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Rimini | Commissione bilancio/cultura su Itinera, Moretti (Pdl): Chiudetela


Itinera è la società partecipata del comune di Rimini nata alla chiusura del vecchio Palas Hotel per raccoglierne l’eredità in fatto di formazione e studi sul turismo, “ma anche per trovare una sistemazione a politici senza più poltrona”, sostiene il consigliere comunale del Pdl Giuliana Moretti. “Un anno fa – spiega – ho presentato un’interrogazione per chiedere delucidazioni sulla conduzione. Avendo ricevuto risposte imprecise ho trasformato l'interrogazione in mozione”. Se ne è parlato questa mattina in commissione congiunta (bilancio e cultura).


Alla fine della discussione Giuliana Moretti è arrivata alla conclusione che, per il bene del comune di Rimini, Itinera sia meglio chiuderla. Fermo restando il concetto per cui “è evidente che una realtà come la nostra possa aspirare ad avere strumenti di formazione, studio e riflessione sul tema del turismo”, esigenza, tra l’altro, recepita dal piano strategico “con cui ci siamo posti l'obiettivo di essere un punto di riferimento internazionale dal punto di vista dell'elaborazione culturale dei modelli turistici e dell'accoglienza in generale”, la Moretti si domanda come “Itinera, svuotata di una mente progettuale e propulsiva, possa generare questo risultato”. E “allora – continua – perché tenere in piedi questa società inutile? La formazione è importante e le risorse sono poche, perché sperperarle per tenere in piedi strumenti inefficaci e non lasciarle ai soggetti che nel privato già fanno formazione e hanno idee e progetti?”.


I fatti degli ultimi mesi attorno alla società hanno visto la sostituzione del presidente Francesco Sberlati (“costato alla collettività oltre 50 mila euro annui solo per creare un disavanzo che si aggira sui 200 mila euro e zero costi attivati”) con il dirigente del comune Fabio Mazzotti a zero costi aggiuntivi (“dicono”) e le dimissioni del direttore con una conseguente revisione della spesa, anche grazie al trasferimento della società nella palazzina di piazzale Fellini. Attualmente Itinera ha tre dipendenti e una collaborazione. L’assessore Gian Luca Brasini e il dirigente parlano di un taglio da 440 mila a 210 mila euro, prossimamente. Ma resterà nel prossimo bilancio di previsione una voce con accanto 115 mila euro di contributo per ripianare le perdite del 2012.


I numeri non dicono bene nemmeno sul fronte della percentuale di partecipazione che per il comune di Rimini passa dal 69 per cento all'80, socio con comune di Riccione (che comunque vuole sfilarsi) e Iscom (diretta dall'ex assessore provinciale Alberto Rossini).


“Alle domande sulla programmazione per il futuro e sulle idee nessuno ha saputo rispondere. Nessuna idea, solo contenimento di costi”. E’ per questo che non finisce qui, dice la Moretti. “Presenterò un’altra mozione chiedendo di realizzare un tavolo a cui invitare gli attori della formazione e del turismo del territorio per mettere a tema gli strumenti per la formazione e lo studio turistico”.

tortora-scuro

Rimini | Online i numeri del consiglio comunale. Nel 2012 29 sedute e 86 delibere approvate


Sono da oggi online sul sito del comune i numeri dell’attività del consiglio comunale nel corso del 2012. I consiglieri sono stati chiamati in assemblea 29 volte per oltre 143 ore di discussione (se prende per buona la per una durata media di circa 5 ore a seduta). Sempre tra i consiglieri, inoltre, ce ne sono 14 (su 32) a non essere mai risultati assenti in assemblea, e sono 12 quelli che si sono assentati solo una, al massimo due volte.
“E’ dal 1997 che va avanti questa operazione si trasparenza”, avverte il presidente Donatella Turci che fa notare anche come quella del consiglio comunale riminese sia “un’attività che per il numero di sedute non ha potuto che risentire dei cambiamenti normativi avvenuti specie in materia urbanistica, dove alcune competenze sono passate alla giunta, ma in linea nel raffronto con le sedute tenutesi nel 2012 nei capoluogo vicini come Forlì, Cesena, Ravenna”.


Altri numeri
Delibere approvate: 86 (15 sugli atti fondamentali e gli indirizzi programmatici; 17 sui regolamenti; 9 sul Bilancio; 9 sulla gestione del territorio; 2 sul patrimonio comunale; 4 sulle aziende pubbliche, 1 sui progetti sociali, sportivi e culturali. Dodici sono state le mozioni discusse e approvate, 17 gli ordini del giorno approvati).
Interrogazioni dei consiglieri alla giunta: 143, 26 delle quali trasformate in mozione.
Sedute tematiche: 8. Temi: crisi economica e tenuta della coesione sociale, conferimento della cittadinanza onoraria a Marc Augé, Trasporto rapido costiero, lavoro gravemente sfruttato nelle aziende turistiche del territorio, abusivismo commerciale, unificazione delle Ausl romagnole, crisi economico finanziaria della società Aeradria, riordino dell’assetto territoriale.
Commissioni permanenti: 96 sedute (Affari Generali ed Istituzionali 20, Pianificazione e controllo 18, Territorio ambiente e mobilità 15, Cultura formazione istruzione sport e turismo 15, Bilancio finanze economia e servizi al cittadino 15).

Martedì, 12 Febbraio 2013 10:35

GIORNALAIO 12.02.2013

giornalaio

Le reazioni a Rimini, del vescovo e dei riminesi al Papa che abdica. Elezioni low cost. In volo per Roma torna Darwin. Comune ‘sprecone’


Su tutti i quotidiani la notizia che ha assorbito tutta la giornata di ieri, l’abdicazione di Benedetto XVI. Da ilRestodelCarlino (p.3) le reazioni, tra gli altri, di monsignor Luigi Negri ed Emilia Guarnieri. “Monsignor Negri, che il prossimo 3 marzo lascerà la diocesi per trasferirsi a Ferrara, affida a una nota il suo pensiero. «Non avevo notato nessuna difficoltà nel Papa la scorsa settimana. Un’ondata di sentimenti e ricordi straordinari hanno letteralmente invaso la mia coscienza e il mio cuore. Ho rivissuto lo straordinario evento della visita pastorale alla nostra Diocesi: il suo altissimo Magistero in una amabilità che lo ha fatto passare fra di noi come un padre pieno di affezione. La consapevolezza esplicita delle difficoltà fisiche a reggere il ministero petrino danno al gesto del Papa il segno di un’eroica umiltà». Molto sorpresa anche il presidente del Meeting, Emilia Guarnieri. «Quando ho saputo delle dimissioni — racconta — ho avuto un attimo di sgomento a cui sono seguiti commozione e grande affetto. Ho pensato che il Papa è uno che crede allo Spirito Santo e alla Chiesa. Questo è un gesto di libertà e amore sicuramente inaspettato»”.
“Una decisione, quella di Papa Ratzinger, che ha sorpreso fino a un certo punto Vitali: «In fondo in qualche modo lo aveva già fatto capire un anno fa, quando seppur fra le righe aveva aperto a una possibilità di questo tipo. Io da cattolico non posso che augurarmi che questo suo gesto possa servire per dare una scossa a una Chiesa bisognosa di tornare allo spirito del Concilio Vaticano II».Un po’ di apprensione per quello che ora succederà si respira tra i parroci riminesi: «Speriamo che Dio ci possa illuminare e indicare la soluzione più adatta per risolvere questa situazione», la speranza di don Aldo, parroco di San Gaudenzo. Ciò che è certo è che il Papa ha fatto veramente un gesto di gran cuore e di gran umiltà». «Ci mancherà, specie per la sua grande capacità di comunicare il verbo di Dio» il ricordo di don Elio, fino dal giugno scorso alla guida della parrocchia della Resurrezione alla Grottarossa. «E’ da molto tempo che lo vedevo sofferente», sottolinea invece don Giovanni, parroco di San Raffaele . «Del resto fare il Papa è veramente un impegno gravoso. Speravo quindi che potesse alla fine fare questa scelta»”, NuovoQuotidiano (p.9).
Due pagine su CorriereRomagna (pp.8-9), con i ricordi dei riminesi Andrea Riccardi («Un uomo lontanissimo dall’immagine fredda e austera che danno televisioni e giornali». Il ricordo arriva dal ministro all’Integrazione Andrea Riccardi, riminese d’adozione, che mesi fa aveva accolto il Papa nella comunità Sant’Egidio. Ed è proprio Riccardi a spiegare di essere rimasto colpito dalla «disponibilità del Papa di ascoltare le storie di miseria e di alcuni tra i 180 commensali, tutti clochard, disabili, immigrati e anziani») e monsignor Claudio Maria Celli («Chi lo ha conosciuto da vicino lo ha apprezzato in particolare per la sua dolcezza e per la sua grande umanità». Aspetti, questi ultimi, che forse a livello mediatico sono passati un po’ in secondo piano, anche perché il confronto con il predecessore, Papa Wojtyla, poteva risultare un po’ penalizzante. Ma Celli non ha dubbi e ribadisce con chiarezza: «Sono certo che con il passare degli anni, l’immagine del Papa, da questo punto di vista, sarà apprezzata sempre di più: la sua indole è quella di una persona disponibile e sempre attenta al prossimo»).
LaVocediRomagna (p.5) ha raccolto le reazioni di tutti i vescovi romagnoli. “La notizia ha raggiunto mons. Francesco Lambiasi in viaggio alla volta di Bologna, dove il vescovo di Rimini si stava recando in visita al sacerdote diocesano don Roberto Zangheri in condizioni di salute molto delicate. Nell’apprendere la dolorosa notizia - riferisce la diocesi in una nota - il vescovo ha provato sgomento e sofferenza, e al contempo sente di esprimere profonda e cordiale riconoscenza al Santo Padre per la grande fede con la quale ha vissuto tutto il suo Pontificato, fino a questi giorni. “È una scelta, la sua, - commenta mons. Lambiasi - da cui traspare un alto senso di responsabilità e nella quale si ravvisa la stessa umiltà e disponibilità con cui quasi otto anni fa intraprese il Pontificato. Qualche ora dopo la sua elezione, dichiarò alla folla riunita in piazza San Pietro, di sentirsi come «un semplice e umile servitore della vigna del Signore». Con questi atteggiamenti Benedetto XVI ha guidato giorno dopo giorno la barca di Pietro e con questi sentimenti conclude il suo servizio pontificale. Tutta questa vicenda ci invita a grande preghiera per rendere grazie al Signore per avercelo dato come Pontefice, sicuri che Benedetto XVI continuerà a servire la Chiesa con il suo sacrificio e la sua grande preghiera”, conclude mons. Lambiasi”.


Elezioni. Una sfida low cost secondo ilCarlino (pp.4-5). “ADDIO nani, olgettine e ballerine. Saranno elezioni low cost in stile primo dopoguerra le politiche di fine febbraio. Parliamo di budget, non certo di comizi ocenaici, da tempo naufragati nel mare magnum dei media vecchi e nuovi. I partiti hanno pochi soldi, i movimenti ancora meno. I tabelloni elettorali semivuoti parlano da soli (i manifesti costano). Si aggiunga che la legge elettorale di fatto cancella le preferenze, perché a decidere sono le segreterie dei partiti, e il (fosco) quadro è completo. La campagna si fa soprattutto sulle tv nazionali. Emblematico il ‘bidone’ dato dalla Meloni a Renzi, che aveva già stampato i volantini sulla venuta a Rimini dell’ex ministro a Rimini («Mercato San Francesco e piazza Cavour») poi risucchiata da Ballarò. Basta anche un’occhiata al desolato spot a due voci dei due ‘principali’ candidati riminesi del Pd, Emma Petitti e Tiziano Arlotti”.
Tour elettorale per Rivoluzione civile. “«Gli obiettivi fondamentali da perseguire sono due: ridurre il fabbisogno energetico e produrre l'energia con una riconversione industriale del sistema produttivo». Questo è quanto ha sottolineato Angelo Bonelli, il presidente nazionale dei Verdi in tour ieri a Rimini per la campagna elettorale di Rivoluzione civile”, NQ (p.11).
Il Corriere raccoglie reazioni all’intervista a Mario Monti sul turismo pubblicata ieri. Trova Federalberghi. “Secondo Giorgetti, il premier uscente ha un approccio «piuttosto laico alla materia, è molto equidistante su tutto. Monti solleva il problema delle tante competenze affidate alle Regioni: ma non si risolve con un decreto legge, serve tempo e un cambiamento del federalismo fiscale». Fra le priorità di Monti c’è la Scuola superiore di studi turistici: «Le scuole di turismo non mancano - nota il numero uno di Federalberghi - mancano invece quelle per dirigenti di enti locali, che spesso non capiscono le relazioni a 360 gradi che esistono con le imprese del turismo. Sono convinti che tutto vada avanti da solo». «La mia speranza - chiude Giorgetti - è che qualsiasi partito vada al governo, ci sia un ministero del turismo con il portafoglio. Perché non vogliamo fare la fine della zitella: che tutti la vogliono e nessuno se la piglia»”, (p.3). Ma il montiano Walter Pasini è pronto per far partire il suo istituto di medicina del turismo.


Basta aerei rumeni. “IL VOLO Rimini-Roma torna in mano agli svizzeri. Addio alla Carpatair, la compagnia aerea romena balzata agli onori delle cronache per i ripetuti incidenti (cinque, dal maggio 2012), tra cui l’ultimo a Fiumicino, dove il 2 febbraio un Atr 72 partito da Pisa è finito fuori pista, causando 16 feriti… NELLA MATTINATA di ieri è arrivata la conferma ufficiale. Sarà di nuovo la Darwin a operare direttamente il volo da Rimini a Roma, in codeshare (ovvero tramite un accordo commerciale) con la compagnia Alitalia. I voli con la compagnia svizzera riprenderanno dal 18 febbraio”, ilCarlino (p.6).
Intanto ieri a Riccione la maggioranza ha preso in esame l’aumento di capitale per Aeradria, NQ (p.13).


La burocrazia a Rimini costa troppo. “Rimini super sprecona batte tutti in regione e si posiziona al 13° posto in Italia. La nostra città è in testa alla classifica regionale degli “sprechi” dei Comuni capoluogo in Italia. La geografia è quella pubblicata oggi dal Sole 24 Ore (dati del 2009) ed elaborata negli scorsi mesi dalla Copaff, la commissione per l’attuazione del federalismo fiscale che sta lavorando sui “prezzi giusti” delle attività municipali per individuare i cosiddetti fabbisogni standard delle amministrazioni. I numeri sono quelli dei “servizi generali” (entrate, servizi tecnici, anagrafe, stato civile, servizi elettorali, leva, statistica e altro): nel complesso, in Italia rappresenta una spesa complessiva da 8,8 miliardi all’anno, pari al 27% delle uscite comunali per le funzioni fondamentali. Ebbene, in Emilia-Romagna è Rimini la città che stacca tutte le altre. Il capoluogo romagnolo si piazza 13esimo in classifica: presenta una spesa effettiva pari a 29 milioni di euro contro un fabbisogno standard che dovrebbe attestarsi a 24,6. Lo scostamento è del 18% ed è pari a 4,4 milioni di sprechi (l’1,4% di quelli totali generati dai Comuni capoluogo)”, LaVoce (p.17).
Una “sentenza ” che Brasini contesta duramente: «Innanzitutto - spiega in una nota ufficiale - è importante precisare che i dati a cui si riferisce la statistica risalgono al 2009, quindi fanno riferimento a esercizi di amministrazioni precedenti». Precisato il periodo finito sotto i raggi X, l’assessore al Bilancio sottolinea quella che chiama «l’anomalia» dell’indagine; e cioè «che due dei quattro questionari usati dal Copaff, sono gli stessi alla base dell’analisi compiuta dal ministero degli Interni non più di tre mesi fa e che vedeva il Comune di Rimini come tra quelli più virtuosi rispetto ad altre amministrazioni simili per dimensioni e popolazione»”, Corriere (p.6).


Vertice Hera-Comune. “PARLERANNO di fogne, e non soltanto di quelle. Perché l’incontro di oggi tra Andrea Gnassi, il direttore generale di Hera Roberto Barilli e il nuovo responsabile dell’azienda per la provincia di Rimini, Tiziano Mazzoni, è il primo ufficiale da quando il sindaco ha sparato a zero su Hera per i problemi causati dal biodigestore, il nuovo impianto per il trattamento dei rifiuti a Ca’ Baldacci… DIFFICILE che non si parli oggi nuovamente della ‘grana’ dei rifiuti di Ca’ Baldacci, anche se il vertice di stamattina a palazzo Garampi in realtà, era in calendario da tempo. Gnassi vuole fare con Hera il punto sul piano da 137 milioni di euro, previsto dal Comune per riuscire finalmente, nel giro di pochi anni, a eliminare otto degli undici scarichi a mare, e ridurre fortemente gli sversamenti degli altri tre. Al momento, dei vari interventi previsti, l’unico a essere partito è il progetto di sistemazione della rete fognaria Rimini Isola, ovvero a San Giuliano. I lavori del raddoppio del depuratore di Santa Giustina, uno degli interventi maggiori (e più costosi), partiranno solo il 15 maggio. Tutti gli altri interventi in programma, dalla conversione del depuratore Marecchiese alla vasca di laminazione dell’ospedale alle altre opere, sono ancora o in fase di progettazione, o attendono i permessi e le autorizzazioni”, ilCarlino (p.6).
“«Affermazioni ridicole e offensive sull’impianto rifiuti di Ca’ Baldacci: i cittadini non sono stati informati». E’ un attacco frontale quello dei residenti della zona in cui è sorto il nuovo biodigestore: nel mirino finisce Hera, dopo l’uscita di sabato in cui la multiutility ha chiarito che la comunicazione, riguardo l’impianto della discordia, è stata fatta in modo capillare… Nel mirino Comune e Provincia. Nel gorgo della polemica non finisce comunque solo Hera. Già, perché i cittadini, dopo l’incontro in cui Gnassi ha messo alle corde Hera chiedendo risposte in tempi brevi, si domandano «perché sono state firmate le autorizzazioni da parte del Comune e della Provincia per la costruzione dell’impianto?»”, Corriere (p.11).


Univesità. “Più autonomia. E’ la forte richiesta avanzata dalla Provincia per bocca del suo vicepresidente Carlo Bulletti, primario dell’Ausl e con un posto in giunta in quota Idv. A pochi giorni dalla nomina dei nuovi coordinatori dei campus romagnoli (per la riviera è stato eletto Antonello Scorcu), Bulletti avvisa: «E’ molto probabile che se il destino di un polo venisse lasciato senza autonomie di reclutamento docenti, il destino di Rimini sarebbe segnato da Bologna e le discussioni su quale prospettive a medio/lungo termine avrebbe Rimini sarebbero aleatorie. Tutto verrebbe deciso altrove»”, LaVoce (p.12).


Inps non è più cliente di Carim. “Non c’erano più le condizioni per proseguire. E’ questa la motivazione trapelata da Carim e Inps per giustificare la decisione di intraprendere due strade diverse. L’Istituto nazionale per la previdenza ha infatti scelto di usare Unicredit di Corso d’Augusto come istituto di appoggio, soprattutto per il pagamento di trattamenti di fine rapporto (Tfr). Stiamo parlando di un giro di affari importante, da 8 milioni di euro all’anno: solo nel 2012, segnalano dall’Inps, sono stati oltre mille i pagamenti disposti, e circa 200 i clienti che ogni mese sono stati coinvolti. Nonostante le cifre da capogiro, Carim ha però optato per non offrire le stesse condizioni economiche che venivano fornite fino allo scorso anno”, Corriere (p.5).

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Rimini | “Sgomento e sofferenza”, le parole del vescovo Lambiasi sulla rinuncia del Papa


“Sgomento e sofferenza”, usa queste parole il vescovo di Rimini, monsignor Francesco Lambiasi, per descrivere lo stato d’animo che lo ha colto alla notizia della rinuncia al pontificato di papa Benedetto XVI. Le parole del pontefice hanno raggiunto il vescovo Francesco in viaggio alla volta di Bologna, per visitare il sacerdote riminese don Roberto Zangheri che versa in condizioni di salute molto delicate.


È una scelta, la sua, da cui traspare un alto senso di responsabilità – spiega il vescovo di Rimini – e nella quale si ravvisa la stessa umiltà e disponibilità con cui quasi otto anni fa intraprese il Pontificato. Qualche ora dopo la sua elezione, dichiarò alla folla riunita in piazza San Pietro, di sentirsi come «un semplice e umile servitore della vigna del Signore». Con questi atteggiamenti Benedetto XVI ha guidato giorno dopo giorno la barca di Pietro e con questi sentimenti conclude il suo servizio pontificale. Tutta questa vicenda ci invita a grande preghiera per rendere grazie al Signore per avercelo dato come Pontefice, sicuri che Benedetto XVI continuerà a servire la Chiesa con il suo sacrificio e la sua grande preghiera”.


Monsignor Lambiasi, che aveva incontrato Benedetto XVI pochi giorni fa, il 4 febbraio in occasione della visita ad limina, “sente di esprimere profonda e cordiale riconoscenza al Santo Padre per la grande fede con la quale ha vissuto tutto il suo Pontificato, fino a questi giorni”.  Appena una settimana fa, dunque, il Papa “aveva accolto con attenzione paterna la relazione sulla Chiesa riminese, era rimasto ben impressionato dalla fotografia della Diocesi “scattata” dal Vescovo Lambiasi, in particolare dal clima di comunione, dalla vivacità del laicato e della vita consacrata, e dalla vitalità della diocesi, e aveva incoraggiato a proseguire in questo positivo cammino”.

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Rimini | Università, Qualità della vita, Bulletti: Spetta al territorio sostenere dipartimento con docenti qualificati


“Consolidare alcune lauree brevi a forte impatto di richiesta sociale, ma anche investire risorse proprie per dipartimenti ad alto carico di innovazione e sviluppo”, è l’unica strada per salvare il polo universitario riminese dal crollo delle iscrizioni che sta caratterizzando tutti gli atenei (la bolognese Alma mater è al meno 20 per cento) secondo Carlo Bulletti (Idv) vicepresidente della Provincia di Rimini. Strada percorribile, aggiunge Bulletti, “innanzi tutto attraverso la iniezione di un corpo docenti incardinati. Su questo, a mio avviso, l’area riminese si giocherà il proprio futuro”.


Il fenomeno è eterogeneo e secondo Bulletti ha diverse motivazioni, a partire dallo “scarso differenziale remunerativo tra chi è laureato e chi non lo è, tra chi studia e chi si impegna con un lavoro, magari in proprio; l’assenza di meritocrazia negli ascensori sociali dell’occupazione in Italia; la sfiducia. Se questa modalità di non selezione della classe dirigente non verrà radicalmente mutata, la rinuncia ai saperi si rivelerà un colpo mortale prima di tutto per i territori”.


Rimini ha davanti a sé una possibilità. “Dia gambe ed energia alla tipologia di formazione insistente sul suo territorio. Abbiamo un dipartimento di Scienza della qualità della vita. Ambizioso e con due possibili destini a breve termine: a) quello dell’insuccesso, se mal definito perché privo di investimenti sulla formazione e chiarezza sui professionisti che ne debbano uscire; b) quello del successo, se il territorio (e nessun altro) vorrà chiarire il contenuto del dipartimento e sostenere un corpo docente nutrito e molto qualificato”.

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Rimini | Carceri, Casa madre del perdono nel progetto regionale Acero


Per 45 detenuti si aprono le porte di tre case di accoglienza, dalla riminese Casa madre del perdono alla ferrarese Viale K fino alla reggiana L’Ovile. Il progetto è regionale e si chiama Acero. Ospitate in queste tre realtà le persone potranno scontare la pena fuori dal carcere ed essere accompagnate al reinserimento sociale. Per altri 90 detenuti (in esecuzione penale esterna e ai domiciliari), inoltre, è prevista l’attivazione di percorsi di inserimento lavorativo.
“Il progetto – ha spiegato l'assessore regionale Teresa Marzocchi – si rivolge a detenuti comuni che non avrebbero altra possibilità di detenzione alternativa se non in una comunità, perché senza casa o famiglia. A loro vogliamo offrire un’occasione di reinserimento sociale attraverso lo strumento fondamentale della formazione e del lavoro”.


“Acero” nasce dalla fusione di due parole, “accoglienza” e “lavoro” ed è finanziato dalla Cassa delle Ammende (ente del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria) e dalla Regione (Assessorati alle politiche sociali e al lavoro). In particolare, i percorsi di inclusione lavorativa già partiti sono realizzati con risorse del Fondo sociale europeo (Fse) e della Regione, per un costo anche questo biennale di circa 655mila euro, con il coinvolgimento di Assessorati regionale e provinciali alla formazione e lavoro, comitati locali dei nove Comuni sede di carcere, Conferenza regionale Emilia-Romagna Volontariato e Giustizia a Confcooperative, Legacoop, Cna, Confartigianato, Agc italiane (Federazione regionale Emilia-Romagna).

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Rimini | Burocrazia e sprechi, Brasini precisa sui dati della commissione ministeriale


L’assessore al bilancio del Comune di Rimini, Gian Luca Brasini, prende le distanze dai dati della Commissione ministeriale per l'attuazione del federalismo fiscale pubblicati oggi da IlSole24Ore. “Innanzitutto è importante precisare che i dati risalgono al 2009, quindi fanno riferimento a esercizi di amministrazioni precedenti”.


L’assessore prima spiega che “oggetto dell’analisi sono quattro questionari sui fabbisogni standard composti di 250 pagine di formule per ogni questionario, quindi si tratta di un migliaio di pagine di formule: non proprio un’indagine nel solco della semplificazione e che persegue l'obiettivo della trasparenza amministrativa”.


Poi rileva una “anomalia”. “Due dei quattro questionari usati per l’indagine – fa notare Brasini – sono gli stessi alla base dell’analisi compiuta dal Ministero dell’Interno non più di tre mesi fa e che vedeva il Comune di Rimini come tra quelli più virtuosi rispetto ad altri Comuni simili per dimensione e popolazione. Una virtuosità che era stata premiata riducendo il taglio delle risorse per il Comune da un milione a 547 mila euro”.

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"Dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma"


Carissimi Fratelli,
vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa.
Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino.


Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato.


Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice.


Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice.


Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio.


Dal Vaticano, 10 febbraio 2013


BENEDICTUS PP XVI


(da http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350430)

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Rimini, il fascino politico della signorina 5 Stelle


Signorina Giulia Sarti che effetto le fa essere capolista alla Camera a 26 anni? Per dirla con la Cinquetti, quasi non ha l’età… La candidata del Movimento 5 Stelle si lascia andare ad una fresca risata romagnola: “Beh, sono cinque anni che faccio politica. Ho cominciato nel 2007 quando ancor il movimento non esisteva, era agli albori. Per me era un modo di essere informata, di partecipare come cittadina. A quel tempo non si pensava alla presenza nelle istituzioni”. E invece adesso è in giro a cercar voti per entrare a Montecitorio… “Sa cosa le dico? A me non interessano i voti, mi basta che due o tre persone che contatto cambino il loro modo di vivere, di guardare la realtà, di compiere le loro scelte”.
Interessante, ma vediamo se la candidata “grillina” ce l’ha il curriculum come un buon politico da Terza Repubblica. Studi? “Diplomata al liceo Einstein con un votaccio 62/100 e laureata in giurisprudenza con 100/110, tesi sui referendum abrogativi”.
Beh, se non altro con il tempo è migliorata. Immagino che non abbia mai lavorato… “Volevo iscrivermi ad un Master sui diritti umani e in novembre prossimo iscrivermi alla scuola di specializzazione per le professioni legali. Poi sono arrivati i risultati delle parlamentarie ed eccomi qua”. Quello del deputato rimane sempre un mestiere ben pagato. “Per me è una fase, poi mi troverò un mestiere”. Sì, ma fra cinque anni non è che le viene la voglia di vivere di politica, oltretutto trovare un lavoro a 31 anni diventa difficile. “ E chi l’ha detto? No, non mi lascerò prendere la mano, altrimenti non sarei nel movimento”.
Andiamo avanti con il curriculum. Lingue straniere? “Parlo e scrivo in inglese abbastanza bene”. Altre militanze oltre a quelle con Grillo? “Partecipo alla Casa della legalità e della cultura di Genova, e partecipo al movimento delle agende rosse, quello di Salvatore Borsellino”.
Per fare il deputato bisogna essere persone di relazione, quanti numeri telefonici ci sono nella sua rubrica? “Tremila, forse anche di più”. Non esageriamo… “E’ vero, in questi anni ho organizzato incontri, conferenze, dibattiti. Quindi ho i numeri di semplici cittadini, magistrati, giornalisti…”. Allora ha anche amici influenti a Roma? “Se intende una rete clientelare, proprio no”.
Ha buoni rapporti con gli avversari politici? “Noi non ci alleiamo con nessuno, ci confrontiamo solo sui progetti concreti”. Sì, certo, ma intendevo i rapporti umani. “Alcuni li sto conoscendo adesso. Non bisogna fare di ogni erba un fascio. Non sono tutti ladri e farabutti. Fatta salva la buona educazione, faccio però fatica a pensare di avere buoni rapporti con un Cicchitto o con un Bersani”.
La grillina – ci perdonerà se la chiamiamo così – sa anche tirar fuori le unghie. Che cosa aborre? “I privilegi, in generale lo scollamento fra politici e cittadini”. E chi stima? “Le persone acculturate”. E quindi chi detesta? “I saccenti e le persone prive di umiltà”.
Siamo in Parlamento, bisogna tagliare, da cosa si parte? “So bene che con il taglio dei costi della politica non si risolve il problema del dissesto finanziario, ma bisogna cominciare con il buon esempio. Magari anche qualche spesa militare superflua”.
Continuiamo con la politica. Una domanda è d’obbligo: quando voi grillini entrate nelle istituzioni, cadono molti castelli; le repliche della realtà, vedi Parma, sono pesanti. “Beh, il sindaco è insediato da pochi mesi, diamogli tempo. Sono più preoccupata dell’eredità che troviamo”. Appunto, per questo bisognerebbe essere più realistici, non trova? “Sono d’accordo, il concetto base è guardare alla realtà. Infatti la nostra prima attività è lo studio dei problemi e l’informazione dei cittadini. Quando avremo la maggioranza potremo risolvere tutti i problemi. Adesso l’obiettivo è formare dei cittadini informati”.
Proviamo a saggiare la competenza. Che differenza c’è fra una delibera e una determina? “Ehm, dunque… una è un atto monocratico…la determina la fa la giunta…”. Errore! È l’atto del dirigente! “E’ vero, mi sono confusa, se lo sa mio babbo che è dirigente in Provincia…”.
A proposito, che dicono mamma e babbo? “Mi rispettano, babbo tendenzialmente è più di centrosinistra. Però hanno visto che in questi anni con l’impegno politico sono cresciuta, che ero felice di fare queste cose…”.
Quindi il loro voto non dovrebbe mancare. “Non mi metto certo a fare campagna elettorale in famiglia. Piuttosto vorrei dire una cosa sul curriculum”. Prego. “Mi rendo conto che il mio curriculum è povero, ho appena 26 anni, ma penso non sia l’unico fattore. Ciò che conta è il lavoro sul territorio di questi anni, gli incontri, le relazioni, …”. Anche noi di Inter-Vista per una volta siamo d’accordo.

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Rimini | Comune: 4,4 mln di sprechi nella pa


Sprechi e pubblica amministrazione. Secondo l’indagine di Copaff, la Commissione per l'attuazione del federalismo fiscale, pubblicata oggi da Ilsole24Ore (analisi di Gianni Trovati) il Comune di Rimini ogni anno spende 29 milioni in burocrazia, una somma pari al 18 per cento in più del suo fabbisogno. In termini di valori assoluti, secondo la geografia degli sprechi tracciata da Copaff, l’amministrazione comunale riminese dovrebbe iniziare a pensare per la sua macchina a un risparmio di 4,4 milioni di euro spendendone sui 24,6 (secondo i parametri ministeriali).

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