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Rimini | Elezioni. Tra Pd e Pdl è ancora scontro sulle tasse


Lo scontro elettorale a Rimini ha abbandonato il problema delle fogne per navigare decisamente verso le acque non maggiormente limpide del fisco. “Curioso che proprio da Sergio Pizzolante arrivi al Pd l'accusa di essere il “partito delle tasse”. Gli vorremmo ricordare che ad ogni campagna elettorale Berlusconi ha sempre fatto della riduzione delle tasse il suo cavallo di battaglia, eppure durante i suoi anni di governo non vi è traccia di calo della pressione fiscale, tutt’altro. Solo un dato: le ultime manovre del 2011 hanno portato la pressione fiscale dal 42,6% del 2008 al 44,9% del 2013, un aumento del 2,3% (dati dalla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza)”, dicono Emma Petitti, nella duplice figura di segretario e candidato, e i candidati riminesi del Pd


Invece, spiega Petitti, il Pd, “partito dell'equità” vuole: “completare il federalismo demaniale, rimodulare i canoni (l'onorevole Pizzolante, esponente della maggioranza del governo Berlusconi, poteva intervenire per superare le attuali disparità), superare la discussione sull'Imu rivedendo le norme nazionali, salvaguardare le caratteristiche del nostro turismo, continuare a dotare di risorse adeguate i progetti di salvaguardia della costa”.


Rispetto alla questione del rinnovo delle concessioni demaniali (questo sì, in realtà, un cavallo di battaglia dell’avversario Pizzolante) ribadisce anche che “il Pd si impegnerà per riaprire la discussione con la Commissione europea sulle concessioni e superare l’attuale incertezza normativa”.


Dal centrodestra, stuzzicato Pizzolante risponde consigliando ai colleghi di centrosinistra di non guardare ai “dati di partito. Piuttosto guardino quelli procurati dalla Cgia di Mestre (guidata dall’ex candidato del Pd alla presidenza della Regione Veneto, Giuseppe Bortolussi, ndr), che dimostra come le tasse siano sempre scese durante i governi Berlusconi per risalire durante i governi della sinistra e soprattutto durante il governo Monti che loro vogliono come futuro alleato”.


Dai numeri ai contenuti, il deputato del Pdl dichiara, “francamente”, di “non aver capito molto” “delle cose che racconta la Petitti, scopiazzando il programma del Pd già confuso di per sé sulle tasse e sul turismo. Ciò che, invece, è chiarissimo è che anche lei si associa alla curiosa idea del suo sindaco di mettere la tassa (imu, ndr) sull’ombra degli ombrelloni. Una notizia che ha fatto il giro del Paese in queste ore e che ha strappato molti sorrisi”.

Venerdì, 08 Febbraio 2013 16:00

balletto amarcord

Omaggio a Federico Fellini domenica 10 febbraio al Teatro Novelli (ore 21, fuori abbonamento) con il balletto Amarcord, ispirato dal capolavoro del maestro riminese, con Sabrina Brazzo, prima ballerina del Teatro alla Scala, e Nicolò Noto e con i ballerini di Danzitalia Italian Touring Dance Company Diego Millesimo, Sergio Nigro, Rossela Lucà, Grazia Striano, Veronica Maritati, Giacomo Deleidi, Giada Pallara, Calogero Failla, Vittoria Pellegrino e Raffaele D'Anna
Musiche di Nino Rota, Marco Schiavoni, Alfred Schnittke, Glenn Miller e canzoni popolari degli Anni Trenta. Le scenografie sono di Carlo Centolavigna, costumi di Roberta Guidi di Bagno, disegno luci di Alessandro Caso. Coreografia e regia Luciano Cannito . I biglietti possono essere acquistati in prevendita alla biglietteria del Teatro Novelli (via Cappellini, 3, tel. 0541/793811) dal lunedì al sabato dalle ore 10 alle ore 14. Si possono acquistare i biglietti anche con prenotazione telefonica dalle ore 12 alle ore 14 o tramite posta elettronica (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) indicando obbligatoriamente un recapito telefonico. Le prenotazioni inviate per e-mail si intendono valide solo se riconfermate dalla biglietteria e se pervenute entro il periodo di prevendita dello spettacolo richiesto. Apertura serale della biglietteria nei giorni di spettacolo: ore 19.30.

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Rimini | Aeroporto, Rimini batte cassa in direzione San Marino


Aeroporto, Rimini batte cassa con San Marino. Il fronte è compatto, dal sindaco Andrea Gnassi all’assessore al turismo della Provincia Fabio Galli, con chiosa finale di Lorenzo Cagnoni, presidente del gruppo RiminiFiera. L’occasione è offerta dall’ufficializzazione dell’operatività della collaborazione tra Rimini e San Marino, dei rispettivi convention bureau, in fatto di congressi internazionali. Al tavolo c’è anche il ministro degli Esteri del Titano Pasquale Valentini. Sono tutti d’accordo che in fatto di turismo bisogna iniziare sempre di più, già da adesso a livello di promozione, a considerare la riviera e il Titano un tutt’uno.


Il primo a scoprire le carte è il sindaco. “Siamo un’unica terra – dice Gnassi – abbiamo lo stesso dialetto, e abbiamo lo stesso bisogno: portare la qualità della nostra offerta a livelli appetibili per i nuovi flussi internazionali. Noi, per esempio, non siamo ancora all’altezza di raccogliere la sfida che ci viene, per esempio, dal bacino turistico che è la Cina. E’ necessario iniziare ad avere rapporti solidi e maturi nelle cose che contano. Una di queste è l’aeroporto”.


Sulla stessa scia Galli che, dopo aver lanciato l’idea di una promozione turistica comune, dirotta su Miramare. “Lo sviluppo dell’aeroporto è centrale per il futuro di questo territorio, se lo si lega al settore congressuale ancor di più. Riteniamo che il rango di internazionalità del Fellini sia fondamentale. Questa sarà tra le questioni che dovremo affrontare con il nuovo governo. Quell’infrastruttura significa accessibilità del nostro territorio per i bacini internazionali”.


Poi Roberto Berardi di Convention bureau Riviera prova a cambiare discorso. “La raggiungibilità è un tema significativo per chi organizza un evento internazionale, ma non è l'unico elemento che si valuta. Basti pensare che noi abbiamo in calendario per il 2013 già otto eventi confermati e abbiamo ricevuto 43 richieste solo nel primo mese. Certo un aeroporto funzionale sarebbe il massimo, ma noi non ci fermiamo di fronte a questa criticità”.


Parole che non fermano Cagnoni, che anzi affonda la lama. “Noi faremo certamente la nostra parte fino in fondo – dice il presidente – per far funzionare il palas, ma siamo molto coscienti che il problema della scarsa accessibilità per via aerea va superato in un tempo che sia accettabile. I problemi del Fellini sono tali che non credo si possano spazzolare via nello spazio di un mattino, le condizioni dell’aeroporto sono serie e se non capite fino in fondo non saranno migliorate. Credo che il ruolo della Repubblica, a fianco di tutta una serie di altre condizioni che si devono verificare, non possa essere trascurato. Se vogliamo mettere sul binario giusto il Fellini bisognerà sistemare bene la questione del rapporto con la Repubblica. Magari iniziando a concordare approfondimenti concreti e veloci già nei prossimi giorni”.


Valentini, tirato in mezzo, spiega che quello romagnolo allargato, è un “territorio che non può essere concepito che in maniera unitaria. E’ d’auspicio che le scelte nazionali che tra i due Stati proseguano su questa strada. Vale per l’aeroporto, ma anche per l’uscita di San Marino dalla black list”.

Venerdì, 08 Febbraio 2013 09:52

GIORNALAIO 08.02.2013

giornalaio

Biodigestore, sindaco da accusato ad accusatore. Imu sulle cabine? Sarebbe come pagarla per una panchina (spiegano i bagnini). Elezioni, in arrivo Franceschini, Brambilla e Alfano. La guerra di San Patrignano


Biodigestore, il sindaco cerca di rifarsi un’immagine. “UNA PRIMA VITTORIA i cittadini l’hanno ottenuta. Da Stefano Vitali ad Andrea Gnassi, fino a Hera (presente con l’ingegner Enrico Piraccini), tutti hanno ammesso l’altra sera, nel faccia a faccia con il comitato ‘Uptown’ e i residenti - a cui hanno preso parte 70 persone - che sul biodigestore di Ca’ Baldacci «potevamo fare di più. Non c’è stato dialogo con i residenti, e sono stati sottovalutati i problemi e i disagi che l’impianto avrebbe creato». Ma i dubbi e le perplessità restano sul biodiogestore, anche dopo l’incontro fiume di mercoledì sera a palazzo Garampi, durato quasi cinque ore. Tantissimi gli interventi dei cittadini, che hanno consegnato un voluminoso documento a Gnassi e Vitali sull’impianto. Giancarlo Stambazzi (fratello di Mauro, direttore di Arpa, presente in sala) ha ricordato tutto quello che hanno dovuto subire i residenti in questi anni”, ilRestodelCarlino (p.4) che commenta: “DA GRANDE ACCUSATO a grande accusatore. Nel confronto serrato coi cittadini di Ca’ Baldacci, Andrea Gnassi è riuscito nell’impresa di finire la riunione come se fosse lui il paladino della rivolta contro il biodigestore”.
Sono state inoltre messe subito sul tavolo proposte per riconoscere i disagi ai residenti. «E' una discussione che si può aprire sull'eventuale Tares o magari sulle aliquote Imu»". Il presidente Vitali concorda: «Visto che Coriano prende 600mila euro l'anno per l'inceneritore non vedo perché non debba essere risconosciuto il danno anche ai residenti di Ca' Baldacci». Non nasconde tuttavia che c'è stata «una sottovalutazione di questi disagi secondari perché non sono stati presi in esame durante l'iter per le autorizzazioni». I residenti sono stati però molto chiari: «Non vogliamo soldi da nessuno, vogliamo la nostra vita»”, NuovoQuotidiano (p.7).
Nel corso dell’incontro a Palazzo Garampi è stato anche fatto notare come si stia assistendo ad una svalutazione del mercato immobiliare della zona. Proprio per questo sarebbe necessario che venga chiuso definitivamente il sito della discarica, per restituirlo al territorio come area verde e non con pannelli solari come da progetto SolarHerambiente già autorizzato. A questo proposito i residenti si augurano che il Comune non permetta più alcun nuovo sviluppo urbanistico del sito della discarica. Fuori programma il sindaco Gnassi si è detto pronto e disponibile ad una class action nei confronti di Enel, per via dell’impatto che anche la centrale elettrica ha sulla zona”, LaVocediRomagna (p.11).
Risposte entro due settimane. Ora il percorso di confronto è aperto. La portavoce del comitato, Garutti, spiega che «hanno capito la gravità del problema e sono pronti a darci le risposte». Prossimo appuntamento in Comune entro due settimane, quando saranno presentate le prime risposte, nero su bianco, sul biodigestore della discordia”, CorriereRomagna (p.3).


Imu sulle cabine. “L’IMU su cabine e ombrelloni? I bagnini cascano dalle nuvole. E rimandano la proposta al mittente (l’assessore al Demanio Roberto Biagini): «Le cabine sono strutture amovibili, e quindi per definizione non accatastabili.Per cui non possono essere soggette in alcun modo né all’Ici né all’Imu. Tantomeno gli ombrelloni, che senso ha?» dicono in coro Giorgio Mussoni, presidente Oasi Confartigianato, e Mauro Vanni, presidente della Cooperativa bagnini di Rimini sud. «LE CABINE — insiste Vanni — sono paragonabili a un tavolino, a una panchina o un arredo: non credo si possa far pagare l’Imu a una panchina. Mi sembra una... sciocchezza bella e buona”», ilCarlino (p.9).
“L’assessore chiede un passaggio in più: trovare la norma che consenta di applicare i tributi. «Allora dico di più. Se poi dovesse essere dovuto, facciano attenzione: tutto quello che viene imposto alle imprese, si scarica sugli utenti (che poi sono i turisti). Stiamo attenti. Mi chiedo, senza polemiche: conviene all’offerta turistica riminese, chiedere modifiche in tal senso? Il Comune, come tutti, ha necessità di far soldi, però rendiamoci conto che nelle municipalizzate ci sono milioni di deficit, anche nelle strutture ultime nate. Bisognerebbe guardare queste partite. La strada delle imposte non la vedo bene. Non faremmo gli interessi dei nostri territori»”, spiega Giorgio Mussoni (Oasi) al Corriere (p.5).
Noi abbiamo l’ossessione di togliere le tasse, loro di aumentarle. Noi sta per il Pdl, loro il Pd. L’onorevole Sergio Pizzolante, ri-candidato alla Camera, non gliela lascia passare liscia al Comune di Rimini, in particolare all’assessore Roberto Biagini, che giusto ieri ha annunciato la possibilità di introdurre l’Imu su cabine e zone d’ombreggio, d’intesa con agenzia del Demanio e agenzia del Territorio. Tanto per cominciare. «Un anno fa ho messo intorno ad un tavolo Comune di Rimini e Comune di Riccione con le agenzie regionali del demanio e del territorio, per individuare una soluzione per i locali con pertinenze per i quali erano esplosi i canoni demaniali dopo la finanziaria di Prodi del 2007. Si era individuato un percorso per rivedere valori Omi, classificazioni, computo della superficie dove applicare i canoni. Bene, i sindaci e l’assessore Biagini dovevano riconvocare il tavolo costruito faticosamente e invece sono spariti»”, LaVoce (p.13).


Fogne. LaVoce (p.11) è andata a vedere a che punto è il cantiere Rimini Isola. “al parco Marecchia molte aree verdi sono state recintate. Nessun segno di attività. Dalla ditta ci dicono che il cantiere è in corso ma la bonifica bellica è soggetta ad autorità militari che hanno i loro tempi. Eppure Hera ha aggiudicato l’appalto in giugno 2012 e consegnato i lavori in luglio, come l’azienda ci spiegò a suo tempo. A ottobre ci venne detto che mancava poco all’apertura del cantiere, a dicembre il Comune ci disse che stava aprendo… “non tutti i riminesi sanno” che l’opera contemplata nel Piano d’ambito di Ato ed enti locali, è stata finanziata in buona parte con gli aumenti tariffari del triennio 2002/2004, e per altra parte con risorse regionali e comunali già incassate da anni. Tradotto per il lettore: abbiamo cominciato a pagare nel 2002, cioè undici anni fa, un’opera pubblica il cui stato d’avanzamento è la plastica arancione attorno a un rettangolo d’erba”.
Centocinquantamila euro. Sfiora quasi questa cifra l’importo delle sanzioni amministrative che la Provincia di Rimini ha comminato ad Hera in seguito a irregolarità riscontrate negli ultimi quattro anni, dal 2008 al 2012, negli impianti di depurazione e nel sistema della fognatura. Si tratta in tutto di 60 ordinanze di ingiunzioni emesse a causa del superamento nel valore di alcuni indicatori. Sono stati riscontrati da Arpa, l’ente che ha la competenza di vigilare e di trasmettere la violazione alla Provincia, livelli non regolari di azoto e di escherichia coli”, Corriere (p.3).


Edilizia. “PER LA NUOVA SCUOLA elementare dovranno attendere fino al settembre 2014 (se va bene). Ma per i riminesi che abitano al Villaggio Primo Maggio arriva finalmente una buona notizia. Da palazzo Garampi è giunto il sospirato via libera per la nuova palestra di via Bidente, che sarà realizzata dalla Gecos. Un’opera ampiamente prevista dagli accordi che erano stati presi tra il Comune e l’azienda (la palestra fa parte delle opere pubbliche che la Gecos si era impegnata a costruire in cambio della lottizzazione di Villaggio Primo Maggio), e attesa da quasi dieci anni. IN QUESTI GIORNI gli uffici del Comune hanno rilasciato alla Gecos il permesso per costruire. L’impresa dovrà iniziare i lavori entro un anno, e a garanzia dell’opera ha depositato una fidejussione di quasi 2 milioni di euro”, ilCarlino (p.11).


Elezioni. Sulla Voce (p.14) il Partito repubblicano italiano con Francesco Bernucci e Giulio Gherardo Starnini. Fino ad ora sembrano gli unici a mettere insieme turismo e cultura. “Il turismo coniugato con la cultura, nella sua espressione più ampia, e con la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio, rappresenta sicuramente il settore in cui fin da ora possono trovare occupazione i giovani ed i lavoratori più in generale espulsi in massa dalla industria manifatturiera non più in grado, sul nostro territorio, di reggere la concorrenza extracomunitaria. La costruzione di nuovi contenitori per la esposizione delle innumerevoli opere d’arte attualmente rinchiuse nei sotterranei del musei, il restauro e la modernizzazione dei Musei esistenti, la valorizzazione delle opere di architettura e di urbanistica, la riqualificazione dei centri storici, se ben gestiti, sono fonti di lavoro e di reddito e attraverso rinnovati più motivati flussi turistici, un costante arricchimento delle casse dello Stato”.
Calendario. “Va detto, la campagna elettorale in loco stenta a decollare. I candidati battono il territorio e dei big che scaldano le folle ancora non c’è traccia. Pd e Pdl in queste ore corrono ai ripari e nei prossimi giorni schierano qualche “pezzo da novanta”. Si comincia con Franceschini e la Brambilla. Poi c’è Alfano”, Corriere (p.6).


Asili. “Sedersi attorno a un tavolo, discutere, seguire le leggi e soprattutto il buonsenso: è l’invito di Stefano Brunori, capogruppo dell’Italia dei Valori in consiglio comunale, alla giunta di palazzo Garampi sul caso degli asili comunali Bruco Verde e Cerchio Magico. “Ci sono i margini per discutere e rivedere i criteri per l’appalto”, dice Brunori con riferimento all’Asp Valloni e il rinnovo della convenzione col Comune di Rimini per la gestione. L’IdV si mette dalla parte delle “decine di mamme” che protestano”, LaVoce (p.14).


La guerra per San Patrignano. “«Ho visto mio figlio massacrato da queste persone. C’è solo odio, malvagità e cattiveria. Sono stati spietati. Abbiamo cominciato per fare del bene e ci siamo ritrovati con i talebani. Se ne sono impadroniti». E’ uno sfogo doppio quello che Maria Antonietta Cappelli Muccioli, la vedova di Vincenzo Muccioli, il fondatore di San Patrignano, fa attraverso le reti Mediaset nella trasmissione andata in onda ieri mattina a Mattino cinque, dopo l’intervista sul settimanale Gente dei giorni scorsi”, Corriere (p.8).
Nel pomeriggio di ieri è arrivata, puntuale, la replica di Sanpa. «Siamo oggetto di una campagna di denigrazione senza precedenti ed è triste constatare che tutto ciò avvenga per mano di chi professa di detenere saldamente nelle mani le radici dei valori fondanti della comunità...». Un abbandono, ribadiscono da Sanpa, che «non è stato determinato dalla famiglia Moratti nel tentativo di impossessarsi di San Patrignano, così come affermato da Antonietta Muccioli, bensì da un lento e inesorabile declino che stava portando la comunità ad una condizione di insostenibilità, sia economica che sociale. La presa di coscienza di tutto questo, e il dibattito interno tra Andrea e i responsabili della comunità, hanno portato così al doloroso addio nell’estate 2011». E ancora: «Gianmarco e Letizia Moratti, definiti come i meri finanziatori della comunità, sono in realtà da sempre elementi integrati nel nucleo fondante della comunità, e anche nell’estate del 2011 hanno fornito tutto il loro sostegno e la loro vicinanza a Sanpa»”, ilCarlino (p.11).


Maggioli a processo, “la Camera di commercio alza le barricate”, Corriere (p.4). “Quanto al rinvio a giudizio, il vicepresidente della Camera di commercio Salvatore Bugli lo definisce «un risultato prevedibile. E’ chiaro che vale la presunzione di innocenza, per capire occorre aspettare che si completi il percorso che lo vede imputato assieme ad altri. Si tratta di vicende che, certo, lo riguardano come imprenditore e presidente della camera di commercio e vanno chiarite in sede processuale. Vicenda che va ritenuta distinta dal ruolo che lui svolge, se si riterrà opportuno, faremo le valutazioni del caso. Fino a che non ci sarà un giudizio definitivo non credo si debba cambiare un’impostazione già ampiamente discussa negli organi camerali». Sulla stessa linea anche Mauro Gardenghi, segretario di Confartigianato”.

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Rimini | Sanpa: Dai Muccioli denigrazione senza precedenti


Dopo l’attacco sul settimanale Gente sono arrivate anche le parole dette da Antonietta Muccioli in tv a Mattino5 (Mediaset), stesso tenore anzi più dure. La comunità ha quindi deciso di rispondere. “Stiamo assistendo ad una campagna di denigrazione di San Patrignano che non ha precedenti ed è triste constatare che tutto ciò avvenga per mano di chi professa di detenere saldamente nelle mani le radici dei valori fondanti della Comunità: i suoi più stretti familiari”, riporta la nota. Le parole della vedova Muccioli sarebbero, secondo i responsabili della comunità, “frutto della esasperazione di situazioni personali che si sono determinate a seguito dell’abbandono della Comunità da parte del figlio Andrea”.


Spiegano perché il figlio del fondatore a un certo punto sia stato allontanato. “L’abbandono di Andrea non è stato determinato dalla famiglia Moratti nel tentativo di impossessarsi di San Patrignano, così come affermato da Antonietta Muccioli, bensì da un lento e inesorabile declino che stava portando la Comunità ad una condizione di insostenibilità, sia economica che sociale. La presa di coscienza di ciò e il derivante dibattito interno, che si è generato tra Andrea Muccioli e molti dei responsabili della Comunità sulle modalità e le strategie di gestione della struttura, hanno evidenziato l’impossibilità di ritornare ad una visione condivisa, portando al doloroso esito dell’estate 2011”.


Poi passano a difendere la famiglia Moratti. “Gianmarco e Letizia Moratti, definiti e vissuti nelle parole espresse oggi da Antonietta come i meri finanziatori della Comunità, sono in realtà da sempre elementi integrati nel nucleo fondante della Comunità e con essa hanno condiviso da sempre i momenti più difficili e significativi. Analogamente a quanto avvenuto nei momenti più difficili della vita di San Patrignano, anche nell’estate del 2011, nel momento in cui venivano messe in discussione le modalità e le strategie di gestione di Andrea Muccioli, la famiglia Moratti ha fornito tutto il proprio sostegno e vicinanza alla Comunità”.


Adesso la preoccupazione dei responsabili è per gli ospiti, 1.300, e per i loro familiari. “Tutto questo e il dolore che ciò ha provocato non giustificano le parole di Antonietta Muccioli che identifica la San Patrignano di oggi come un luogo in cui c’è solo odio, malvagità, cattiveria e spietatezza e dove non esistono più i valori attraverso cui è stata fondata. L’unica preoccupazione che ci deriva da questi attacchi è il senso di smarrimento e sfiducia che possono provocare nei ragazzi e nelle loro famiglie che ce li hanno affidati”.


Spiegano che a San Patrignano si coltiva ancora il “pieno rispetto dei principi e dei valori originariamente voluti sin dal momento della sua fondazione da Vincenzo Muccioli e dal gruppo di suoi amici cofondatori, molti dei quali ancora presenti in Comunità, continuiamo ad accogliere emarginati e tossicodipendenti in maniera completamente gratuita, senza chiedere nulla alle famiglie e neppure allo Stato. Anche i contenuti del percorso riabilitativo continuano ad essere fortemente saldati a elementi di solidarietà, condivisione e mutuo aiuto con una forte presenza di volontari tra i collaboratori”.

tortora-chiaro

Rimini | SanPa, vedova Muccioli: Moratti spietati con noi


"C'è stato un tradimento iniziale, adesso c'è solo odio, malvagità, cattiveria. Sono stati spietati": Maria Antonietta Muccioli, vedova di Vincenzo, fondatore di San Patrignano, torna sulla volontà di portar via la tomba del marito dalla comunità. Sotto accusa l'attuale gestione e Letizia e Gian Marco Moratti, primi finanziatori in contrasto col figlio Andrea che 18 mesi fa è uscito di scena.
"È stato massacrato perchè li divideva dalla possibilità di impadronirsi di San Patrignano". E ancora: "I Moratti in difficoltà, avevano bisogno di rifarsi l'immagine". (Ansa)

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Rimini. Giudici (Pdl) e il “bene comune in salsa cattocomunista”


Domandone. Cos’è il bene comune? Il Comune di Rimini da martedì ne ha data una definizione (sarebbe meglio dire limitazione) precisa nascosta dietro all’introduzione nello statuto di una norma secondo cui il “bene comune” è adesso tra i “principi fondamentali per l'azione amministrativa del comune”. Bello. Non fosse che nella delibera approvata, dove si fa espresso riferimento ai referendum, si dice a un certo punto, per esempio, che “beni comuni sono l’acqua, il territorio, le aree verdi, le spiagge, il patrimonio culturale e naturale, e tutti quei beni e servizi che appartengono alla comunità dei cittadini, e dei quali, dunque, alla comunità non può essere sottratto né godimento, né la possibilità di partecipare al loro governo e alla loro gestione”. C'è perlomeno una riduzione di bene comune a beni comuni.


La delibera dice anche che “è volontà dell’amministrazione di Rimini garantire i beni comuni: in quanto utilità funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali, nonché al libero sviluppo della persona; in quanto bene di appartenenza collettiva e sociale, oltre la distinzione pubblico-privato e proprietà-gestione; attraverso un governo pubblico partecipato; per un utilizzo equo e solidale; per tutelare le generazioni future; per tutelare i bei come l’acqua, quali condizioni imprescindibili per garantire, attraverso il diritto di ciascuno al minimo vitale giornaliero, il diritto alla vita”.


Quindi, il Comune di Rimini ha aggiunto all’articolo 3 dello statuto dopo il comma 3 anche un comma 3 bis che dice: “Il Comune di Rimini, anche al fine di tutelare le generazioni future, garantisce il pieno riconoscimento dei beni comuni in quanto funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali della persona nel suo contesto ecologico”. E il contesto morale, psichico, fisico, etico e via dicendo? Non è strano, allora che in prima battuta in consiglio comunale questa limitazione del significato di bene comune abbia fatto fatica a passare. Sarebbero stati necessari i due terzi dei voti. Hanno votato contro Pdl e Fratelli d’Italia. Martedì scorso con 22 voti su 32 più sindaco, a maggioranza è passato.


Parla di “bene comune in salsa ‘catto-comunista’”, Eraldo Giudici del Pdl. “Non è certo un gran risultato per l’assessore alle Politiche ambientali Sara Visintin per la sua proposta di introduzione nello Statuto del concetto di “bene comune”, piuttosto riduttiva, in senso tutto economicista, tipicamente marxista, con riduzione del "bene comune" a quei beni necessari alla sopravivenza di ciascun individuo; il che commuove un po’ tutti, specie quando si spiega che tali "beni comuni" devono essere gestiti garantendone l’accesso universale, la conservazione per le generazioni future in quanto funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali della persona nel suo contesto ecologico”.


Qual è allora il punto in cui alla commozione segue altro? “Quel che non ci ha visto d’accordo, per questo ci siamo astenuti, è stata proprio la riduzione del ‘bene comune’ ai ‘beni comuni’. Perciò, stuzzicati, abbiamo chiesto di sapere, proprio al riguardo dell'acqua, la fine che fanno le somme raccolte in eccesso da Hera, da Romagna acque, ecc. rispetto ai costi reali derivanti dalla gestione del ciclo idrico nella nostra città, che non vorremmo fossero solo i diritti fondamentali di coloro che stanno seduti sugli scranni delle nostre multiutilities”.
Su questo interviene anche Gennaro Mauro. “Mi domando – spiega - su cosa si volesse votassimo, dal momento che le amministrazioni comunali di sinistra hanno già venduto le acque del Marecchia a Romagna Acque e quindi hanno già provveduto a privatizzare il bene comune”.


Nonostante quel bene comune ridotto a “bene demaniale” che pende da martedì sulle teste di tutti i riminesi (con buona pace di Socrate e allievi) Giudici si auspica “ che l’attività politico-amministrativa sia davvero caratterizzata da passione per il “bene comune”, che per noi è innanzitutto passione ed impegno personale per il benessere di tutti, sotto tutti i profili, da perseguire nell’azione di mediazione politica, e non solo un nuovo codicillo introdotto all’articolo 3 dello Statuto”.
Lavorare per il bene comune è, dunque, “responsabilità di tutti, non può essere una mera enunciazione di principi, che sarebbe un pessimo risultato proprio per quel processo catto-comunista partito dalla Commissione Rodotà del 2008 cui si rifà la Visintin; processo che non si è affatto affermato col referendum in difesa dell’acqua pubblica, ahimè disatteso, com’era prevedibile. Proponiamo quindi di dare corso agli impegni assunti, adottando un provvedimento che imponga un parere di corrispondenza ai principi enunciati per tutti gli atti amministrativi emanati dalla Giunta e dal Consiglio del Comune di Rimini”.

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Rimini | Elezioni, Pizzolante su imu e tassa soggiorno


Imu sulle cabine dei bagni in spiaggia? Il candidato alla Camera del Pdl Sergio Pizzolante ha una sua storia da raccontare. “Un anno fa, dopo vari incontri, ho messo intorno ad un tavolo Comune di Rimini e poi Comune di Riccione con le agenzie regionali del demanio e del territorio per individuare una soluzione per i locali con pertinenze per i quali erano esplosi i canoni demaniali dopo la finanziaria di Prodi del 2007. Si era individuato un percorso per rivedere valori OMI, classificazioni, computo della superficie dove applicare i canoni. I sindaci e l’assessore Biagini dovevano riconvocare il tavolo costruito faticosamente, sono spariti”.


Interessate dalla questione “sono poche attività, una ventina in tutto, ma hanno fatto la storia della Riviera e sono un fattore competitivo per tutti, dal Rockisland al Gher alla Lampara. Parliamo di canoni arrivati a centinaia di migliaia di euro, più le more di Equitalia, se non si trova una soluzione molti sono costretti a chiudere, un danno incalcolabile, ma per Biagini, Gnassi e Pironi nessun problema, spariti. Ora Biagini ricompare e anziché riproporre all’agenzia del territorio e del demanio il problema dei maxi canoni, vuole maxi canoni e maxi Imu anche per gli altri. Più tasse per tutti. È la differenza più profonda tra noi e loro: noi abbiamo l’ossessione di togliere le tasse, loro di aumentarle. Quindi ricapitoliamo, il turista che viene a Rimini, nella terra dell’accoglienza, deve pagare la tassa di soggiorno quando va a dormire in albergo, contribuire all’Imu quando va sotto l’ombrellone o sotto la doccia o a cambiare il costume in cabina”.


Quella sui canoni è “una giungla” in cui “occorre fare ordine” così come nel loro “rapporto con il mercato”. Né “possono esserci concessionari confinanti dove uno paga centomila euro e l’altro mille, ma faccio tre osservazioni. Uno. Non hai titolo a occuparti di chi paga poco se non ti occupi di chi paga troppo, perché allora non è giustizia ma odio sociale e accanimento anti imprese. Due. Bisogna essere onesti e dire che nel computo del costo delle concessioni occorre mettere anche i servizi di pubblica utilità a carico dei privati: pulizia, spiagge, salvataggio, servizi sanitari. Tre. Gli operatori sarebbero pronti a discutere su un equilibrato adeguamento dei canoni di fronte alla certezza e alla stabilità delle concessioni. Non si può, cari Biagini e Gnassi, da una parte tifare per la cacciata dei bagnini con le gare, protestare contro le proroghe e nello stesso tempo smontare gli investimenti in spiaggia e invocare nuove tasse”.

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Riccione | Tassa di soggiorno, Confartigianato: Il Comune valuti attentamente. Non siamo qui per tappare buchi di bilancio


Perché solo che un anno fa la tassa di soggiorno era stata congelata, fatto che ha richiesto uno sforzo notevole sostenuto da imprese e cittadini, sottoposti al pesante prelievo di imu e addizionale comunale?”. La domanda se la fa la Confartigianato di Riccione che dice la sua sull’imposta che il Comune vuole introdurre nel bilancio in via di approvazione. La categoria precisa anche che “l’applicazione o meno è una decisione dell’amministrazione comunale, che dovrà adottarla in base alle proprie strategie ed ai propri bilanci. Crediamo tocchi all’amministrazione valutare la necessità di introdurla”.


Secondo Confartigianato sarebbe “opportuno” affrontare “il tema a livello dell’intera Riviera di Rimini, così da adottare una linea di condotta condivisa da tutte le amministrazioni, evitando l’introduzione di elementi che alterino la concorrenza fra imprese. Di certo non potremo accettare che l’eventuale non applicazione della tassa di soggiorno riveli la necessità di inasprire ulteriormente la pressione fiscale ed amministrativa sulle nostre imprese, perché significherebbe che è necessario tappare buchi di bilancio”.

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Rimini | Parcheggi, Renzi: Centro immobile, fermo ad almeno 10 anni fa


Dopo il dibattito in consiglio consumato tra maggioranza e opposizioni, il consigliere Gioenzo di Fratelli d’Italia, una delle opposizioni, entra nella vicenda dei parcheggi proponendo le sue soluzioni, anzi riproponendo visto che si riferisce a una mozione che ha presentato il 12 dicembre del 2002.  “Nulla è cambiato da allora in centro storico”, dice Renzi. I problemi sono sempre gli stessi. Dai pochi parcheggi liberi alla questione della destinazione delle monetine mangiate dai tassametri, fino alla proposta dell’assegnazione di “uno stallo gratuito ad ogni famiglia che abita in centro storico”.


Poi Renzi passa all’analisi dei numeri forniti dall’assessore Roberto Biagini: in centro storico ci sono 1849 posti auto, di cui 1035 su strada e 814 su aree di sosta (Gramsci, Santa Rita, Malatesta, Rocca, ecc.). Di questi: solo 252 sono liberi, 343 riservati alle R, 152 per i disabili, 147 per la sosta a tempo, 35 per gli Enti e Forze dell’Ordine, mentre 920 sono a pagamento (106 su strada e 814 nelle aree di sosta).
Da rilevare – fa notare Renzi – che i permessi R rilasciati per il centro storico sarebbero 2717, un numero di gran lunga superiore ai 343 posti riservati alle “R” e all’offerta complessiva attuale di 1849 posti auto. Per questo bisogna aumentare i parcheggi liberi non a pagamento e consentire a chi risiede nel centro storico e ha il permesso “R” di parcheggiare sugli stalli a striscie blu, non solo nella fascia oraria 12,30- 15,30 come oggi, ma senza limitazione oraria”.


Ci vorrebbero, continua il consigliere ex Pdl, più parcheggi,liberi, funzionali, nelle aree Stazione (Centro intermodale), Gramsci, Padane, e con un continuo servizio di navette elettriche. Ma i tempi sono sempre più lunghi. “Per l’approvazione dei progetti di finanza “Flori” e “Scarpetti” ci sono voluti più di cinque anni, e comunque i 370 posteggi del “Flori” e gli 899 dello “Scarpetti”, quando saranno pronti, saranno comunque a pagamento. E’ dal 2007 che in Consiglio comunale chiedo per il Parcheggio “Gramsci” di cambiare il sistema di pagamento dal tempo presunto della sosta in entrata a quello effettivamente utilizzato in uscita”.


E l’elenco degli atti presentati è lungo. “E’ dal 2008 che chiedo anche una riorganizzazione di tutti gli stalli per motocicli, per evitare la loro concentrazione in uno stesso punto o luogo abitato con problemi di inquinamento ambientale e acustico e un piano organico per le rastrelliere per biciclette in tutto il centro storico per consentire un agevole e sicuro parcheggio delle biciclette evitando il disordine e l’incatenamento selvaggio. Nella zona mare, è da eliminare subito sul lungomare il pericoloso sistema di parcheggi a “spina di pesce” istituito solo per ragioni di cassa, mentre per i residenti a Marina centro il permesso a pagamento di parcheggio nelle R, deve essere gratuito come nel centro storico. E’ dal 2009 che chiedo un Piano parcheggi per l’ospedale, riqualificando l’area parcheggio di via Stampa”.

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