(Rimini) Al Rockisland la musica non è finita. Lo storico gestore, Giuseppe Ligorio, smentisce i titoli di alcuni giornali locali, secondo cui al Rockisland non si ballerà più. “Non è vero. Già da tempo insieme alla proprietà abbiamo avviato le pratiche per ottenere la licenza di ballo. Attualmente il locale ha solo quella per intrattenimento con deejay, che non è la stessa cosa, ma è già un punto di partenza”, spiega Ligorio. “Con le pratiche siamo a buon punto - aggiunge - tant’è che inizieranno a giorni i lavori per adeguare il locale a determinati canoni”. Non si tratta di adeguamenti strutturali legati alla sicurezza del fascinoso capanno in mezzo al mare, “che è già garantita”, quanto piuttosto dell’adeguamento alle norme antincendio.
Il Rockisland a Pasqua è rimasto chiuso. Nè lo storico locale in cima al molo del porto di Rimini riaprirà in vista dei prossimi ponti di primavera. Agli occhi più attenti la cosa non è passata inosservata, perchè non è la normalità. Gli anni scorsi di questi tempi, con le temperature registrate nelle ultime settimane, sarebbe già stato aperto da giorni per un aperitivo al tramonto, una cena sotto le stelle, una serata di festa. E’ successo che i Pivi, i proprietari, hanno rimesso in gioco la gestione.
Sono due le offerte in campo, almeno quelle più concrete. Una è arrivata dal ristoratore Massimo Masotti, che vuole farne quindi esclusivamente un ristorante. L’altra è arrivata da un gruppo di imprenditori del mondo dei locali notturni riminesi. Che sembrano avere altre intenzioni.
“Allo stato attuale il Rock è tornato alla proprietà", conferma Ligorio, consigliere della Confcommercio Giovani, che per ora resta il referente dei Pivi per quanto riguarda il locale. "La proprietà sta valutando alcune proposte, tra cui quella di Masotti”.+
La questione delle serate da ballo al Rockisland è comunque sempre stata spinosa proprio per via della mancanza della licenza. “Nell’estate del 2015 - spiega Ligorio - alcuni controlli da parte della polizia municipale hanno portato a un procedimento penale ancora in corso, e sottolineo in corso. Per il quale cioè non è ancora stata emessa sentenza, se non quella di qualche giornalista”, ci tiene a precisare Ligorio.