“Il problema non è semplicemente quello di riaprire il Pronto Intervento dell’Ospedale “Franchini”, ma avere una strategia territoriale in cui il PI svolga il suo ruolo coordinandosi con tutte le risorse sanitarie presenti o in itinere”.

Lo ha sostenuto il consigliere Domenico Samorani, di “Un bene in comune” nel consiglio comunale aperto di Santarcangelo dedicato alle questioni sanitarie.

“Oggi, nel tempo del Post-Covid, - ha aggiunto - dobbiamo forse cambiare rotta e chiederci quale sia il ruolo e la vocazione di questo Ospedale rispetto al territorio e, quindi, se non sia più ragionevole non solo aprire, ma potenziare il Pronto Intervento H24 per decomprimere il Pronto Soccorso di Rimini secondo il nuovo slogan uscito dalla pandemia: “curare i pazienti a casa loro”.

E, inoltre, se non valga la pena investire e approfittare di questi mesi per adeguare le strutture di accesso agli ospedali spesso obsolete e tali da rendere impossibile la separazione dei percorsi di cura già all’ingresso. Le tensostrutture esterne, dove effettuare triage e diagnostica di base per i casi sospetti, potrebbero diventare una soluzione da preparare per l’autunno, in attesa degli indispensabili adeguamenti strutturali in molti ospedali”.

L’ultima parte dell’intervento è stata dedicata alla medicina del territorio.

“Ora che si registra una flessione dei ricoveri, è emerso, con maggior evidenza, quanto sia già chiara, nella cura dei pazienti cronici, la necessità di una stretta cooperazione tra rete ospedaliera, MMG e risorse sanitarie territoriali. Di qui può nascere una nuova sanità che, solo per convenzione organizzativa, denominiamo territoriale, ma che, in realtà, è unica, in quanto unico è il paziente che richiede cure e assistenza coordinate sia al domicilio sia nella fase di ricovero.Occorre creare nuove articolazioni sanitarie che si proiettino nel territorio e che lavorino in sinergia con quelle esistenti. Tutte queste dovranno concorrere alla realizzazione della programmazione regionale attraverso l’erogazione di prestazioni sanitarie e sociosanitarie in sinergia con i soggetti accreditati e contrattualizzati pubblici e privati.Territorio significa anche attività domiciliari, servizi di salute mentale e per la disabilità, comunità, residenze socio-sanitarie: reti forti, che devono continuare a operare con la presenza “fisica” del personale di cura”.

Si interviene quando i buoi sono già scappati dalla stalla. È il senso di una nota del consigliere comunale di Forza Italia, Nicola Marcello, a proposi6o della polemica sugli aeroporti romagnoli, dopo che a Forlì sono stati concessi i vigili del fuoco, condizione indispensabile per riaprire l’attività.

“Mi fa molto piacere - afferma il Consigliere Marcello - la recente presa di posizione del sindaco di Rimini sull’Aeroporto di Rimini ma pare un po’ tardiva e forse strumentale.

Se Gnassi, ricordando il passato, avesse visto la rinascita dell’aeroporto di Forlì come uno spreco di risorse pubbliche e una minaccia per quello di Rimini, doveva convincere nel 2017 i suoi colleghi del PD al governo del Paese e della Regione a non spingere su ENAC, dando seguito alle pressioni del PD forlivese, per indire un bando per l’aviazione commerciale per l’aeroporto di Forlì anziché un bando di aviazione generale, come era intenzione dello stesso Ente”.

Dal momento che si è dato via libera ad Enac per il bando, tutto il resto è diretta conseguenza. Si doveva impedire ad Enac di mettere un bando per l’aviazione commerciale.

“Forlì all’epoca, – prosegue il Consigliere - considerando il porto a Ravenna e l’aeroporto internazionale a Rimini, in una corretta e assennata regia Regionale, poteva essere valorizzato per una sua autonoma specificità senza dover replicare e quindi sovrapporsi ad una realtà già esistente”.

“Mentre capisco - aggiunge Marcello - la polemica tra territori e forze politiche, non capisco le diatribe tese a coinvolgere le società di gestione. Queste sono private e come tali si confronteranno con il mercato, certo che, trattandosi di beni pubblici in concessione e supportati con personale degli apparati pubblici, un ragionamento sulla compatibilità economica di una nuova iniziativa andava fatto.

Se poi il nostro Sindaco si fosse finalmente reso conto del ruolo strategico dell’Aeroporto Fellini per il turismo, dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza e una sul portafoglio e, valutati i notevoli introiti che nuovi flussi di turisti veicolati dall’aeroporto, potrebbero generare per l’erario comunale e per l’economia del territorio, potrebbe investire direttamente come Comune in campagne di promozione veicolate dalle compagnie aeree per l’apertura di nuove rotte, nel rispetto della normativa europea, alimentando così la genesi di nuovi introiti per il Comune stesso ed un pronto rilancio del turismo per la nostra riviera. In questo caso, il Sindaco e la Giunta sarebbero stati anche più credibili nelle legittime richieste alla Regione di questi giorni, che in una lettura più profonda sembrerebbero invece ispirate da altri disegni”.

“Forli – conclude il consigliere - è già sede di un Ente Aeronautico di Manutenzione, di una importante scuola per controllori di Volo civili e di scuole per ultraleggeri. Non era forse più conveniente ed utile far diventare l’Aeroporto di Forli uno scalo a vocazione commerciale, scuola di volo Nazionale per civili e magari anche addestrativa per Militari piuttosto che aprire una inutile e dannosa “guerra dei cieli” visti già i primi riferiti tentativi di scippare dei voli a Rimini? “.

Scriveva il 24 marzo scorso sul Corriere della Sera Paolo Giordano: “È un mese che l’impensabile ha fatto irruzione nelle nostre vite. (…) Ma a un certo punto finirà (…) Mentre noi, distratti, avremo solo voglia di scrollarci di dosso tutto. Il grande buio che cala. L’inizio dell’oblio. A meno che non osiamo riflettere ora…”.

Un contributo alla riflessione su ciò che la pandemia ha provocato nella vita delle persone è venuto dall’e-book di Juliàn Carròn Il risveglio dell’umano, che ha preso le mosse da una constatazione: “La situazione che stiamo vivendo ci ha resi consapevoli che in questi anni abbiamo, per certi versi, vissuto come in una bolla, che ci faceva sentire sufficientemente al riparo dai colpi della vita”.

La bolla in cui tutti rischiavamo di essere immersi e il contraccolpo della realtà che provoca una reazione, che obbliga a fare i conti con la realtà. È il filo conduttore del primo incontro del ciclo Come un pic nic sul tetto. La sorpresa dell’umano, che il centro culturale Portico del Vasaio proporrà venerdì 19 giugno alle ore 19 nei propri canali Facebook e YouTube.

Nei giorni del lockdown c’è stata grande abbondanza di iniziative online, che spesso, più che alimentare una riflessione sulle domande suscitate dalla pandemia, sono apparse quasi come una corsa sfrenata a riempire il vuoto che la forzata clausura aveva evidenziato. Scoppiata la bolla, scoperte le nostre fragilità, è come se si fosse tentato di correre ai ripari per proteggersi dall’impatto duro della vita.

L’iniziativa del Portico del Vasaio giunge ora nel momento di passaggio dalla cosiddetta Fase 2 alla Fase 3 e ha il merito di richiamare l’attenzione su quelle domande che forse due mesi fa non erano così mature. Non tanto se questa circostanza ci ha cambiato: lo vedremo alla prova dei fatti, l’impressione è che ora la corsa sia verso il recupero della normalità perduta, una sorta di dove eravamo e come eravamo, per dirla con un tormentone alla riminese. Il ciclo del Portico del Vasaio punta piuttosto l’attenzione su quelle domande che la pandemia ha suscitato in noi che è bene lasciare aperte, lasciare che ci accompagnino nei prossimi mesi. A partire da quelle elementare, ma essenziale: cosa è successo? Cosa ci è successo?

Lo strano titolo, Come un pic nic sul tetto. La sorpresa dell’umano, porta in questa direzione. Un picnic sul tetto nasce da una suggestione di Chesterton ne Le avventure di un uomo vivo: Entrambi ebbero l’impressione celestiale di un’esplosione vertiginosa quando quella botola, aprendosi, fece esplodere il soffitto, proprio come se fosse essa stessa esplosa nel cielo, permettendo a loro di arrampicarsi fino al tetto dell’universo. Erano entrambi uomini che da molto tempo se ne stavano inconsciamente imprigionati nella trappola dei luoghi comuni, sebbene uno la prendesse con ironia e l’altro sul serio. Ma erano, comunque, uomini in cui la passione non si era spenta. «Ehilà, compagni! Venite qui e portate un po’ della mia roba da mangiare e da bere. Questo è il posto giusto per un picnic.» 

La sorpresa dell’umano è quanto accade laddove la consuetudine, la comfort zone, la bolla, i luoghi comuni si spezzano. E’ la scoperta, attraverso musica, letteratura, poesia e dialoghi con persone ‘vive’ che la realtà può sorprendere anche quando ha il volto duro e devastante, sicuramente inconsueto, di un terribile virus.

La prima diretta è per venerdì 19 giugno alle ore 19 sul tema “La realtà e la bolla”. Oltre alle suggestioni letterarie di Luigi Pirandello (la novella Il treno ha fischiato), G.K. Chesterton (proposto dall’attore Giampiero Bartolini) e David Foster Wallace, ci saranno i dialoghi con alcune persone. Con il giornalista Mattia Ferraresi, già al Foglio e caporedattore del nuovo quotidiano Il Domani, autore di un provocante saggio sulla solitudine nel mondo contemporaneo, con Giorgio Matassoni, uno dei protagonisti dell’esperienza riminese di Team Bòta (un movimento di solidarietà durante il lockdown che ha strappato dalla comodità del divano), e con Paolo Valentini, direttore didattico delle scuole Karis.

Dopo due settimane, venerdì 3 luglio, stessa ora, un nuovo appuntamento con il pic nic sul tetto. Gli ospiti saranno lo scrittore Daniele Mencarelli, vincitore del Premio Strega Giovani, e la giornalista Marina Corradi.

Si va verso l'integrazione fra le fiere di Rimini e di Bologna? La proposta è arrivata da Bologna e Rimini ha risposto che ci sta a verificare se il matrimonio si puà fare. Il consiglio di amministrazione di IEG - informa una nota - ha manifestato il proprio interesse a valutare un’operazione di integrazione con il gruppo Bologna Fiere conferendo mandato al Presidente e all’Amministratore delegato di approfondire la fattibilità dell’operazione con il management della società felsinea.

Si vedranno a breve gli sviluppi. Probabilmente la crisi da emergenza Covid spinge celermente verso una collaborazione.

Nella medesima seduta il Consiglio di Amministrazione ha verificato la sussistenza dei requisiti necessari per ricoprire la carica di amministratore della Società in capo alla dottoressa Alessandra Bianchi, nominata dall’Assemblea degli Azionisti dell’8 giugno 2020. In particolare, il Consiglio di Amministrazione ha verificato la sussistenza dei requisiti di indipendenza,  Alessandra Bianchi è stata nominata componente del Comitato controllo e rischi.
Il Consiglio di Amministrazione ha, inoltre, verificato la sussistenza dei requisiti di indipendenza in capo agli altri componenti del Consiglio di Amministrazione. Dall’analisi condotta sono stati qualificati come indipendenti gli Amministratori: Daniela Della Rosa (Lead Indipendent Director); Alessandra Bianchi; Catia Guerrini, Valentina Ridolfi, Simona Sandrini,  Fabio Sebastiano.

 

“Se un giorno qualcuno ritenesse che sia opportuno aprire un altro aeroporto in Romagna, da parte mia sicuramente non mancherà un grande in bocca al lupo agli imprenditori nostri colleghi... anzi di più, i miei sentiti e personali Auguri”.

Termina così una lunga nota di Laura Fincato, presidente di Airiminum, la società di gestione dell’aeroporto di Rimini. Fincato sa bene che un aeroporto sta per riaprire, quello di Forlì, che proprio in questi giorni ha superato l’ultimo scoglio, quello di avere un distaccamento dei vigili del fuoco (questa è la notizia, non la presunta promozione ad aeroporto di interesse nazionale) e vuole smarcarsi dal dibattito politico in corso che “ci vede coinvolti nostro malgrado”. 

E se pur sembra di scorgere nel carattere ipotetico dato alla frase una sorta di ironia (visto che c’è già un altro aeroporto in Romagna), il suo intervento ha soprattutto lo scopo di far sapere “urbi et orbi” i risultati raggiunti dallo scalo riminese e così, nel contesto della polemica politica in corso, fornire dati significativi sull’opportunità o meno che ci siano due scali ad una distanza così ravvicinata. 

Vecchia questione, che nel recente passato ha causato anche una notevole dispersione di denaro pubblico, anche se ora la concorrenza è fra due società di gestione private, con imprenditori che rischiano in proprio; anche se, come accade ovunque, non disdegnano aiuti pubblici, come quelli più volte promessi dalla Regione per le opere infrastrutturali e, per quanto riguarda Rimini, anche i quattro milioni in tre anni per la promozione turistica legata ai voli. 

La notizia più importante fornita da Fincato è che “è imminente la firma del Contratto di Programma con Enac, che prevede un volume di investimenti infrastrutturali di circa 23,3 milioni di euro per il solo periodo 2020-2023”. “Tale contratto – precisa la presidente di Airiminum - è l’estrapolazione del Master Plan 2020-2033 che prevede per l’intero periodo un volume complessivo di investimenti superiore a 90 milioni di euro, che è in corso di approvazione e che è stato redatto con la consulenza di Fraport di Francoforte, il più importante gruppo aeroportuale del mondo. È grazie alla bontà e alla serietà di questi lavori portati avanti da AIRiminum che la Regione Emilia Romagna, riconoscendo specificatamente all’aeroporto di Rimini la sua vocazione turistica,ha potuto impegnarsi per la compartecipazione negli investimenti del primo periodo 2020-2023, che comunque saranno spesi in prevalenza con aziende del territorio, contribuendo così ad incrementare i livelli occupazionali di tutta la Romagna”. Regione che, va detto, ha comunque promesso lo stesso sostegno a Forlì, quando avrà un proprio Master Plan da attuare. 

Fincato sottolinea che i conti della società vanno a gonfie vele, in quanto il bilancio 2019 che sarà approvato il 25 giugno si chiuderà con circa due milioni di utile. 

La presidente di Airiminum evidenzia che l’aeroporto viaggia verso il ripristino dei volumi di traffico pre-fallimento: “il 2019 si è chiuso con circa 400 mila passeggeri (crescita +29%) e il 2020 era iniziato registrando un +134% nei primi due mesi (dati Assaeroporti). Le stime pre-Covid per l’anno in corso erano di 540 mila passeggeri e non consideravano ancora alcuni voli che sono stati annunciati in questi ultimi giorni (con loro le stime 2020 sarebbero state corrette al rialzo a circa 600 mila passeggeri)”.

Fincato propone pure il punto sulle varie compagnie: Ryanair (tornata in Romagna dopo aver interrotto i voli nel 2012 con Rimini e nel 2008 con Forlì), che nel 2020 aveva in programma 7 destinazioni; Pobeda, la compagnia low cost di Aeroflot arrivata la prima volta in Romagna nel 2019, che inizierà nel 2020 un volo giornaliero da Mosca tutto l’anno (mentre si sta lavorando per San Pietroburgo dal 2021); la “principale compagnia russa”, che sarà ufficialmente annunciata a breve e che non era mai arrivata prima in Romagna con voli di linea regolari; Ural Airlines, che collega ormai da anni la Romagna a 4 diverse destinazioni russe; Lufthansa, che dal 2019 collega Rimini a Monaco e che nei prossimi anni sarà sviluppata su altre rotte; Albawings-Blue Panorama, che dal 2016 collega tutto l’anno la Romagna all’Albania; Lot, la compagnia di bandiera polacca, che dal 2020 lancia la rotta Rimini-Varsavia; Iran Air, annunciata in questi giorni, che partirà dal 1°luglio collegando Rimini a Teheran, i cui sviluppi economici per il territorio romagnolo saranno ancora più evidenti quando sarà annunciato l’intero progetto a monte. 

Senza tralasciare l’importante volume di charter, soprattutto dal mercato russo, che continuano a rendere unico in questo senso l’aeroporto di Rimini nel panorama degli aeroporti regionali italiani. 

Nel tratto di lungomare dalla rotonda Fellini a piazzale Kennedy con l’attuazione del primo stralcio del Parco del mare sono spariti 110 posti auto, 122 se si considerano anche quelli di carico e scarico. Dove parcheggeranno gli automobilisti in questa estate? “La soluzione temporanea – spiega l’assessore alla mobilità Roberta Frisoni – fa perno sull’aumento dei posti auto nella rotonda Fellini. Adesso sono 41, diventeranno 135, restringendo l’area di circolazione delle automobili”. Nell’idea iniziale dovevano essere circa 240, ma l’amministrazione comunale ha dovuto rinunciarvi perché al momento non c’erano le risorse finanziarie disponibili. Altri posti auto, una trentina, saranno ricavati lungo via Paolo e Francesca e nel giardino prospiciente l’ex Sangiovesa. L’assessore Frisoni non ha difficoltà a riconoscere che si tratta di un pari e patta. Con l’aggiunta degli stalli, in aumento, per i motorini.

Per il futuro l’amministrazione non ha rinunciato al progetto del parcheggio interrato sotto la rotonda Fellini, capace di 400 posti auto. Sono già stati assegnati alcuni incarichi per la progettazione. Ma ci sono i soldi per realizzarlo, visto il traballante bilancio che il Comune avrà per il 2021 a causa delle mancate entrate causate dall’emergenza Covid 19? “Abbiamo verificato che un progetto di project financing per tutto il lungomare, da Marina centro a Miramare non è economicamente sostenibile. Anche perché in certe zone i parcheggi servono realmente per soli quattro mesi all’anno. Diversa è la situazione per alcuni tratti, fra cui quello di piazzale Fellini, dove c’è movimento in ogni periodo, anche d’inverno. Il Comune gestirà direttamente l’investimento, contando di rientrare progressivamente con i ricavi delle soste”. Ma il bilancio sarà in grado di sostenere un mutuo di quel genere? “Il bilancio pre Covid lo era. Per il futuro pensiamo di attingere ai contributi e ai finanziamenti che sono stati promessi per le città maggiormente colpite dall’emergenza”.

Nei progetti dell’amministrazione c’è un parcheggio sotterraneo anche in piazza Marvelli (392 posti) e un Pass Park (cioè sopraelevato) all’altezza di via Medaglie d’Oro, ottenendo così 240 posti contro i 110 attuali. Era stata immaginata una soluzione provvisoria anche per piazza Marvelli ma l’emergenza Covid ha fatto saltare i piani, per cui saranno realizzati solo per la prossima estate.

Per la zona di Marina centro l’assessore Frisoni conta molto anche sul nuovo assetto dell’area stazione, soprattutto se partiranno i lavori per il sottopasso ferroviario centrale che collegherà direttamente con l’area a mare. “Le Ferrovie – spiega – stanno ampliando il parcheggio Metro Park. Stiamo lavorando perché i nuovi stalli abbiamo tariffe meno care rispetto a quelle attuali. È immaginabile che questi parcheggi possano servire anche la zona mare, soprattutto se riusciremo ad attivare mini navette di collegamento”. Idee e progetti che inevitabilmente dovrà affrontare dopo il 2021 la nuova amministrazione.

Per il secondo tratto di Parco del Mare in via di realizzazione, lungomare Spadazzi a Miramare, i 155 posti auto andati persi saranno recuperati in due modi. Parte su via Principe di Piemonte (realizzati già la scorsa estate) e altri 88 in un’area comunale all’altezza del bagno 130. Dovevano essere già pronti, in realtà saranno realizzati durante l’estate; l’utilità si vedrà dunque il prossimo anno.

C’è comunque una asincronia fra la pedonalizzazione dei due tratti del lungomare, già attuata, ed il recupero/incremento dei posti auto nei parcheggi. “La sensazione che non ci siano i parcheggi – sostiene Frisoni – dipende dal fatto che si ha in mente il modello Riccione o perché i posti auto non sono immediatamente di fronte ai bagni. Inoltre non si tiene conto che già prima i posti auto erano di molto inferiori rispetto agli ombrelloni sulla spiaggia. La scelta di scoraggiare l’uso dell’auto nella zona mare, salvo per chi non può permetterselo, è strategica, dipende dalla nostra visione della mobilità futura”.

Tornando alla zona di Marina centro, come sarà riorganizzato il trasporto pubblico una volta che il Metromare entrerà in funzione definitivamente? La gloriosa linea 11 andrà in pensione? “Da luglio la linea Metromare riprenderà nella forma sperimentale. Considerato che le nuove norme impongono agli autobus una capienza massima del 60 per cento rispetto ai posti disponibili, è evidente che per questa estate sono necessari sia Metromare che linea 11. Per il futuro la proposta del Comune di Rimini è una linea per Marina centro, da viale Principe Amedeo a piazzale Pascoli. E due linee circolari, una ampia per i viali delle Regione ed una più circoscritta fra piazzale Pascoli e Chiabrera”.

Se l’emergenza Covid provoca una crisi del trasporto pubblico, non era il caso di pensare a soluzioni alternative? “Occorre insistere su forme di mobilità privata che non sono necessariamente l’auto: le biciclette, i motorini elettrici, i monopattini”.

A completamento del discorso dei parcheggi, il piano del Comune ne prevedono in futuro anche altri: a raso in zona pascoli, in via Chiabrera passando dagli attuali 330 a 450 posti, a Marebello vicino alla stazione Metromare, 250 posti nella zona parco Pertini e altri 250 posti a Miramare.

Se è davvero guerra dei cieli fra Rimini e Forlì, si tratta di guerriglia preventiva. Perché al momento il presunto oggetto del contendere non c’è. Sembra però che a Rimini si siano improvvisamente accorti che a Forlì sta per riaprire lo scalo e allora tutto ciò è fonte di agitazione.

L’assessore alla mobilità Roberta Frisoni ha rilasciato dichiarazioni ai quotidiani locali per stigmatizzare il fatto che l’aeroporto di Forlì sia stato inserito nel novero degli aeroporti di interesse nazionale. Tre aeroporti nel giro di 110 chilometri? Uno a cinquanta chilometri da Rimini? Non sia mai, ha tuonato l’assessore.

In realtà la notizia che nei giorni scorsi è rimbalzata da Forlì, a esaminarla nel dettaglio tecnico, non dice che Forlì è diventato di interesse nazionale. Dice semplicemente che il Ridolfi è stato inserito nell’elenco degli aeroporti nei quali il servizio antincendio e soccorso è garantito dai Vigili del Fuoco a spese dello Stato. Gli aeroporti che non sono in questo elenco, la famosa tabella A, il servizio se lo devono pagare di tasca propria.  La notizia era attesa da tempo a Forlì perché senza l’inserimento nella tabella A, e senza l’arrivo dei Vigili del Fuoco, l’aeroporto non è nelle condizioni di poter riaprire. 

Gli esponenti politici di Forlì, che a vario titolo si erano spesi per ottenere il risultato, hanno ‘venduto’ la notizia come se il loro scalo fosse diventato di interesse nazionale.  Hanno giocato sul fatto che nei 38 aeroporti della tabella A ci sono larga parte degli scali di interesse nazionale, ma ci sono anche aeroporti che non hanno quella qualifica. 

La promozione di Forlì è una decisione che semmai dovrà prendere il Ministero nel nuovo piano nazionale degli aeroporti, la cui istruttoria è appena cominciata. Dal punto di vista legislativo non è possibile che un aeroporto venga dichiarato di interesse nazionale, stante la vigenza dell’attuale piano, approvato a fine 2015 ed entrato in vigore il 1° gennaio 2016. Il relativo decreto specifica che altri aeroporti  avrebbero potuto entrare nell’elenco solo se entro e non oltre un anno avessero prodotto la necessaria documentazione. Dalle cronache dell’epoca si evince che sia stata una norma ad personam, anzi “ad aeroportum”, inserita all’ultimo momento proprio per favorire Forlì. Era da poco stato aggiudicato lo scalo a Air Romagna, la società dell’americano Robert Halcombe che poi si è dileguato, tanto che Enac ha dovuto emettere un nuovo bando vinto da FA, l’attuale società di gestione. Perso quel treno, bisogna aspettare il nuovo piano nazionale. 

“Ma il problema è politico”, obietta l’assessore Frisoni. Il problema politico sarebbe il doppione di due aeroporti di interesse nazionale, uno a cinquanta chilometri dall’altro, che fatalmente si faranno una concorrenza che nuocerà al territorio. Il problema però non nasce oggi, nasce nel momento in cui Enac ha pubblicato un nuovo bando che è stato vinto da una agguerrita cordata di imprenditori romagnoli decisi a realizzare l’investimento. Già due anni fa l’assessore regionale ai trasporti, Raffaele Donini, intervistato da BuongiornoRimini, sottolineava che la Regione avrebbe investito in opere infrastrutturali sia a Rimini che a Forlì. 

“Per Forlì – precisò – siamo pronti ad un impegno in più. Chiederemo che nel prossimo piano degli aeroporti torni ad essere inserito fra gli aeroporti di interesse nazionale”.  

Nessun esponente politico e istituzionale due anni fa si fece vivo per contestare l’impegno della Regione in favore dei forlivesi.

Ma l’allarme è originato anche dal fatto che l’aeroporto di Forlì sta contattando alcune compagnie aeree che nella precedente stagione facevano voli su Rimini. “Concorrenza sleale”, si sottolinea. “Inopportunità di due scali uno vicino all’altro”, si aggiunge. All’assessore Donini avevamo pure chiesto se ci fosse spazio in Romagna per due aeroporti. Risposta: “Questo lo dirà il mercato, non possiamo essere noi a stabilirlo a tavolino”. Nella nuova giunta regionale Donini si occupa di sanità, mentre i trasporti sono passati al collega Andrea Corsini. Vedremo quindi se da parte della Regione ci sarà ancora il sostegno a Forlì perché nel prossimo piano degli aeroporti diventi di interesse nazionale. 

La polemica di questi giorni ha comunque il merito di aver evidenziato come si stia entrando in una situazione di concorrenza fra due scali che, è bene ricordarlo, sono ora entrambi a gestione privata. Spetta ad ogni società di gestione muoversi per servire al meglio il territorio di riferimento e tenere i conti in ordine. Anche perché nel vigente piano nazionale (è presumibile che sarà così anche nel prossimo) l’aeroporto di interesse nazionale deve “dimostrare, tramite un  piano industriale, corredato da un  piano  economico-finanziario,  il raggiungimento dell'equilibrio economico-finanziario anche tendenziale e di adeguati indici di solvibilità patrimoniale, almeno su un triennio”.

Con la chiusura dell’esercizio 2019 Amir SpA, azienda pubblica per la rete idrica nella provincia di Rimini, torna a condividere i risultati di bilancio con gli enti soci, distribuendo risorse preziose per le amministrazioni locali, soprattutto in un momento di sofferenza generale come quello attuale. 2,4 milioni la somma totale che verrà destinata agli azionisti. Circa 1,8 milioni andranno al Comune di Rimini, che attraverso Rimini Holding SpA detiene il 75% dell’azienda. Quindi in quota parte, prendendo in rassegna le principali partecipazioni, 200mila euro a Santarcangelo di Romagna, 104mila a Bellaria-Igea Marina, 67mila a Verucchio, 50mila a Coriano, 21mila a Morciano di Romagna, 19mila a Poggio Torriana, 15mila a Montescudo – Monte Colombo, 13mila a San Clemente, 12mila a Riccione.

La decisione è stata deliberata dall’assemblea dei soci, riunitasi questa mattina, in videoconferenza (in ottemperanza alle disposizioni normative finalizzate a ridurre il rischio di contagio da Covid-19). Presente alla seduta il 93,82% del capitale sociale. 

Il consuntivo di bilancio, approvato con il 93,3% dei voti (contrario il Comune di Riccione che detiene una partecipazione dello 0,52%), registra un utile netto pari a 206.857 euro, un valore di produzione di 2,7 milioni e un margine operativo lordo di 2,4 milioni. L’amministratore unico Alessandro Rapone presentando i numeri li ha anche circostanziati: “I principali indicatori confermano l’equilibrio economico-finanziario che caratterizza Amir SpA. L’azienda è solida e continua a produrre utili. Per quanto riguarda la gestione caratteristica si tratta di 1,4 milioni nel 2019, a fronte di 1,2 milioni del 2018. Mentre il precedente esercizio è stato arricchito dal rimborso di 1,7 milioni ottenuto da Agenzia delle Entrate, in questo ci troviamo invece a dover accantonare 1,2 milioni a titolo prudenziale per affrontare un altro contenzioso, una controversia giudiziaria appena apertasi con un nostro partner. Oggetto del contendere le spese relative ad alcuni lavori di adeguamento svolti nell’ambito del cantiere per la terza corsia dell’A14. Si tratta di somme anticipate da Società Autostrade ad Hera per accelerare la realizzazione delle opere. Ora Società Autostrade ne chiede la restituzione ad Hera, che a sua volta ha chiamato in causa le aziende con titoli sulle infrastrutture del servizio idrico integrato, tra cui Amir”. 

“Al netto di questa vicenda, tutta da discutere, l’azienda ancora una volta assicura un contributo significativo al territorio, in particolare per le finanze degli enti locali. A conti fatti, negli ultimi tre anni, Amir ha erogato risorse per circa 4,2 milioni - sottolinea Rapone - All’occorrenza riducendo il proprio capitale sociale (0,5 milioni a fine 2018), ad oggi comunque un patrimonio pubblico importante dal valore di 47,7 milioni. Quando c’è stata l’occasione ha provveduto a distribuire un dividendo, 1,3 milioni a consuntivo 2018. Altre importanti somme vengono ora smobilizzate dalle riserve straordinarie. Tutto sempre nel pieno rispetto delle stringenti prescrizioni a cui sono sottoposte le aziende pubbliche”. 

“In questa congiuntura non semplice, Amir inoltre è riuscita a consolidare la propria mission, continuando a finanziare opere indispensabili alla riqualificazione del servizio idrico integrato”, tiene anche ad evidenziare l’amministratore unico. Nell’ambito della pianificazione coordinata dall’ente regolatore Atersir, l’azienda ha in programma 7,6 milioni di investimenti tra 2020 e 2023. Gli interventi di risanamento ambientale concordati interessano tutto il territorio di riferimento, dalla Valconca alla Valmarecchia. Nel corso del 2019 sono state sostenute opere del servizio idrico per circa 1,2 milioni; quattro gli interventi completati nei comuni di Coriano, Saludecio e Morciano di Romagna. Tra i lavori finanziati e attualmente in corso d’opera la dismissione del depuratore di Ponte Santa Maria Maddalena, a Novafeltria, dove verrà realizzato un nuovo collettore fognario per il collegamento a quello di vallata. In fase di cantierizzazione anche il maxi-intervento per la separazione della rete fognaria nella zona di Rimini nord, in corrispondenza dei bacini delle fosse Brancona e Viserbella, operazione integrata al Piano di Salvaguardia della Balneazione. Tra gli impegni che rinnova l’azienda la campagna di informazione e sensibilizzazione intrapresa sulle questioni ambientali, con particolare attenzione al valore del servizio idrico integrato e al suo impatto sull’economia locale.

"E’ arrivato questa mattina nel deposito di Start Romagna il primo dei nove filobus snodati a trazione elettrica, costruito in Olanda, che sarà destinato al Trasporto Rapido Costiero.  Entro i prossimi due mesi, con la frequenza di circa uno a settimana, arriveranno anche gli altri otto che andranno a completare il parco mezzi del sistema di trasporto pubblico che unisce Rimini a Riccione, sostituendo quelli usati fino ad oggi nella fase sperimentale". Così informa una nota della Provincia di Rimini. Quindi i prossimi giorni, come dichiaratoqualche tempo fa dal presidente rizieroSanti, sono diventati due mesi. Arriveranno entro ferragosto, se tutto va bene.

Comune e Provincia stanno verificando le condizioni affinché il servizio, forzatamente interrotto dalle normative anticovid, possa riprendere a luglio per proseguire nel progetto di ridisegnare la mobilità del territorio, soprattutto in questa fase in cui è importante adottare nuovi comportamenti e cambiare le abitudini. 

Se riprenderà a luglio, sarà semprenella modalità sperimentale, cioè con i vecchi autobus Start. Nulla dicela nota della provincia sui tempi dei necessari collaudi.

Proprio ieri serail consigliere comunale Filippo Zilli ha presentato un'interrogazione in cui osserva:

  • sappiamo che l’Ufficio speciale trasporti a impianti fissi (USTIF), che è un organo periferico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, deve per legge effettuare appunto il collaudo di tutti i mezzi, prima che gli stessi possano effettivamente operare.
  • non sappiamo però effettivamente quanto questo durerà. L’assessore Frisoni ha dichiarato che il Metro Mare entrerà in funzione nei mesi di luglio e agosto, mentre il presidente della provincia Santi ci parla di fine estate / inizio autunno. 
  • inoltre l’agenzia ed i gestori devono ancora definire quali saranno le modalità per effettuare il servizio. e questo perchè sappiamo che è incompatibile l’utilizzo, nello stesso momento, dei mezzi di Start Romagna (utilizzati fino ad oggi in via provvisoria) e dei nuovi mezzi comprati dal Belgio. Quindi non sappiamo ad oggi, 11 giugno, con quali mezzi quest’estate entrerà in funzione il Metro Mare

Zilli infine chiede:

  • quanto è costato il servizio con i mezzi provvisori da novembre 2019 a marzo 2020;
  • quanti passeggeri sono transitati nello stesso periodo;
  • quanti i biglietti venduti, e quanti gli abbonamenti;
  • cosa intende fare l’amministrazione, cioè partire con i nuovi mezzi ExQuicity o continuare con quelli di Start Romagna, quale la differenza di costo c’è tra gli uni e gli altri nella percorrenza della tratta;
  • quanto durerà il collaudo, e quando verranno consegnati gli ulteriori 8 mezzi Exquicity;
  • il piano di sostenibilità economico attuale, cioè a quanto ammonta il costo totale annuo del servizio in periodo COVID, ed in periodo POST COVID (che si baserà su proiezioni già fatte sicuramente prima di questo tragico avvenimento), e quante sono le previsioni di incasso per entrambi;
  • se verrà o meno abolita la linea 11, che con i viali delle regine sempre più prossimi al doppio senso di marcia, e l’occupazione da parte dei pubblici esercizi di suolo pubblico aggiuntivo, sta causando diverse problematiche in termini di sicurezza e percorribilità;
  • quando e come verranno definiti dei mezzi di collegamento tra le fermate Metro Mare più distanti e la fascia litorale.

"Non aspetteremo oltre il primo luglio, l'obiettivo è riaprire l'intrattenimento serale e danzante già l'ultimo weekend di giugno e non oltre il 1 luglio".

Lo ribadisce il sindaco di Riccione, Renata Tosi, dopo che ieri ha avuto un colloquio con Maurizio Pasca, presidente nazionale Silb, e gli imprenditori del Consorzio Riccione Intrattenimento, che raggruppa i principali locali della Riviera. "C'è delusione per quanto riportato, secondo le bozze circolate ieri, nel Dpcm di imminente varo. Perché il 14 luglio è una data che azzera totalmente la possibilità di lavorare per il settore del ballo. Visto che il Dpcm lascia discrezionalità, ora tocca alla Regione dare fiducia agli operatori del settore, tantissimi in Romagna, che aspettano una data per lavorare. E' come già accaduto per le spiagge della Riviera lasciate per settimane nell'incertezza, poi grazie anche al nostro pressing come località balneare e Comune del G20s, abbiamo potuto avere un'apertura e iniziare a sperare nell'estate. Ogni volta, noi sindaci siamo costretti a salire sulle barricate per garantire il futuro a tante famiglie che lavorano col turismo. Turismo significa anche ballare all'aria aperta. Perché no? In sicurezza, sicuramente sì. L'ultimo weekend di giugno, al massimo il primo luglio a Riccione si balla. Il Comune di Riccione ha incontrato in questi giorni tanti imprenditore del settore dell'intrattenimento, sono tutti disposti a ogni sacrificio, ogni misura di sicurezza, a creare spazi privati dove amici o coppie possano passare una serata. Ma basta un po' di buon senso, se finito di cenare sposto la sedia e vicino al tavolo ballo un po', qual è il problema?!". 

Il Comune di Riccione lancia le "isole del ballo" o più semplicemente degli spazi "privé" che possono essere prenotati, ampi da permettere il distanziamento interpersonale ed evitare gli assembramenti, rigorosamente all'aperto. Ogni isola del ballo sarà delimitata e ognuno potrà ballare vicino al proprio tavolo, per stare insieme ma distanziati in mini-piste da ballo. 

 

 

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