Intervista ad Alver Metalli: da amico del Papa vi dico che
Intervista ad Alver Metalli. Da amico del Papa vi dico che
Fra i riminesi (anzi fra i riccionesi) c’è qualcuno che papa Francesco lo conosce bene e da antica data. È Alver Metalli, giornalista, che da tempo vive a Buenos Aires, in Argentina. 60 anni, ha mosso i primi passi nella professione in A/74, mensile di Comunione e Liberazione a Rimini, e a Radio Riviera. È stato una delle firme di punta del settimanale Il Sabato, per il quale ha viaggiato a lungo in America Latina, fino a scegliere quel continente come patria d’elezione. È anche autore di romanzi, l’ultimo dei quali, scritto con il vaticanista Lucio Brunelli, ha per titolo Il giorno del giudizio, un vatican thriller che immagina un aereo che si schianta sulla Cappella Sistina mentre è in corso il Conclave.
Da quando la fumata bianca ha annunciato l’elezione del cardinale Bergoglio il suo telefono non ha smesso di trillare.
Per come lo hai conosciuto, che tipo di uomo è papa Francesco?
Lieto del dono della fede, sicuro che l'uomo ne ha bisogno per vivere da uomo, umile, estremamente sobrio nel modo di vivere; avendo potuto vederlo in tante occasioni quello che più mi impressiona è la sua attenzione a chi ha davanti; lo guarda, lo ascolta come se ci fosse solo lui, e sempre ha parole di aiuto e di conforto, fino a farsi carico del suo problema quando vede che la persona ne è schiacciata.
Per molti è uno sconosciuto ed è normale interrogarsi su quale sia la sua visione della fede e della Chiesa. Tu cosa puoi dirci?
Per Jorge Mario Bergoglio la fede e l’esperienza della Chiesa vanno portate agli uomini lì dove sono. Direi che la nota caratteristica della sua azione pastorale, come vescovo prima, poi arcivescovo e cardinale, è questa spinta ad andare verso gli altri, i lontani; dove lontananza è la solitudine dell’anziano, il bisogno di significato del giovane, l’uomo che vive nelle villas miserias, le donne schiavizzate dalla prostituzione… La chiesa clericale e autoreferenziale è quella che più accusa. Non c’è dubbio che sarà la nota saliente anche del suo pontificato.
Secondo te, scegliendolo, i cardinali che tipo di mandato gli hanno affidato?
Rendere credibile, attrattivo, vicino, il messaggio cristiano e riformare la curia vaticana. Da questo punto di vista credo che ci abituerà alle sorprese.
In Italia, soprattutto sui mass media, si parla molto di papa povero, di papa dei poveri, c’è anche chi sottolinea una vicinanza alla teologia della liberazione: che ne pensi?
Sarà un papa povero, è vero, sarà un papa che parlerà ai poveri, vero anche questo, quanto alla teologia della liberazione basta andare nelle villas miserias dove vivono gruppi di giovani sacerdoti che lui visita, segue, incoraggia e anche difende per vedere che sono preti che si implicano a fondo con situazioni di povertà ed emarginazione, fino ad assumerne anche le rivendicazioni, ma come una presenza di Chiesa, dove la predicazione, il catechismo, i sacramenti, la formazione cristiana sono centrali.
Si è presentato come vescovo di Roma, mai si è definito papa: un inizio di riconsiderazione del ministero petrino?
E’ stata una cosa notabile effettivamente, e i romani lo vedranno frequentemente tra di loro; non saprei dire se sia una ricentratura dell’idea di primazia.
C'è in vista uno smantellamento della curia?
E’ l’eredità che ha preso da Benedetto XVI, che larga maggioranza del collegio cardinalizio gli ha affidato. Ci metterà le mani a fondo, disegnando piano piano – e forse non tanto piano – una curia funzionale ad un pontificato che va verso gli altri.
Valerio Lessi
14 03 2013 | Rimini | Francesco, il vescovo di Rimini accoglie il vescovo di Roma
Rimini | Francesco, il vescovo di Rimini accoglie il vescovo di Roma
Se c’è un nome di missione, questo è Francesco. Parola del vescovo di Rimini, Francesco Lambiasi, che da ieri è omonimo del papa. “Un nome che indica volontà di riforma della Chiesa, perché la Chiesa è sempre riformanda”. Come Lambiasi in molti ieri sera sono rimasti stupiti dalla piazza piena e in festa molto prima di conoscere il nome e di vedere il volto del nuovo papa. Un “miracolo rinnovato”, dice monsignor Lambiasi che si sofferma sul primo saluto al popolo di Dio. Si dichiara “commosso e colpito”.
Il saluto, semplice ma denso di significato ‘buonasera’, richiama il ‘buonanotte’ ultimo saluto di Papa Benedetto, e al vescovo di Rimini “è sembrato il saluto di un Papa che si sente papà. Ha un cuore di padre, Papa Francesco, come l’ha avuto Papa Benedetto anche se si tratta di persone diverse che si esprimono con modalità differenti. Quel ‘buonasera’ lo trovo un saluto davvero francescano. Se ci rechiamo infatti a Poggio Bustone, nella valle reatina, ancora oggi il sindaco passa in tutte le case la sera di capodanno a dare il saluto di buon anno con le parole di San Francesco. Che non sono «sia lodato Gesù Cristo» come ci si potrebbe aspettare o il tradizionale «pace e bene». Francesco passava per le case dicendo «buongiorno brava gente». Il «buongiorno» di Francesco e questo «buonasera» di Papa Francesco sono un modo per la Chiesa di mostrarsi nella sua limpida e disarmante umanità”.
Lambiasi ha poi notato l’insistenza con cui Francesco si sia definito ‘vescovo di Roma’. “Significativo, e anche emozionante – prosegue monsignor Lambiasi – il gesto di far pregare il popolo di Dio, quello di chiedere la preghiera per la benedizione, e il minuto di silenzio che ha attraversato il mondo”. “La risposta da parte nostra, di tutta la Chiesa riminese, - conclude il Vescovo di Rimini - è il ringraziamento al Signore, l’obbedienza e la riverenza che è dovuta al successore di Pietro, secondo l’esempio e l’ultima raccomandazione di Papa Benedetto”.
Rimini, i movimenti e il papa Francesco/2 (Cl, Neocatecumenali, RnS)
Rimini, i movimenti e papa Francesco. Capitolo II
Don Roberto Battaglia, Comunione e Liberazione
Come avete accolto la notizia del nuovo papa Francesco?
Sono rimasto colpitissimo dalla piazza piena di giovani e di gente di ogni tipo. In un contesto dove la Chiesa è attaccata ad ogni livello, c'era tanta gente che attendeva questa notizia. Questo è stato un primo contraccolpo, la piazza piena e il desiderio di un incontro carnale con la presenza di Cristo. Questo interesse all'elezione del papa mostra che ciò che rende viva la Chiesa è la contemporaneità della presenza di Cristo legata a una comunione garantita ultimamente dal vescovo di Roma. Il cuore dell'uomo cerca questo e nient'altro nella Chiesa. L'elezione del papa, che è una sorpresa perché grazie a Dio il conclave non segue gli schemi dei giornalisti e dei loro pronostici, ha come reso evidente, a cominciare dall'atteggiamento del papa Francesco, che l'unica certezza della Chiesa è Cristo.
Bergoglio era un pastore conosciuto nel vostro movimento? Avevate avuto occasioni di incontro?
I primi contatti sono stati con sacerdoti in missione in Argentina e in America latina. Loro sono tutti entusiasti, chi lo conosce personalmente è entusiasta di lui e della sua elezione. Ho letto delle interviste che dimostrano la sua grande lucidità di giudizio sulla situazione della Chiesa oggi e la preoccupazione sul fatto che la chiesa non sia “auto occupata” ma continuamente in missione. Questo segna una grandissima continuità con Benedetto XVI. So inoltre che a Buenos Aires ha presentato due libri di don Giussani: nel 1999 Il senso religioso e nel 2001 L’attrattiva Gesù.
Certamente ha colpito tutti la scelta del nome: voi come la interpretate?
La scelta riguarda san Francesco di Assisi e con lui il desiderio di una chiesa tutta tesa ad evangelizzare, che non esiste per se stessa. Ha detto don Carron: “Con la scelta del nome, Francesco, ci indica che non ha altra ricchezza che Cristo. Non si affida a nessun’altra modalità di comunicarlo se non alla nuda e semplice testimonianza di Cristo”.
Papa Francesco ha invitato a fare un cammino insieme a lui: qual è la vostra risposta?
Sta in ciò che ha espresso Carron questa mattina: “Commossi dall’invito a incominciare il cammino insieme, Vescovo e popolo, domandiamo alla Madonna per ciascuno di noi l’abbandono a Cristo che ci testimonia Francesco in questo momento. Grati allo Spirito che ha dato una guida alla sua Chiesa, incominciamo dunque il cammino desiderosi di seguire e di servire il Papa con tutto noi stessi, secondo l’insegnamento che abbiamo ricevuto da don Giussani”.
Roberto Cellini, Cammino neocatecumenale
Come avete accolto la notizia del nuovo papa Francesco?
Siamo felici della scelta perché pensiamo che il nome sia il programma del pontificato del nuovo papa. Una bella sorpresa il fatto che venga dal sud America, un continente che cristianamente è in ascesa con vocazioni e nuovi fedeli. Sarà, inoltre, una voce fuori dal coro della curia romana.
Bergoglio era un pastore conosciuto nel vostro movimento? Avevate avuto occasioni di incontro?
Noi non lo conoscevamo perché come gruppo di Rimini siamo più in rapporto con il medio oriente.
Certamente ha colpito tutti la scelta del nome: voi come la interpretate?
Il nome scelto lo interpretiamo come significativo non tanto o non solo in riferimento alla povertà fisica ma come scelta di rinnovamento rispetto alla Chiesa che negli ultimi anni si è dimostrata attaccata ai beni terreni e mondani. Pensiamo agli scandali come quelli legati allo Ior e a tutti quegli altri problemi che ci sono stati nell'entourage del papa. Diciamo che tutte queste situazioni non ci hanno dato la visione di una Chiesa agganciata al messaggio di Cristo e san Francesco.
Papa Francesco ha invitato a fare un cammino insieme a lui: qual è la vostra risposta?
Noi siamo contenti e pensiamo in ogni caso di essere ubbidienti a quello che lui desidera perché dal papa viene il volere di Dio e noi desideriamo compiere quello. Il carisma dell'evangelizzazione è tipico dei neocatecumenali. La Chiesa su ciò sta facendo uno sforzo enorme, come anche nel secolo di san Francesco. Se il programma del papa è questo, noi ci siamo pienamente dentro.
Daniela De Bonis, Rinnovamento nello Spirito
Come avete accolto la notizia del nuovo papa Francesco?
Con molta gioia nel cuore perché questo papa ci è sembrato umile, semplice, un uomo che crede nella preghiera. Il suo gesto di inchinare il capo davanti al popolo di Dio mi è sembrato molto forte.
Certamente ha colpito tutti la scelta del nome: voi come la interpretate?
Ha scelto il nome del più grande riformatore spirituale della chiesa di Roma. Anche il santo d'Assisi, così come oggi il papa Francesco, ha vissuto in un'epoca di contraddizione, con il bisogno di ricostruzione spirituale della Chiesa. Il nome ne traccia il profilo missionario all'insegna della semplicità evangelica e della tensione verso i poveri.
Papa Francesco ha invitato a fare un cammino insieme a lui: qual è la vostra risposta?
Siamo con lui, vogliamo continuare a lavorare, come abbiamo sempre fatto, nella Chiesa con la Chiesa, per la Chiesa. Siamo disposti a metterci alla sua sequela e a farci guidare da questo papa scelto davvero dallo Spirito Santo. Noi che come movimento abbiamo come fondatore lo Spirito Santo in questa elezione vediamo che lo Spirito ha volato libero e lavorato secondo il suo proposito. Veramente l'umano non è entrato nella scelta, i cardinali si sono lasciati guidare dallo Spirito scegliendo la persona giusta per questo momento storico della Chiesa.
Rimini, i movimenti e il papa Francesco/1 (Focolari e Papa Giovanni)
Rimini, i movimenti e papa Francesco. Capitolo I
Nella sua prima omelia, ai cardinali che con lui hanno celebrato nella Cappella Sistina, papa Francesco ha osservato che la parola comune alle tre letture era “movimento” ed ha quindi indicato quali sono i movimenti ai quali la Chiesa è chiamata: camminare, edificare, confessare Gesù Cristo crocifisso. «Possiamo camminare quanto vogliamo, edificare tante cose ma se non confessiamo Gesù Cristo, la cosa non va. Diventeremo una Ong pietosa, ma non la Chiesa sposa del Signore».
Ecco perché ci sembra interessante ascoltare come hanno reagito alla notizia dell’elezione di papa Francesco i movimenti ecclesiali presenti a Rimini. Probabilmente sono anche le forze più disponibili ad accogliere l’invito del papa ad un cammino ecclesiale insieme a lui.
Paolo Maroncelli, Focolari
Per il movimento dei focolari il 14 marzo 2013 segna anche il quinto anniversario della “partenza al cielo” di Chiara Lubich, la fondatrice del movimento dei Focolari. Gli aderenti si sono ritrovati in Duomo per una Messa celebrata dal vescovo monsignor Francesco Lambiasi.
Come avete accolto la notizia del nuovo papa Francesco?
Molto bene. In ogni caso eravamo certi che lo Spirito Santo, che soffia dove vuole, avrebbe scelto bene. Al di là delle battute, siamo stati contenti. Ci sembra avviato un orientamento verso le novità e le nuove sfide della Chiesa. Mi è molto piaciuto anche il modo semplice con cui si è presentato. Mi viene in mente l'immagine è quella di una piramide rovesciata pensando a quando si è fatto benedire dalla folla. Un momento molto toccante. Anche ciò che è successo questa mattina, il fatto che volesse pagare il conto dove aveva dormito e volesse partire con gli altri cardinali piuttosto che andare con l'altra macchina, sono messaggi molto importanti nel mondo di oggi.
Bergoglio era un pastore conosciuto nel vostro movimento? Avevate avuto occasioni di incontro?
La verità è che non abbiamo fatto in tempo a sentirci su questo perché oggi è la ricorrenza di Chiara e siano indaffarati. Ma a Buenos Aires la nostra comunità è importante e ritengo che anche qualcosa in più di una semplice conoscenza ci sia stata.
Certamente ha colpito tutti la scelta del nome: voi come la interpretate?
Indubbiamente richiama Francesco d'Assisi. Io credo che il nome abbracci un po' tutti da Francesco Saverio a Francesco di Sales. Aspettiamo di saperne di più.
Papa Francesco ha invitato a fare un cammino insieme a lui: qual è la vostra risposta?
Noi siamo assolutamente contenti. Lui interpreta molto bene quello che è un nostro pensiero, il carisma di Chiara è stato quello di abbracciare tutti. Come dimostrano i nostri rapporti con membri di atre religioni, ebrei, musulmani, buddisti e anche persone che non credono. La sua richiesta è l'espressione del nostro carisma, e noi potremmo dare un contributo.
Giovanni Paolo Ramonda, Associazione Papa Giovanni XXIII
“Spero di parlare con lui in dialetto piemontese”, scherza Paolo Ramonda, presidente dell’Associazione Papa Giovanni XXIII fondata da don Orete Benzi.
Come avete accolto la notizia del nuovo papa Francesco?
Come un dono e una novità che lo Spirito Santo manda alla sua Chiesa in questi tempi difficili. Un umile, povero e servo, che intende la nuova evangelizzazione come l'andare incontro ai lontani, ai piccoli e ai poveri laddove sono, fin nelle periferie. Ha richiamato subito al rapporto tra il pastore e il suo popolo, ha evidenziato l'insostituibile valore della preghiera, si è affidato a Maria madre e fiducia nostra.
Bergoglio era un pastore conosciuto nel vostro movimento? Avevate avuto occasioni di incontro?
Noi abbiamo aperto da alcuni anni in Argentina due comunità, una a Salta (casa famiglia) e l'altra a Puerto Madryn (una comunità terapeutica). Se fosse rimasto, lo avremmo incontrato. Noi siamo lì da poco e abbiamo iniziato a conoscere i vescovi più vicini.
Certamente ha colpito tutti la scelta del nome: voi come la interpretate?
Ogni nome ha un suo significato. Tutti insieme, dobbiamo riparare la Chiesa e farla splendere sempre di più a immagine del suo fondatore che è Cristo. Francesco ci ha fatto capire che non vuole farlo da solo ma con tutto il popolo di Dio. Il suo programma è rinnovare la chiesa e l'immagine del pastore.
Papa Francesco ha invitato a fare un cammino insieme a lui: qual è la vostra risposta?
Noi vogliamo accogliere il suo invito alla vita di fraternità piena di fiducia nello Spirito Santo. In tutte le comunità di tutte le diocesi cammineremo sempre di più con i vescovi e i pastori per condividere ancora di più con i poveri.
14 03 2013 | Rimini | Fondi per Protezione civile e consumi idrici, la Provincia segnala false indagini telefoniche
Rimini | Fondi per Pc e consumi idrici, la Provincia segnala false indagini telefoniche
False indagini telefoniche in nome della Protezione civile. L’allarme arriva dalla Provincia di Rimini ai cui uffici, nei giorni scorsi sono arrivate segnalazioni da parte di cittadini residenti sul territorio riminese, “circa richieste telefoniche di contributi di denaro da destinare al servizio di Protezione civile e indagini demoscopiche sui consumi idrici familiari, fatte per nome e per conto dell’Ente”.
La Provincia prende le distanze e avvisa i cittadini di non aver “in essere alcuna indagine demoscopica o alcuna campagna di finanziamento pubblico sulla Protezione civile”. E “diffida chi utilizza il nome della Provincia di Rimini per portare avanti questo genere di richieste, assolutamente non autorizzate dall’ente e dunque del tutto estranee allo stesso”.
14 03 2013 | Rimini | Maltempo, Conca sopra 15 cm livello di attenzione
Rimini | Maltempo, Conca sopra 15 cm livello di attenzione
Quasi tutti i corsi d’acqua hanno raggiunto il grado di attenzione nella scala dei livelli di allerta. Situazione per ora “non preoccupante”. Lo comunica la Provincia di Rimini che sta monitorando la situazione dei fiumi alla luce delle abbondanti precipitazioni delle ultime ore tramite il sistema web a distanza e, per quei corsi d’acqua che non hanno il dispositivo elettronico di misurazione a distanza, inviando i volontari.
Secondo i rilievi della Provincia dall’inizio della settimana, il fiume Conca, a Morciano, è 15 cm sopra il livello di attenzione (ma ancora lontano un metro dal livello di massima allerta con pericolo di esondazione). In generale, le portate dei corsi d’acqua riminesi sono comunque tutte aumentate in misura importante.
A rendere più tranquilla la situazione l’assenza di vento forte di scirocco che garantisce “il deflusso verso il mare regolare e anche se le previsioni non sono buone (è prevista pioggia fino a venerdì) la situazione resta sotto controllo. Qualche problema invece si riscontra circa lo stato delle strade, poiché la presenza di rigagnoli sulle carreggiate può significare futuri danni sulle stesse e rende comunque meno sicura la circolazione”.
13 03 2013 | Rimini | Lavoro irregolare, firmato protocollo in Prefettura
Rimini | Lavoro irregolare, firmato protocollo in Prefettura
In attesa dei tavoli anticrisi, a Rimini arriva quello per il contrasto al lavoro irregolare. Prefettura, Provincia, Direzione territoriale del lavoro, Direzione provinciale Inail, Direzione provinciale Inps, Direzione provinciale Agenzia Entrate, Azienda Usl di Rimini, Camera di Commercio, Cassa edile Rimini, Ance, Confartigianato, Cna, Cassa edile artigiana, Legacooperative, Confcooperative e anche i sindacati Cgil, Cisl, Uil, hanno aderito al Protocollo d’intesa per lo sviluppo delle attività coordinate e congiunte per la prevenzione e il contrasto del lavoro nero e irregolare nel settore edile, in difesa della sicurezza dei lavoratori.
In pratica, “è stato istituito, presso la Prefettura, un tavolo tecnico operativo, costituito dalle amministrazioni pubbliche, dalle organizzazioni sindacali, con la partecipazione delle associazioni di categoria interessate, per creare un’efficace rete integrata ed unitaria che possa favorire una lettura congiunta del fenomeno nei suoi vari aspetti e per avviare azioni coordinate e mirate ai fini della prevenzione e del contrasto”. L’iniziativa prevede un “piano d’azione per l’attività di vigilanza congiunta, attraverso il quale saranno previste una serie di attività congiunte e coordinate, al fine di evitare duplicazioni e sovrapposizioni di interventi e massimizzare l’efficacia dell’attività di controllo sul territorio (a tali attività, oltre all’impegno delle forze dell’ordine, prenderanno parte l’Azienda sanitaria, la Direzione territoriale del lavoro, l’Inail, l’Inps, i vigili del fuoco)”.
Si sta valutando anche la possibilità di attivare uno sportello. E i firmatari si sono impegnati “ad individuare idonei criteri per valorizzare l’ “azienda etica”, intesa come azienda che impronta la propria azione imprenditoriale a criteri di responsabilità, correttezza e trasparenza”.
13 03 2013 | Rimini | Scm, Arlotti e Petitti incontrano i sindacati
Rimini | Scm, Arlotti e Petitti incontrano i sindacati
Incontrando i sindacati questa mattina, i deputati del Partito democratico Emma Petitti e Tiziano Arlotti si sono detti “fortemente preoccupati” per la vertenza che interessa lo stabilimento Scm Steelmec di Villa Verucchio. “Seguiremo con attenzione lo svolgersi della vertenza, credendo sia fondamentale riunire insieme a tutti i soggetti interessati: Provincia di Rimini, Comuni di Rimini e Verucchio, organizzazioni sindacali e di categoria. Come parlamentari del Partito democratico ci impegniamo per ottenere il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali (a livello nazionale la cassa integrazione in deroga manca di risorse anche per coprire il 2012) e sollecitiamo l'emanazione dei decreti attuativi per finanziare il reinserimento e gli incentivi all'occupazione. Data l'importanza del gruppo Scm per l'economia del nostro territorio, per il lavoro e la coesione sociale assicuriamo la nostra massima attenzione sulla vicenda e la più ampia disponibilità a individuare insieme a tutti gli attori coinvolti ogni possibile soluzione”.
13 03 2013 | Rimini | Crisi, sindacati critici sul tavolo del prefetto
Rimini | Crisi, sindacati critici sul tavolo del prefetto
I sindacati sono critici rispetto al tavolo anticrisi proposto ieri dal prefetto di Rimini Claudio Palomba su sollecito da parte del presidente di Confindustria Maurizio Focchi. Nella rappresentazione dei dati sulla crisi a Cgil, Cisl e Uil è sembrato “di cogliere una certa distanza fra la rappresentazione e la realtà. Ma soprattutto non è stata spesa una parola a difesa di una forza sociale quale quella sindacale che da sola, in questi anni, ha cercato di contrastare gli effetti di questa crisi avanzando proposte, appelli a fare squadra e a mettersi insieme, troppo spesso caduti nel vuoto. Avevamo riposto alcune speranze su questo tavolo, dopo i protocolli su sviluppo e competitività siglati negli anni passati, protocolli ricchi di proposte e idee rimaste tali. A Cgil, Cisl e Uil di Rimini non interessa sottoscrivere altri protocolli, abbiamo bisogno adesso, subito, di dare risposte, oggi e non domani o dopodomani, alle migliaia di lavoratori e lavoratrici che sono in difficoltà nella nostra provincia”.
Al tavolo proposto in sala Manzoni mancano alcune risposte fondamentali a domande che i sindacati da anni “durante tutti gli incontri istituzionali e non” dicono di porre. “Cosa possiamo fare per avere la piena certezza del finanziamento della cassa integrazione in deroga per tutto il 2013 e per tutelare i posti di lavoro e dare sostegno al reddito? Quale piano e con quali risorse e strumenti si svuotano i serbatoi di disoccupazione che abbiamo nel territorio? Come si finanzia il welfare locale? Come si alleggerisce la tassazione locale sui lavoratori dipendenti e pensionati? L'imposta di soggiorno può essere estesa a tutti i Comuni ed i proventi utilizzati per gli investimenti necessari non solo sul versante turistico? La riqualificazione del territorio e la green economy sono una scelta strategica e possono creare nuovo lavoro? Utilizziamo tutti gli strumenti per ridistribuire il lavoro e far fronte alle crisi aziendali, puntando a mantenere sul territorio le poche grandi aziende che ancora ci sono?”.
Buono (con un ma) il punto di partenza del tavolo quadripartito del prefetto. “Pensiamo che il sostegno alle imprese, il credito e la sburocratizzazione, la semplificazione, le riforme istituzionali, la riduzione dei costi della politica, la lotta alla evasione siano elementi decisivi per la competitività delle imprese. A proposito di snellimento burocratico ci chiediamo quanto ancora dobbiamo attendere (visto che è passato oltre un anno) per siglare l’accordo provinciale sulle nuove regole relative agli appalti pubblici”.
Ma “per Cgil, Cisl e Uil resta prioritario, a livello nazionale, regionale e locale, dare più valore al lavoro, un imperativo non più rinviabile. Il lavoro è la sola vera ricchezza dell’Italia e del nostro territorio e allora occorre costruire tutte le opportunità che sappiano favorire la buona occupazione, quale strumento di emancipazione e libertà della maggioranza degli uomini e delle donne. Ed è per questo che se il tavolo anticrisi vuole essere un utile strumento per rispondere alla crisi, pensiamo non debba prescindere dal nostro pieno coinvolgimento”.