(Rimini) “Volevo portare via mia figlia con me in Russia, ma poi ho pensato che all'aeroporto avrebbero controllato la valigia e allora l'ho buttata in mare". "Il perché non lo so". Alla polizia e al pm Davide Ercolani, che venerdì l'hanno interrogata fino a tarda sera, non ha saputo dare una spiegazione razionale e logica alle sue azioni Gulnara Laktionova, 48 anni, che dopo aver visto la figlia Katerina morire per le conseguenze dell'anoressia l'ha messa in un trolley e l'ha buttata nelle acque del porto canale di Rimini. Rientrata in Italia prima del previsto, dopo averlo concordato con il difensore di fiducia, Mario Scarpa, Gulnara è arrivata al Marconi di Bologna, prelevata dalla squadra Mobile di Rimini e portata in Procura. In un lungo interrogatorio, tra le lacrime, i "non so perché l'ho fatto", la donna, badante con regolare permesso di soggiorno, ha ricostruito l'ultimo mese di vita della ragazza, che il 22 febbraio si era recata in Questura per chiedere il permesso di soggiorno per motivi umanitari (Ansa).
Morta nel trolley, la madre: “Non so perché l’ho fatto”
Lunedì, 10 Aprile 2017
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