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Elezioni, il sindaco Gnassi: “Guardiamo ai fatti"

Venerdì, 02 Marzo 2018

(Rimini) “A chi andrà il mio voto domenica è noto. Ma non è questo il tema”. Il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, inizia così il suo “non appello” al voto, perché “è tradizione del venerdì precedente le elezioni una quantità industriale di dichiarazioni, promesse, appelli ai cittadini, che intasano web e media”.
Allora il tema qual è? “Nella società italiana e quindi anche tra i riminesi, esistono insieme sfiducia, disorientamento, speranza. Tra miracoli, promesse da salvatori della patria, insulti, cosa e come scegliere? Con quale criterio votare a Rimini chi mandare a Roma? Alla fine credo ne conti uno. Uno che conta più degli altri: scegliere guardando ai fatti”.
“Non vivo sulla luna, so bene che il Partito democratico ha avuto e ha limiti e fatto errori. Che le polemiche hanno troppo spesso prevalso su programmi e cose buone fatte. Ma non per questo si deve smettere di guardare ai fatti. Soprattutto ai fatti che contano per Rimini. E i fatti di chi a Roma ha lavorato in questi anni per Rimini sono chiari e netti”.
“Se sul territorio riminese sono arrivati 18 milioni di euro sul bando periferie per riqualificare l’area da Torre Pedrera a Rivabella; o 12 milioni per il Museo internazionale Fellini; o 16,7 milioni sulla sicurezza idraulica, sistema fognario; o 23,5 milioni per la Statale 16 (da Rimini sud fino a Cattolica), 32 milioni per SS 16, rotonde, sottopassi, ponti strade da Santa Giustina, Torre Pedrera a Miramare; o la firma del Patto della Sicurezza con il Ministro Minniti; o il nuovo collegamento ferroviario dell'alta velocità Rimini - Milano in 108 minuti e Rimini - Bologna in 44; questo lo si deve anche al lavoro portato avanti da Tiziano Arlotti e Sergio Pizzolante, a Roma per Rimini”.
“Non do nessun giudizio ideologico e non mi trincero nella difesa partitica: ognuno domenica scelga come vuole e certamente lo farà a prescindere da quello che scrivo o dico io. Ma dico che per me, come amministratore pubblico che deve realizzare e portare a casa progetti per i cittadini riminesi, Arlotti e Pizzolante ci sono stati. L’onorevole Sarti, e aggiungo purtroppo, per i progetti per Rimini, mai. L'unica volta che abbiamo registrato negli ultimi tre anni la sua presenza in chiave locale è quando ha definito Miramare un Bronx. Niente di non già visto o sentito, ma evidentemente l’interesse partitico pro 5 stelle era l’unica cosa che per lei contava, a dispetto del fare per il territorio di Rimini. Ma non solo del territorio. Guardo ai fatti anche sul tema dei diritti. Se a Rimini 42 coppie nel 2017 hanno avuto finalmente dei diritti per assistersi all’ospedale nel bisogno, per amarsi nella vita di tutti i giorni è per la legge sulle unioni civili. E questa non la si deve certo all’estremismo di Salvini che ha votato contro o alla Sarti e ai 5 stelle che si sono astenuti. Sul testamento biologico, idem come sopra. Sono fatti che cambiano e migliorano le vite delle persone”.
“Sono questioni che io incrocio tutti i giorni come sindaco perché sono questioni che riguardano la vita delle persone e non l'interesse microscopico di un partito. L'ideologia è un arnese ormai inutile, ma il guardare alle cose fatte no. L'Italia non è il Paese dei balocchi. Ma se 4 anni fa non abbiamo fatto la fine della Grecia, ciò è avvenuto per fatti precisi. Un po’ come a Rimini. Facile oggi sparare sul PD o su Renzi, come dicevo certamente che hanno avuto limiti e fatto errori. Troppo facile essere eletti a Rimini, salire in prima classe per Roma, intascare 15mila euro al mese senza rendere conto a nessuno, farsi i fatti propri, fregarsene dei progetti per il territorio e delle persone che lo abitano”.


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