(Rimini) Nel 2017 sono stati 41 gli interventi per la cosiddetta morosità incolpevole (ossia quando, a causa di gravi, l'affittuario non riesce a pagare il canone) per un totale di contributi di oltre 138 mila euro. In tre anni sono stati 152 i casi, per un totale di 579 mila euro utilizzati per il rinvio di sfratti o l'estinzione degli stessi, dando così la possibilità alle persone di poter firmare un nuovo contratto con lo stesso proprietario o effettuare il deposito cauzionale per un nuovo alloggio. Dal 2014 al 2017 sono stati invece 62 gli sfratti che sono stati estinti in fase di citazione per la convalida.
Un altro strumento in uso dall'Amministrazione è quello dell'agenzia di locazione, che favorisce l'incontro della domanda e dell'offerta sul mercato privato: nel 2017 sono stati 11 gli interventi, per circa 98.300 euro vincolati per garanzie a tutela del proprietario e 38.166 di contributi erogati alle famiglie (dall'attivazione dell'Agenzia nel 2015 sono stati circa 350 mila euro i contributi erogati).
"Sono strumenti e risorse differenziati – commenta Gloria Lisi, Vicesindaco del Comune di Rimini con delega alla protezione sociale – quelli che il Comune di Rimini mette a disposizione dei cittadini più in difficoltà per arginare una problematica sociale tra le più importanti. Il problema è unico, ma le dinamiche sono molto diverse fra loro, per questo è importante poter agire personalizzando gli interventi. In un quadro economico e sociale complicato come quello attuale basta l'interruzione anche momentanea del lavoro o un problema di salute improvviso per far trasformare un imprevisto in un problema. Il nostro obiettivo è quello di intervenire in un momento di momentanea criticità per ricostruire insieme alle famiglie una loro attiva e progressiva autonomia”.
Il comune racconta due storie, per far comprendere la drammaticità dell’emergenza abitativa. Quello della casa è uno dei principali problemi che gli assistenti sociali e gli operatori rilevano nei colloqui con i cittadini che si presentano allo sportello sociale del Comune di Rimini o all'ufficio casa. Dei 1.300 cittadini incontrati nel 2017 più della metà si sono infatti presentati per problemi relativi all’abitare. Tra i casi più recenti, raccontiamo la storia di due famiglie che, nella loro dinamica rappresentano simbolicamente anche molti degli altri interventi che quotidianamente vengono messi in campo dagli operatori del Comune di Rimini.
Il primo è il caso di Gianna (il nome è di fantasia), una signora Italiana cinquantenne che vive sola, insieme al suo figlio minorenne. Gianna viene da una situazione famigliare difficile ed è già seguita dai servizi sociali, grazie ai quali è stata inserita in un alloggio a canone calmierato. Si tratta di una soluzione proposta a chi ha già un lavoro e può garantire il pagamento regolare di un affitto. Gianna un lavoro ce l'ha , in mezzo a tante difficoltà è infatti riuscita ad ottenere una qualifica che gli permette di lavorare come operatrice socia sanitaria in una cooperativa sociale. Fino a quando la salute l'ha sorretta, Gianna non ha avuto bisogno di altro, con il suo lavoro riusciva a pagare l'affitto e a mantenere lei e suo figlio, da sola. Poi un giorno la salute ha cominciato a peggiorare e, prima saltuariamente, poi sempre più regolarmente, è stata costretta a prendersi periodi di malattia e poi di aspettativa dal lavoro. Il suo è un lavoro dove la salute è importante, e quando non ce la fa rimane a casa con lei anche una parte del suo stipendio. Purtroppo i margini di autonomia economica, già risicati, vengono minati dal minore introito del suo stipendio in seguito la malattia. Comuncia così ad avere difficoltà nel pagare regolarmente l'affito, fino all'arrivo della richiesta di sfratto. Disperata, Gianna, si rivolge ai servizi, con la paura di ritrovarsi con suo figlio per strada. Una situazione al limite che senza i nuovi strumenti di interventi messi in campo dal Comune rischiava di finire male. Grazie ai fondi per la morosità incolpevole il Comune riesce invece a dare a Gianna un aiuto economico per l'affitto, saldando parte del debito. Il risultato è che, oggi, Gianna e suo figlio sono ancora nella loro casa e stanno lavorando per uscire da una momentanea situazione di criticità.
L'altra storia racconta invece di una una coppia di quarantenni - a Rimini dal 2007 - entrambi lavoratori, e la loro figlia di sette anni. Antonio (altro nome di fantasia) lavora da anni come dipendente e la moglie Maria, dopo anni di sacrifici e aver lavorato per diversi anni in altri settori, decide di avviare una attività tutta sua. Una situazione apparentemente senza alcun problema; sono giovani e hanno attività professionali che, nonostante gli investimenti fatti e i naturali alti e bassi, permettono comunque loro di mantenersi. I problemi, gradualemente, non tardano però ad arrivare. Il primo di manifesta con la chiusura dell'attività di Maria che alla lunga non regge il mix di crisi dei consumi e della forte concorrenza. La famiglia è in difficoltà ma regge, con qualche sacrificio, grazie al lavoro da dipendente di Antonio. Ma anche li la crisi batte colpo e poco dopo anche Antonio inizia ad essere lasciato a casa per alcuni periodi, fino ad arrivare alla tappa finale della cassa integrazione. Un colpo che mette al tappeto le residue autonomie economiche della famiglia che, non riuscendo più a pagare regolarmente l'affitto, viene sfrattata in seguito alla loro morosità. In strada, Antonio e Maria si rivolgono ai servizi sociali. Lo sfratto è stato effettuato e non si può più rimediare, ma con loro viene avviato un percorso che parte da un aiuto economico con il quale riescono a trovare un nuovo alloggio. Gradualmente stanno tornando, seppur saltuariamente, a lavorare, ma con questo sostegno hanno intanto messo al sicuro loro figlia e avviato il ritorno ad una lenta ma possibile autonomia.