"Il decreto definito "Sostegno" che il Governo Draghi sta approvando in questi giorni - scrive in una nota l'assessore alle attività economiche Jamil Sadegholvaad - è una misura d'urgenza fondamentale e necessaria, dettata dal difficilissimo momento che stanno affrontando i tanti lavoratori, liberi professionisti e le partite iva che anche a Rimini stanno vivendo enormi difficoltà. Un sostegno indispensabile, rivolto ai circa 2,7 milioni di autonomi con un fatturato inferiore ai 5 milioni di euro, che per le nostre imprese del territorio sarà necessario a garantire un aiuto importante, soprattutto ora che si vede sfumare concretamente per tutti la possibilità di lavorare nel periodo di Pasqua. Una penalizzazione che si aggiunge a quelle finora subite dal settore turistico, che rischia di dare il colpo di grazia a un intero comparto e a tutto il suo indotto economico.

Come descritto dalla stampa odierna, rispetto alla piattaforma precedente il sistema di rimborsi al vaglio del Governo potrebbe prendere in considerazione la caratteristica della stagionalità accentuata delle imprese legate al turismo. Un parametro che andrebbe incontro anche alle caratteristiche delle imprese riminesi, valutando i fatturati medi mensili dell'anno scorso e quelli del 2019 e concedendo un aiuto a chi ha subito una flessione di fatturato paria al 33 %. L'aiuto poi sarebbe calcolato in percentuale sulle perdite e varia da un minimo del 15% per quelle più grosse fino ad un massimo di restituzione del 30% delle perdite per le cosiddette "micro parte iva".  

È una proposta che viene accolta favorevolmente, ma che auspichiamo possa essere approvata privilegiando i tre parametri già annunciati. Il primo è quello della forma del sostegno, per il quale ci auguriamo venga scelto un indennizzo a fondo perduto piuttosto che un credito d'imposta; il secondo riguarda le modalità di erogazione che sembra siano mirate ad una radicale semplificazione, superando lo schema normativo improntato sulla base del codice "Ateco"  e favorendo quello della compensazione in dichiarazione dei redditi. Il terzo, a mio avviso fondamentale, è la tempistica dei contributi che mi auguro davvero possa arrivare, come è stato annunciato , entro il mese di aprile e non oltre,  per dare un contributo reale nel momento più duro in cui le imprese devono far fronte ai propri costi di gestione. Voglio essere ancora più chiaro su quest'ultimo aspetto: a questo punto la tempistica dei ristori è il fattore essenziale. Molte imprese rischiano di non aprire più, anche in riviera, dopo questi ultimi mesi difficilissimi. Continuo ad avere fiducia nel governo e nella tempestività dei suoi interventi ma è chiaro che mai come oggi possiamo definirla fiducia a tempo".

Un milione e 541 mila euro in meno di Tari dal 2017 ad oggi. E' quanto scontato in tre anni, dal 2017 al 2020, in totale dal Comune di Riccione di Tari ai cittadini, famiglie e imprese. "Uno sforzo che negli anni si è incrementato sempre di più e che dal 2019 al 2020 per vari motivi ha fatto registrare addirittura uno sconto di un milione e 176 mila euro - ha detto l'assessore al Bilancio, Luigi Santi -. Il prospetto che abbiamo elaborato all'ufficio Finanze del Comune di Riccione parla chiaro.

Dal 2017 al 2018 la raccolta Tari del Comune è diminuita di 155 mila euro per effetto degli sconti applicati dall'amministrazione che via via si sono ampliati. Infatti dal 2018 sul 2019, sono stati di 202 mila euro e dal 2019 al 2020 addirittura siamo ad uno sconto complessivo per i soggetti che pagano la Tari a Riccione siano essi privati o imprese di un milione e 176 mila euro.

Abbiamo qui un duplice effetto di quella che è stata la scontistica del 12,5% che l'amministrazione per sua iniziativa ha fatto alle imprese oltre a quella applicata alle famiglie. Senza tener conto che ogni anno il Comune ha attivato il fondo Tari di 250 mila euro per famiglie, che, da quando c'è questa amministrazione, in totale ha superato il milione di euro. Chi rientra nel fondo Tari non paga la tassa sui rifiuti. Inoltre il Comune la somma raccolta la gira per il 98% ad Hera". 

Fino ad oggi i grillini riminesi avevano tenuto un'altra posizione. Il senatore Marco Croatti aveva dichiarato che, vista la mancanza di interlocutori certi nel centrosinistra, il M5S restava in attesa e si preparava comunque ad essere presente alle elezioni.

Oggi c'è un intervento della capogruppo in consiglio regionale, Silvia Piccinini, che invece spinge per l'alleanza con il centrosinistra, dicendo che anche in Regione c'è collaborazione con la maggioranza al governo:

"La linea del dialogo e del confronto sui temi tra il MoVimento 5 Stelle e le forze progressiste  - scrive Piccinini - credo che sia la strada giusta da percorrere anche a Rimini in vista delle prossime elezioni comunali. D'altronde si tratta di un metodo di lavoro e una strada che stiamo percorrendo anche in Regione e che sta portando a buoni risultati soprattutto sul fronte della tutela dell'ambiente e dei diritti".  "In questo primo anno di lavoro in Assemblea Legislativa la volontà di confrontarsi e dialogare su temi specifici con le altre forze della maggioranza, ha portato a raggiungere obiettivi concreti sul fronte della sostenibilità ambientale – aggiunge Silvia Piccinini – Penso ai 4,5 milioni di euro che siamo riusciti ad inserire nel bilancio regionale per il rinnovo del parco auto delle amministrazioni comunali e la sostituzione con mezzi elettrici e sostenibili, o alla partenza dell'iter del progetto di legge che prevede l'istituzione anche nella nostra regione del reddito energetico. Credo che questo modo di lavorare, partendo da obiettivi chiari e realizzabili, sia un metodo da replicare anche a livello locale e nelle altre città che andranno al voto quest'anno per scegliere i nuovi sindaci. Per questo spero che anche a Rimini si possa cominciare a costruire un percorso simile con chi ha tra le proprie priorità temi come la sostenibilità ambientale e la transizione ecologica solidale" conclude la capogruppo regionale M5S". 

“Dalle imprese continuano ad arrivare segnali di grande inquietudine per la situazione che si è venuta a creare con l’ingresso in zona arancione scuro – dice Gianni Indino, presidente di Confcommercio della provincia di Rimini - e ancora di più sull’incertezza che ci fa stare in ansia per gli sviluppi dei prossimi giorni, per i quali da più parti si sta ventilando l’ipotesi di passaggio in zona rossa. Alla luce dei fatti, come ho detto in passato, non credo sia più rinviabile una decisione più drastica per affrontare questo periodo in modo da non giocarci anche la prossima estate, che al momento rimane una grande incognita. Avendo già praticamente perso la Pasqua, tutto il comparto turistico e ciò che ruota attorno ad esso è in grande allarme.

In questa situazione a dir poco incerta, nei giorni scorsi ho accolto l’invito della presidente dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia Romagna, Emma Petitti, di incontrare in videoconferenza insieme alle altre associazioni di categoria il nuovo ministro del Turismo, Massimo Garavaglia. Un confronto franco, nel quale sono state poste le istanze del nostro territorio, così profondamente legato al turismo e altrettanto profondamente preoccupato e sfinito da questo anno di pandemia, con il neo-ministro che non si è sottratto all’analisi, né alle risposte concrete sul settore di cui ha appena preso le redini.

Durante l’incontro è emersa forte la volontà dal nostro territorio di volere diventare una destinazione turistica sicura per la prossima estate e questo non potrà che passare per una campagna vaccinale che coinvolga tutti gli operatori delle imprese turistiche: una soluzione auspicata per la salute, ma anche di impatto mediatico e di grande presa sull’opinione pubblica. Chiedendo grande attenzione al nostro mondo, ho sottolineato al ministro come non si possa prescindere da un intervento corposo sul turismo con i fondi del Recovery Fund, anche come investimento sulle infrastrutture, dall’aeroporto all’alta velocità, alle strade, per raggiungere in modo sempre più facile la nostra destinazione.

Nel richiedere maggiore impegno degli istituti di credito per la liquidità delle imprese del settore turistico, sono stati illustrati al ministro gli imponenti numeri del settore sul nostro territorio, insieme al ricordo di come la nostra Riviera per creare tutto ciò che oggi siamo diventati si sia basata sulle cambiali e sui rapporti diretti con le banche: senza quell’appoggio fiduciario non sarebbe stato possibile diventare la capitale europea del turismo. Oggi, al contrario, siamo invece diventati meri numeri di fronte ad istituti bancari che si basano ormai solo sui regolamenti europei che stringono sempre più le maglie del credito. Ho poi riportato al ministro la necessità, per le imprese turistiche, di poter utilizzare i voucher lavoro per venire incontro alle reali esigenze delle piccole imprese impossibilitate a sostenere un costo del lavoro sempre più penalizzante. Sono stato infine piacevolmente colpito dal fatto che il ministro Garavaglia tenga nella giusta considerazione tutto il comparto dell’intrattenimento, per noi linfa vitale, ma che nei provvedimenti rimane sempre relegato alla voce “non essenziale” e abbia sottolineato che il comparto sia invece fonte di occupazione e appeal turistico. Aspettando i soldi del Recovery Fund, ci sono fondi già stanziati ad esempio per aeroporti e agenzie viaggi di cui abbiamo sollecitato la partenza verso i conti correnti delle imprese il più in fretta possibile. Questi settori, insieme a ristoranti, bus turistici, tour operator, guide turistiche, alberghi, parchi divertimento, locali da ballo, stabilimenti balneari e tutto ciò che ruota attorno al business turistico deve subito ripartire per trainare il Paese. Ne ha la forza, ma non si può più rimandare una reale programmazione che vada oltre l’emergenza.

Con questo incontro si è aperta dunque la stagione delle proposte, di input per far sì che al momento della ripartenza si possa poggiare su programmi già dettagliati e tornare a lavorare lasciandoci alle spalle le incertezze che stanno minando economia e fiducia. Il turismo sarà la base di ripartenza dell’Italia: il nostro Paese non può prescinderne, a maggior ragione il nostro territorio su cui il turismo e l’indotto che crea impattano per oltre il 53% sull’economia locale”.

Cantieri aperti sabato 6 e domenica 7 marzo fra Bologna Centrale e Castelbolognese e fra Rimini e Riccione, con modifiche al programma di circolazione dei treni sulle linee Bologna – Ancona e Bologna – Ravenna.

I provvedimenti sono necessari per consentire a Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane) di eseguire l'impermeabilizzazione dell'impalcato di due ponti ferroviari, uno sul Rio Maggione e uno sul Torrente Sillaro.

L'intervento rientra nel progetto di velocizzazione della Direttrice Adriatica Bologna – Lecce per consentire ai treni di viaggiare fino alla velocità massima di 200 chilometri orari.

Contestualmente saranno eseguiti lavori anche tra Porto San Giorgio e Pedaso e fra Pescara e Francavilla.

Previste modifiche al programma dei treni regionali e a lunga percorrenza, con cancellazioni, limitazioni, variazioni di percorso, nuovi treni e autobus sostitutivi. 

In particolare, per quanto riguarda il traffico regionale nella tratta emiliano-romagnola, il servizio fra Bologna e Castelbolognese sarà effettuato con bus.

I nuovi orari, in vigore nelle sole due giornate indicate, sono consultabili sui sistemi informatici e di vendita delle imprese ferroviarie: digitando stazione di partenza, arrivo e data del viaggio, è possibile verificare in automatico l'offerta alternativa. Sui siti web delle imprese ferroviarie sono disponibili le fiches orarie stampabili con i dettagli della nuova offerta.

L'amministrazione comunale annuncia una novità per il Parco del mare di Rimini Nord. "Work station" per chi vuole lavorare da remoto vista mare e zone relax per sentirsi come a casa ma stando all'aria aperta. Sono i 'salotti urbani' che dalla prossima estate accoglieranno i residenti e i turisti nel nuovo Parco del mare, piccoli spazi di convivialità e socialità distribuiti sul lungomare da Rivabella a Torre Pedrera. Il progetto di fattibilità, approvato ieri dalla Giunta comunale, prevede infatti la creazione di 'isole di comunità' diffuse, che saranno ricavate grazie alla chiusura delle strade d'accesso al lungomare pedonalizzato, con l'obiettivo di aumentare l'attrattività del prodotto turistico attraverso la ricostruzione e valorizzazione di luoghi dell'identità. I nuovi salotti urbani si distingueranno in due tipologie: le 'Workstation', con sedute a sgabelli e tavoli alti che possono utilizzati da postazione di lavoro o di altre attività; i salotti 'relax',  con seggioline, divanetti e tavolini bassi per ricreare la dimensione del salotto domestico. I salotti saranno circondati da nuove alberature (tamerici) e saranno dotati di illuminazione a led a colore caldo. Sulle pareti dei salottini saranno presenti bassorilievi con cornici contenenti immagini storiche raffiguranti i luoghi, le scene di vita quotidiana del passato  

oppure storie, poesie e bacheche per informazioni e commenti. Nella pavimentazione saranno invece degli inserti in gres colorato, a richiamare i tappeti da interno.   

Il progetto, che sarà completato entro la fine della primavera, si inserisce all'interno della riqualificazione urbana e ambientale e il recupero delle vocazioni identitarie dei luoghi dell'area turistica di Rimini che interessa oltre sei km di lungomare.  

Dal 1 febbraio è segretario generale della Camera di Commercio della Romagna. Gli ultimi quindici anni della sua carriera professionale Roberto Albonetti li ha trascorsi in Regione Lombardia dove è stato direttore generale prima all'Istruzione, Formazione e Lavoro, poi alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale e successivamente alle Attività produttive. Nei suoi ultimi incarichi di direttore generale si è occupato di ricerca, innovazione, università, ricerca export e internazionalizzazione.

Al di là dell’emergenza Covid, che certamente ha acuito situazioni di crisi nel settore produttivo, in che modo la Camera di Commercio può sostenere lo sviluppo del territorio? O i suoi compiti sono solo istituzionali e amministrativi?

Abbiamo una enorme opportunità. Grazie ai dati che sono contenuti sul registro delle imprese la Camera di Commercio ha una conoscenza immediata dell’ andamento economia del territorio. Sulla base di queste conoscenze si possono delineare strategie, strumenti e compiti che devono essere messi in campo per fronteggiare anche momenti difficili come questo. Attraverso i dati, anche attraverso algoritmi predittivi, abbiamo la capacità di capire dove stiamo andando. Questo è uno dei compiti fondamentali della Camera di Commercio, al di là di quelli che istituzionalmente le vengono attribuiti.

È quindi solo una questione di dati?

Attraverso l’analisi dei dati si possono definire le politiche che devono essere messe in atto dal punto di vista della competitività, della ricerca e dell’innovazione, del capitale umano, cioè quali sono le migliori competenze di cui c’è bisogno per fronteggiare le nuove sfide. Il piano pluriennale del nostro ente è basato sulla parola competitività: competitività del territorio (attraverso infrastrutture, innovazione e digitalizzazione), competitività delle imprese (internazionalizzazione) e competitività della stessa Camera di Commercio.

Abbiamo di fronte sfide che ci portano non a fare un po’ meglio quello che si è sempre fatto, ma a farlo in modo completamente diverso. La condizione in cui siamo ha posto elementi di riflessione anche sulle catene del valore delle imprese che sono cambiate radicalmente rispetto al passato. Abbiamo sempre seguito una catena del valore lunga, oggi invece la catena del valore è molto corta e ciò rimette in discussione il ruolo e le dimensioni delle imprese.

Questo ruolo di sostegno alle imprese la Camera di Commercio lo svolge da sola o in partnership con altri soggetti del territorio?

Ci muoviamo con la collaborazione di tutti i soggetti del territorio, istituzionali e non. D’altra parte non bisogna dimenticare che nei nostri organismi sono già presenti i rappresentanti delle diverse categorie. La collaborazione con il territorio è sempre più necessaria.

Nel momento in cui è stato “ingaggiato” che obiettivi le hanno indicato?

Questa Camera nasce dalla fusione degli enti di Rimini e di Forlì-Cesena. È in atto un percorso di consolidamento della fusione ed è questo uno degli obiettivi prioritari che mi sono stati indicati. Si tratta di introdurre strumenti di lavoro nuovi e diversi rispetto al passato, strumenti che possano innovare la modalità con cui si è agito fino ad oggi. Dobbiamo rendere la Camera più competitiva, aderente ai bisogni delle imprese, con la duttilità di modificare quello che abbiamo sempre fatto proprio perché il contesto si è modificato.

L’impressione è che Forlì-Cesena e Rimini siano dal punto di vista economico due mondi diversi…

Sono comunque entrambi parte di un territorio complessivo che ha diverse declinazioni, diverse attività. Nell’area delle due province i codici Ateco sono riconducibili ad alcune filiere che sono agroalimentare, meccanica, moda, abitare, nautica da diporto, costruzioni e mercato immobiliare, commercio, turismo, servizi alla persona e terzo settore. Sono filiere che sono omogeneamente presenti nel territorio della Camera di Commercio.

Qual è stato l’impatto dell’emergenza Covid sull’economia della provincia di Rimini?

Secondo le ultime stime il calo del valore aggiunto nel 2020 si attesta appena sotto il 10 per cento, 9,8. Rimini ha subito l’impatto in tutti i settori, anche se i più colpiti sono ovviamente il turismo e il commercio. L’impatto è stato davvero forte, soprattutto se si considera che in occasione della crisi finanziaria del 2008 il calo del valore aggiunto era stato intorno al 5 per cento.

Le esportazioni hanno subito un calo del 18,5 per cento. Si prevede che solo nel 2021 avremo un rimbalzo intorno al 5 per cento, certamente non sufficiente a recuperare quello che si è perso nel 2020.

Ma la previsione del rimbalzo al 5 per cento resta valida anche se la pandemia continua a infuriare?

Le nostre stime sono aggiornate continuamente. Lo scenario includeva un allentamento delle difficoltà nella seconda metà dell’anno. È chiaro che se il piano vaccinale non prende quota in maniera sostanziale questi indicatori possono anche peggiorare. Ci auguriamo che non accada.

Le imprese come devono reagire a questa crisi?

Ricerca e innovazione sono le scelte fondamentali. Al di là dei ristori, che sono utili nell’emergenza, si deve andare in questa direzione. L’alleanza fra piccole e grande imprese, università e hub tecnologici è fondamentale. C’è però un presupposto di fondo a questa riflessione: occorre,come già dicevo, che le vaccinazioni possano procedere rapidamente. Noi abbiamo gestito una prima fase con le mascherine e il distanziamento, adesso non è più sufficiente, occorre che i vaccini non stiano nei frigoriferi. Si deve procedere celermente, a tutti i livelli, anche con scelte strategiche. La dichiarazione del sindaco di Rimini Gnassi di vaccinare gli operatori turistici che sono a contatto con il pubblico è una proposta intelligente. Sempre di più bisogna procedere così.

Se dei giovani decidono oggi di avviare una impresa sono dei pazzi?

Non sono pazzi, fanno bene. Stiamo lavorando su alcuni strumenti di aiuto alle start up innovative, mettendole in connessione con tutti i soggetti che possono aiutarle. Inoltre mettiamo a disposizione anche risorse. L’importante è che queste imprese abbiano la caratteristica dell’assoluta innovazione, siano capaci di creare soluzioni nuove a problemi nuovi.

Ai sindaci di centrodestra della Romagna non è piaciuta l'ordinanza regionale che ha trasformato quasi tutto il territorio dell'Asl in zona arancione scuro.

Al presidente Stefano Bonaccini hanno inviato ua lettera aperta con le seguenti richieste.

  • la somministrazione prioritaria e celere del vaccino al personale scolastico delle zone dichiarate "arancione scuro" o "rosse", perché crediamo vadano immunizzate nel minor tempo possibile le persone che devono stare accanto ai nostri figli e alle nostre figlie in ambiente scolastico. Per fare questo è necessario attivarsi con forza e determinazione nei confronti del Governo per poter ottenere una sufficiente fornitura di vaccini;
  • A seguire, a nostro avviso, bisognerà dedicare ogni sforzo per intensificare e velocizzare la campagna vaccinale destinata alla generalità della popolazione, dando sempre priorità alle zone arancione scuro e rosso, così da arginare nel più breve tempo possibile la diffusione del contagio, specialmente nelle zone più colpite;
  • la predisposizione di sostegni economici capaci di venire incontro alle esigenze delle famiglie che dovranno organizzarsi tra la gestione dei figli che resteranno a casa in DAD e il loro impegno lavorativo, anch’esso da tutelare soprattutto in questo frangente;
  • andranno inoltre valutate le ricadute sulle attività economiche in considerazioni delle maggiori restrizioni introdotte, al fine di calibrare adeguati ristori;
  • che ci sia presto un confronto approfondito con la Regione con l'obiettivo di condurci ad un rapido ritorno alla didattica in presenza ed in sicurezza, almeno per le scuole primarie, reputando questa sospensione un carico troppo gravoso sulle spalle dei nostri bambini, specialmente se protratto nel tempo;
  • definire, una volta usciti dalla fase acuta di questa terza ondata, un piano strutturale e strategico di rafforzamento del nostro sistema sanitario, che, pur nell’eccellenza che lo ha sempre contraddistinto, ha mostrato talune criticità da affrontare, prevedendo, tra le misure che verranno individuate, nuove assunzioni, incremento dei posti letto e di terapia intensiva oltre ad un confronto a livello nazionale sul numero chiuso delle facoltà relative alle professioni sanitarie.

Oltre a questo, aggiungono, occorre trasmettere certezze in ordine ai sostegni economici per famiglie ed imprese, garantendo che siano tempestivi ed idonei a compensare i danni causati dall’emergenza sanitaria.

La lettera è firmata da

Filippo Giorgetti – Sindaco del Comune di Bellaria Igea Marina
Gianluca Vincenzi – Sindaco del comune di Gatteo
Stefano Zanchini – Sindaco del comune di Novafeltria
Renata Tosi – Sindaco del comune di Riccione
Enrico Cangini – Sindaco del comune di Sarsina
Marco Baccini – Sindaco del comune di Bagno di Romagna
Quintino Sabattini – Sindaco del comune di Sogliano al Rubicone
Domenica Spinelli – Sindaco del comune di Coriano
Giorgio Ciotti – Sindaco del comune di Morciano
Enrico Salvi – Sindaco del comune di Verghereto
Pasquale Novelli – Sindaco del comune di Talamello
Leonardo Bindi – Sindaco del comune di San Leo
Fabiano Tonielli – Sindaco del comune di Casteldelci
Quintino Sabattini - Sindaco di Sogliano al Rubicone

Il consigliere comunale Davide Frisoni (ex Patto Civico) e presidente della commissione cultura intrviene sulla delibera regionale che ha stanziato12,5 milionidi euro nell'ambito dei provvedimenti per le zone rosse del primo locdown di un anno fa.

Ecco il testo integrale:

Nei giorni scorsi abbiamo letto su tutte le testate del territorio, dell'arrivo di 12,5 milioni di euro da parte della regione a favore di Rimini, per essere entrata in zona rossa durante il primo lockdown, esattamente un anno fa. Si chiama Delibera Zone Rosse.

Ben vengano questi finanziamenti anche se Bonaccini nel maggio scorso, nella comparsata post elettorale parlava di fortissimi investimenti.

Aprendo il documento però si rimane subito sorpresi soprattutto nello scoprire che non si tratta di economie di ristoro alle attività commerciali, turistiche, aziendali o personali, che dalla sera alla mattina si sono viste negate della libertà di lavorare, di intraprendere, di vivere i rapporti familiari. No. Sono soldi per gli investimenti.

Come?! Delibera Zone Rosse dice il titolo ma che nulla hanno a che fare con il virus e la devastazione sociale al quale ci ha esposti e sottoposti.

Non ci sono soldi in compensazione, non ci sono contributi agli investimenti che le attività hanno sostenuto per mettersi a norma con inutili DPCM, non ci sono risarcimenti per le categorie più a rischio (medici infermieri ecc). Non ci sono nemmeno coperture finanziarie per il Comune che ha subìto un danno alle proprie casse per andare giustamente incontro alla cittadinanza. Niente niente e niente! 

Ma allora perché un finanziamento agli investimenti chiamato Delibera Zone Rosse?

Perché fare buon viso e cattivo gioco proprio adesso? Adesso che richiudiamo tutto perché in un anno non hanno saputo organizzare il trasporto pubblico e il sistema sanitario, veri problemi di questa diffusione pandemica.

Come diceva Andreotti "pensare male è peccato ma si indovina quasi sempre".

Siamo in periodo elettorale ed esattamente come accaduto un anno fa durante la campagna elettorale regionale, il nostro presidente elargisce economie a chiunque e con qualsiasi scusa.

Un finanziamento "a debito" (significa aprire un mutuo che paghiamo con altre tasse) sugli investimenti poteva farlo anche senza tirare in ballo la zona rossa.

Ribadisco, ben vengano questi finanziamenti anche se scarsi! Credo però che essere "i moralizzatori" del mondo per poi fare manovre di questo genere sia da incoscienti. Scherzano con il dramma per finanziarsi opere pubbliche elettorali con i soldi nostri.

La tempistica poi è straordinaria. Infatti a giorni si definirà la data delle elezioni che per scadenza naturale dovrebbero svolgersi entro metà giugno o in alternativa tra settembre e ottobre. A fine febbraio (inizio periodo di campagna elettorale) esce una delibera regionale di supporto finanziario agli investimenti sui lavori pubblici.

E allora come Andreotti penso male. E' evidente che non è un caso che alla delibera regionale sia stato messo un titolo ad effetto per giustificare un finanziamento che nulla ha a che fare con la Zona Rossa; il PD è in grande difficoltà e, com'è già avvenuto per le elezioni regionali, si fa campagna elettorale con i nostri soldi che avrebbero dovuto avere ben altra finalità.

Un capolavoro strategico/politico... c'è tanto da imparare!

Proviamo e vedere le cose senza i paraocchi della fazione politica.

Andrea Gnassi conclude i propri dieci anni di mandato con un rendiconto positivo, per alcuni addirittura molto positivo. Ci sono dati oggettivi per un riscontro in questo senso, tuttavia, anche se ci si ferma al solo dato della percezione dei cittadini riminesi il giudizio appare evidente. Non so se il PD abbia svolto un sondaggio demoscopico per quantificarlo, ma ciascuno di noi ogni giorno può averne personale conferma. Il consenso per la sua azione amministrativa va ben al di là del confine degli elettori tradizionali del centro sinistra. È dai tempi di Ceccaroni che non si avvertiva questo sentire della comunità.

Io ho guardato con grande diffidenza ai primi passi della sua esperienza di governo, ma ho dovuto ricredermi e ogni volta che vengo a Rimini dalla periferia della provincia mi sento orgoglioso per quella che considero ancora la mia città. È bella, è viva, ha un’identità che si percepisce. Ha dei problemi? Penso di sì e non piccoli, ma avverti anche che ha l’energia e la speranza per affrontarli. Una speranza che deriva dalla consapevolezza di chi ha già vinto molto sfide.

Ne cito una, quella meno importante, ma forse la più difficile. Liberare piazza Malatesta dal mercato ambulante è stato il sogno di generazioni di sindaci che non hanno mai avuto la forza ed il coraggio per riuscirci. Il suo valore simbolico è stato straordinario ed è andato al di là della restituzione alla città di uno bene comune fondamentale per la sua qualità urbana. Ha dimostrato che si può liberare la scelta di governo dal condizionamento delle singole lobby per affermare invece l’interesse generale e quando si ha il coraggio di farlo, tutto può funzionare meglio anche per i portatori di interessi che erano contrari.

Nessuna persona ragionevole in politica getterebbe via questo patrimonio, l’effetto comunità prodotto in questi dieci anni ha un valore inestimabile. C’è ancora molto da fare, è vero, soprattutto ora, dopo che il Covid 19 ha cambiato il mondo, ma chiunque dovrebbe riconoscere che è un grande vantaggio ripartire con questo vento nelle vele. Che al timone ci sia Jamil o Emma la rotta dovrebbe essere chiara.

Sinceramente non posso capire perché la mia parte politica dovrebbe invece rinunciare a questo plus, non riesco a farmene una ragione. L’amministrazione Gnassi ha ricostruito dopo decenni il “partito della città” che a Rimini era scomparso, lo ha fatto rinnovando la migliore tradizione della sinistra riformista della nostra regione.

Ha ricevuto troppi applausi al centro e perfino a destra? Per me è un successo, sogno ancora un PD a vocazione maggioritaria, quello di Veltroni, ma anche chi la pensa diversamente, seppur avvolto nelle bandiere identitarie, non dovrebbe sputare sul consenso dei cittadini.

C’è un rischio cesarismo se chi raccoglierà il testimone di Gnassi risultasse troppo vicino al sindaco uscente? Non ci credo, l’elezione diretta consegna nelle mani del sindaco un potere che è impossibile cedere o dividere. Il rischio semmai è direttamente proporzionale alla incomprensibile richiesta di discontinuità nei confronti di una gestione positiva ed apprezzata, perché finisce per attribuire esclusivamente alla personalità di Gnassi il merito di quella gestione. In questo modo non c’è più giunta, non c’è gruppo consigliare, non c’è più partito.

Mi spiace per Emma che aveva le qualità per raccogliere quel testimone. Si è fatta trascinare in un campo in cui, comunque finisca il confronto con Jamil, non può vincere. Sgretolare dieci anni di buona amministrazione, sfasciare alleanze civiche faticosamente costruite non consente di vincere le elezioni, soddisfa solo brame da regolamento di conti tra correnti e capibastone.

Quando ha risposto ad una mia intervista di qualche mese fa ha usato buoni argomenti, ma ha eluso il punto centrale ed in queste giornate si capisce perché: la sua campagna sembra non appartenerle più, sembra guidata dai suoi fiancheggiatori, ormai ha i toni, le voci, i volti, gli argomenti di un ritorno al passato. Sinceramente non credo che Rimini lo desideri, quello si è un rischio di cesarismo che la città non è disposta a correre.

Avrei molte cose da dire sugli anni di amministrazione precedenti al mandato Gnassi. Ho ritrovato anche una documentazione che richiesi alla Provincia, con gli strumenti del sindacato ispettivo di parlamentare, sulle varianti urbanistiche del Comune di Rimini nei primi del nuovo secolo. Diciamo che erano anni in cui non era molto facile disporre di dati trasparenti sulla materia.

Tuttavia, mi chiedo quale sia l’utilità di questo tipo di discussione. Abbiamo addirittura una nuova legge urbanistica regionale, con nuovi principi, che ha messo una pietra definitiva sulla stagione della perequazione urbanistica e della sua applicazione “contrattata” che troppo spesso è atterrata malamente sui territori. Rimini ha alle spalle la drammatica esplosione della bolla immobiliare cresciuta con quelle scelte, la chiusura di decine di aziende del settore, la fine della gloriosa Cassa di Risparmio, trascinata in basso anche da quei disastri.

La nostra città ha messo degli anni per risollevarsi e per aprire un orizzonte di nuove speranze di crescita, libere dal condizionamento della rendita immobiliare. Una parte del merito ce l’ha l’amministrazione Gnassi che, in questo campo, ha decisamente invertito la rotta.

Non sarebbe meglio parlare di futuro? La rampa di lancio per partire ce l’abbiamo; sfasciarla proprio adesso, no, grazie.

Sergio Gambini

Ex parlamentare

Pagina 18 di 64