(Riccione) Le strisce blu in zona mare continuano a tenere banco nel dibattito pre elettorale riccionese. La candidata sindaco del Pd Sabrina Vescovi questa mattina si è recata in Comune per protocollare “richiesta di sospensione del provvedimento con cui sono state disposte. Una decisione che non si può prendere a stagione iniziata senza aver pianificato alternative credibili. Questa è una scelta che crea un danno enorme a tutta la zona mare. Ai residenti in quest’area, ma anche agli albergatori, che non hanno più il tempo materiale per riorganizzarsi. Ai commercianti in termini di indotto, ma anche a quanti nei negozi ci lavorano. Addirittura i genitori dei bambini che frequentano l’elementare di via Catullo si ritroverebbero a dover pagare il parcheggio all’andata e al ritorno da scuola”. Si tratta inoltre di un provvedimento dubbio in termini di legge che “stabilisce debba essere garantito un 30% di spazi bianchi. E’ necessario sospendere tutto e approfondire bene. Quel che ho chiesto questa mattina al commissario Immacolata Delle Curti con richiesta formale”.
Preoccupata si dichiara la candidata sindaco di Noi riccionesi, Renata Tosi. “L'introduzione di nuovi parcheggi a pagamento con l'arrivo della stagione estiva e, quindi, anche dei turisti, in diversi viali della zona a mare della ferrovia, non è cosa buona. Spiace constatare che da alcune parti questo provvedimento venga cavalcato in maniera strumentale addebitandomi responsabilità che, come ho avuto modo di dichiarare pubblicamente nei giorni scorsi, non sono mie. Agitare gli animi per avere maggiore visibilità o riscontro non mi interessa. E' vero, siamo in campagna elettorale, ma tentare di far passare fatti a me non imputabili, questo non lo accetto. Da persona pragmatica che cerca e ha sempre cercato fortemente di essere vicina ai cittadini nelle scelte a servizio della città ribadisco la mia personale volontà di non aver previsto di aumentare i parcheggi blu nella zona turistica di Riccione per l'estate 2017”.
Nell’ambito del dibattito elettorale c’è anche Andrea Dionigi Palazzi di Forza Italia, il partito sostiene Renata Tosi, che chiede alla rivale Sabrina Vescovi se “l'alleanza voluta e cercata a Riccione con la lista di chiara appartenenza all'estrema sinistra che storicamente ha tra i suoi valori assoluti "solo il pubblico deve garantire i servizi educativi", comporterà per caso qualche contrasto di troppo col progetto già in atto del "patto Gnassi/Pizzolante" in campo scolastico”.
Jacopo Morrone della Lega nord spiega come il deputato Sergio Pizzolante, ideatore della lista patto civico, voglia “ripetere a Riccione la stessa strategia usata a Rimini per drenare consensi di elettori che mai darebbero il voto al Pd, ma che potrebbero essere raggirati da una lista e da un candidato solo all’apparenza alternativi al Pd. Una lista civetta, appunto, composta da fuoriusciti dal partitone e dai vecchi compagni del Psi”. Per la Lega “l’unica vera alternativa rimane la candidata Tosi, che non si nasconde dietro patti e alleanze segreti, che favoriscono i soliti noti, ma di sicuro non la stragrande maggioranza dei riccionesi”.
Il candidato sindaco di Patto Civico Carlo Conti interviene in divesa di Famija arciunesa e del presidente Giuseppe Lo Magro, attaccato da Noi riccionesi. “L'aggressione di Noi Riccionesi, partito di Renata Tosi, a Giuseppe Lo Magro e all'associazione Famija Arciunesa è la prova ultima della violenza con la quale l'ex sindaco e il suo entourage sono abituati a trattare tutti coloro che esprimono opinioni diverse dalle sue. E' la prova del clima soffocante e velenoso che aveva creato all'interno della sua maggioranza e della città. Giuseppe Lo Magro ha espresso opinioni mettendo in evidenza tutta l'ostilità della Tosi verso le attività di Famija Arciunesa e delle altre associazioni culturali e sociali riccionesi. Ha elencato fatti e cose accadute; ma nella Riccione di questi signori non si può fare”.
Restando sullo stesso tema, il segretario del Pd, Marco Parmeggiani, definisce “un attacco proditorio e vile” la reazione della lista Noi riccionesi nei confronti di Famija arciunesa (“poche e scarne parole che riportano alla mente quelle in uso nel ventennio fascista"), ma prende anche le distanze da Patto civico. Definisce “non casuale” la “levata di scudi” di Carlo Conti. “Ci si chiede dove erano allora Conti & company, quando portarono ed approvarono l’atto con cui diedero, da un giorno all’altro, lo sfratto plurimo a tutto il mondo delle associazioni riccionesi. E dove erano quando la Tosi arrivò ad affermare pubblicamente che il comune fu anche costretto a sobbarcarsi i costi relativi al consumo energetico dell’associazione stessa, salvo poi ritirarsi tutti in un muto ed imbarazzante silenzio, appena la Fameja mostrò ed esibì alla città le bollette Enel, regolarmente saldate dall’associazione”.