“Cui prodest?”, si chiedevano gli antichi e si chiedono i cittadini di fronte alla congiura di palazzo che ha defenestrato il sindaco di Riccione Renata Tosi.
Certo, è stato raggiunto l’obiettivo di interromperne l’esperienza amministrativa, ma l’uomo che è stato indicato come il regista, neppure troppo occulto, dell’operazione, il vice sindaco Luciano Tirincanti, con le dimissioni forzate della Tosi ottiene un dividendo politico che potrà presentare all’incasso alle prossime elezioni? È poco ragionevole pensarlo. Se la Tosi fosse stata mandata a casa con un trasparente voto in consiglio comunale, indicando i motivi che impedivano di continuare l’esperienza, tutto sarebbe diventato possibile e, soprattutto, i cittadini avrebbero dovuto interrogarsi sulle ragioni degli uni e degli altri. Insomma, i cosiddetti 'congiurati' avrebbero conservato la loro dignità politica e presentarsi a testa alta di fronte agli elettori.
Agli occhi dei cittadini, invece, la loro azione, al di là delle loro intenzioni (tutti affermano di volere il bene della città) ha i connotati espliciti della congiura di palazzo, del solito scontro di potere, della vecchia politica aborrita e purtroppo rediviva. I promotori del defenestramento della Tosi ritengono davvero che una lista o un’alleanza di liste caratterizzate dalla presenza degli autori della congiura possa incontrare il favore vincente dell’elettorato? Gli umori dell’opinione pubblica, oggi più di ieri, sembrano andare in tutt’altra direzione. Per questo la vittoria dei congiurati ci appare come una vittoria di Pirro, oppure, più prosaicamente, come la vittoria del proverbiale marito che si è tagliato gli attributi per far dispetto alla moglie.
Anche perché, senza avere la sfera di cristallo, è facile prevedere che la campagna elettorale della Tosi, che ha già fatto capire che non uscirà di scena, sarà tutta nel segno di una narrazione che vedrà lei, autentica esponente dell’onestà e della trasparenza, come l’innocente vittima di chi voleva continuare con i giochetti della vecchia politica. Si può anche aggiungere che il modo con cui le è stata sfilata la poltrona di sindaco ha prodotto anche l’effetto di far dimenticare in un solo colpo le oggettive difficoltà in cui negli ultimi mesi si muoveva la sua amministrazione. Adesso l’attenzione di tutti è sulla congiura. Inoltre in campagna elettorale lei potrà agevolmente sostenere che se c’era una impasse questa era dovuta esclusivamente al complotto che da tempo era stato ordito contro di lei.
Se i congiurati vincitori quindi faranno fatica ad avere un radioso futuro politico, ad uscire con le ossa rotte è anche il partito di Forza Italia. Non solo perché un consigliere si è unito ai congiurati, non solo perché la regia era del vice sindaco appartenente a quel partito, ma anche perché in consiglio comunale, con la carica di presidente, siede il responsabile provinciale. Comunque la si voglia mettere, è una figuraccia che toglie credibilità e fiducia politica. Ecco perché si può ipotizzare che nell’area dei partiti di centrodestra, sarà comunque la Lega, espressasi nei giorni scorsi a favore della Tosi, a dare le carte e decidere quale partita giocare.
La congiura è stata invece una piena vittoria del Pd che pur diviso è riuscito a colpire unito e ad incunearsi nelle contraddizioni della maggioranza. Molto dei risultati delle prossime elezioni dipendono dall’offerta politica che l’area di centrosinistra riuscirà a mettere in campo. Il Pd e gli ex Pd potranno avere un ruolo di rilievo se sapranno proporre un candidato sindaco autorevole e di spessore: o un personaggio civico capace di trovare consensi o un “usato sicuro” in grado di ricompattare il loro elettorato e andare oltre, magari con l’aiuto di una lista civica. Da questo punto di vista, non si può non notare l’attivismo di Daniele Imola, che anche ieri si è fatto vivo con una lettera aperta alla Tosi per rimarcarne gli errori.
L’altra grande incognita delle prossime elezioni riguarda il Movimento 5 Stelle. Alle amministrative del 2014 non ebbe una grande performance, si fermò al 16 per cento, anche perché la personalità di Renata Tosi, sempre fuori dal sistema, incarna molti dei loro valori politici. Il potenziale elettorato dei 5 Stelle è però più ampio: basti pensare che alle politiche del 2013 già avevano raggiunto a Riccione il 30 per cento dei voti (più del Pd). L’esperienza dice che le amministrative sono quasi sempre un altro film. Però se i grillini riuscissero a indovinare un candidato, e se continuerà il vento favorevole che li vede in testa ai sondaggi nonostante la pessima figura di Roma, potrebbero dare un serio filo da torcere agli altri competitor.
Crisi Riccione: Cui prodest?
Venerdì, 24 Febbraio 2017
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