Le reazioni delle associazioni di categoria seguono in maggior parte la linea del “si poteva fare di più”, ma il presidente di Oasi Confarigianato Giorgio Mussoni mette il dito sulla questione di fondo: riuscirà la legge delega ad essere approvata prima della fine della legislatura?
Sulla carta i tempi ci sono, anche se molto dipende dalla data in cui si andrà a votare: marzo? aprile? maggio? Un mese in più o in meno può essere determinante. Anche perché, prima del voto conforme in aula sia alla Camera che al Senato, c’è ancora da acquisire il parere di altre commissioni competenti (bilancio, trasporti, politiche europee, ambiente). Quindi è fuor di dubbio che si tratti di una corsa ad ostacoli, dove risulterà determinante la volontà politica della maggioranza e del governo di portare a casa il provvedimento prima che venga sciolto il Parlamento. I deputati riminesi Tiziano Arlotti (Pd) e Sergio Pizzolante (Ap) auspicano che il provvedimento arrivi in aula entro il mese di ottobre. Se accadrà, sarà una sorta di miracolo.
Non è l’unico nodo che resta da sciogliere. Le modifiche che sono state apportate al progetto originario hanno comunque lasciato indeterminate alcune questioni che spetterà ai decreti delegati dirimere in un senso o nell’altro.
Il disegno di legge delega uscito dalle commissioni interrompe il regime della proroga (quella attuale è fino al 2020) e indica i criteri con cui sarà realizzato l’adeguamento dell’Italia all’ormai famosa direttiva Bolkestein. Stabilisce che andranno subito ad evidenza pubblica i tratti di spiaggia che attualmente sono liberi, mentre dove c’è una concessione rilasciata prima del 2009 sarà concesso un periodo transitorio. La durata di questo periodo transitorio – particolare non proprio irrilevante – non è stata definita, saranno i decreti delegati a indicarla.
Nel disegno di legge approvato sono stati recepiti alcuni principi cari agli operatori di spiaggia, peraltro insoddisfatti per ciò che la norma ancora non dice. È stata riconosciuta la professionalità degli operatori ed il valore commerciale dell’impresa. Ma, nel momento di assegnare i punteggi nelle gare ad evidenza, come saranno concretamente valutati questi parametri? Non è specificato, anche in questo caso probabilmente ne sapremo di più nei decreti delegati che, ricordiamo, il governo deve emanare entro sei mesi dall’approvazione definitiva delle legge delega.
All’articolo 1 del disegno di legge è stato recepito (nel testo iniziate non c’era) il principio del legittimo affidamento. Le procedure di gara dovranno cioè tener conto del fatto, che in presenza di un regime di proroga automatica, gli attuali concessionari hanno compiuto investimenti e quindi possono rivendicare un giusto indennizzo. La legge stabilisce un principio – molto rilevante e invocato dagli operatori -, spetterà al Governo coi decreti delegati indicare come viene concretamente realizzato.
Nell’iter in commissione i deputati Arlotti e Pizzolante hanno proposto e sono riusciti a far approvare un emendamento secondo il quale nel periodo transitorio è prevista la regolamentazione degli effetti giuridici degli atti di pianificazione territoriale e dei relativi strumenti di programmazione negoziata stipulati, ai fini del miglioramento dell’offerta turistica e della riqualificazione dei beni demaniali, tra le amministrazioni competenti e le associazioni maggiormente rappresentative su base nazionale delle imprese del settore. È stata in qualche modo recepita la proposta del sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, che aveva appunto rivendicato per i Comuni che hanno pronti progetti di riqualificazione (leggi Parco del Mare) la possibilità di continuare ad agire, senza aspettare che sano definiti tutti gli aspetti della riforma demaniale.