(Rimini) “Apprendiamo con stupore – dice il presidente di Confcommercio della provincia di Rimini, Gianni Indino - che secondo l’amministrazione locale riminese l’associazione di categoria possa, o forse addirittura debba, diventare un esattore delle imposte, facendo di fatto da controllore e da controllato. Quando ci arriverà la richiesta di aprire uno sportello dedicato? Non sono certo queste boutade le soluzioni che auspichiamo per il bene dei cittadini e delle imprese del territorio, ma come sempre la nostra porta è aperta per concertare soluzioni condivise con l’amministrazione, anche in questa partita”. Il presidente interviene nell’ambito del dibattito scatenatosi alla notizia dell’aumento della tariffe della Tari, del 2,9% per il 2018, a causa soprattutto degli insoluti, ascritti per lo più alle attività commerciali, secondo il comune.
“Tuttavia ricordiamo che da sempre Confcommercio è in prima linea contro le attività illegali, illecite, abusive, fuori dalle normative e dai regolamenti. E l’amministrazione dovrebbe saperlo bene, considerando che già in passato, tra le altre proposte, abbiamo chiesto di prevedere, per chi intende avviare una nuova attività di qualsiasi tipo essa sia, una sorta di fidejussione a garanzia non solo del pagamento della Tari, ma anche di altre imposte in modo che non ricadano poi sulla collettività. Da tempo alziamo la voce contro chi approfitta delle maglie larghe delle leggi italiane per non pagare quanto gli spetta. Da tempo sollecitiamo la politica di ogni ordine e grado a cambiare leggi e regolamenti, rendendoli più stringenti per chi si fa beffe di tasse e sanzioni, fino al cambio di ragione sociale con cui spariscono di fatto nel nulla. Ora siamo felici di leggere che anche dalla politica locale arrivino sollecitazioni in questo senso. Ma non riteniamo giusto né sopportabile che i contribuenti onesti paghino anche per chi non lo è”.
“Siamo stati pronti a sostenere l’amministrazione quando ha fatto cose buone portando vantaggi alla collettività con le proprie decisioni, ma non possiamo stare silenti quando ci sono delle criticità da portare alla luce. I territori confinanti sulla Tari vanno in ben altre direzioni: Cesena ha diminuito le tariffe per il 2018, Forlì lo ha già dichiarato nelle intenzioni, Riccione lo ha scritto nel bilancio di previsione. Anche perché i costi del servizio diminuiscono. na scelta che cambierà i bilanci di famiglie e aziende? No. Ma è un segnale di inversione di tendenza: cittadini e imprese sono alla canna del gas e un segnale come l’abbassamento delle imposte sarebbe un intervento mirato per ripartire con fiducia”.
Aumenti Tari, Confcommercio: non siamo esattori
Giovedì, 15 Marzo 2018
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