Poteva finire a barricate, e forse qualcuno sotto sotto lo auspicava anche, ma alla fine il neo presidente Paolo Zaghini, da vecchio militante politico che sta districarsi davanti a platee ostili, ha calato le carte giuste per chiudere nel segno di un dialogo che può continuare. Ha detto che è giunto il momento di passare ad una “Fase2” del Ceis, ha convenuto con Carlo Rufo Spina, uno dei più ostili della minoranza, che è assurdo che non ci sia una convenzione fra Comune e Ceis, ha detto che è d’accordo con il trasferimento, ma è un percorso da costruire insieme e non si può pretendere di farlo in due e due quattro, si è detto convinto che molti abusi non siano tali ma che semplicemente se ne sia persa la documentazione ed ha respinto l’idea dell’asilo svizzero come un soggetto criminale che per decenni ha agito nell’immunità. Il tono pacato e sornione ha avuto l’effetto di addolcire gli animi (Spina: “Come si può non volere bene al Ceis?”) e di rimandare tutto alla costruzione (tutta da vedere, in realtà) della cosiddetta Fase 2.

L’altro elemento di novità emerso nella riunione congiunta delle commissione seconda (presidente Matteo Zoccarato) e quarta (presidente Davide Frisoni) è stata la comunicazione dell’assessore Roberta Frisoni a proposito della trattativa in corso con le ferrovie per anticipare la cessione dell’area dietro al Settebello dove dovrebbe trovare spazio il nuovo Ceis. L’assessore Frisoni ha detto che per la definizione dell’accordo ci vorrà forse qualche mese.

Gli esponenti della minoranza avevano infatti considerato che rimandare tutto alla definizione ultima degli accordi con la società ferroviaria voleva dire procrastinare a un tempo indefinito un problema che invece va risolto subito per motivi di legalità. Nella settimana scorsa l’amministrazione comunale ha infatti inviato al Ceis un’ordinanza di demolizione delle opere abusive che si sono stratificate nei decenni scorsi. Già aveva spedito una diffida, sulla quale però il consiglio d’amministrazione dell’ente ha promosso ricorso al Tar. È probabile, verrà deciso domani, martedì, che anche l’ordinanza di demolizione (che ha un termine di esecuzione di novanta giorni) sia impugnata. A meno che nel frattempo non si sviluppi quel dialogo costruttivo che tutti, a parole, hanno detto di volere.

La seduta delle due commissioni era cominciata con gli interventi a raffica degli esponenti dell’opposizione (Pecci, Spina, Renzi) volti a denunciare il muro ideologico che a loro giudizio le amministrazioni di sinistra hanno sempre opposto alla valorizzazione dell’anfiteatro romano sul quale sono state costruite le prime baracche nell’immediato dopoguerra. Ciascun consigliere è apparso preoccupato di affermare i propri diritti di primogenitura nella battaglia per lo sgombero delle baracche, rivelatesi in larga parte abusive. Pecci: “E’ stato un tema della nostra campagna elettorale”. Renzi: “E’ dal 1995 che presento mozioni e interrogazioni”. Spina: “Grazie ad un mio intervento del 2018 sono infine emersi gli abusi che ora vanno demoliti”. Gli esponenti della minoranza hanno rivolto all’amministrazione accuse di ritardi, di non voler valorizzare l’anfiteatro, di difendere un centro di potere della sinistra.

Da parte della maggioranza, si segnalano da una parte l’intervento di Davide Frisoni, di Patto Civico, secondo il quale difesa del Ceis e valorizzazione archeologica dell’anfiteatro devono procedere di pari passo, e quello, decisamente stonato, del Pd Giovanni Casadei, per il quale l’anfiteatro, che non c’è più, non è una priorità rispetto alla sopravvivenza del Ceis.

Il dibattito ha fatto emergere temi che diventeranno più stringenti non appena si passerà dalle parole ai fatti. Con quali risorse finanziare gli scavi e il recupero dell’area archeologica? Non ci sono soldi nelle casse comunali, hanno sottolineato gli assessori, sia Frisoni che Piscaglia. Ma Renzi ha avuto buon gioco nel ricordare che il sindaco ha trovato 12 milioni per rifare piazza Malatesta. Del resto uno degli slogan più indovinati di Andrea Gnassi è che “un pensiero sa trovare le risorse”. Ci sarà bisogno di battere cassa dal governo, dall’Europa, dai privati. L’altro interrogativo è: chi pagherà i costi del nuovo Ceis? Non certo il Comune, secondo il consigliere Davide Frisoni, a meno che non estenda tanta generosità a tutte le scuole private del territorio. Il consigliere Gennaro Mauro ha chiesto lumi sul bilancio dell’ente. Quello del 2019, ha risposto Zaghini, si è chiuso con un fatturato di 5,6 milioni e un utile di 50 mila euro. Il Ceis, che ospita 330 alunni, ha a libro paga 256 dipendenti. Le entrate vanno quasi tutte nel pagamento degli stipendi. Par di capire che difficilmente potrà farsi carico dell’intera operazione. Parlando di Fase 2, Zaghini ha alluso anche ad una diversa formula societaria e giuridica. Ma di questo ci sarà occasione di riparlare.

Per la prima volta dopo le elezioni regionali del 2019, che hanno visto la candidatura e l’affermazione di Matteo Montevecchi, giovane estraneo al gruppo storico riminese, il capogruppo della Lega in consiglio comunale Marzio Pecci manifesta pubblicamente il proprio disagio per ciò che sta avvenendo nel proprio partito.

La prende alla larga scrivendo che “sia sinistra che a destra, v'è una spasmodica ricerca di personaggi da muovere come pedine su una scacchiera che non ha una rotta politica anche se qualcuno tenta di tracciarla cercando appoggio nella finanza londinese”. A parte il criptico riferimento alla finanza londinese, è evidente che Pecci reagisce alle voci trapelate sui giornali di possibili candidature e delle campagne acquisti di esponenti di altri partiti.

Sostiene infatti che “Il partito moderno che vuole cambiare il Paese non offre tessere o incarichi, ma chiede al proprio simpatizzante temi di dibattito stimolanti, idee, programmi e progetti.Se da un lato accusiamo la vaghezza dei programmi delle forze di governo, l'arroganza del potere, la necessità di provvedimenti di cambiamento, dalla semplificazione alla digitalizzazione per arrivare alla agognata sburocratizzazione, non possiamo, dall'altro lato, dare spazio al "mercato delle vacche".” Più chiaro di così…

Pecci parla di una "lunga marcia" della Lega che vuole conquistare il governo della città.

“Abbiamo voluto un partito che fosse "polo di attrazione delle forze laiche e centriste" che guarda ai partiti riformisti, ai partiti liberali moderni ed alle formazioni cattoliche senza censura e nella massima libertà. Occorre, dunque, proseguire su questa strada con la giusta autorevolezza che non può che venire dalla coerenza dei suoi uomini e dei suoi militanti per realizzare il progetto.

Bisogna continuare il lavoro svolto in questi anni a Rimini per perseguire una "politica non come gioco di potere, o come professione, ma di impegno totalizzante, sul piano del lavoro, culturale e morale" per anticipare i bisogni della gente”.

Ciò che a Pecci preme dire è che “La spinta ideale dovrà quindi guidare l'azione di tutti i militanti” ed aggiunge che “a Rimini, in questi cinque anni, a differenza di altri partiti, abbiamo costruito una Lega fatta di militanti, anziani e giovani "vecchia maniera" che sono dotati tutti di sincera passione politica che è la medicina migliore contro il cinismo del potere che PD e M5Stelle che corrode la democrazia di questo Paese”. Tradotto: se la Lega vuole vincere le elezioni deve basarsi sul gruppo uscito dalle elezioni del 2016, cioè sui militanti vecchia maniera, non sugli acquisti dell’ultimo minuto.

Martedì prossimo si terrà un Consiglio tematico sul progetto del parco eolico chiesto da alcuni consiglieri comunali. È la prima volta che il dibattito sul progettato parco eolico approda in consiglio comunale.

Il consiglio comunale di Rinascita Civica mario Erbetta osserva che sarebbe stato meglio convocare un consiglio comunale aperto, cioè con la partecipazione dei promotori e delle associazioni ambientaliste.

“Il Consiglio di martedì – scrive - rischia di essere un inutile chiacchiericcio tra le opposte fazioni politiche senza una vera e completa cognizione di causa”.

Entrando nel merito del dibattito recente aggiunge: “Mi ha lasciato perplesso il fatto che solo ora il nostro Sindaco si oppone al progetto, quando l'input del Parco eolico nacque in Provincia nel 2010 quando lo stesso era assessore provinciale e aderiva in pieno al parco eolico. Come mi lascia molti dubbi la posizione presa dall'assessore Corsini in contrapposizione sia alle linee di mandato regionali che ad altri assessori della stessa Giunta Regionale. Perché solo ora grandi frange del PD insorgono contro un loro progetto voluto e sostenuto da oltre 10 anni? Ma la cosa che mi lascia ancora più perplesso e la levata di scudi fatta ieri dalla Federalberghi e le Cooperative bagnini di Riccione che hanno fatto osservazioni al Ministero delle infrastrutture per contrastare il progetto dove dichiarano esplicitamente “di non avere competenze tecniche per portare critiche al progetto” ma che le fanno sulla base di un puro gusto estetico, non piacendo la selva di piloni in mezzo al mare.Ridurre la questione al brutto o bello esteticamente è oltremodo riduttivo per un progetto da un miliardo di euro, con una ricaduta occupazionale locale di oltre 200 persone da occupare, con una produzione di energia pulita equivalente al 45% del fabbisogno provinciale e ulteriori benefici da poter concordare. Inoltre queste pale eoliche potrebbero essere un polo ulteriore di attrattiva turistica, dato che si svilupperà un micro ambiente marino al di sotto delle stesse con un nuovo habitat per la fauna ittica? In Usa, uno studio approfondito sul tema ha verificato che nelle zone dove sono stati realizzati parchi del genere si è avuto un notevole incremento turistico alimentato anche dal turismo subacqueo e quello natante. Anche uno studio spagnolo fatto alle Canarie da gli stessi risultati”.

Il nuovo direttore generale dell'Ausl Romagna, Tiziano Carradori, ha nominato oggi il direttoresanitario. Si tratta del dottor Mattia Altini, attualmente direttore dell'Irst di Meldola.

Altini, forlivese, ha 46 anni, e lavora all'Istituto dei Tumori dal 2009. Laureato in medicina nel 1999, ha conseguito la specializzazione in Igiene e medicina preventiva, il dottorato di ricerca in sanità pubblica e medicina del lavoro, un master di secondo livelo in promozione e governo della ricerca nelle aziende sanitarie.

E' anche presidente nazionale dell'associazione dei medici manager.

Il suo incarico alla direzion sanitaria dell'Ausl Romagna durerà fino al 30 giugno 2024 e prenderà servizio lunedì 13 luglio.

Il bonus vacanze, una sorta di simbolo di questa difficile stagione turistica, rivela sempre più i limiti organizzativi con cui è stato pensato. Se ne è parlato ieri al "Tavolo di accesso al credito", costituito dal Prefetto agli inizi del maggio scorso allo scopo di affrontare in maniera organica la ripartenza economica del territorio."

Cosa è emerso? Lo rivela l’assessore alle attività economiche del Comune di Rimini, Jamil Sadegholvaad. Il Bonus vacanze è innanzitutto complicato per gli utenti che desiderano usufruirne, perché devono seguire una procedura tutt’altro che facile, come già evidenziato anche dla nostro giornale. Ma è un problema anche per gli albergatori, chiamati a fornire ai clienti lo sconto immediato sul servizio che poi recupereranno solo nei mesi successivi, come credito di imposta.

All’incontro di ieri a prendere la parola, oltre alla rappresentanza degli albergatori riminesi, sono state le banche, attraverso i referenti territoriali dei vari istituti di credito e i delegati di Abi regionale e nazionale, “alle prese – riferisce Sadeholvaad - con difficoltà nell'accettazione dei crediti perché ancora non è chiara a quale voce di bilancio debbano essere imputati e la relativa fiscalità sottostante”.

E le prospettive su questo fronte sono nient'affatto rosee: pare infatti che per entrare a regime bisognerà attendere settembre, di fatto al termine di questa anomala stagione estiva e giocandosi tre dei sei mesi di validità del bonus.

“Se le città d'arte possono contare su un turismo annuale, - osserva l’assessore - per località come Rimini che conta una maggioranza di strutture ricettive stagionali, questo intralcio fiscale rappresenta l'ennesima beffa per un settore in evidente sofferenza. Siamo nella situazione paradossale che ci sono le risorse, ma queste restano impigliate nella rete della burocrazia e in logiche opposte a quelle della tanto perseguita semplificazione. Rimini, la riviera, non può permettersi di perdere altro tempo in una stagione per i noti motivi nata già 'corta'. Mi auguro che anche grazie all'incontro di ieri - di cui ringrazio il prefetto Camporota a cui va dato il merito di aver riunito attorno al tavolo tutti i soggetti coinvolti a vario titolo, facendo emergere criticità e possibili soluzioni – si possa trovare il modo per fare chiarezza e soprattutto per dare maggiori certezze agli operatori del turismo, settore che più di altri ha subìto il contraccolpo del Covid. Diversamente saremmo dinanzi all'ennesima occasione perduta per il nostro Paese e il nostro territorio".

Improvviso cambio al vertice di PMR (Patrimonio Mobilità Rimini) la società consortile che, tra le altre incombenze, ha quella della realizzazione della linea Metromare. Il 25 giugno scorso si è infatti dimesso l’amministratore unico Massimo Paganelli, sostituito dall’assemblea dei soci da Stefano Gianni, ex sindaco di Misano Adriatico. Una nomina passata sotto silenzio, che è stata resa pubblica da un comunicato del consigliere comunale della Lega, Matteo Zoccarato.

“Mi aspettavo, da parte del Sindaco Gnassi, una comunicazione ufficiale in merito a questa turnazione.” – afferma Zoccarato – “Un’attribuzione di carica tanto anomala quanto inaspettata che investe, come un fulmine a ciel sereno, i vertici di P.M.R. Invece, a differenza di altre occasioni che hanno reso celebre l’Amministrazione riminese per i suoi zelanti interventi, questo repentino cambio di vertice è passato assolutamente in sordina. Va da sé, a questo punto, che mi vedo costretto a chiedere pubblicamente spiegazioni al primo cittadino riminese per due ordini di ragioni. La prima; mi risulta che Massimo Paganelli si sia dimesso dalla guida di P.M.R. nonostante avesse ancora davanti a sé più di un anno di mandato, senza alcuna motivazione apparente e in un momento estremamente delicato per la mobilità della nostra provincia (basti pensare al colosso del Metromare, ennesima incompiuta della nostra città). La seconda, che è anche la più ‘stucchevole’, deriva dal fatto che il suo successore è Stefano Giannini, ex Sindaco di Misano nonché ex Segretario provinciale del PD, il quale, solo pochi mesi fa, dichiarava ai giornali "di voler lasciar spazio ai giovani". Salvo poi fare marcia indietro, laddove l’occasione si presenti ghiotta.”
“A pensar bene” – conclude Zoccarato – “questa manovra svelerebbe l’aggravamento della situazione di P.M.R e del Metromare; a pensar male, con una nomina che più politica non si può, il Partito Democratico starebbe tentando di blindare P.M.R. in vista delle prossime amministrative, ben consci e preoccupati del rischio di perderle.”

A favore della nomina di Giannini hanno votato i rappresentanti dei Comuni di Cattolica, Coriano, Rimini, Santarcangelo di Romagna, Verucchio e il rappresentante della Provincia di Rimini , che rappresentano il 91,50% del capitale sociale. Si sono invece astenuti i rappresentati dei Comuni di Riccione e di Bellaria.

 

L'Azienda Aus Romagna ha diffuso una lunga notaper fare il punto sulla ripartebza dell'attivitàdi prenotazione di visite ed esami speciaistici. L'Azienda esprime il proprio rammarico e spiega cosa sta facebdo per portare la situazione alla normalità.

Ecco il testo integrale:

Come noto, a seguito dell’emergenza sanitaria CoViD-19, dal mese di marzo 2020 è stata sospesa l'erogazione e la prenotazione delle prestazioni di specialistica ambulatoriale con classi di priorità D e P, garantendo comunque l’erogazione delle prestazioni urgenti e quelle non procrastinabili per pazienti cronici o con patologie rilevanti.

Allo stesso modo, è stata sospesa l’attività delle prestazioni erogate in regime di libera professione.

L’effetto della chiusura ha comportato per la nostra Azienda la sospensione di circa 254.000 prestazioni già prenotate a Cup, 82 mila a Rimini, 85 mila a Ravenna, 87 mila a Forlì- Cesena, a cui vanno aggiunti più di 6 mila prelievi.

Conseguentemente all'appiattimento della curva epidemica, la regione Emilia-Romagna con DGR 404/2020, ha dato indicazioni alle Aziende sanitarie per la graduale ripresa delle attività assistenziali ordinarie, tra le quali riveste un ruolo strategico l’assistenza specialistica ambulatoriale.

La complessità del riavvio delle attività specialistiche che l’Azienda ha iniziato ad affrontare a metà maggio e sta ancora affrontando  è sinteticamente legata a:

1. riorganizzazione dei percorsi di accesso e di erogazione delle prestazioni per tenere conto delle misure igienico-sanitarie a protezione degli operatori e degli utenti, del distanziamento sociale e della rarefazione delle presenze: questo comporta per ovvi motivi una riduzione variabile (ma che arriva fino al – 30%) delle prestazioni erogabili in un determinato intervallo temporale;

2. rimodulazione dell’offerta disponibile a CUP per rispettare la tempistica media di 30 minuti tra un appuramento e l’altro, tempistica dilatata appunto per garantire il rispetto delle indicazioni citate;

3. gestione degli appuntamenti sospesi su questa nuova offerta prestazionale aziendale;

4. contatto con gli utenti e comunicazione della nuova data per l’appuntamento;

5. nuova programmazione delle prestazioni ambulatoriali da rendere disponibile alle nuove prenotazioni.

Si tratta insomma di reingegnerizzare tutte le fasi del percorso ambulatoriale, dalla programmazione, alla prenotazione, all’accesso, alle modalità di erogazione, che richiede la rivalutazione di tutte le forze a disposizione, sia delle strutture pubbliche che di quelle del privato accreditato.

In un primo momento le risorse aziendali si sono massimamente concentrate a completare il recupero degli appuntamenti sospesi nel periodo di picco della pandemia: ad oggi delle oltre 250 mila prestazioni più del 70 % è stato erogato, o annullato o ha ricevuto un nuovo appuntamento. Restano ancora da prendere in carico poco meno di 70 mila prestazioni.

Assieme alla gestione degli appuntamenti già in essere, i servizi aziendali hanno continuato a programmare azioni tali da consentire una progressiva riapertura delle prenotazioni a CUP.

Gli step principali sono stati:

- da giorno 8 giugno è stata rimodulata l’attività dei prelievi e, per qualsiasi classe di priorità, essi sono erogati esclusivamente su prenotazione CUP, compresa quella dei pazienti TAO; non si eseguono prelievi ad accesso diretto in nessun punto erogativo dell’Azienda;

- da giorno 29 giugno è stato riattivato il servizio di prenotazione aziendale, per le nuove prenotazioni.

E’ importante ricordare che la riattivazione delle attività di prenotazione ha previsto necessariamente un approccio progressivo e differenziato, con riprogrammazione scaglionata delle prestazioni in base alla classe di priorità D (Differibile) e P (Programmata), alla disciplina (alcune sono ancora interessate dal CoViD-19 e quindi con meno possibilità di aprire l’offerta ambulatoriale), alla natura della struttura, con il privato accreditato sostanzialmente già pronto ad accettare nuove prenotazioni, ma anche in base agli ambiti territoriali, anch’essi diversamente coinvolti dall'emergenza epidemiologica. Si tratta di tenere conto di diverse dinamiche e variabili non facilmente controllabili.

L’Azienda USL, quindi, nel tentativo di rispondere quanto prima al bisogno espresso dalla popolazione assistita, rende disponibile la prenotazione a Cup delle prestazioni ambulatoriali seppur nella consapevolezza che l’offerta inizialmente sarà parziale e non in grado di soddisfare pienamente le aspettative.

Nel frattempo, l’Azienda sta esplorando tutte le soluzioni possibili per potenziare l’offerta del nostro territorio, in primo luogo attivando qualsiasi procedura di reclutamento straordinario di personale medico specializzato o in formazione specialistica, di specialisti convenzionati interni, ovvero comprando prestazioni aggiuntive al personale dipendente.

Tuttavia, come noto, la disponibilità sul mercato del lavoro dei medici è assai scarsa e il monte di prestazioni aggiuntive erogabili dai dipendenti ha un limite.

Allo stesso tempo sono state richieste prestazioni ambulatoriali aggiuntive ai produttori privati, non trascurando anche le potenzialità degli ambulatori privati non accreditati.

Quanto sopra illustrato spiega anche la pressione a cui sono stati sottoposti i punti di prenotazione aziendali: dopo svariati mesi l’apertura del servizio di prenotazione fa registrare un numero di telefonate medie giornaliere doppio rispetto alla media del periodo, il fenomeno è inoltre aggravato dalle prenotazioni di laboratorio, a cui i cittadini erano abituati ad accedere direttamente.

Per far fronte a questa forte domanda di prenotazioni, il fornitore del servizio di call center ha innanzitutto ampliato l'orario, dalla fascia 8.00 – 18.00, alla fascia 7.30 – 19.00, ha poi potenziato le linee in entrata dalle normali 150 a 300 ed ha messo 6 ulteriori operatori a supporto.

Questo ha permesso di passare dal 50% delle telefonate gestite, nella settimana della riapertura dei CUP, al 65% di oggi. Come noto però la competenza necessaria alla gestione di un servizio così delicato necessita di una formazione di almeno 3 settimane e presto saranno formate nuove risorse.

Purtroppo ciò non evita che nei momenti di picco le attese possano essere di svariati minuti. Si invita l’utenza a provare a telefonare nelle code delle fasce orarie e, per ovviare alle lunghe attese, a utilizzare il servizio di recall che permette di essere richiamato nell’arco della giornata e comunque entro la prima ora di servizio del primo giorno lavorativo successivo.

Si ricordano inoltre le facilitazioni offerte dai Farmacup e dall’attivazione del Fascicolo Sanitario Elettronico, che oltre a prenotare consente anche di scaricare i referti senza andarli a ritirare fisicamente.

Per quanto riguarda gli sportelli CUP aziendali, sono state ripristinate le aperture pomeridiane laddove presenti antecedentemente alla chiusura per emergenza Covid, se le condizioni logistiche assicurano adeguati livelli di sicurezza per i cittadini e per gli operatori.

Promozione Alberghiera e Marr si sono messe insieme per consentire agli albergatori della Riviera di poter accettare dai cliente il bonus vacanze e nello stesso tempo non avere problemi di liquidità.

Il bonus vacanze, idea senza dubbio positiva, ha il grave limite che l’albergatore può disporre del credito di imposta solo in una fase successiva, al momento di pagare imposte e contributi. E intanto bisogna pagare fornitori e dipendenti.

Per risolvere questo potenziale limite applicativo e favorire quindi il pieno e miglior utilizzo della opportunità da parte del maggior numero possibile di operatori, PA e MARR hanno elaborato un piano operativo che viene messo a disposizione di tutti gli albergatori del territorio e quindi, per decisione e con la disponibilità della stessa PA, non solo dei propri associati.L’obiettivo principale di questa iniziativa è perciò di mettere tutti gli operatori contemplati dalla normativa, quindi le strutture turistiche ricettive, nella condizione di disporre immediatamente del beneficio finanziario derivante dal Bonus Vacanze favorendo perciò la miglior risposta alla gestione e conseguentemente allo sviluppo del turismo del territorio. È stato predisposto un apposito programma operativo e gestionale.In sintesi: l’operatore turistico che acquisisce il credito di imposta tramite il Bonus Vacanze trasferitogli dal proprio Cliente, può immediatamente e totalmente monetizzarlo utilizzandolo come forma di pagamento per le fatture relative alle forniture di prodotti (alimentari e non) acquistati dal Gruppo MARR.

“Lo sforzo organizzativo e finanziario è importante, - spiega una nota - ma sia PA che MARR ritengono che questo possa costituire una spinta in più a favore del nostro turismo in questo difficile anno che ha comunque consentito di capire quanto siano importanti le collaborazioni e le sinergie; e questo programma, nato dalla collaborazione tra due punti di forza del territorio, ne è ampia conferma e dimostrazione”.

Mercoledì, 08 Luglio 2020 18:15

Focolaio Covid all'Infermi, nessun nuovo caso

Dopo il focolaio emerso nei giorni scorsi, nessuna nuova positività a Covid 19 è stata registrata all’ospedale Infermi di Rimini, dove è proseguita l'attività di ricerca del contagio tramite tamponi naso-faringei. Così informa una nota dell’Ausl secondo la quale “non si registrano al momento positività neppure nell’ambito dell’indagine epidemiologica condotta dall’Igiene Pubblica di Rimini dell’Ausl Romagna, al di fuori dell’ospedale, tra i contatti dei degenti”.

“Si può dunque affermare che al momento, a seguito della tempestiva applicazione dei protocolli regionali legati al contenimento dell’infezione da covid 19, la situazione risulta circoscritta. Ma proprio nell'ottica di massimizzare la sicurezza di pazienti ed operatori, sono stati effettuati ulteriori tamponi, una trentina circa, anche su altri operatori di altri reparti dell'ospedale di Rimini il cui esito è atteso per la  giornata di domani”.

Dall’Ausl anche alcune precisazioni rispetto alle ulteriori 7 positività comunicate dalla Regione. Si tratta di 4 pazienti di sesso maschile e 3 di sesso femminile. Quattro di essi sono rientrati dall'estero, 3 dei quali asintomatici ed in isolamento domiciliare, il quarto sintomatico e ricoverato non in gravi condizioni. Gli altri 3 casi sono emersi a seguito di tamponi di screening al momento del ricovero, due presentano lievi sintomi.

Tali pazienti sono residenti 2 a Rimini, 2 a Santarcangelo, 2 a Cattolica e 1 a Bellaria.

Mercoledì, 08 Luglio 2020 18:07

Santarcangelo, lavori nelle scuole

Ammonta a 140mila euro l’importo dei lavori approvati dalla Giunta comunale che nei prossimi mesi interesseranno le scuole del territorio. Si tratta nello specifico di una serie di interventi straordinari inseriti nel Programma triennale dei lavori pubblici 2020/2022, finalizzati al miglioramento e adeguamento dell’impiantistica elettrica e delle protezioni antincendio, sia attive che passive, nonché degli impianti cosiddetti “speciali”, tra cui rientrano l’illuminazione d’emergenza e la segnalazione acustica in caso di incendio. I lavori saranno finanziati tramite l’accensione di un mutuo e il completamento degli stessi è previsto entro la fine dell’anno.

Gli edifici interessati dai lavori sono le scuole dell’infanzia Margherita (capoluogo) e Biancaneve (Sant’Ermete), le scuole primarie Pascucci (capoluogo) e Fratelli Cervi (Sant’Ermete), oltre al complesso di cui fanno parte la scuola dell’infanzia Giardino incantato e la scuola primaria Luigi Ricci di San Vito. L’obiettivo è quello di migliorare la sicurezza globale degli edifici scolastici oggetto di intervento, al fine di garantire una risposta puntuale alle criticità, soprattutto in caso di incendio.

Intanto stanno procedendo i lavori di miglioramento sismico dell’ala della Pascucci che si affaccia su via Verdi, iniziati a fine giugno scorso per una spesa complessiva di 450mila euro finanziata da Comune e Regione.

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