Ulisse Pesaresi a lanciare l’allarme: «Il settore edile è al collasso, la situazione è drammatica. A Rimini diminuisce il numero delle aziende, dei posti di lavoro, delle ore e degli iscritti agli ordini professionali. Occorre invertire drasticamente la rotta adottando soluzioni immediate e condivise fra tutti gli attori del sistema. Lo abbiamo già ribadito in diverse occasioni, però non è successo nulla. Se l’edilizia va in crisi, ne risente l’80 per cento delle categorie economiche: un milione di lavori nell’edilizia ne smuove un altro 1,8 in settori diversi».


Aeroporto deve dimezzare gli utenti


Brutta notizia per Masini e l’aeroporto di Rimini. A pagina 13 della Voce si legge che: “Un altro fulmine sullo scalo. Un vero smacco per Aeradria, la società di gestione, che ha ricevuto nei mesi scorsi diverse ispezioni dell’Enac a cui non sono piaciute le troppe disfunzioni riscontrate. Morale della favola, lo scalo dovrà per il momento limitare il numero di passeggeri a quelli del 2009. Il motivo? Un milione e passa sono troppi e la struttura non è attrezzata per gestirli. Il taglio agli utenti imposto dagli uffici di Venezia - dove il presidente Massimo Masini è stato convocato anche di recente - è drastico: invece dei 920.549 passeggeri del 2011, e del milione abbondante previsto per il 2012, l’aeroporto potrà averne solo 383mila”.



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UNA DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE DELLA CAMERA DI COMMERCIO


Dopo diversi giorni di silenzio e dopo il Consiglio Camerale dello scorso 12 marzo, credo sarebbe opportuno per tutti valutare con più moderazione quello che è successo. Credo che sia utile sia per l’interesse del territorio, delle imprese, dei lavoratori, che per la salvaguardia dell’autonomia delle istituzioni e per il rispetto delle persone che le rappresentano.


Sulla mia vicenda si è espresso chiaramente il Consiglio Generale della Camera di Commercio, organo rappresentativo dell’economia del territorio: in primo luogo di tutte le associazioni di categoria e delle imprese, del mondo del credito, dei sindacati e dei consumatori. Questo è l’organo che mi ha eletto e al quale rendo conto della mia funzione di rappresentanza dell’Ente. Non tenerne conto e affermare, come qualcuno ha fatto, che il Consiglio non è sufficientemente rappresentativo, corrisponde ad un vulnus inaccettabile che mi costringe ad intervenire, mio malgrado.


Ci sono infatti regole nel nostro ordinamento che presiedono alla rappresentanza delle imprese e noi le rispettiamo tutte. Sarebbe bene quindi che si mantenesse il senso delle proporzioni, senza dare adito ad ulteriori strumentalizzazione.
Entrando nel merito della questione, ribadisco che ci troviamo in una fase di cambiamento decisivo sul tema della legalità: di fronte a questo c’è chi assume un atteggiamento conseguente e chi, incapace di autocritica, si limita a dare giudizi a prescindere.


È grave e sbagliato pensare di escludere dalla partecipazione alla cosa pubblica chi, rispettando la Legge dello Stato, ha emendato un comportamento. Procedere in questo modo significa avere una visione manichea della realtà e muovere una distinzione inaccettabile tra buoni e cattivi, alla quale non aderisco: un pensiero che sono sicuro possa essere condiviso con buonsenso dall’opinione pubblica.


Rispetto all’Ente che presiedo, affermo che in questi anni la Camera di Commercio ha interloquito con le Istituzioni solo per rappresentare gli interessi e i bisogni delle imprese e non è mai intervenuta per metterne in discussione la legittimità di rappresentanza.


Proprio perché il rispetto dei ruoli è fonte continua di legittimazione e base fondamentale per una fattiva collaborazione nell’interesse della nostra comunità. E di questo oggi più che mai si avverte la necessità.


Non ha quindi ragion d’essere il continuare ad assistere ad una rappresentazione un poco malinconica dove tanti possono dire tutto e commentare qualsiasi cosa, mentre per senso di responsabilità sarebbe opportuno guardare tutti all’interesse comune.


In questa vicenda perde infatti proprio chi interviene a ruota libera e non nei luoghi e nei modi opportuni, e chi, pur esprimendo legittime opinioni, pensa di ricorrere a manifestazioni plateali contro una ponderata e tempestiva assunzione di responsabilità da parte del Consiglio della Camera di Commercio.



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DAYANA E WILLIAMS, MARTEDI’ IN DUOMO A RIMINI I FUNERALI


Sarà molto probabilmente il vescovo Francesco Lambiasi a celebrare le esequie di Dayana e del suo papà Williams Arlotti, riminesi, tra le vittime del naufragio della Costa Concordia a Isola del Giglio.


La cerimonia è fissata per martedì 20 marzo alle 14,30 in duomo a Rimini. A dare la notizia Davide Veschi, legale della mamma di Dayana, la signora Susy Albertini. I corpi si muoveranno da Grosseto durate la giornata di lunedì e raggiungeranno Rimini nel tardo pomeriggio. Da definire per ora il luogo della camera ardente e l'ora del rosario che sarà recitato in suffragio del papà e della sua piccola.


Si avvia così a conclusione la storia della piccola Dayana (lunghi i tempi e qualche 'inutile' intoppo prima dell'autopsia e del test del dna per l'identificazione), in crociera per una vacanza con il papà sulla Costa Concordia, la nave naufragata di fronte all’isola del Giglio la sera del 13 gennaio 2012. L’urto, tra le 21,20 e le 21,40, sugli scogli delle “Scole”, a circa 500 metri dal porto dell'isola del Giglio, provocando uno squarcio di 70 metri nello scafo ha causato 25 morti, 7 dispersi e numerosi feriti, sul totale delle 4.229 persone a bordo della nave tra equipaggio e passeggeri.



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ARRESTATI I DUE GIOVANI CAMPANI ACCUSATI DI AVER LEGATO E PICCHIATO UN’ANZIANA ALBERGATRICE RIMINESE DURANTE UNA RAPINA IN VILLA


Un particolare ha tradito i due malviventi accusati di aver legato e picchiato il 5 novembre scorso un'anziana donna di Torre Pedrera (Rimini), l’albergatrice Videlema Pasini, allo scopo di rapinarla.


Un modus estremamente violento, quello usato dai banditi che aveva subito messo in moto le indagini dei carabinieri di Rimini conducendoli oggi all’arresto di due giovani, entrambi 21enni e di origine campana. Giuseppe Donnarumma e Domenico Schettino ora dovranno rispondere dell’accusa di rapina aggravata, lesioni e sequestro di persona. A incastrarli, tra l’altro, un'impronta digitale trovata sul nastro adesivo usato per imbavagliare la vittima.


Ricco il bottino con gioielli in oro per un valore di 18mila euro, 1.880 euro in contanti, un revolver calibro 38 e una pistola semiautomatica (detenute legalmente dal figlio della donna). L’albergatrice è stata picchiata, legata e imbavagliata, dai banditi che sono arrivati fino a minacciarla con un coltello alla gola affinché dicesse loro dove fossero i soldi. La donna è stata poi ricoverata in ospedale per le contusioni e uno scompenso cardiocircolatorio.



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EDILIZIA RIMINESE AL COLLASSO. NEGLI ULTIMI 4 ANNI CHIUSE 188 AZIENDE E PERSI 1.500 POSTI DI LAVORO


Sindacati e categorie insieme chiedere sicurezza, sburocratizzazione e credito


Stati generali Ance, l’edilizia ne esce fuori con le ossa rotte, settore non appena in crisi, ma letteralmente al collasso. “A Rimini – si legge nella nota di Confindustria - diminuisce drasticamente il numero delle aziende, dei posti di lavoro, delle ore e degli iscritti agli ordini professionali. Per questo occorre invertire drasticamente rotta adottando soluzioni immediate e condivise fra tutti gli attori del sistema”.
Per quanto riguarda la provincia di rimini dai dati della Cassa mutua edile di Rimini e della Cedaier, emerge che negli ultimi 4 anni (2007-2011) a Rimini nel settore sono sparite 188 aziende e circa 1.500 posti di lavoro.
Situazione analoga per le attività libero professionali dove molti studi sono stati costretti a ridurre o interrompere collaborazioni con giovani professionisti iscritti e per questo non tutelati da alcun ammortizzatore sociale.


Oggi a Rimini associazioni di categoria, sindacati e professionisti hanno chiesto alle amministrazioni “più sicurezza per i lavoratori, più appalti e attenzione per le imprese, per i lavoratori e per i professionisti, una burocrazia più snella e meno oneri”. Ce ne è anche per le banche che dovrebbero sostenere di più il credito realizzando “concretamete strumenti che portino al sostegno delle imprese garantendone la liquidita’, fornendo capitali per le nuove iniziative, rinegoziando anche alla luce della nuova moratoria recentemente approvata, il rientro delle pendenze pregresse: insomma, un reale sostegno all’econmia che si riverberera’ in una boccata di ossigeno alle imprese che a loro volta, potranno continuare a garantire l’occupazione”.


In edilizia, ricordano da Ance, il rapporto investimento giro di affari generato è da 1 a 1,8, quindi investendo ad esempio 1 miliardo si genera 1 miliardo e 800 mila euro di indotto. Ma oggi il comparto è al collasso e “la situazione rischia di essere drammatica”.
A Rimini “gli uffici della pubblica amministrazione continuano ad essere appesantiti non solo da problemi di metodo, ma anche di distribuzione del personale”, da qui le “lunghissime tempistiche” per il rilascio di certificati, l’evasione di pratiche sismiche per cui si deve inspiegabilmente attendere oltre i 9 mesi.
Le categorie rilevano anche come “gli oneri di costruzione, gli importi riferiti alla monetizzazione dei parcheggi e delle aree verdi dovuti al Comune di Rimini, sono fra i più alti d’Italia. Oltre a richiedere l’adeguamento di tali indici, così come sta avvenendo in altre province della Regione, è necessario eliminare l’esoso balzello del 40% sui ritardi dei pagamenti degli oneri”.


Necessario, infine, che il Comune di Rimini assicuri l’approvazione di Psc e Rue e ricostruisca la commissione mista. In linea con il protocollo d'intesa recentemente siglato tra la Regione Emilia Romagna e le prefetture, per fermare la concorrenza sleale nei cantieri pubblici “occorre che le amministrazioni locali s’impegnino a promuovere gare di appalto escludendo il ricorso al massimo ribasso, privilegiando l’eliminazione automatica delle offerte anomale, e solo in casi particolari e per importi che lo consentano, prendere in considerazione l’offerta economica più vantaggiosa”. 



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FERROVIE, ADRIATICA SENZA ALTA VELOCITA’ PER ALTRI 20 O 30 ANNI. L’ALLARME DELLA PROVINCIA


“La linea Adriatica non è, e non sarà interessata, per i prossimi 20 o 30 anni dall’arrivo dell’Alta Velocità o dell’Alta Capacità”. La notizia arriva dalla Provincia dove oggi si è fatto il punto sulle infrastrutture e i trasporti, settori in cui il presidente Stefano Vitali e l’assessore Vincenzo Mirra hanno rilevato “uno storico ritardo rispetto al resto del Paese e ancora di più rispetto agli standard europei” rifacendosi al rapporto della Banca d’Italia secondo cui “il gap rispetto al Nord Ovest era più ampio per le reti di trasporto stradale e ferroviario oltre che per gli impianti e le reti energetico - ambientali e per le strutture e le reti per la telefonia e la telematica”.


La situazione non è incoraggiante perché “se prendiamo in considerazione le previsioni di sviluppo delle infrastrutture che nello specifico riguardano l’asse dell’Adriatico si deve constatare come da Bologna in poi non vi siano programmi di investimento e di realizzazione di infrastrutture”.
Resta, dunque, la possibilità che i treni ad alta velocità e ad alta capacità arrivino fino a Rimini o ad Ancona, “ma viaggiando sulla rete esistente, con tutte le criticità del caso, rappresentate in primo luogo dalla strozzatura del nodo di Castelbolognese che già oggi fatica a reggere il traffico ferroviario esistente”.


Se, infatti, nel prossimo Piano regionale delle infrastrutture e trasporti (Prit) è previsto il quadruplicamento della linee, proprio per smistare il traffico ferroviario in previsione dell’alta velocità verso la Riviera adriatica, “rimane la questione del quando e delle risorse disponibili a carico di Rete ferroviaria italiana per realizzare l’opera”.


Sulla linee ferroviaria tra Rimini e Ravenna viaggiano poco più di 2500 persone al giorno, un quarto di quanti prendono il filobus tra Rimini e Riccione. “Un segno di una linea secondaria e sottoutilizzata”.


“Potremmo tuttavia essere tacciati di lamentarci, senza tenere conto di ciò che è avvenuto. Possiamo però documentare come dal 2006 ad oggi i collegamenti ferroviari siano stati falcidiati (ricordiamo che con il cambio di orario di dicembre gli Euro Star sono diminuiti da 12 a 7; mentre non ci sono più treni a lunga percorrenza e per e da Milano bisogna necessariamente cambiare a Bologna, tranne che per gli ES; inoltre da Milano dalle 20,30 fino alla 5 non c’è alcune treno per Bologna) nonostante che il numero dei passeggeri sia aumentato in generale in Emilia Romagna (+44%) e che Rimini sia una delle stazioni in cui il traffico passeggeri è cresciuto di più”.



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SPIAGGE, REGOLAMENTO PAESAGGISTICO: RINVIATO IL VOTO IN COMMISSIONE. CINGOLANI (PDL): “CHIEDIAMO SANZIONI CONTENUTE. CAPIRE AL PIU’ PRESTO COSA NE SARA’ DELLE NOSTRE SPIAGGE”


Decine di operatori balneari in sala per la discussione e la votazione della sanatoria in prima Commissione. Nulla di fatto


Regolamento paesaggistico: non è ancora dato ai bagnini sapere come potranno mettersi in regola in vista dell’imminente stagione balneare. In commissione Affari generali è stata rinviata l’attesa votazione delle tariffe che dovrebbero permettere agli operatori di spiaggia di sanare costruzioni giudicate improprie dalla Sovrintendenza (che chiede siano rimosse), ovvero i “servizi”, direbbero i bagnini (che chiedono di sanare a un prezzo ragionevole).


“Da parte nostra – spiega il consigliere Liliana Cingolani (Pdl) – chiediamo, guardando anche ad altre realtà qui accanto a noi (per esempio Bellaria, ndr), sanzioni contenute, una discrezionalità applicata in modo da non gravare sulle categorie. Siamo ancora in fase di discussione e guardiamo con preoccupazione a quello che è un problema grosso. Bisogna capire al più presto cosa ne sarà della nostra spiaggia”.


Probabilmente la prima commissione (affari generali) entrerà nel merito delle tariffe in seduta congiunta assieme alla terza (urbanistica) e alle quinta (bilancio). Gremita la sala che ha ospitato anche diverse decine di operatori balneari. Lunga e articolata la discussione sul Regolamento presentato dall’assessore Roberto Biagini che però non è entrata nella questione di fondo: la sanatoria con tutte le sue tariffe.


Fermi nella loro posizione, gli operatori di spiaggia continuano puntare i riflettori sui costi eccessivi della sanatoria (hanno parlato anche di 50mila euro per uno stabilimento piccolo), sui tempi stretti che non permetterebbero la rimozione delle strutture e chiedendo un intervento politico da parte dell’amministrazione perché “la spiaggia di Rimini è nata così ed è apprezzata per i suoi servizi, un fiore all’occhiello, un sistema che ha sempre funzionato, non ha mai creato problemi e che adesso sembra non vada più bene”. A rincarare la dose di preoccupazione anche l’appropinquarsi del 2015 e delle prerogative della direttive europea Bolkestein, “penalizzanti per la categoria”.



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