(Rimini) “La nostra famiglia allargata resterà sempre San Patrignano e mi impegnerò affinché San Patrignano, come voleva Vincenzo e come voleva Gian Marco, esista per sempre”. E’ così che Letizia Moratti si è rivolta così ai 1300 ragazzi della comunità prima della chiusura della cerimonia funebre in ricordo di suo marito Gian Marco Moratti.
L’ultimo viaggio verso l’amata San Patrignano è stato accompagnato dalla carezza della neve e da un raggio di sole. Tutte le ragazze e i ragazzi ospiti, i volontari, i collaboratori, le autorità, gli amici, la famiglia, si sono stretti oggi nel tardo pomeriggio nell’ultimo abbraccio a Gian Marco Moratti durante la cerimonia funebre celebrata a San Patrignano. E sarà proprio nel piccolo cimitero antistante la comunità che Gian Marco Moratti riposerà, idealmente vicino per sempre ai ragazzi e alle ragazze a cui tornava puntuale ogni volta che poteva.
Una cerimonia semplice e sobria, a cui sono accorsi gli amici di vecchia data anche da lontano, sfidando le condizioni avverse del maltempo. “Si semina la propria vita, si lavora, poi arriva la morte e sembra che spazi via tutto, ma invece è questo il tempo del raccolto – ha sottolineato il parroco della comunità don Fiorenzo Baldacci durante l’omelia - E qui la forza della vita eterna, come lo spirito di Gianmarco, di Vincenzo sono dentro di noi. Un uomo buono e giusto, non tanto perché ha fatto tutte le cose per bene ma perché si è abbassato ai più deboli, vincendo l’indifferenza e la fatica. Al di là delle convenzioni. È la solidarietà che libera la persona. Si è uomini nella misura in cui si è pronti a condividere, anche a fare fatica, come Gian Marco ha fatto fino in fondo”.
Sullo sfondo delle parole del parroco, proiezione di immagini ha richiamato alla memoria i quaranta anni di storia vissuti insieme: dagli inizi con Vincenzo Muccioli agli ultimi momenti in cui Moratti è sempre apparso felice e spensierato al fianco dei ragazzi.