Rimini, i movimenti e papa Francesco. Capitolo II
Don Roberto Battaglia, Comunione e Liberazione
Come avete accolto la notizia del nuovo papa Francesco?
Sono rimasto colpitissimo dalla piazza piena di giovani e di gente di ogni tipo. In un contesto dove la Chiesa è attaccata ad ogni livello, c'era tanta gente che attendeva questa notizia. Questo è stato un primo contraccolpo, la piazza piena e il desiderio di un incontro carnale con la presenza di Cristo. Questo interesse all'elezione del papa mostra che ciò che rende viva la Chiesa è la contemporaneità della presenza di Cristo legata a una comunione garantita ultimamente dal vescovo di Roma. Il cuore dell'uomo cerca questo e nient'altro nella Chiesa. L'elezione del papa, che è una sorpresa perché grazie a Dio il conclave non segue gli schemi dei giornalisti e dei loro pronostici, ha come reso evidente, a cominciare dall'atteggiamento del papa Francesco, che l'unica certezza della Chiesa è Cristo.
Bergoglio era un pastore conosciuto nel vostro movimento? Avevate avuto occasioni di incontro?
I primi contatti sono stati con sacerdoti in missione in Argentina e in America latina. Loro sono tutti entusiasti, chi lo conosce personalmente è entusiasta di lui e della sua elezione. Ho letto delle interviste che dimostrano la sua grande lucidità di giudizio sulla situazione della Chiesa oggi e la preoccupazione sul fatto che la chiesa non sia “auto occupata” ma continuamente in missione. Questo segna una grandissima continuità con Benedetto XVI. So inoltre che a Buenos Aires ha presentato due libri di don Giussani: nel 1999 Il senso religioso e nel 2001 L’attrattiva Gesù.
Certamente ha colpito tutti la scelta del nome: voi come la interpretate?
La scelta riguarda san Francesco di Assisi e con lui il desiderio di una chiesa tutta tesa ad evangelizzare, che non esiste per se stessa. Ha detto don Carron: “Con la scelta del nome, Francesco, ci indica che non ha altra ricchezza che Cristo. Non si affida a nessun’altra modalità di comunicarlo se non alla nuda e semplice testimonianza di Cristo”.
Papa Francesco ha invitato a fare un cammino insieme a lui: qual è la vostra risposta?
Sta in ciò che ha espresso Carron questa mattina: “Commossi dall’invito a incominciare il cammino insieme, Vescovo e popolo, domandiamo alla Madonna per ciascuno di noi l’abbandono a Cristo che ci testimonia Francesco in questo momento. Grati allo Spirito che ha dato una guida alla sua Chiesa, incominciamo dunque il cammino desiderosi di seguire e di servire il Papa con tutto noi stessi, secondo l’insegnamento che abbiamo ricevuto da don Giussani”.
Roberto Cellini, Cammino neocatecumenale
Come avete accolto la notizia del nuovo papa Francesco?
Siamo felici della scelta perché pensiamo che il nome sia il programma del pontificato del nuovo papa. Una bella sorpresa il fatto che venga dal sud America, un continente che cristianamente è in ascesa con vocazioni e nuovi fedeli. Sarà, inoltre, una voce fuori dal coro della curia romana.
Bergoglio era un pastore conosciuto nel vostro movimento? Avevate avuto occasioni di incontro?
Noi non lo conoscevamo perché come gruppo di Rimini siamo più in rapporto con il medio oriente.
Certamente ha colpito tutti la scelta del nome: voi come la interpretate?
Il nome scelto lo interpretiamo come significativo non tanto o non solo in riferimento alla povertà fisica ma come scelta di rinnovamento rispetto alla Chiesa che negli ultimi anni si è dimostrata attaccata ai beni terreni e mondani. Pensiamo agli scandali come quelli legati allo Ior e a tutti quegli altri problemi che ci sono stati nell'entourage del papa. Diciamo che tutte queste situazioni non ci hanno dato la visione di una Chiesa agganciata al messaggio di Cristo e san Francesco.
Papa Francesco ha invitato a fare un cammino insieme a lui: qual è la vostra risposta?
Noi siamo contenti e pensiamo in ogni caso di essere ubbidienti a quello che lui desidera perché dal papa viene il volere di Dio e noi desideriamo compiere quello. Il carisma dell'evangelizzazione è tipico dei neocatecumenali. La Chiesa su ciò sta facendo uno sforzo enorme, come anche nel secolo di san Francesco. Se il programma del papa è questo, noi ci siamo pienamente dentro.
Daniela De Bonis, Rinnovamento nello Spirito
Come avete accolto la notizia del nuovo papa Francesco?
Con molta gioia nel cuore perché questo papa ci è sembrato umile, semplice, un uomo che crede nella preghiera. Il suo gesto di inchinare il capo davanti al popolo di Dio mi è sembrato molto forte.
Certamente ha colpito tutti la scelta del nome: voi come la interpretate?
Ha scelto il nome del più grande riformatore spirituale della chiesa di Roma. Anche il santo d'Assisi, così come oggi il papa Francesco, ha vissuto in un'epoca di contraddizione, con il bisogno di ricostruzione spirituale della Chiesa. Il nome ne traccia il profilo missionario all'insegna della semplicità evangelica e della tensione verso i poveri.
Papa Francesco ha invitato a fare un cammino insieme a lui: qual è la vostra risposta?
Siamo con lui, vogliamo continuare a lavorare, come abbiamo sempre fatto, nella Chiesa con la Chiesa, per la Chiesa. Siamo disposti a metterci alla sua sequela e a farci guidare da questo papa scelto davvero dallo Spirito Santo. Noi che come movimento abbiamo come fondatore lo Spirito Santo in questa elezione vediamo che lo Spirito ha volato libero e lavorato secondo il suo proposito. Veramente l'umano non è entrato nella scelta, i cardinali si sono lasciati guidare dallo Spirito scegliendo la persona giusta per questo momento storico della Chiesa.