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Divorzio consensuale per la Rocca Malatestiana

Lunedì, 28 Novembre 2016

Nel bilancio previsionale 2017 della Fondazione Carim per le attività di arte e cultura sono stati inseriti appena 15 mila euro. È in qualche modo la conferma che la Fondazione ha deciso di rinunciare alla gestione della Rocca Malatestiana. Ancora non c’è stato un annuncio ufficiale, anche se il sindaco Andrea Gnassi, parlando del progetto Museo Fellini e dei nove milioni di euro che arriveranno dal ministero dei beni culturali per realizzarlo, ha confermato che sono in corso trattative.

In effetti sono in corso da mesi e le ragioni che suggeriscono il passaggio di mano sono sotto gli occhi di tutti. Quando nel 1999 la Fondazione Carim sottoscrisse con il Comune la convenzione per la gestione di Castel Sismondo per trent’anni, tirava tutta un’altra aria. In quei tempi la Fondazione aveva a disposizione per proprie attività qualcosa come due milioni e mezzo di euro e la situazione economica e finanziaria era ben lontana dai venti di crisi che arrivarono qualche anno dopo. La Fondazione appariva come lo scrigno sicuro a cui attingere per la città. Ed il Comune pensò di risolvere il problema della fine dei lavori di restauro, che languivano, e delle mancanza di proprie idee progettuali, con un accordo con la Fondazione. Non mancò qualche polemica, anche perché la convenzione fu un accordo fra i fratelli Chicchi, Luciano, presidente della Fondazione, e Giuseppe, sindaco della città.

Oggi la situazione è profondamente diversa. Per le ragioni ben note, e che riguardano le cattive acque in cui versa la Carim, la Fondazione non ha più le risorse di un tempo: il bilancio previsionale delle erogazioni per il 2017, approvato dall’assemblea sabato scorso, non arriva a 700 mila euro. Se la Fondazione ha risorse esigue, a Palazzo Garampi c’è un sindaco che ha fatto dei cosiddetti motori culturali uno delle linee portanti della propria gestione amministrativa e che sul progetto comprendente, oltre a Castel Sismondo, anche il Cinema Fulgor e l’area circostante, è riuscito a portare a casa anche un importante finanziamento ministeriale.

La Fondazione Carim nel 2017 cederà la gestione della Rocca Malatestiana al proprietario, il Comune di Rimini, che la reclama (altrimenti il progetto del Museo Fellini resterebbe sospeso a mezz’aria), forse con qualche rimpianto, ma certamente sollevata da non dover più far fronte a un impegno così gravoso. Un divorzio consensuale, nel reciproco interesse. D’altra parte, con il cantiere in corso in piazza Malatesta, nel 2017 non erano nemmeno programmabili chissà quali iniziative nel Castello che in questi anni è servito soprattutto ad ospitare importanti mostre d’arte, quelle promosse dal Meeting, da Marco Goldin e dalla stessa Fondazione. Si chiude una pagina, e se ne apre un’altra. Il Castello, nel progetto del Museo Fellini, dovrebbe ospitare i set dei film del maestro e uno spazio creativo, fra reale e virtuale, per dare corpo ai sogni e all’immaginazione.

Cambiando argomento, l’assemblea dei soci che ha vota le linee del bilancio preventivo ha anche approvato una mozione in cui è stato espresso “il pieno dissenso per la richiesta dell’azione di responsabilità da parte della Banca contro il gruppo di amministratori che hanno lasciato il Cda nella primavera del 2010”. La mozione non ha però chiesto che la decisione venga rivista, è stato un modo di marcare le distanze dall’atteggiamento assunto dalla presidente Linda Gemmani.

Sui programmi 2017 della Fondazione Carim leggi anche questo articolo.


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