Elogio di Lucio, Emma e Jamil, che ci mettono la faccia nella politica post pandemia
In queste ore di tregua dentro il Pd in attesa che il segretario regionale Paolo Calvano trovi la soluzione per evitare la temuta ordalia delle primarie; ora che nell’ambito del centrodestra prevale la spasmodica attesa del civico che non c’è, ecco questo è il momento giusto per tessere un elogio. E l’elogio è rivolto a Lucio Paesani, Emma Petitti e Jamil Sadegholvaad. Perché? La motivazione è tanto semplice quanto rilevante: perché in questo momento di disaffezione verso la politica, in questo periodo di pandemia in cui, sebbene a parole siamo tutti sulla stessa barca, tutti pensano a come salvare la propria salute e il proprio business; insomma, in questo scenario dove tutto potrebbe portare a pensare ai fatti propri, loro hanno deciso di metterci la faccia, di virare il loro impegno vero il bene comune. Questa giudizio è valido a prescindere dalle singole motivazioni personali per cui ciascuno di loro è sceso in campo. Queste magari le giudicheranno gli elettori, se questi nomi saranno sottoposti al loro esame. Sì, va comunque apprezzato chi pensa di poter dare un contributo alla casa comune e perciò decide di mettersi in gioco.
Abbiamo puntato i riflettori su Emma Petitti e Jamil sadegholvaad per sottolineare che il Pd è diviso, che è in corso una lotta feroce senza esclusione di colpi, che il partito storicamente egemone nel nostro territorio sembra aver perso la bussola. Militanti e dirigenti temono che lo scontro diventi un bagno di sangue a vantaggio degli avversari del centrodestra. Tutto vero. Però si rischia di sorvolare sul fatto che nel Pd ci sono due persone, due esponenti di rilievo, che desiderano correre per diventare sindaco di Rimini. Questo accade in un contesto in cui, come osserva oggi Antonio Polito sul Corriere della Sera, nessuno, tranne Carlo Calenda, vuole più fare il sindaco in una grande città. Ma non è solo questione di Milano o Roma, il giudizio riguarda anche le medie e piccole città. Le ragioni sono presto dette. Le casse dei Comuni sono vuote, non è più il tempo dei tanti cantieri e della soddisfazione di tagliare i nastri inaugurali. E poi quella del sindaco è diventata un’attività pericolosa: basta poco, manco te ne accorgi, e ti ritrovi indagato per abuso in atti d’ufficio. Non ci sono candidati perché non ci sono più i partiti che, un tempo, prendevano un giovane capace, lo eleggevano consigliere di quartiere, gli davano un incarico, lo mandavano in consiglio comunale; se il ragazzo confermava di avere la stoffa e le giuste capacità, poteva ambire a correre per fare il sindaco (o il consigliere regionale, o il deputato). Niente più di tutto questo. Dovrebbero essere felici, nel Pd, oltre che preoccupati per le primarie, che loro, di candidati con un cursus honorum più che rispettabile, ne abbiano addirittura due.
Ma nell’elogio è giusto ricomprendere anche l’imprenditore Lucio Paesani che da mesi sta organizzando un movimento che presenterà una propria lista, probabilmente apparentata con il centrodestra. E nell’area alternativa alla sinistra finora è l’unico che ci ha messo la faccia. Certo, c’è la Lega che con Jacopo Morrone da mesi cerca con il lanternino di Diogene il candidato civico che non si trova. Certo, c’è la panchina lunga di Fratelli d’Italia, ma tutti stanno tatticamente coperti in attesa dell’evolversi degli eventi. Il senatore Antonio Barboni con una battuta ha sostenuto che il Pd sta mettendo le cose in modo da far vincere il centrodestra ancora prima del voto. Ci sta, fa parte delle regole del gioco. Ma quanto tempo è (se mai ci fu) che non si vede nel centrodestra una competizione interna fra due candidati forti che scalpitano per sottoporsi al giudizio degli elettori. Se la memoria non tradisce, le cronache ci hanno sempre consegnato difficoltà nel trovare un candidato, dichiarazioni roboanti su presunti irresistibili candidati, salvo poi ripiegare su personaggi puntualmente perdenti. Se il civico imbattibile non si trova, se i partiti tradizionali non esprimono al momento alcuna candidatura di rilievo, allora elogio anche per Paesani, al netto delle sue caratteristiche personali e politiche.
Per scendere in campo, per metterci la faccia, occorre avere una spinta ideale, una amore per la città e i suoi abitanti, una visione del percorso che Rimini dovrà compiere nei prossimi trent’anni, un desiderio di rischiare in un’avventura in cui non ci sono garanzie. Ci sarà occasione di parlare di questo. La riflessione potrebbe partire dalla provocazione lanciata, sempre oggi sul Corriere della Sera, dallo scrittore Antonio Scurati. “Dov’è in noi, ora, su questa terra, sotto questo cielo occidentale, l’esaltante «senso della vita come qualcosa che può ricominciare da zero» di cui parlò Italo Calvino a proposito del clima psicologico e morale degli anni 50 in un’Europa ancora sommersa sotto le macerie della Seconda guerra mondiale?”. Dov’è oggi a Rimini – potremmo dire noi - chi ha una posizione umana che spinge con entusiasmo a ricominciare una costruzione dopo i disastri della pandemia?
Giustamente Scurati osserva che “Siamo sfiniti, indubbiamente sfiniti. Mai le nostre esistenze ci avevano sottoposto a una prova tanto dura sul piano della vita collettiva. Non è la nostra, però, soltanto un’invalidità di tipo psicologico. Ciò che ci manca è la politica”. Ragione per cui “Una prova terribile come quella del Covid non può che schiantarci se è vissuta da ciascuno di noi individualmente come privato cittadino ma può invece trasformarsi in una fatica ritemprante se da essa rinasce una dimensione politica”.
Allora viva chi oggi ha il coraggio della politica, sapendo di dover ricominciare da zero.
Valerio Lessi
Confcommercio: la fusione fra le fiere non penalizzi Rimini
“Gli operatori turistici e i commercianti della provincia di Rimini stanno guardando con una certa apprensione alle dinamiche che riguardano l’ormai prossima fusione tra le fiere di Rimini (Italian Exhibition Group Spa) e Bologna (BolognaFiere Spa). Un passaggio importante, fondamentale – spiega Gianni Indino, presidente di Confcommercio della provincia di Rimini - che in quest’ottica di fusione permetterà al nuovo soggetto di diventare il primo gruppo fieristico in Italia, il terzo d’Europa.
Numeri imponenti, eventi di altissimo livello, strutture all’avanguardia che insieme, e con il sostegno della Regione Emilia Romagna, hanno tutte le carte in regola per raccogliere e vincere le sfide del futuro, a cominciare dall’internazionalizzazione.
Eppure sul territorio gli operatori ci pongono molti dubbi e notiamo forte preoccupazione, perché sono consapevoli dell’importanza della Fiera di Rimini per tutto l’indotto che è capace di creare, per le opportunità che fin dagli albori ha prodotto per il comparto turistico riminese e per l’intero territorio. E’ stata una visione coraggiosa e lungimirante quella che ha portato alla nascita e allo sviluppo della Fiera, da noi sostenuta convintamente perché consapevoli dell’enorme potenzialità in chiave di destagionalizzazione e di ampliamento dell’offerta del nostro territorio. L’intero tessuto imprenditoriale è coinvolto in questa vicenda, senza distinzione alcuna, perché la nostra intera economia è legata a doppia mandata alle sorti del quartiere fieristico.
Le prospettive di questo progetto sono solide, ma cresce il timore sulla fusione con Bologna perché vedono tangibile il rischio che il nostro territorio venga depauperato di una sua comprovata eccellenza e che venga a perdersi un asset strategico per il nostro turismo creato con tanto impegno in questi decenni.
La richiesta che si è alzata a gran voce, soprattutto in quest’ultimo periodo, è che questa operazione venga portata avanti nel segno del massimo equilibrio e del riconoscimento dei valori che sono attualmente in campo. Valori che travalicano l’unicità della struttura fieristica riminese e l’eccezionalità degli eventi che vi si organizzano, perché poggiano le basi su un management capace negli anni di creare un’eccellenza in un settore dove eccellere non è scontato. Una capacità di gestione che riteniamo vada fortemente tenuta in considerazione nella creazione dei futuri assetti, valorizzandola e non disperdendo il suo fondamentale know-how. Si trovi quindi una soluzione condivisa tra tutti gli attori in campo, al di là degli orticelli e delle guerre di retrovia, che interessano pochi ma possono danneggiare tutti noi”.
Gambini: non si sottomettono le istituzioni alle correnti di partito
Non so se ho ben capito la sostanza di quanto affermato nel corso della recente riunione della maggioranza consigliare del Comune di Rimini.
Una componente avrebbe affermato che d’ora in poi le decisioni della consigliatura non sarebbero più sottoposte alla libera decisione dei rappresentanti eletti dal popolo, ma soggette ad un vaglio preventivo dei candidati PD alle primarie per le prossime elezioni, privatissimi soggetti, entrambi estranei all’organo consigliare. Solo le delibere che avessero ottenuto il loro assenso potrebbero contare sul sostegno della maggioranza ed essere perciò approvate.
Come chiunque può intuire si tratta di uno stravolgimento del funzionamento e dei principi che reggono le procedure rappresentative e deliberative delle istituzioni locali.
Una chiara espropriazione di quelle sedi dei loro poteri a vantaggio di soggetti ad esse istituzionalmente estranei. L’occupazione delle istituzioni da parte di partiti o di correnti di partito da decenni denunciato come un cancro delle nostre istituzioni viene qui portato al parossismo, attribuendolo addirittura ad personam.
Non sono sempre stato un incensatore delle politiche berlingueriane, ma certamente la questione morale sollevata dall’occupazione delle istituzioni da parte dei partiti è una delle sue lezioni che non possono a mio avviso essere dimenticate, ne rinnegate. Di fronte ad una notizia come questa sono certo che il povero Berlinguer si rivolterebbe nella tomba.
La lotta politica può essere aspra e a volte truce, lo capisco, anche se personalmente non ho mai sopportato i toni, gli argomenti e le minacce gladiatorie che alcuni amano invece usare. Tuttavia, quella lotta dovrebbe conoscere almeno un limite. Non dovrebbe propugnare una mutazione genetica morale dei principi della propria forza politica di appartenenza.
Tutti i diversi filoni ideali e politici che hanno contribuito alla fondazione del PD avevano in comune un profondo rispetto delle istituzioni e delle sue regole, si sono divisi e potranno dividersi su tante cose, ma non su questo che è uno dei cardini fondativi di questa comunità politica.
Nella furibonda e suicida lotta locale per la successione ad uno dei migliori sindaci che Rimini abbia avuto nel dopoguerra è da molto tempo evidente che tanti hanno letteralmente perso la testa. Comincio a chiedermi però se chi da Bologna e da Roma può guardare queste vicende con maggiore serenità e giudizio, non senta a questo punto l’obbligo di intervenire per affermare che il PD è il PD e certe cose non le fa, non le può fare.
Sergio Gambini
Pd, il segretario regionale chiede le ultime 72 ore per evitare le primarie
Altre 72 ore per cercare una soluzione che eviti le primarie che, allo stato attuale, sarebbero solo un bagno di sangue dalle conseguenze dannose. È quanto ha chiesto il segretario regionale del Pd, Paolo Calvano, alla direzione comunale del partito, riunita venerdì sera per decidere sulle primarie fra Emma Petitti e Jamil Sadegholvaad. In queste 72 ore i due candidati e i loro fan cerchino di non provocare danni irreparabili.
Calvano non ha spiegato quali altre carte abbia da giocare per dirimere la questione. Da quanto è scoppiato il contrasto all’interno del partito di ore ne ha avute ben più di 72, e ogni tentativo è stato un fallimento. Compreso l’ultimo dei giorni scorsi a cui è intervenuto pure il presidente regionale Stefano Bonaccini.
Comunque Calvano lavorerà fino a lunedì sera nella “mission impossibile” e nei rimi giorni della settimana sarà riconvocata la direzione per prendere atto dei risultati.
Nel corso del suo intervento, Calvao ha preso anche una posizione netta sulla richiesta di alcuni consiglieri comunali pro-Petitti (bloccare di fatto l’attività amministrativa, sottoporre ai candidati alle primarie, con diritto di veto, ogni nuova iniziativa) che ha fatto sbottare il sindaco Andrea Gnassi (“Farò il sindaco fino all’ultimo giorno”). “Non esiste – ha detto Calvano - che il Pd scarichi sull’attività amministrativa le proprie tensioni interne”.
Gnassi a muro duro contro il Pd pro-Petitti. "Farò il sindaco fino all'ultimo giorno"
Altro che bloccare adesso l'attività amministrativa! Altro che sottoporre preventivamente le delibere ai candidati alle primarie e portarle avanti solo se c'è il loro assenso!Farò il sindaco fino all'ultimo giorno aprendo, se necessario, anche i cantieri che non sarò io a concludere.
Dopo la riunione di maggioranza, il sindaco Andrea Gnassi prende posizione e non le manda a dire a nessuno, specialmente a quell'ala del partito che lo vuole imbrigliare da qui al voto. Un segnale evidente di come si è arroventato il clima interno al Pd. E stasera c'è la direzione comunale per decidere sull primarie.
Ma ecco la nota integrale del sindaco Gnassi:
credo opportuno fornire alcune informazioni dirette circa la riunione dei gruppi consiliari di maggioranza, svoltasi ieri, per non lasciare spazio esclusivo alle ricostruzioni indirette , interessate magari a fornire 'versioni', o ai 'sentito dire'.
L'incontro di ieri era stato sollecitato dai capigruppo consiliari per definire le modalità di proseguimento dell'attività amministrativa di qui al voto di ottobre, considerato lo spostamento dell'appuntamento elettorale dalla primavera all'autunno. Ci sono partite amministrative da chiudere adesso, e che riguardano il futuro della sanità in città e la realizzazione di nuova viabilità, ci sono progetti, delibere, anche per riuscire a intercettare i fondi del PNNR. Atti e delibere non certo figli di improvvisazione ma con alle spalle da un lato un lungo lavoro di approfondimenti, verifiche, discussioni, confronto; dall'altro i nuovi scenari posti dal Covid e dal PNRR.
Cosa e come calendarizziamo i progetti da portare in consiglio di qui ad agosto?
Alcuni esponenti del gruppo consiliare del Partito Democratico, che è il mio partito da sempre, hanno risposto così: l'attività amministrativa si ferma ora, fatto salvo alcune cose (quali? Perché? Chi le decide?), non si tocca più nulla, si rimane fermi, immobili e visto che ci saranno probabilmente le primarie, le delibere che devono essere portate in consiglio vanno sottoposte preventivamente e per approvazione ai candidati delle primarie stesse. Se dicono sì, si va avanti, se dicono no, ci si ferma. In buona sostanza, la città di Rimini e i bisogni dei cittadini per qualcuno (e solo qualcuno nella sinistra e nel Pd) non contano perché prima vengono le primarie del PD.
Siamo ben oltre i confini dell'inopportunità, ho forti dubbi che una cosa del genere rientri anche nei limiti della liceità. Un'aberrazione istituzionale, comunque. Fuori da ogni principio delle culture e delle storie politiche, persino degli storici partiti che hanno forgiato la Costituzione Italiana dopo la guerra, garantendo i diritti di tutti i cittadini, anche quelli che erano dalla parte sbagliata. Perché sono le Istituzioni a venire prima di ogni cosa. Perché rispondono a tutti i cittadini. Tutti! Mai solo a una parte, a un partito, a questo o a quel candidato. O sono ostaggio delle lotte di correnti. E questo me lo ha insegnato la parte da cui vengo! Se questa intenzione di bloccare le istituzioni con la motivazione- non commentabile- di sondare preventivamente i candidati del Pd per averne un pollice alto o verso, nei fatti saremmo ad una degenerazione che neanche il "mi vergogno" di Zingaretti basterebbe a definire.
Farò semplicemente ciò che ogni sindaco e ancor più del PD deve fare. Farò il sindaco fino all'ultimo giorno del mandato, che è l'impegno preso da me e da tutto il consiglio comunale 5 anni fa con i cittadini di Rimini e davanti alla legge. Nei prossimi cinque mesi quindi porterò in consiglio comunale i progetti e le delibere utili allo sviluppo della comunità, della sanità, dell'economia. Atti, risorse e progetti che daranno più opportunità ai riminesi e all'amministrazione comunale che verrà. Qualunque essa sia. E' un dovere. Atti, delibere, progetti di cui non taglierò il nastro, ma lo farà chi ci sarà per il bene di Rimini. Chiunque esso sia.
Se queste non dovessero passare per evidenti, lampanti ragioni legate alla guerra intestina per le prossime comunali, ne prenderò atto, ne trarrò le conseguenze e un secondo dopo lo spiegherò senza alcuna remora, pubblicamente e chiaramente alla città di Rimini, senza tralasciare nulla. O ci sarà la responsabilità delle persone e delle forze in consiglio comunale che guardano a Rimini. O non farò subire ricatti a questa città. Prima di ogni cosa viene Rimini e solo Rimini. Già solo doverlo scrivere dimostra a che livello ormai siamo arrivati.
Rimini Nord senza parcheggi. Erbetta: il Comune se ne accorge solo ora
La progettazione del lungomare di Rimini nord che non ha tenuto conto della mancanza di parcheggi. La conferma viene, secondo il consigliere comunale Mario Erbetta, di Rinascita Civica, da un avvio dell’amministrazione comunale che invita i cittadini che hanno terreni di circa 10.000 mq nelle zone di Viserbella e Torre Pedrera a inviare al Comune di Rimini una manifestazione di interesse per darle in comodato o in affitto entro il 10 maggio.
“Solo ora commenta Erbetta - il Comune si accorge dell'enorme problema che si realizzerà quest' estate quando, sperando arrivino, i turisti non riusciranno a parcheggiare agevolmente e ad arrivare alle attività commerciali e agli alberghi.
Già ora è una sfida al parcheggio selvaggio come evidenziano le foto scattate a Viserba qualche giorno fa durante una giornata piovosa, ma quest' estate sarà l'inferno per chi vorrà parcheggiare a Rimini nord e in particolare nella zona di Viserba dove proseguono i lavori anche del sottopasso.
Una catastrofe annunciata che da più parti era stata denunciata a un'amministrazione sorda alle giuste rimostranze della popolazione.
Solo ora, capendo la gravità, si corre ai ripari cercando di affittare quanti più terreni possibili da privati. Ma la cosa che lascia più esterrefatti è che a Rimini nord si sta sviluppando u accaparramento di terreni da poter adibire privatamente a parcheggi (anche abusivamente) per poi affittare i posti auto agli alberghi. In tutto questo marasma quindi ci sarà chi speculando e approfittando di una cattiva progettazione della zona sfrutterà l'occasione per arricchirsi”.
Elezioni: con i partiti incartati, le liste civiche occupano la scena. A sinistra e a destra
Il protagonismo delle liste civiche (già esistenti o in via di costituzione) sta caratterizzando questa fase della vita politica a Rimini, in attesa che i due principali schieramenti, centrodestra e centrosinistra, definiscano i loro candidati per le elezioni amministrative di ottobre.
Le liste civiche a Rimini hanno spesso avuto un ruolo, per così dire, ancillare rispetto ai partiti. Questo è evidente soprattutto a sinistra, dove – storicamente – la maggior parte di esse è stata costituita per convogliare sul candidato sindaco quell’elettorato che non avrebbe mai votato il Pd o un’altra formazione della sinistra. Ma anche a destra si pensa alle civiche come strumenti per conquistare fette di elettorato altrimenti non raggiungibili dai partiti tradizionali. Peraltro le liste civiche non hanno mai avuto la pretesa di dettare le regole del gioco o di dire l’ultima parola sul candidato proposto da questo o quel partito. Non era mai successo, succede ora in questa fase in cui i partiti sono in evidente difficoltà a chiudere la partita delle candidature. A sinistra come a destra.
Partiamo dal Pd, dove ormai è scontato che a dirimere la scelta fra Emma Petitti e Jamil Sadegholvaad saranno le elezioni primarie. Manca solo la decisione ufficiale della direzione comunale che dovrà riunirsi domani sera. In quella sede sarà deciso anche il regolamento: primarie solo per gli elettori del Pd o estese alla coalizione (ma di chi è formata?) o genericamente a tutti gli elettori?
In questi cinque mesi di contrapposizione fra i due candidati e di latitanza dei dirigenti nel prendere iniziative idonee a comporre il dissidio, si sono inserite le liste civiche che nel 2016 hanno contribuito all’elezione di Andrea Gnassi al primo turno. I civici hanno obbligato il Pd a sedersi ad un tavolo di coalizione, hanno stabilito che il candidato a sindaco non era faccenda esclusiva del partito egemone, hanno fatto sapere di essere contrari alle primarie. Quando però il gioco si è fatto più duro, sono scese direttamente in campo dichiarandosi sostenitrici “senza se e senza ma” di Sadegholvaad. Probabilmente hanno anche cercato di condizionare le decisioni del Pd facendo trapelare l’esistenza di un fantomatico piano B, ovvero la candidatura di Gloria Lisi qualora il candidato ufficiale del partito diventasse Emma Petitti. Nessun comunicato ufficiale, anzi il comunicato è arrivato per smentire il presunto piano B e inneggiare a Jamil, ma intanto il messaggio era stato inviato: se volete una coalizione larga, vedete di bloccare Petitti. Una tattica che ha irritato non pochi esponenti del partito.
Nell’area del centrosinistra si è assistito a un altro curioso fenomeno. Nello stesso giorno un gruppo di liste civiche esistenti si è espresso per Sadegholvaad; un’altra lista, in via di costituzione, SiAmo Rimini (promossa dall’ex assessore Irina Imola) ha invece fatto sapere che in caso di primarie sosterrà Petitti. Un particolare che induce a confermare quegli interrogativi espressi poche righe sopra sul tasso di “civicità” di talune aggregazioni che sembrano funzionali, più che alle istanze dei cittadini, alle manovre di un partito o di un politico.
Anche nel centrodestra i partiti, incartati nel rebus della candidatura a sindaco, hanno offerto la scena alle liste civiche. Da mesi l’imprenditore Lucio Paesani sta lavorando ad una lista che dovrebbe andare a pescare voti anche in quell’area di professionisti e piccoli imprenditori del turismo che nel 2016 votò Gnassi e che ora, complice anche la crisi da Covid, si sente delusa e orientata a cambiare. Paesani ha partecipato al tavolo del centrodestra che, per bocca del leader della Lega Jacopo Morrone, è da tempo alla ricerca di un candidato civico da proporre agli elettori. Del civico del centrodestra si parla da mesi, ma per ora si conoscono solo i rifiuti opposti da alcuni nomi contattati. Se fra i partiti ciò ha scatenato la reazione di Fratelli d’Italia (La Lega tiri fuori il nome dal cilindro, altrimenti noi abbiamo una panchina lunga pronta a scendere in campo), fra i civici ha determinato la delusione di Paesani, che probabilmente pensava di avere le carte in regola per assolvere a quel ruolo. Le sue ultime dichiarazioni fanno pensare ad una corsa solitaria, a meno che non siano finalizzate a richiamare ancora una volta l’attenzione dei partiti su di sé.
Ma oggi si registra un’altra discesa in campo civica nell’ambito del centrodestra. Il consigliere comunale Davide Frisoni, ex Patto Civico ed ora organico allo schieramento alternativo alla sinistra, ha dato vita ad un gruppo di lavoro, Con Rimini, che presto si presenterà al pubblico, indicando proposte per la città. Intanto firma una nota congiunta insieme a Cosimo Iaia (di Rinascimento, il movimento di Vittorio Sgarbi) e a Alecs Bianchi, di Rete Civica. “Ora anche a Rimini – afferma il terzetto - è arrivato il momento, per il centro destra, di presentarsi con un programma condiviso e che sia in grado, con la forza dei suoi progetti, di superare le eventuali divisioni che ancora possono rappresentare una fatale tentazione”.
Dopo aver osservato che le uniche città dove la sinistra è stata mandata all’opposizione (Riccione e Cattolica), sono quelle dove hanno prevalso liste civiche, riconfermate dopo il primo mandato, Frisoni e soci sottolineano: “Se davvero il proposito è quello di vincere, non esiste un'alternativa, oltre quella di lavorare tutti assieme per costruire un nuovo governo per la città. Siamo consapevoli che solo un Sindaco espressione di un vero movimento civico sia l'unico con una concreta speranza di vittoria”.
Anche in questo caso il messaggio inviato ai partiti è facile da decrittare: “State cercando un candidato civico? Ce l’avete già in casa, basta investirlo del compito”.
In ogni caso, ora che nel campo del centrosinistra si va delineando una soluzione, anche il centrodestra dovrà presto calare le sue carte. E dal nome sarà facile capire se i tempi lunghi erano legati all’attesa di conoscere il nome del candidato del centrosinistra o a difficoltà oggettive nella ricerca.
C'è anche la lista civica che invece sostiene Emma Petitti
C'è anche la lista civica che si schiera con Emma Petitti, si tratta di SIAmo Rimini, rappresentanta da Irina Imola e Carla Bonvicini.
"Abbiamo letto, con un certo stupore, - scrivono - l'articolo apparso in data odierna sul "Resto del Carlino" di Rimini in cui si fa riferimento alla posizione delle liste Patto civico, Rimini attiva e Rimini futura, alludendo ad un possibile “piano b”, che le porterebbe a togliere il sostegno al Pd in caso di eventuale vittoria alle primarie della candidata Emma Petitti.
Ci auguriamo che questo sia soltanto il frutto di una ricostruzione giornalistica errata, perché un atteggiamento di così dichiarata ostilità (per non dire di ostruzionismo), ci pare tipico di un vecchio modo di fare politica che credevamo superato da tempo e non certo del civismo, che tali liste si fregiano di rappresentare. D'altra parte alcuni esponenti di queste liste siedono da tempo in Consiglio comunale e hanno rapporti più o meno stretti con la politica e forse hanno perso di vista la loro provenienza dal mondo civico, che, invece, la nostra lista rivendica con grandissimo orgoglio e che consideriamo un punto di forza dal quale partire. Le liste minaccerebbero - stando ai contenuti dell'articolo - di far mancare il loro sostegno alla candidata che non è di loro gradimento, penalizzando di fatto l'intero centrosinistra e rischiando seriamente di consegnare la città nelle mani del centrodestra. Un atteggiamento arrogante, così come arroganti sono state alcune dichiarazioni che abbiamo letto nel corso delle ultime settimane e che non hanno fatto altro che avvelenare un clima di per sé abbastanza teso, vanificando forse la possibilità di costruire insieme un patto di coalizione che possa permettere di superare l'attuale impasse.
Noi crediamo ancora nella possibilità di dare vita a questo grande patto di coalizione e lavoreremo, con impegno, affinché ciò accada per il bene della città e del centrosinistra. Se tuttavia, si dovesse arrivare alle primarie, sosterremo senza esitazioni la candidata Emma Petitti, nella quale ravvisiamo le giuste competenze, professionalità e sensibilità, per poter dare nuovo impulso a Rimini alla luce anche delle sfide che la attendono nei prossimi anni ma sapremo anche appoggiare una persona diversa da lei in caso di sconfitta, in un’ottica di lavoro efficace per la città, che non si basi esclusivamente su personalismi qualunquistici.
Alla luce di questo contenzioso locale che, per altro, riteniamo piuttosto sterile di contenuti e che mai avremmo alimentato, riteniamo indispensabile un’ulteriore riflessione sulle dinamiche politiche attuali, locali e nazionali che siano, dalle quali rifuggiamo in nome di una realismo pragmatico che ci appartiene e sul quale stiamo operando ed intendiamo occuparci in futuro.
Negli ultimi anni, infatti, l'uso dei dati e degli algoritmi di profilazione delle persone, ha trasformato la comunicazione politica in propaganda computazionale, influenzando l'opinione pubblica attraverso applicazioni specifiche di intelligenza artificiale. Ci auguriamo che vi sia consapevolezza critica di quanto il processo democratico possa essere determinato mediante gli strumenti digitali, ribadendo il nostro impegno sui temi reali per i quali abbiamo evidenziato criticità, non negando che negli ultimi trent'anni le amministrazioni di centro sinistra abbiano ben governato ma non potendo rimanere indifferenti di fronte ai tanti problemi ancora ben presenti sul tavolo".
Le liste civiche: sosteniamo Jamil, nessun piano B all'orizzonte
Un piano B, ovvero il sosgno a Gloria Lisi, qualora il Pd dovesse scegliere Emma Petitti come candidato sindaco? L'ipotesi, pubblicata oggi dal Carlino, è smentita decisamente dai rappresentanti delle liste civiche in consiglio comunale, ovvero
Mirco Muratori, Kristian Gianfreda, Luca Pasini, Andrea Bellucci.
"I civici - si legge in una nota - non preparano la guerra a nessuno, ma fedeli alla linea intrapresa e alle proprie idee, promuovono e sostengono la candidatura di Jamil Sadegholvaad a Sindaco di Rimini.
Pertanto ipotesi circa piani b, riportate quest'oggi da un giornale locale, risultano invenzioni pure e dunque vanno pubblicamente rettificate. Per quanto ci riguarda noi sosteniamo un candidato, forte, capace e legittimato prima di tutto dai riminesi, che hanno risposto con entusiasmo alla candidatura di Jamil. Non possiamo inoltre non prendere atto di come l'altra candidata si sia volutamente sfilata dal confronto al tavolo della coalizione, preferendo trincerarsi dietro logiche interne di partito al dibattito sul futuro di Rimini.
Noi che siamo espressione di quel mondo civico riminese rappresentato sino a oggi in consiglio comunale e che ha la forza e l'entusiasmo per dare un contributo da protagonista al presente e allo sviluppo della città, ascoltiamo il volere dei nostri concittadini che chiedono una cosa: non interrompere la traiettoria innovativa e di radicale intrervento rigenerativo su Rimini, aggiornandola e spingendola ancora più forte per superare il tempo perduto con la pandemia. Per una Rimini pronta a ripartire e a contraddistinguersi sempre di più come una città vivibile, ecosostenibile, turistica e vicina e attenta ai bisogni e alle esigenze dei propri cittadini, con particolare attenzione alle categorie più fragili.
L'unico candidato Sindaco che rispecchia tutti questi valori è sicuramente Jamil. Il dibattito sinora intercorso soprattutto nel PD provoca un danno vero a tutti ma ha il merito di avere delineato due visioni contrapposte di città. Da una parte continuità con lo sviluppo sostenibile, sapendo che entusiasmo, volontà e capacità possono cambiare una città e il mondo; dall'altro un ritorno al passato con troppe incertezze.
Nessun piano B all'orizzonte".
Il Portico del Vasaio propone online Liberi di scegliere, film con Preziosi
Prende il via domani giovedì 6 maggio alle ore 21 un nuovo ciclo proposto dal centro culturale Il Portico del Vasaio: Un improvviso vedersi – piccola rassegna on line di film, dialoghi, letture.
Al centro del primo appuntamento il film Liberi di scegliere, interpretato da Alessandro Preziosi per la regia di Giacomo Campiotti.
Il film propone un'appassionata narrazione di un'avventura intensamente umana, compiuta da una parte dal giudice Marco Lo Bianco come magistrato in servizio presso il Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, e dall'altra da Domenico, giovane e ultimo rampollo di una potente famiglia legata alla 'ndrangheta.
Liberi di scegliere, dunque, è un film che, oltre a raccontare una vicenda umana e professionale realmente accaduti (il film si ispira all'omonimo libro scritto dal dott. Roberto Di Bella, Presidente del Tribunale per i Minorenni di Catania), grida al mondo che la libertà dell'uomo (di ogni uomo) può risorgere anche dal baratro più fondo e nero quando viene stimata e sfidata a riconoscere l'attrattiva e il fascino del bello e del vero.
Alle 21, collegandosi sul canale YouTube del Portico del Vasaio (https://www.youtube.com/watch?v=BtM-BqRqzX4), sarà possibile seguire una conversazione introduttiva con il giudice Roberto Di Bella. Sul canale sarà poi comunicato il link dove poter seguire gratuitamente la visione del film.