(Rimini) “Il 2017 si è chiuso con 4885 casi di morbillo (veri, non segnalati) di cui il 44% è stato ricoverato e il 22% è finito in pronto soccorso. Troviamo un autobus su cui scriverlo?”. E’ provocatorio il farmacista riccionese Giulio Mignani, presidente dell’ordine dei farmacisti della provincia di Rimini, al quale non è sfuggita “l’incredibile vicenda della pubblicità no-vax comparsa sui mezzi di Start Romagna”.
Per Mignani, “pubblicità simili sono pericolose perché diffondono falsità scientifiche e sono ancora più gravi se esposte su mezzi destinati al servizio pubblico. E’ difficile, se non impossibile, considerare il messaggio come frutto di buona fede: si tratta infatti di un numero di reazioni avverse segnalate, pensato per impressionare il pubblico ma totalmente fuori contesto. Chi ha tratto questo numero dal rapporto Aifa lo ha estrapolato al solo scopo di diffondere diffidenza e paura nei confronti dei vaccini, riconosciuti come una delle pietre miliari della medicina”.
Basta indagare per scoprire che “un simile numero (4766) è tutt’altro che preoccupante. Tanto per cominciare si tratta di reazioni segnalate quindi non dimostrate e non correlate con certezza al vaccino. Non si può inoltre mostrare un numero senza considerare la platea totale di vaccinati: le segnalazioni (ripetiamo: devono essere poi dimostrate) in Italia sono appena 7,9 ogni 100mila abitanti. Il numero assoluto, per la Scienza, è insignificante”.
Dal rapporto Aifa sulla sorveglianza sui vaccini del 2016 “emerge poi che il 29% di queste segnalazioni si riferiscono ad anni precedenti o non hanno riferimenti all’anno di vaccinazione, circostanza che rende quantomeno improbabile il nesso di causalità tra disturbi riscontrati e vaccinazioni. Inoltre, leggendo i dati che l’autore del messaggio ha omesso, si nota come 3882 reazioni su 4766 (81,2%) siano segnalate come non gravi”.
Mignani fa notare che “il numero delle reazioni avverse segnalate sia più che quintuplicato negli ultimi 15 anni, mentre il numero degli effetti avversi segnalati in seguito a vaccinazioni è cresciuto molto meno di quelli legati ad altri farmaci: segno che al di là del vociare senza regole sui social network, i vaccini destano negli ambienti scientifici una preoccupazione assolutamente irrilevante circa la loro sicurezza. Insomma: tanto rumore per nulla. Quello che rende gravissimo l’accaduto è che si utilizzi un mezzo pubblico per spargere paure infondate”.
Chi ha scritto questo messaggio, per concludere, “dovrebbe capire che la scienza e il marketing pubblicitario non sono la stessa cosa e che lo ha pubblicato sui suoi mezzi dovrebbe assumersi la responsabilità di avere contribuito al diffondersi di pericolose falsità. Il pensiero antiscientifico è una piaga dei nostri tempi e non può essere un servizio pubblico a dare spazio ai professionisti della disinformazione”.
Mignani su pubblicità no vax: Pericoloso confondere scienza e marketing
Lunedì, 05 Febbraio 2018
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